Curiosita’ sui nomi sudafricani

No, non sto parlando dei classici nomi Zulu o Xhosa (la maggior parte impronuciabili), ma della moda che vige ormai da decenni di dare nomi inglesi ai figli.

Tutto inizio’ da un errore. A quanto pare, ai tempi dell’apartheid, quando pochi neri sapevano leggere l’inglese oppure arrivavano da regioni sperdute, una volta nato un bambino compilavano il modulo all’ospedale ma sotto il campo nome mettevano il mese o il giorno della nascita (una delle poche parole che conoscevano).
E’ cosi’ in giro per il paese si trovano adulti con nomi tipo January, February, Sunday etc…
Se invece conoscevano qualche parola inglese, di solito proveniente dalla bibbia, prendevano un nome a caso (Joy, Grace, Salvation, Love) e lo appioppavano al figlio, convinti che grazie ad un nome inglese questi avrebbe avuto piu’ speranze di una vita migliore.

Basta andare nei supermercati per accorgersene, leggendo di sfuggita le varie targhette sul petto dei cassieri o delle cassiere. Nomi come Prejudice, Cyvil Rights, Fantasy, Sunday, Holy, Cocoa, Mercy, fino al fantastico politico di nome Tokyo Sexwale (il cognome si pronunica “sequali” e non sex-wale…).

Il migliore pero’ l’ho scoperto per caso. Jill, la sorella di Lindsey, voleva scambiare i biglietti per la partita del Sudafrica con quelli di Italia-Egitto, per venire con me e Lindsey. I biglietti sono nominali ma le regole fifa sono chiare: basta avere una fotocopia autorizzata del documento d’identita’ dell’original proprietario.

Eccolo qua:

crazy african names

Questo e’ un signor nome!

La miglior media goal stagionale

Lascio perdere per un po’ la confederation cup.
L’Italia e’ meritatamente  fuori, gli Stati Uniti sono dentro (neppure loro sanno come) e io sto cercando di piazzare i prossimi biglietti.

Sabato scorso, come al solito, partita di campionato, contro i Crusadera.
Ancora infortunato ma con qualche chilo di painkillers in corpo e fasciature abbondanti sulle cosce, ho iniziato la partita da titolare, e ho portato la squadra in vantaggio dopo 20 minuti grazie ad un semplice tap-in (secondo goal stagionale, tanti quanti l’intera stagione scorsa).

Purtroppo, per la quarta volta in questa maledetto periodo (non basta vedere l’Italia per soffrire), la coscia strappata si e’ infortunata di nuovo e dopo 50 minuti sono stato sostituito, mantenendo la mia fantastica media realizzativa grazie ad un favorevole ratio minuti/goal.

Oggi inizia il periodo di riposo ufficiale. Con un ginocchio vicino all artroscopia (ho ricevuto i risultati del MRI sca su cdrom e la cartilagine non sembra particolarmente felice) se non mi fermo adesso e uso le 2 settimane in europa per permettere al corpo di rimettersi in forma (e smaltire i numerosi chili assorbiti in queste settimane da infortunato), quest’anno lo chiudo con una media goal per minuto modello primo Ronaldo. Giocando 10 minuti ogni partita pero’….

Italia zero palle – Brasile tre sberloni

Nonostante l’alone di antipatia che l’Italia si porta indietro da quando negli anni 50 fu introdotto il catenaccio, la nazionale raccoglie sempre tifosi neutrali da tutte le parti.
Tifosi che solo 15 anni fa si esaltavano per i vari Baggio, Maldini, Del Piero, Baresi, e che oggi vogliono continuare a festeggiare quel titolo di campioni del mondo vinto 3 anni fa in Germania.

