Un weekend di sport: Sabato, le gioie del calcio

E’ davvero strano fare parte di una societa’ sportiva in cui improvvisamente sono stati versati soldi (tramite sponsor, lotteria e finanziamenti) e che adesso punta a diventare il club numero uno nel Gauteng (la Lombardia sudafricana).

Basta vedere le differenze tra il 2008, quando per la prima volta mi ero presentato al prizegiving societario, dove una sala da ballo era bastata per fare sedere la maggior parte dei soci, e il 2010, dove hanno dovuto piantare un tendone enorme per far accomodare calciatori di tutte le eta’, famigliari e ospiti vari.

Prizegiving at Panorama (2010)
Il tendone

Con un numero di squadre giovanili da far paura, e con calciatori selezionati per andare nelle giovanili delle squadre della seria A locale (due ora giocano col Kaiser Chiefs), il Panorama si sta garentendo un futuro prospero.

E’ anche strano parlare con uno degli ospiti e scoprire che e’ uno degli scout inglesi per il Leed United ed ha intenzione di portare l’anno prossimo due-tre giocatori quattordicenni per vedere come se la cavano nel clima inglese.

Forse e’ per quello che vincere per la seconda volta il trofeo di giocatore dell’anno (stavolta con cap commemorativa) nella mia categoria davanti ad una folla di 500 persone e’ diverso. Sentirsi applaudire da quel centinaio di bambini e teenagers che mi conoscono solo di nome e’ un’esperienza mai vissuta prima.

Prizegiving at Panorama (2010)
Si, come nel 2008 hanno sbagliato ancora a scrivere il mio cognome

Prizegiving at Panorama (2010)
Il cappellino commemorativo

Inoltre, grazie alla vittoria in campionato, al passaggio di secondo turno nella coppa regionale, e ai quarti della coppa di lega, la mia squadra ha vinto il trofeo di squadra dell’anno, arrivano davanti a tutte le altre squadre che nonostante tutto hanno fatto vivere alla societa’ l’annata migliore dall’anno della fondazione a questa parte.

Prizegiving at Panorama (2010)
Squadra dell’anno

E, ancora una volta, sono stato io in qualita’ di capitano a ritirare il trofeo. Lo so, l’ego rischia di crescere a dismisura ma con pochi anni rimasti nella mia carriera, ormai devo riuscire a godere tutte quelle occasioni che mi capitano!

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