Nella nebbia un record. E un calzino morto.

Svegliarsi di sabato mattino per andare a fare gare di corsa e’ sempre difficile. Se le gare sono dalle parti di Pretoria, a 50/60km da qui, la sveglia e’ alle 4.30 (di solito al nord la partenza e’ intorno alle 6-6.15). Dalle parti di Johannesburg invece, complice la vicinanza e lo start sparato alle 7, posso anche svegliarmi alle 5.30.

Andare in altri posti invece e’ sempre un’incognita. Io e Jill avevamo deciso qualche mese fa di partecipare alla classica Om Die Dam (una gara intorno all’Hartbeesport Dam, l’equivalente del nostro lago di Garda, con un sacco di afrikaneers invece di tedeschi).  Dopo aver chiesto in giro informazioni per un indicativo orario di partenza da casa, abbiamo deciso di partire intorno alle 3.30.

Harties (cosi’ come viene chiamata la zona dai locali), era sempre stata una tranquilla destinazione turistica nei weekend. Negli ultimi anni pero’, complice l’arrivo di capitali dall’estero, un sacco di stranieri ha iniziato a costruire villoni lungo il lago artificiale, e i sudafricani piu’ ricchi, per non sentirsi da meno, hanno fatto bene o male lo stesso. Con le ville (per fortuna qui si vedono sempre pochi palazzoni di cemento all’italiana nelle zone turistiche!), sono arrivati benzinai, negozi e centri commerciali. Ma le strade sono rimaste le stesse di 20 anni fa: due corsie intorno al lago e basta. Proprio per evitare di non trovare parcheggio, siamo arrivati li’ intorno alle 4.30 trovano poco traffico. Per farvi capire l’importanza di questa gara tradizionale (era la 22esima edizione), quest’anno il numero di persone era salito a 10.000. Potete immaginare il numero di auto che dovevano trovare parcheggio! Una volta chiuse le strade e fatto partire la gara, c’erano decine di autisti/corridori ancora alla ricerca di un posto per lasciare il mezzo…

A differenza della 50km (intorno al lago), la 21km si e’ svolta nell’entroterra, lungo le colline spaccagambe, in mezzo ad una nebbia fittissima per almeno l’80% della mia gara. Ci sono stati momenti in cui non riuscivo a vedere oltre a 20 metri, e purtroppo non ho potuto gustarmi il bellissimo panorama (lago e montagne) che probabilmente mi stava accompagnando per tutto il tragitto.

Alla fine, completamente fradicio (la nebbia e l’umidita’  avevano soppiantato il sudore…) , ho finito la difficile gara un secondo sotto l’ora e 42 minuti, 27 secondi meglio del mio personale. Probabilmente senza la salita finale di 3km avrei potuto fare anche meglio.

Dopo l’arrivo, e in attesa di Jill (che ha finito circa 40 minuti dopo di me) ho potuto sedermi e rilassarmi sotto il sole, riuscendo finalmente a scorgere il lago e le montagne che avevo intorno. Con una medaglia al collo, una coca cola nella mano destra e 6 pancake in quella sinistra, non poteva esserci maniera migliore di terminare una gara!

Peccato per la morte del mio povero calzino comprato da Decathlon in Italia anni fa, e compagno di moltissime gare. Si e’ spaccato intorno al km 10, lasciando la povera pelle della caviglia a strofinarsi contro la scarpa:

Om mie dam 2012

Si’, la macchia rossa e’ il mio sangue

I dettagli della 21km come al solito qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/75941207?&mobile=false

Qualche foto:

Om mie dam 2012
Partenza alle 6.30

Om mie dam 2012
Poco dopo l’arrivo

Om mie dam 2012
Tornando a casa, abbiamo incontrato i corridori della 50km che dopo 4 ore dovevano ancora correre una 20 di km sotto il sole

Om mie dam 2012
Il mio pettorale… notare la macchia di sangue dalle parti del capezzolo destro, dove mi sono tagliato

Om mie dam 2012
Una bella medaglia da aggiungere alla sterminata collezione

La visita del pennuto durante la fine dell’estate

Finalmente le piogge pomeridiane (veri e propri acquazzoni elettrici) sono scomparse: sta finendo l’estate.
L’orto sta sputando fuori gli ultimi frutti stagionali (pomodori, quest’anno ne avro’ prodotti piu’ di un centinaio , e peperoni verdi, piantati tanto per fare) prima del makeover autunnale e l’erba non cresce piu’ a ritmi assurdi.

