Zero 2 Hero, sulla Mountain Bike con Lindsey

L’inverno sta finendo. Ancora qualche settimana e finalmente potro’ tornare a dormire in mutande (l’assenza di riscaldamenti all’interno delle case in Sudafrica e’ sempre un problema).

Se l’inverno se ne va via, vuol dire che la stagione sportiva diventera’ via e via piu’ intensa. Il campionato di calcio continua, ma i triathlon e le gare di corsa e bici mi impegneranno durante i prossimi mesi.

Come l’anno scorso, ho iscritto Lindsey alla classica gara di Mountain Bike (MTB challenge, sponsorizzata dalla stessa societa’ che si occupa della famosa 94.7 su strada). A differenza dello scorso anno, Lindsey mi ha chiesto di fare qualche allenamento (o gara) in modo da essere pronta successivamente.

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

All’entrata del parco

La gara che avevo come “riscaldamento” e’ stata la “zero 2 hero“, a una ventina di chilometri da qui. Si svolgeva all’interno dell’Heia Safari, una fantastica struttura in cui zebre, giraffe e springbok girano liberamente all’interno, abituati alla presenza umana. Nel 2008 avevo portato mio padre, Olga e la sua amica sera a rilassarsi qui durante lo stressante periodo del matrimonio…

Il percorso non era mostrato sul sito e non avevo idea di quanti chilometri, dei 25 totali, sarebbero stati difficili per Lindsey.

Risultato: almeno 24! La gara, all’interno dell’Hero Adventure Park (una nuova struttura per MTB e nuotate nel lago), si svolgeva praticamente tutta all’interno di piste singole, su roccia o all’interno di sentieri strettissimi, con salite ripidissime e discese abbastanza pericolose. A differenza del mio compare, ed esperto di MTB, Curtis, io da sempre preferisco gare in cui posso prendere un’andatura e andare avanti con un passo simile. Buttarmi a capofitto su discese abbastanza pericolose con la mia MTB senza sospensioni e’ da sempre un problema. L’Xterrra, il triathlon off road che faccio ogni anno, ha un percorso misto, in cui lunghe sessioni di pedalate sui campi si intrecciano con pochi spezzoni tecnici. In questo caso, il percorso era tutto tecnico.

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

Lindsey pedala mentre uno springbok osserva

Se era difficile per me, potete immaginare per Linsdey, non piu’ abituata a pedalare. Dopo un inizio difficile, Lindsey riusciva a trovare qualche tipo di forza interna per continuare solo dopo continui incoraggiamenti e quando il percorso si apriva un po’. Fortunatamente partivamo nell’ultimo gruppo, evitando la frenesia dei sorpassi sui sentieri collinari.

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

Sul ponte!

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

In salita sul sentiero

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

A pochi chilometri dall’arrivo

Alla fine chiudavamo insieme in circa 3 ore e mezzo (al ritmo di 7km all’ora!). Lindsey era dolorante ma felice del risultato, mentre io potevo finalmente rilassarmi sapendo che mia moglie non si era sfracellata durante un percorso di questo tipo…

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

Con le nostre medaglie

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

Un’altra medaglia per la collezione famigliare

Ecco qui Lindsey mentre attraversa il laghetto, pochi istanti dopo aver visto un partecipante finire con la bici nell’acqua:

6 anni con Bruce e Cucciola

Non me ne ero neanche accorto, ma dopo che Lindsey me lo aveva fatto notare questa mattina, oggi era il “compleanno” dei nostri cani (Benjy e’ arrivato solo nel 2011). Probabilmente ero troppo preso con il lavoro e il rapporto del nostro viaggio italiano.

6 anni fa, proprio  in questo giorno, andavamo a prenderli da FORA (un canile privato dove i cani abbandonati non vengono uccisi dopo 2 mesi come in quello statale), lo stesso giorno della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino del 2008!

In 6 anni ne abbiamo passate di tutti i colori insieme. Siamo andati a Cape Town per il matrimonio di Kirsten (guidando migliaia di chilometri prima via deserto del Karoo, poi via Garden Route), siamo stati fermati in Lesotho e ci siamo tenuti compagnia durante alcuni periodi difficili.

