L’inverno piu’ freddo

It's cold in Johannesburg

Immagino che alla Fifa,quando qualche anno fa assegnarono i mondiali al Sudafrica (piu’ che altro per due ragioni: la rotazione continentale, che non si fara’ piu’, e il fatto che nessuno puo’ dire di no a Mandela, a quanto pare….) nessuno aveva messo in preventivo che, mentre nel resto del mondo sara’ estate, qui in Sudafrica sara’ pieno inverno.

E’ anche vero che l’anno scorso il mio primo inverno sudafricano fu mite, ma quest’anno invece qui si sta superando ogni record. Ieri notte (proprio mentre mi allenvao tra l’altro), la temperatura e’ crollata a meno quattro (di giorno fa caldino, e sono in giro in maglietta e mutande, ma appena va via il sole…)

E non c’e’ neppure la neve…

Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’รจ.

Riguardando le foto dell’ultimo viaggio in Italia, e paragonandole a quelle degli 8 anni precedenti, mi sono accorto di due costanti: gli amici, e il Texas Bar a Legnano.

Ho lavorato li’ per circa due anni, prima di partire per Londra. Da allora la gestione e’ cambiata, mia sorella mi ha sostituito ed e’ praticamente diventata la regina del locale, e io, regolarmente, convinco tutti, amici vecchi e nuovi, a venire a trovarmi li’.

Nicola ha preso in mano il locale da qualche anno e da allora il Texas e’ semplicemente migliorato ogni volta che tornavo.
Non esiste nessun posto, in Italia o in Europa (o in Sudafrica), che mi faccia sentire a casa come quello. Ho fantastici ricordi di ubriacature (ok, la meta’ di queste non me le ricordo proprio), o di camminate alle 2 di notte verso casa con la neve appena caduta, in compagna di Beppe, a scrivere il proprio nome pisciando sulla neve fresca.

Sono venuti tutti a trovarmi li’, chi dal Veneto, chi da Londra, chi dal Sudafrica (ok, conto Lindsey). E io sono stato sempre li’ ad aspettarli.

Ho preso qualche foto a caso e l’ho buttata su flickr. Eccovi una bella carrellata di facce dal 2001 al 2009. In verita’ ho molte altre foto, che finiranno presto su facebook…

 

BrothersOlaf and PuccOlaf before LondonNicola and OlafBeppeIanMax and MeraCristina and OlafOlaf and RemaOlaf e Katta SrOlaf and GiambaMax, Beppe and GiorgioOlaf and ClaudiaOlaf and DavideOlaf and ClaudiaGiamba and OlafMaxOlaf and ManuelaDavide and MeraDavideOlaf, Nicola and DavideDavide and GiuseppeOlgaOlga and OlafSara, Olga and CristinaOlaf in painGiamba and ClaudiaOlaf and GiambaGiorgio e LellaGiorgio and BeppeNicola and DavideClaudia and BeppeRenatoBeppe and MaxOlaf and ManuelaBeppe, Mera, Max and OlafOlafClaudia and BeppeClaudia and BeppeMax, Olaf and LindseyOlaf, Claudia, Giamba and LindseyMax, Lindsey, Olaf, Beppe and ClaudiaMax and mumMax, Olaf and BeppeOlaf

Cartoline da un pessimo turista: quello che lascio indietro ogni volta

Mi ricordo una vecchia pubblicita’ della Barilla: una famiglia dava l’addio al figlio, che andava a vivere chissa’ dove, e la madre (credo) infilava nella tasca della giacca una singolo rigatone. Il figlio atterrava, andava in albergo, e trovava il rigatone nella tasca.
La pubblicita’ terminava e il mitico slogan "Dove c’e’ Barilla, c’e’ casa" faceva capolino sul televisore.

Sono ormai 8 anni che sono lontano da casa. Inizialmente tornavo e poi bene o male tutto era uguale a prima, ma negli ultimi anni il mondo che conoscevo ha iniziato a vivere senza di me ed ad accelerare verso il futuro. Amici hanno preso casa, dopo aver vissuto coi i genitori fino a poco tempo fa, alcuni si sono fidanzati, altri sposati e ora hanno figli.
Mia mamma si e’ risposata l’anno scorso e ora vive in un altra citta’ , mia sorella continua la sua vita notturna da barista fuoriclasse al Texas, e mio padre continua a vivere nella solita casa, accompagnato da Olga e Bart (il mio splendido cagnone che ormai ha 10 anni!). Eppure, ogni volta che torno, quella pubblicita’ della Barilla mi ricorda un tempo in cui tutti vivevamo sotto uno stesso tetto, e dove si scherzava di un futuro lontani uno dall’altro. Olga era quella che viaggiava, io ero quello che adorava semplicemente stare a casa e uscire con gli amici.

Ogni volta che torno e’ la solita storia: nessuno tenta di litigare quando sono in giro, mio padre organizza splendide grigliate con il resto della famiglia, Olga mi tratta come un re al Texas Pub e mia madre si sbatte per procurarmi tutto quello che mi serve quando devo ripartire (grana, gorgonzola, prosciutto crudo e salami vari, senza considerare i regali per Lindsey e famiglia).
Come fare a non avere nostalgia di tempi passati?