Il calcio continua a prendermi troppo tempo: fare l’allenatore / giocatore mi costringe ad andare a riunioni con il team tecnico, programmare gli allenamenti in anticipo (ah, i bei tempi passati della solita combinazione corsa – scatti – stretching – tiri in porta – partitella…ormai tutto e’ ultra complicato con questi dannati libretti FIFA) e tentare di rimanere in forma mentre spiego alla rosa di quasi 30 giocatori tutti gli esercizi. E sabato prossimo ho una terribile combinazione 21km alle 6 di mattina e amichevole alle 11…

Insomma, la routine lavoro – corsa – calcio – weekend a fare niente continua senza problemi.
Lavorare da casa ha i suoi difetti (l’assenza di contatto umano, che sinceramente lo trovo solamente deterrente a chi fa il mio lavoro, il telefono o internet bastano e avanzano, tanto poi compenso uscendo a fare sport) ma i vantaggi sono piacevoli: passeggiare coi cani al parco prima che apra  l’ufficio londinese, prendersi pause senza problemi, buttarsi in piscina (anche se la temperatura dell’acqua per la prima volta in 4 mesi e’ scesa sotto i 25 gradi) e lavorare in canotta e mutande. Senza calze, senza scarpe e senza rompiballe.

Ogni tanto poi viene a farmi visita qualche pennuto, di solito approfittando del riposo dei cani durante la gioranta.
Oggi, in particolare, si e’ appoggiato poco sopra l’area BBQ di casa mia un uccello che semplicemente non voleva smuoversi dalla sua posizione elevata, facendo impazzire tutti e 3 i cani che tentavano di “giocare” con lui.

Io ho preso il mio fidato iphone, caricato instagram, e scattato una delle mie foto preferite praticamente mettendo il cellulare a 10cm dal volatile:

Angry bird

E ditemi che non sembra incazzato! La fine dell’estate a quanto pare coinvolge tutti emotivamente…

Update: ho portato l’angry bird dal veterinario, aveva un’ala rotta e non poteva volare. 30 euro dopo ed eccolo ricoverato in una clinica per volatili…

Sentirsi in forma, nonostante tutto

E’ stata una settimana strana. Da domenica, per colpa di un virus influenzale (di solito in Sudafrica mi ammalo una volta all’anno, anche se non sto mai a letto), le energie erano al minimo. Ho mangiato quello che viene definito junk-food per 4 giorni su 5 (la mia dieta ormai e’ piena di frutta, verdura, pollo e pesce, la pasta la mangio pochissime volte ed evito insaccati o in generale tutto quello che si mangia in italia, pane compreso), e dopo aver abbozzato una 7km di allenamento ieri (venerdi’), mi sono ritrovato a guidare verso Pretoria alle 4.30 di mattina senza tanta voglia.

La mancanza di una amichevole programmata nel pomeriggio (cancellata per vari motivi) mi aveva spinto in direzione della 10km di Wonderboom, in Pretoria, con il pretesto di rimanere in forma e non fare troppo il lazzarone.

Il percorso della gara era di quelli ideali: 5km di salita (quando le energie sono al massimo) seguite da 5 di discesa. Pensavo di potere ottenere un buon tempo, e, dopo 10km corsi senza preoccuparmi troppo del ritmo, sono riuscito a finire in 45 minuti e 33 secondi, il miglior tempo stagionale e il mio migliore quinto tempo in assoluto (su 31 10km completate). Non male.

Quest’anno la progressione dopo l’infortunio alla caviglia e’ stata abbastanza marcata: 63 minuti a Gennaio (corsi con Jill a ritmo lento, per non distruggere troppo la caviglia appena infortunata), poi 48 e 46 minuti a Febbraio, e ora 45 minuti. L’anno scorso feci tempi simili solo da fine Aprile, quindi posso essere piu’ che soddisfatto. Considero personalmente ogni tempo tra i 45 minuti e i 50 un ottimo tempo. Scendere sotto i 45 e’ un evento per me (l’anno scorso ci sono riuscito per la prima volta in ben 2 gare), quindi arrivare cosi’ vicino a quel limite mentale non e’ che un buon segno.

Settimana prossima vado a correre la splendida 21km intorno al lago a 50km da qui, sperando di trovare un altro tempone.

Come al solito le informationi sulla mia gare le trovate qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/74503071

Qualche foto:

Bobbies wonderboom race

Bobbies wonderboom race

Ora, tornato a casa, posso finalmente rilassarmi. Non ho ancora fatto colazione ma ho trovato in frigo il sostituto ideale:

Jack Daniels + Coke

Mi merito una bottiglia!