Certo, tra varie operazioni (soprattutto Cucciola, ma anche Bruce non ha scherzato) ci hanno fatto preoccupare e ci sono costati un sacco. Quest’anno il budget che doveva finire per installare una stufa all’interno del soggiorno e’ stato completamente usato per operare Cucciola al legamento rotto….

Ma non importa. 3 anni fa alla famiglia si e’ auto-aggiunto Benjy, e da ormai pensare ad un futuro senza cani mi sembra quasi impossibile…

Di tutte le centinaia di foto fatte, la mia favorita rimane sempre questa:

Puppies crossing the bridge

Road trip – parte 3: Pisa e colline toscane

Lasciare le Cinque Terre dopo solo 24 ore era un peccato. Avremmo voluto volentieri passare almeno due-tre giorni in piu’, ma con una sola giornata disponibile prima del ritorno a Canegrate, era impossibile.

Tornati a Levanto per riprenderci la macchina, guidavamo in direzione di La Spezia, per poi decidere, invece di andare direttamente a Pisa, di fermarci a Marina di Carrare giusto per rilassarci un attimo.

Con un caldo bestiale (a quanto pare la settimana passata in Italia e’ coincisa con l’unica settimana di sole cocente, tra piogge prima e dopo), l’idea di sederci un attimo in spiaggia, mangiare qualcosa, e fare qualche foto era attraente.

Peccato che la maggior parte dei pezzi di spiaggia fossero privati, in puro stile italiano, e anche camminando una mezz’oretta non riuscivamo a trovare nessuno posto libero, tranne un molo invaso da studenti squattrinati e pensionati. Tentare di far capire a Lindsey il concetto di “litorale privato” (da Cape Town a Durban la maggior parte delle splendide spiagge sudafricane sono libere) era impossibile, e con un mare davvero sporco rispetto a quello intorno alle Cinque Terre e prima ancora a Monaco, la voglia di nuotare spariva. Qualche settimana dopo, tornato in Sudafrica, arrivavano notizie del divieto di balneazione a Viareggio, a 40km piu’ a Sud…

So hot here...

 

L’unico pezzo di “spiaggia” libera a Marina di Carrara

Tornati in macchina arrivavamo a Pisa poco dopo, trovando ben poco traffico. Lindsey da sempre desiderava fare una di quelle foto da super turista con la torre di Pisa (immagino faccia parte della sua bucket list), mentre io mi divertivo un po’ a fare foto al resto dei turisti da prospettive sbagliate.

Holding up the tower

 

Lindsey e la torre di Pisa

More weirdos

 

Qualche strano ballo…

A Pisa credo che oltre alla Piazza dei Miracoli (che comprende la torre,  lo splendido Battistero  e il Duomo, spesso tutte ignorate per colpa della torre) non ci sia piu’ niente. Guidando verso Pisa, sull’unica strada disponibile, sembrava di essere in un paese di campagna, vista la mancanza di palazzi o uffici che indicavano la presenza di una citta’. Grazie al profilo piatto la Torre appariva dopo neanche 15 minuti, offrendosi allo sguardo dei turisti anche da lontano.

By the Tower

 

Di fronte alla torre

La giornata era ancora calda, e dopo un’ora passata a fare foto, mangiare gelati e riposarci sotto l’ombra della torre, sul morbidissimo prato (in teoria vietato) circostante, salutavamo torre e piazza per dirigerci verso l’ultima tappa del nostro viaggio: l’agriturismo Podere le Pialle, lassu’ sulle colline toscane a 20 minuti da Firenze.

Arrivarci era un’impresa. Dopo un calcolo sbagliato dell’autonomia della macchina, ci siamo ritrovati a salire su strade collinari sperando di trovare il posto, non segnalato sul TomTom, senza perderci.

Con Lindsey alla guida e io a leggere e chiedere direzioni, arrivavamo giusto in tempo per la cena. Il posto era davvero splendido. Isolatissimo, con una piscina con vista sulla valle all’interno di un agriturismo che, a quanto pare, cercava di produrre la maggiore parte dei prodotti in loco (e il wi-fi gratis era un bonus).

