Dare speranza come poo-boy.

Come avevo accenato qualche tempo fa, per ottenere la mia liberta’ incondizionata (e riavere i 50 euro con cui sono uscito su cauzione), dovevo semplicemente completare 24 ore di lavori socialmente utili al canile municipale.

Community service: The SPCA experience

L’entrata del canile (di fianco ad un poligono di tiro…)

Chiamare l’SPCA “canile” e’ indubbiamente limitativo. SPCA sta per Society for the Prevention of Cruelty to Animals  (societa’ per la prevenzione della crudelta’ verso gli animali), e si occupa di tutti quei quadrupedi o volatili che hanno subito maltrattamenti oppure sono stati abbandonati. Ad esempio l’SPCA di Maraisburg (quello a cui sono stato assegnato) ha uccelli di tutti i tipi (soprattutto tropicali, alcune razze non sono autorizzate a finire a privati), gatti, cavalli, pecore, galline e, naturalmente, cani.

Il primo giorno mi hanno chiesto cosa potessi fare per aiutarli, visto che tutto e’ fatto su base volontaria. Io ho ammesso che a casa tiro su la cacca dei miei tre cani, e sono stato assegnato esattamente a fare questo: pulire le gabbie dei cani e preparare la sbobba, the poo-boy.

Tra tutti i possibili lavori che potevo ottenere (un altro “collega” con 18 ore da completare ha passato le sue giornate ad irrigare i giardini e tagliare l’erba), questo era indubbiamente il migliore.
Fin dall’inizio, invece di completare le 24 ore facendo turni completi da 8 ore alla volta, avevo deciso di iniziare di mattina e completare 4 ore ogni giorno, in modo da essere in grado di tornare a casa e in qualche modo continuare a lavorare con l’ufficio londinese.

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Pronto a spalare merda

Cosi’, per una settimana intera (incluso il weekend pasquale) ho fatto turni che normalmente iniziavano intorno alle 8 per finire alle 12. L’unica compagnia che avevo era quella dei cani nelle loro celle personali.
Entravo, salutavo il povero animale, e con la canna dell’acqua pulivo la gabbia da chili di cacca. Poi regolarmente mi fermavo un po’ a parlare e giocare con tutti i cagnoloni e poi salutare, per poi passare alla gabbia successiva (ce ne sono una ottantina) e ricominciare. Tutto all’aria aperta.

Presto mi sono fatto dei favoriti. Cani che mi sembravano tristi oppure spaventati, forse consci del pessimo futuro che li attendeva. Mentre la maggior parte dei cuccioli sarebbero andati in adozione,  prima o poi (le famiglia vanno li’ e i bambini regolarmente visitano solo il blocco C, quello delle cucciolate indesiderate), i cani adulti, alcuni davvero giganteschi (mastini da 60kg), non avrebbero avuto le stesse chance.

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 The dog whisperer!

E cosi’ , dopo il mio iniziale turno di 2 ore di pulizie, ho iniziato a frequentare le gabbie di questi cagnoloni, tutti tristissimi ma pronti a rallegrarsi solo per una parola, una carezza, per 5 minuti di gioia giocando con me. Di solito, prima di essere ammazzati (tramite inizione indolore), i cani passano 60 giorni nelle strutture. Poi, a meno di adozioni, vengono abbattuti.

Non do’ la colpa all’SPCA (che ha pochissimi aiuti dal governo e si arrangia come puo’) visto che per quei 60 giorni almeno i cani hanno un posto per dormire, cibo 2 volte al giorno, e vengono curati se sono ammalati.
I cani randagi ci sono dovunque, e non possono essere lasciati in giro, soprattutto da queste parti. Leggendo le descrizioni dei cani sulle cartelle esposte fuori dalle celle, non sono mai riuscito invece a perdonare tutti quei ex-padroni di cani che hanno invece “donato” il cane all’SPCA per chissa’ quale stupido motivo.
Forse il cane era cresciuto troppo per la famiglia, forse avevano deciso di trasferirsi e lasciare il cane dietro. Ma non potevo che rattristarmi pensando a quei cagnoloni che, dopo aver passato due, tre, quattro anni amati in una famiglia, di colpo sono stati lasciati li’, a morire, a meno di adozioni miracolose.

Nella mia settimana da volontario, ho passato soltanto due brutti momenti, e nessuno dei due aveva niente a che fare col comportatmento dei cani, che mi amavano senza problemi.
Il primo e’ stato di venerdi’ pomeriggio. L’unica volta che sono rimasto dopo pranzo. Verso le 2, una volta alla settimana, l’SPCA viene chiuso per 2-3 ore e fanno i “round”. Controllano i cani che sono malati o li’ da troppo tempo, entrano nella cella, iniettano chissa’ cosa, ed escono fuori con il cane morto in un sacco nero.

Pensate alla mia situazione: 10 minuti prima ero nella gabbia a giocare con un cane lupo, e rassicurarlo sul futuro (si’ , parlo coi cani, abitudini casalinghe) e poi, mentre pulivo la gabbia successiva, ecco il team della morte (scurissimo in faccia, non che a loro piaccia in maniera particolare quello che stanno per fare, nonostante l’esperienza) arrivare e uscire con il povero cagnolone, ormai morto in un sacco nero. Credo di essere rimasto sotto shock, triste e un po’ scoraggiato, per mezz’ora.

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Si, quel sacco contiene un cane lupo…

L’altro momento invece e’ avvenuto l’ultimo giorno, di Sabato. Invece di fare la mia solita routine (saluta il cane, pulisci la cacca, riempi la ciotola d’acqua, dai del cibo e torna piu’ tardi) sono stato dirottato dalle parte dei cavalli, con i veri volontari del Sabato, per smuovere quintali di macerie necessari per creare spazio per una ventina di cavalli in arrivo. Cosi’ invece di 4 ore rilassanti, ne ho passate 4 smuovendo rocce e macerie, senza guanti o scarpe decenti, visto che ero li’ in assetto anti cacca, non spala macerie.

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Tutto quello che vedere in primo piano e’ stato spostato da me…

Finite le 24 ore (in verita’ ne ho fatte circa 27), ho ricevuto la mie lettera e le congratulazioni del manager, visto che non ha mai visto nessun volontario spalare cacca e giocare con i cani come avevo fatto nella settimana precedente. Sara’ anche stata una punizione ma non ho avuto problemi nel completarla. 

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24 ore completate!

Quattro giorni piu’ tardi ero in tribunale per la mia udienza finale, durata la bellezza di 3 minuti. Riconquistata la liberta’, invece di tornare a casa sono andato a visitare i cani, per la prima volta da esterno.
Potete immaginare la mia sorpresa quando le gabbie dei due cagnoloni che in poche settimane sarebbero stati uccisi erano vuote: erano entrambi stati adottati… (evviva!)