Si sa, vincere, sottovalutati da tutti non e’ poi un problema. Le sorprese a livello internazionale ci sono sempre state (Danimarca nel 92, Grecia nel 2004), visto che la competizione e’ decisa in in un massimo di 7 partite, e azzeccarle puo’ succedere a tutti.
Il confermarsi e’ sempre difficile, vuoi per le aspettative (se sei campione del mondo tutti si aspettano classe, gran gioco e grinta) o per semplici fatti storici (e’ dal 62 che una squadra non si riconferma campione del mondo).

Una sconfitta ci puo’ sempre scappare. Anche due.
Ma quando giochi, da campione del mondo, un torneo che comunque e’ considerato ufficiale dalla FIFA, e hai migliaia di tifosi, italiani e non, venuti da lontano per vederti giocare, e poi ti comporti cosi’, giocando senza voglia e senza carattere, aspettando chissa’ quale miracolo solo perche’ hai vinto una finale ai rigori con la Francia 3 anni fa, allora ti meriti un gigantesco vaffanculo.

La delusione e’ cocente. Non tanto per il gioco espresso (da quando l’Italia esprime gioco?), non tanto per la pessima difesa, che ormai preoccupa da 1-2 anni (non puoi portare un pensionato come Cannavaro e un giocatore come Chiellini la cui reale dimensione e’ la serie B), neppure per la mancanza di goal (Toni, Gilardino e compagnia bella in nazionale perdono completamente il killer instinct, cazzo meglio avere vecchi come Inzaghi e Delpiero allora), ma per la mancanza di  voglia di sbattersi.
Cameronesi, da quando ha esordito in nazionale, direttamente dall’Argentina, a oggi, ancora non ha espresso niente di significativo. E non sarebbe il solo.

Cronaca dei ridicoli eventi:

Mattina : Gilardino si sveglia. E l’agenzia viaggi. Hanno trovato un ottimo posto per lui a 10000 euro a notte nelle Mauritius. Non troppo lontano dal Sudafrica. Unico problema? Il biglietto di prima classe che volevi e’ disponibile solo domani sera. “Non c’e’ problema, Giovanni” – proclama il Gila – “ci penso io a non segnare”

Pomeriggio: Riunione tecnica prima della partita. Lippi chiede quanti hanno gia’ prenotato le vacanze. Quasi tutti alzano la mano. Non Camoranesi, che, in Italia da 10 anni, sa solo contare fino a cinque prima di passare allo spagnolo.
Rossi tenta di tradurre, ma si scoraggia, e’ circondato da coglioni.