The main entrance of the Podere

 

L’ingresso del Podere le Pialle

Franco e Gabriella (quest’ultima con esperienze sudafricane) erano fantastici nel renderci a nostro agio e servirci cibo eccezionale, condendolo con storie di tutti i tipi.

Time to eat!

 

Fame da lupi

The local wine

 

Un ottimo vinello

Io e Lindsey andavamo a dormire nella nostra stanza enorme stanchi ma soddisfatti di avere trovato questo fantastico posto cosi’ sperduto sulle colline.

Finally some isolation

 

Piscina con vista colline

Hard to say goodbye to such a beautiful place

 

Un po’ di relax prima di risalire in macchina

Come durante tutto il viaggio, il giorno dopo era un peccato lasciare il podere. Dopo una colazione succulenta e un ultimo tuffo in piscina, tornavamo in macchina e, con Lindsey alla guida, discendavamo le colline in folle per ottimizzare l’utilizzo della benzina. Dopo 8 km trovavamo finalmente un distributore aperto, e dopo qualche problema (non avevo la minima idea di come aprire o chiudere il serbatoio!) eccoci ancora in strada, direzione Milano, per preparare la festa per il 70esimo di mio padre, vero motivo della nostra presenza italiana in questa estate del 2014…

 

Road trip – parte 2: Le Cinque Terre

Quando vivevo in Italia, viaggiare per visitare il belpaese era un evento che avveniva solo durante le annuali gite scolastiche (dalle elementari alle superiori) oppure durante i viaggi famigliari, rigorosamente in macchina.
Certo, ogni tanto andavo via per interi weekend – tentando sempre di tornare giusto in tempo per la partita della domenica pomeriggio – ma di solito finivo in Veneto in cerca di vino, grappa e (per un certo periodo) amore.

Poi, partito per Londra, quando tornavo volevo restare in un raggio di 10km da casa mia, visto che tutto quello che volevo fare era dormire nel mio vecchio letto, incontrare i miei vecchi amici e passeggiare nel mio vecchio paese.

Da quando porto Lindsey in Italia invece mi e’ venuta la voglia di farle scoprire l’Italia, e allo stesso tempo, riscoprirla per me stesso.

Se qualche anno fa la portata era quella di un treno (con gite ai laghi), con la scoperta dell’auto a noleggio, evitata per anni, e grazie all’aiuto di amici, sono riuscita a portarla su altri laghi in Lombardia, oppure a volare fino in Sicilia per divertirci una settimana intera in quel di Scoglitti e ad allungare il raggio a svariate centinaia di chilometri, generalmente guidati tutti da me.

Dopo la visita a Monaco da Anna, era giunto il momento del piatto forte del nostro viaggio: le Cinque Terre, quello scorcio di costa montagnosa tra Liguria e Toscana. Lindsey non c’era mai stata, io nemmeno. 

Time to go to the Cinque Terre

 

Levanto, una citta’ dedicata al parcheggio per le Cinque Terre

Non volendo guidare fino a Manarola, la nostra destinazione, sconsigliati da chi c’era stato prima (a quanto pare e’ impossibile parcheggiare), lasciavamo la macchina a Levanto, nel parcheggio incustodito della stazione, dove tutti in generale lasciano le macchine per periodi superiori alle 12-24 ore, grazie ai prezzi abbordabili.

Saliti sul trenino locale, arrivavamo a Riomaggiore, l’ultima fermata delle Cinque Terre prima di proseguire fino a La Spezia, dopo aver passato, nell’arco di 15 minuti, gli altri villaggi: Monterosso, Vernazza, Corniglia e Manarola.

View of the Via dell'amore

 

Dovevamo camminare li’…

L’idea originale era di camminare fino a Manarola lungo la famosa via dell’amore. Purtroppo i danni della frana dell’Ottobre del 2011 non sono stati ancora riparati (basta chiedere ai locali cosa ne pensano dei governi degli ultimi anni e delle mancanza di aiuti). Un peccato, visto che quel sentiero tra mare e monti sembrava da lontano un’ottima occasione per una passeggiata romantica.