Non posso nemmeno non citare le solite facce che da anni non si lamentano quando trascino tutti al Texas, Beppe, Max, Mera  (assente quest’anno), le varie ragazze/fidanzate, i vari cugini, e poi quelle facce  che vedo solo ogni tanto ma che hoi avuto il piacere di ospitare a Londra, chi il numero giusto di volte (Paolo), chi troppe (Giamba), chi davvero poche (Claudia) e chissa’ quanti altri…

Ogni tanto, mi mancate tutti.

My sister (sleeping)

Olga, dopo una notte a lavorare

My mother and I

Io e mia madre

My dad

Mio padre si diverta con la Vuvuzela

My dog (Bart)

Bart che ormai possiede la mia vecchia cameretta

Cartoline da un pessimo turista: ricordi calcistici

Domenica mattina, dopo un weekend in trasferta a base alcolica (come ai bei tempi londinesi) sarei potuto andare in giro per Milano. Tanto per rivederla.
Ma, da pessimo turista quale sono, ho preferito seguire il mio istinto nostalgico e andare ad incontrare i Zanzottera (Sr and Jr), dirigente ed ex-compagno di squadra e fare un tuffo nei bei tempi andati.

Da qualche tempo i due si occupano del sito della squadra di calcio in cui ho passato bene o male tutta la mia vita prima di emigrare all’estero: il Canegrate Calcio (e l’Oratorio Canegrate prima che le due squadre diventassero una).
Insieme hanno messo in piedi un sito molto meglio della media nazionale per squadre di serie minori, e da tempo lo gestiscono dando risalto alla varie squadre che fanno parte della societa’.

Per qualche motivo ignoto Zanzottera sr e’ tornato in contatto con me l’anno scorso, visto che a quanto pare la mia foto alla finale della coppa di lega qui in Sudafrica con la borsa del Canegrate ha fatto il giro del mondo per arrivare fino a casa sua. Cosi’, gentilmente, mi sono state offerte magliette di allenamento (che uso al momento come pigiama) e cappellino della squadra. Senza contare patatine e aperitivo offerti dalla gentilissima mrs Zanzottera.

Riguardando foto ancora piu’ vecchie, noto che il borsone del canegrate mi accompagnava anche dopo l’ultima partita giocata con il Parsons Green Football Club, nel 2007. La foto la potete trovare qui (fatta da Paolo, un mio amico fotografo venuto li’ per l’occasione)

Evidentemente una vita passata a giocare con i colori del mio paese non si cancella facilmente. Dopotutto io i miei storici compagni siamo stati tutti, bene o male, compagni di squadra.

Nel portafoglio tengo ancora un ritaglio di giornale della mia ultima partita di sempre a Canegrate, qualche mese prima di trasferirmi a Londra.
Leggendo la formazione cosa vedo? Il nome di Zanzottera, al tempo bambino sedicenne (o qualcosa del genere, di faccia sembra ancora un bambino).
Io ero in panca – odiato dall’allenatore – ma fortunatamente ero riuscito ad entrare e segnare, tra l’altro ancora di fronte a Paolo, che a quanto pare e’ abbonato alle mie ultime partite.

Ecco qui il ritaglio di giornale:

An old article from the local paper

Con i Zanzottera

Zanzottera Junior

Con i Zanzottera

Zanzottera Senior

Cartoline da un pessimo turista: cosa manca ad un italiano in Sudafrica?

Risposta: ore e ore a parlare con amici di un archivio infinito di memorie di cartoni animati degli anni ’80.

Mettete qualche persona a tavola, dai 25 ai 40 anni, e basta che qualcuno accenni il tiro della tigre di Lenders, oppure se era piu’ sexy Creamy o Lamu’ (risposta: Lamu’), e ti ritrovi a passare ore a parlare di quanto queste serie fossero fantastiche, a cantare intere sigle o a cercare di ricordare i finali dei vari cartoni.

A me succede continuamente, quando torno. In Sudafrica tento di guardare quello che trasmette Cartoon Network, ma la qualita’ dei disegni e delle storie e’ indietro anni luce a quanto vedevo 20 anni fa tu Telenova.
Non c’e’ neppure piu’ sangue, e cartoni come l’Uomo Tigre (quanto volte avra’ perso la vista dopo che i suoi occhi venivano sfregiati contro le corde di un inutile ring?) o Ken il Guerriero non sono mai esistiti da queste parti. Hanno pure un canale dedicato ai cartoni giapponesi di nuova generazione (dove il piu’ vecchio e’ Neo Genesis Evangelion), ma, non associandoli a nessun ricordo dell’infanzia, non me ne potrebbe fregare di meno.

Qui non hanno passato giapponese. Niente robottoni (Daltanoius, Mazinga, Gordian etc…), niente maghette, niente cartoni per ragazzine seguite poi in segreto anche da noi, niente Holly e Benji.
E cazzo ci credo che qui c’e’ violenza e l’apartheid sia scomparso sono negli anni 90.
Almeno noi , da Milano al profondo sud di Roma, avevamo qualcosa in comune, sia su Bim Bum Bam oppure sulle varie tv locali. Qui no.

E cosi’ torno in Italia con 10 dvd con le serie complete, in italiano, di Holly e Benji. Primo passo per portare cultura nelle future generazioni.

Lo so, vivo di memorie. But hey, e’ quello che mi rimane, cosi’ lontano.

Massi, io e Beppe

Dopo una lunga conversazione su Holly e Benji

Claudia e Giamba

Prima di collegare l’ipod e cantare a squarciagola alle 2 di notte sigle selezionato a casaccio (la tequila aiuta)