18.00 : non lavoro, non mangio, non cago. Le tensione e’ alta, la mia cosi’ come quella di 10000 tifosi italiani che , anche all’estero, amano la maglia azzurra.
18.01 : realizzo che l’Italia gioca con un colore che fa davvero schifo e non ricorda per niente quello delle notti magiche del 2006, del 1990 o del 1982. Probabilmente un segno del destino.
20.00 : arrivo a Pretoria, solito parcheggio, solito shuttle, e stavolta mi compro anche una vuvuzela azzurra. Emettere un suono decente e’ un’impresa impossibile.
20.04 : Lindsey si siede con me, afferra la vuvuzela, e la suona senza problemi.
20.10 : entra Buffon a riscaldarsi, e saluta i tifosi. Gilardino controlla il manto erboso. “Eccellente condizione. Il gioco del Brasile sara’ perfetto stasera”
20.24 : canto l’inno, per la terza volta. Io e qualche tifoso. Siamo ottimisti, il Brasile ci ha battuto 2-0 qualche mese fa, ma qui e’ in gioco la qualificazioni alle semifinali. Mondo, guarda l’Italia come combatte!
20.34 : dopo 4 minuti e con il Brasile che potrebbe essere gia’ avanti di 62 goal (con almeno 7 autoreti), capisco che l’Alpitour domani fara’ un sacco di soldi, con quella serie di calciatori milionari senza palle che hanno prenotato con loro
20.10 : ci avviciniamo al minuto 40, quello che ci e’ costato caro con gli Stati Uniti e con l’Egitto. Sicuramente siamo pronti a spingere fino al 45esimo.
20.15 : eravamo pronti, e siamo sotto 0-3 in 7 minuti. Mi consolo pensando che senza gli strategemmi di Lippi sicuramente adesso eravamo sotto di 12 goal. La stampa si lamentava dell’assenza di goal contro l’Egitto, e Dossena ci pensa lui a segnare un goal in maglia azzurra. Il mondo ride.
20.30 : arrivano notizie allarmanti da Ellis Park: gli americani stanno dominando l’Egitto e vincendo. Via di classifica avulsa. Chi passa? Differenza reti? Scontro diretto? Goal segnati? Cadute a terra di giocatori appena toccati (qui l’Italia dominerebbe?) Cadute a terra per minuto del solo Gilardino? Basta un goal per complicare a tutti la vita.
20:45 : Entra Gilardino incazzato – “Ah no raga, qui non va bene, io, Toni e Fabio abbiamo prenotato per le Mauritius. No tu Chiellini sei brutto e non vieni. Di la stanno vincendo, se vogliamo andare in vacanza bisogna non segnare per nulla!” Lippi ascolta soddisfatto.
21:00 : Il segnale di Gilardino viene ascoltato forte e chiaro. Toni si sbatte per non segnare, tentando di tenere una media alla Casiraghi, Gilardino fa finta di lamentarsi per la mancanza di palloni (gliene arrivano solo 28 in 10 minuti).
Rossi, basso e americano, non capisce e tenta di segnare. Toni e Gilardino, offesi, smettono di passargli la palla.
21:10 : Gli USA avanti 3-0, noi indietro 0-3 chi segna vince. Un po’ come all’oratorio di Canegrate. Sotto 10-1, ma se la mamma ti chiama per andare a casa e tu sei il proprietario dell’unico pallone che non sia uno squallido super-tele, allora vige la regola del primo che segna trionfa.
21:15 : Gilardino decide di non segnare, l’arbitro fischia, la torcida brasiliana balla, io bestemmio all’indirizzio di Lippi e di quei deficienti in maglia azzurra (grazie per il 2006, ma e’ ora di muovere il culo). Nessuno degli azzurri, una volta saputo dell’eliminazione, viene fuori a salutare i tifosi che aspettano con pazienza.
21:30 : mistero svelato, tutti i calciatori sono gia’ sul charter per le vacanze. Pure Lippi che conclude un’intervista di 3 secondi tre in televisione.

Fuori dalla confederation cup, e ora mi tocca riciclare i biglietti. Forza Sudafrica.

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

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Impero Romano 0 – Tutankhamun 1

La confederation cup e’ partita, e vorrei che gia’ finisse.

Dopo la festa di lunedi’ (che mi ha fatto scordere che l’Italia era sotto di un goal contro una nazionale che aveva 10 giocatori in campo e in cui il calcio e’ praticato principalmente da donne nei college) ieri sera e’ stata una serata atroce. Perdere con l’Egitto, squadra organizzata, la piu’ europea della africane, ma senza nessuna stella – il portiere deve ringraziare i piedi storti di gente che in nazionale segna 1 volta ogni 2 anni – e’ semplicemente umiliante.

Senza contare il tradimento di tutti quei neri che solo 3 giorni prima tifavano Italia.
Eccoli tutti schierati con l’Egitto giusto perche’ fanno parte dello stesso continente, anche se non hanno niente in comune. L’Italia e’ una squadra che non piace quando vince, pensa te quando perde.

Voltiamo pagina e pensiamo al Brasile. Considerando che l’Egitto vincera’ con gli USA, un 3-0 dovrebbe mandare il Brasile a casa.