Sad news

 

Via dell’amore chiusa, purtroppo

Arrivati a Manarola dopo 5 minuti di treno, andavamo ad alloggiare alla Ca’ de Baran, uno degli affittacamere con aria condizionata e ottime condizioni, sulla via principale che arrivava direttamente sul mare.

With Lindsey in Manarola

 

A Manarola

Dopo aver mangiato dell’ottima pasta locale decidavamo di andare a farci una nuotata nel piccolo porto davanti al villaggio (difficilmente vedrete un villaggio nella vostra vita piu’ pittoresco di questo!).  Certo, di spiaggia non se ne vedeva niente, ma il molo e le rocce erano usati da tutti per sdraiarsi e prendere un po’ di sole dai locali e turisti.

The port of Manarola

 

 

The beatiful town of Manarola

 

Foto di Manarola. Splendida

Tornati all’appartamento decidavamo di inoltrarci a Corniglia per passare la serata. Dopo essere arrivati in stazione, invece di diregerci sulla cima della collina, dove si appoggia Corniglia (dopo una scalinata di 382 gradoni) per qualche motivo finivamo ad esplorare una zona semi distrutta (probabilmente dove prima c’erano banconi di qualche mercato turistico o qualcosa del genere).

By Corniglia

 

Sulla spiaggi sotto Corniglia

Dopo esserci avventurati su sentieri sperduti sotto la ferrovia, arrivavamo proprio sopra la famosa e quasi inacessibile spiaggia di Guvano, una spiaggia di nudisti. E, a giudicare da quello che succedeva 20 metri sotto di noi, anche di pervertiti. Mentre 2 tipe prendevano il sole topless, un ragazzo allegramente giocava col suo pisello a 10 metri da loro.

Lindsey si imbarazzava, mentre io ovviamente facevo la foto:

The Guvano Beach (nudist beach)

 

Vi conviene controllare con lo zoom: le due tipe a destra sono in topless, il tipo a sinistra si sta facendo una sega

Cosi’ a Corniglia di arrivavamo 1 ora piu’ tardi, quando ormai il sole stava per calare. Arrivati col tramonto pensavamo di essere in un paese abbandonato, con pochissime persone in giro. Una volta calato il sole invece uscivano tutti, dai vecchi ai bambini, fino ai pochi turisti che dormivano lassu’. Mi ricordava Scoglitti durante il mio viaggio siciliano dell’anno scorso.

By the church in the middle of Corniglia

 

Stanchi in alto a Corniglia

Tornati stanchi morti, prendendo l’ultimo treno disponibile intorno alle 11.30, tornavamo distrutti in albergo, pronti per ripartire in direzione Monterosso la mattina dopo.

This is where the wine comes from

 

Il vino viene prodotto ovviamente qui

Se cercate una spiaggia alle Cinque Terre, Monterosso e’ l’unica soluzione (Vernazza l’abbiamo saltata totalmente, non c’era tempo). Il resto dei villaggi offre moli oppure rocce, mentre Monterosso ha una sua spiaggia con il tipo di sabbia che piace ai turisti (io preferisco le rocce, la sabbia e’ insopportabile).

At Monterosso beach

 

Lindsey a Monterosso

Sunbathing at Monterosso

 

La spiaggia di Monterosso

Dopo l’ennesima nuotata – non riesco proprio a stare fermo e prendere il sole – e le solite foto di rito, era purtroppo tempo di prendere il trenino, tornare a Levanto, sperare che la macchina fosse ancora li’ (c’era, per fortuna) e partire in direzione Toscana, per l’ultima tappa del nostro veloce road trip.

A happy Lindsey

 

Lindsey dice addio a Manarola ballando per le strade

Road trip – parte 1: Monaco

Una volta atterrati da Londra, dopo una settimana – tranne il weekend – passata a lavorare (non Lindsey, lei si e’ divertita anche li’), prendavamo un’automobile a noleggio pronti per partire il giorno dopo, di prima mattina, in direzione Monaco, dalla mia carissima amica Anna (l’ultima volta che ero andato a trovarla a Monaco era per il suo matrimonio), per la prima tappa di 4 intensi giorni.

Ready to go with our 500 rental

 

La solita 500 che mi danno ogni volta

Con una 500 – a quanto pure l’unico modello di macchina disponibile ogniqualvolta torno in Italia – partivamo da Canegrate per andare in direzione Alessandria e poi Savona, saltando completamente la pessima tratta genovese. Nonostante qualche spavento (la ruota di un tir ci esplodeva davanti, causando attimi da infarto), arrivavamo in meno di 5 ore a Monaco, in Francia.

Here we are!

 

Arrivati!

Monaco la conoscete tutti, soprattutto per il GP. E’ una cittadina / nazione indipendente  di  30.000 abitanti affacciata al mare, con un microclima creato dalle montagne circostanti, piena di persone abbastanza ricche.

Qualche anno fa Anna abitava con suo marito Peter nella citta’ vecchia, sulla rocca di fronte al castello, ma per vari motivi si sono spostati recentemente nella parte “nuova” (ovvero uno di quei palazzoni con vista mare che vedi davanti al molo / spiaggia).

Dopo aver parcheggiato all’interno del cortile (un lusso da queste parti), Anna ci portava al 25esimo piano, da dove potevamo ammirare praticamente tutta Monaco. Il panorama dalla stanza da letto e dal soggiorno era davvero incredibile.

Posing by Anna's balcony

 Lindsey sul balcone di Anna

Monaco looks quite beatiful

 

La vista dall’appartamento di Anna

Arrivato Peter con la spesa (fatto ovviamente in Italia, inutile sprecare soldi a Monaco), uscivamo per camminare lungo il porto e la spiaggia.
Quando venni qui nel 2010, la mia esperienza monegasca si fermo’ alla rocca (dove Anna si sposava) e al molo (dove c’era il party e l’albergo). Passeggiare adesso con Lindsey passando per posti come il Casino, i viali nascosti della cittadina vecchia e lo Yacht club, ascoltando le storie di Peter e Anna, era un modo favoloso per riscoprire la citta’.

Some buidlings in Monaco

 

In giro per Monaco

 

With Anna and Lindsey

 

Con Anna e Lindsey davanti al casino

By the famous GP tunnel

 

All’entrata del classico tunnel del GP di Monaco

Dinner with the Bentleys

 

Cena con Peter

Dopo una fantastica cena sul balcone offerta dai coniugi Bentley (trofie al pesto, burrata, gelato fatto a mano..) il giorno dopo Lindsey, Anna (ho gia’ detto che e’ attualmente incinta di 6 mesi? no? ecco, ora lo sapete) e io scendavamo in spiaggia, grazie anche ad una giornata dove il sole monegasco finalmente decideva di stare al passo con quello italiano.

La spiaggia (ovviamente privata) era in condizione pristine. Il mare, non uno delle qualita’ riconosciute a Monaco, mi sorprendeva per la pulizia e la presenza di pesci (probabilmente al mattino ne buttavano qualcuno dentro).

Swimming in Monaco

 

Lindsey e Anna nel mare monegasco

 

A floating dude

 

Mentre galleggio a Monaco

With Anna

 

Colazione sulla spiaggia

Breakfast on the beach

Champagne!

Una storia singolare: mentre uscivo da una delle lunghe nuotate per andare a riposarmi, un signore di provenienza russa mi fermava chiedendomi aiuto. L’anello gli era caduto e non riusciva a trovarlo sotto l’acqua. Io, grazie ai miei occhialini e le mie doti da sommozzatore, impiegavo 30 secondi ad avvistarlo (era un anello enorme), e, per ringraziarmi, mi veniva offerta una bottiglia dello champagne piu’ costoso che avevano a disposizione (se non era il piu’ costoso, era il terzo o quinto della lunghissima lista). Solo a Monaco. Col senno di poi avrei potuto scappare con l’anello e rivenderlo per pagarmi il mutuo della casa…

Anna organizzava la colazione direttamente in spiaggia mentre io offrivo da bere grazie al mio nuovo amico russo. Una volta mangiato, digerito e pagato (non io fortunatamente…), per me e per Lindsey era arrivato il triste momento di salutare Anna per partire in direzione della seconda tappa del nostro Road Trip: le Cinque Terre