Triste cronaca degli eventi:

09.00 – 17.00  – Mi sveglio con il torcicollo, e inciampo sul cane che dorme, andando a sbattere la testa contro l’armadio. La maledizione di Tutankhamun inizia di prima mattina. Mangio, cago, lavoro – pausa – mangio, cago e lavoro. Solita routine. Sono pronto e carico. Che male il collo.
17.30 – Nonostante lo stadio si trovi a Johannesburg invece della lontana Pretoria, per battere il pericolo traffico della gente che torna dal lavoro decidiamo tutti insieme di partire alle 6. Lindsey e’ pronta con la sua maglietta di Materazzi, Jill e Curtis sono pronti pure loro. Andiamo a prenderli.
17.45 – Arriviamo al parcheggio per prendere le navetta. Vedo un sacco di bandiere tricolori. Le guardo meglio. Sono bandiere egiziane. Fa freddo, ma sembra di essere al Cairo. Sono circondato da Arabi.
17.55 – Prima di entrare nella navetta ci vengono consegnati pacchetti di goldoni gratis. 10 per pacco. Jill dice che sono di marca economica. Io penso a chi cazzo va allo stadio per trombare. Mi metto i goldoni nel taschino, giusto in caso di festeggiamenti per la vittoria italiana direttamente sulle tribune.
18.00 – Siamo sulla navetta. Sono circondato di comparse di Cleopatra e Antonio. Tutti egiziani. Vedo un italiano in fondo alla navetta. Ha una bandiera italiana, una faccia da vero meridionale incazzato, e una tuta del Messina Calcio. Decido di considerarlo egiziano.
19.00 – Un’ora di traffico e siamo ancora lontani.
19.30 – Arriviamo, e sbarco direttamente nel centro di Cairo. Ellis Park si trova in quella che una volta era un quartiere di lusso (o perlomeno decente). Dallo in pasto a poveracci per 20 anni , e ti ritrovi in un set di Resident Evil. Aspetto zombie dietro agli angoli, trovi sudafricani neri che tifano Egitto. Gli zombie mi stanno piu’ simpatici.
20.00 – Il problema di andare allo stadio con moglie e amici: pretendono cose assurde, come comprare cibo, parlare un attimo prima di separarsi (siamo seduti dall’altra parte) e addirittura pisciare. Io dalle 19.30 voglio solo essere seduto e pensare e come festeggiare senza essere ucciso dalle truppe del faraone.
20.25 – Nessuno inno sudafricano (con una moschea poco lontana e il centro nord-africano a 2km da qui, immagino che pochi lo conoscano), veloce – e pessimo – inno egiziano composto probabilmente per qualche film degli anni 60, e inno italiano.
Non riesco a sentire la musica, sotterrata da migliaia di fastidiose vuvuzela. Tento di cantare, finisco l’inno 10 minuti piu’ tardi, tentando di mettermi a pari.
20.30 – Inizia la partita. Quando vinciamo urlo qualcosa contro Allah. Tutto sommato non si parla solo di una partita di calcio. Molto di piu’! Impero Romano vs Egiziano, Cristiani vs Musulmani, San Siro vs le Piramidi di Giza. Pensa a qualche frase ad effetto che le combini tutto per insultarli una volta vinta la partita, ma non mi viene in mente niente.
20.45 – L’italia cazzeggia in campo, Gilardino in panchina gioca a scopa con Amelia, e De Rossi tenta di tirare. Gattuso sbaglia tacchetti e non sta in piedi
21.00 – Come cazzo e’? Siamo campioni del mondo, Gilardino e’ in panca, ma ancora non riusciamo a segnare contro una squadra che fino all’altro ieri si allenava con i cammelli. Probabilmente in Italia ci alleniamo con le capre.
21.10 – Segna il maligno impero egizioGiulio Cesare, da Roma, piange. Il triumvirato e’ in crisi.
21.10 – Ci ha segnato un giocatore chiamato Homos. Sembra il nome di uno yogurt per gay.
21.15 – Festa sugli spalti quando mancano ancora 45 minuti. Sono perplesso.
21.30 – L’Italia entra e si schiera, l’Egitto probabilmente colpito da diarrea ne manda solo quattro. Magari sono convinti che con Anubi dalla loro parte 4 contro 11 potrebbe bastare. Ne entrano altri 6, e solo dopo 5 minuti arriva l’ultimo giocatore. L’ipotesi diarrea e’ confermata dalla faccia del tipo e da quella di Gilardino.
21.40 – Finalmente la nazionale spinge. Fuori Pablito Giuseppe Rossi, dentro suo padre Toni. Non funziona. Sanno tutti che Toni ha bisogno di 10 limpide occasioni da goal per segnare in nazionale. Ne ha sbagliati solo 2 lunedi’. Prima di segnare deve sbagliarne altri 8. E infatti, poco dopo entrato, sbaglia un goal.
22.00 – L’impero romano spinge, ma le legioni non riescono ad affondare nel cuore della difesa egizia. Ci vogliono gladiatori. Gattuso, dalla panchina, si arma di tridente. Gilardino bacia una foto autografata di Russel Crowe.
22.15 – 245 tiri in porta, ed un cross di Iaquinta e’ l’unica palla che sorprende il loro portiere paratutto, cugino nordafricano di Ed Warner. E non non abbiamo neanche un misero Tom Baker. In difesa Chiellini, dopo l’ennesimo pallone fatto rimbalzare in modo da farsi fregare dall’avversario, mi ricorda che di Bruce Harper ne abbiamo un sacco (e in tribuna, incazzato, mi chiede… come cazzo fa Bruce Harper a finire in nazionale in Holly e Benjy? Giocano tutti avanti? E’ l’unico difensore disponibile?)
22.25 – Con 10 minuti di ritardo l’Egitto ringrazia Allah e festeggia in campo bevendo latte di cammello e mangiando ceci. Gilardino pensa al suo prossimo cosmopolitan. Rossi al succo di frutta.
22.40 – Esco dallo stadio insieme a 50000 persone, e mi trovo in mezzo a Medina. Arabi che piangono e in ginocchio ringraziano il loro dio o il loro faraone, e neri comunisti che inneggiano all’unita’ africana (ma dico, sanno che gli egiziani avevano schiavi neri ben prima degli americani?)
23.00 – Sono a casa. Non c’e’ corrente. Mal di testa. Abbiamo perso e a meno di miracoli siamo fuori. Mi consolo pensando all’impero romano che 2000 anni prima di me aveva conquistato e reso l’Egitto una misera provincia tipo Monza.

E mi faccio una promessa: appena vado in Egitto mi precipito a Giza e incido sulle piramidi un bel SPQR. Pisciando.

 

Italy - Egypt 0-1

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Olaf in Europa

Torno in Europa a Luglio. Da solo (Lindsey non fa in tempo a prendere il visto).

Ve lo dico subito, staro’ li’ pochissimo. Preparatevi a pacchi a valanga se avete in mente di vedermi.

Purtroppo, venendo da solo e dovendo ritornare dopo 12 giorni per svariati motivi, mi tocca incastrare in pochissimi giorni un viaggio di lavoro a Londra, una visita in Polonia da mia nonna e un solo, misero, weekend in Italia, giusto per il compleanno di Olga!

Ecco qui tutti i dettagli:

  • Partenza da Johannesburg il 2 luglio. Arrivo a Londra  il 3 e ci sto fino al 7
  • In Polonia dal 7 al 9 luglio, poi torno a Londra
  • Il 10 luglio (venerdi’) torno in Italia. Fino a domenica 12 (poi riparto da Malpensa lunedi’ mattina). Venerdi’ sera sono via, quindi rimane sabato o domenica per vedermi (non aspettatevi tour de force da parte mia a questo giro, l’ultima volta  ho passato piu’ tempo in macchina che a vedere amici)
  • Lunedi’ 13 riparto da Londra e Martedi’ 14 torno a Johannesburg.

Lo so, l’ultima volta che sono tornato, con Lindsey, era quasi un anno fa. Pero’ quest’anno il Natale lo si festeggia in Italia, e se non vi vedo a Luglio, ci vedremo quando fara’ piu’ freddo!