Cucinare il pollo, come solo i sudafricani…

In Sudafrica adorano due cose: il braai (barbecue) e la birra (in particolare Castle e Windhoek).
Grazie ad una stagione estiva lunghissima e un inverno con temperature moderate, non esiste mai un periodo in cui uno dei due non sia presente ogni volta che ci si riunisce a casa di qualcuno.

Ormai da quando sono arrivato qui mi diletto con i barbecue, soprattutto nella stagione estiva, quando si puo’ mangiare, bere e nuotare in piscina sotto il solito sole africano.

Finalmetne quest’anno per Natale mi hanno regalato il Beer Bird , uno degli aggeggi locali che mi avevano sempre incuriosito.

In pratica si tratta di una semplice struttura che permette di infilare una lattina di birra (aperta) che e’ stato preventivamente ficcata all’interno di un pollo.
Poi basta mettere il tutto vicino ai carboni ardenti (non direttamente sopra) e aspettare che il pollo si cucini perfettamente all’esterno rimanendo juicy all’interno, grazie alla birra in ebollizione.

Ho provato per la prima volta questa sera, per cena (4 persone), utilizzando pero’ il forno invece del barbecue all’aperto (ok, mi sono scordato la carbonella fuori quando ha piovuto…), ed il risultato e’ stato a dir poco eccezionale!
I due polli, semplicemente marinati con un po’ d’olio, erbe ed un limone, avevano entrambi la pelle dorata in maniera perfetta mentre l’interno era rimasto succoso e non secco come al solito.

Poi, giusto per concludere la serata dopo aver mangiato l’impossibile, ho anche deciso di bere qualsiasi liquido rimasto nella lattina, ma la birra calda al gusto di pollo e limone non ha avuto tanto successo quanto il pollo…

Ecco qui il solito reportage fotografico:

Get the chickens and the beers ready
Tutto pronto: birra e polli

Remove giblets
Ripuliamo la carcassa va…

Stuff a lemon up the chicken
Un bel limone su per il pollo!

Position the cans on the beer bird cage
Tempo di preparare le birre

Here we are! Ready!
Pronti per il forno

mmmh... delicious
Tutto pronto!

Put the chickens in the oven at 180, and wait.
Forno a 180 gradi, e ora aspettiamo. Sperando di non morire per gli effluvi della birra

They look fantastic!
Due polli cucinati in maniera originale

Status of the cans after the cooking process
Ecco le lattina di birra estratte dai polli

I don't waste anything!
Non spreco niente…

mmmh... not so great
Salute! Birra al pollo con limone…

Tutte le altre foto le trovate come al solito su flickr.

25 dicembre; in piscina!

Dopo settimane di preparativi, Natale e’ arrivato ed e’ passato in un lampo, come al solito.

E cosi’ come nel 2008, sono tutti venuti a casa nostra a festeggiare. Numero totali degli ospiti (famigliari e invitati vari) che si sono avvicendati tra le mie mura? 28! (si, ventotto!)

D’altronde, con un clima favorevole (ha fatto caldissimo – 35 gradi – nonostante previsioni temporalesche), la possibilita’ di nuotare in piscina e la presenza di cibo in quantita’ e alcolici serviti al pub dal sottoscritto, nessuno ha pensato ad alternative.

Certo, le pulizie del giorno dopo sono state lunghe e faticose, ma la lunga giornata del 25 e’ stata davvero favolosa. Se solo avessi potuto avere mia sorella e il resto della truppa qui con me…

Qualche foto di questo Natale sudafricano:

Some presents under the tree...
La quantita’ di regali sotto l’albero per tutti gli invitati

Pool is ready
La piscina e’ pronta ad accogliere gli ospiti

Lindsey opens her first present
Lindsey finalmente apre il suo primo regalo

A floating device to drink beer in the pool
Ecco il mio regalo di natale: un porta birra galleggiante per tenere i drink al freddo mentre ci si rilassa in piscina

The volley ball christmas match
La partita di pallavolo in piscina (vinta dalla mia squadra ovviamente!)

For glory!
Pronto al muro

Everyone in the pub
Cibo, sole e naturalmente alcohol!

3 hot chicks :)
Un altro regalo: l’aggeggio per cucinare il pollo con una lattina di birra!

Verso un altro Natale africano

Ancora pochi giorni e sara’ Natale. Il secondo Natale africano dopo quello del 2008: senza neve, freddo e buio.
Mi chiedo ancora perche’ nei supermercati Babbo Natale si vesta cosi’ pesante….

Sinceramente un po’ mi mancano le classiche temperature invernali che da sempre accompagnano i miei natali.
Si esce col buio, ci si fanno gli auguri, si mangia e beve senza stare ad impazzire.

Qui e’ tutto diverso: passero’ il Natale in piscina, visto che questi 35 gradi posti migliori non ce ne sono, e dovro’ intrattenere 27 (ventisette!) persone che hanno deciso di fare il pranzo di Natale a casa mia. La maggior parte famigliari, il resto infilltrati da non so dove… Senza dimenticare i 9 cani che saranno ospitati durante quella giornata.

Vedremo come andra’ a finire. Mal che vada posso sempre rinchiudermi nel pub casalingo e iniziare a bere e fare l’antisocial…

Nel frattempo, Auguri a tutti (sperando di vederci prima possibile nel 2011!)

Piove, tempo di pesto

Da tre giorni continua a piovere.

Dopo due settimane in cui la temperatura media aveva raggiunto i 35 gradi (e in cui io mi lamentavo per il mio povero orto) un po’ di pioggia era dovuta. Quello che non mi aspettavo era un lunghissimo diluvio universale.

Cosi’, non potendo svolgere nessuna attivita’ all’aperto, ho deciso di fare qualcosa che non avevo mai fatto: il pesto alla genovese.

Qui il pesto lo trovi in molti supermercati, ma di solito e’ una specie di pasta troppo densa e costosa che ricorda vagamente il gusto di quello italiano.

Grazie al basilico cresciuto in abbondanza nel mio orto, mi sono armato del necessario (mortaio, pesto, parmigiano, aglio, pecorino, pinoli – qui costosissimi, e olio d’oliva) e con calma, dopo aver trovato la ricetta ufficiale su internet, sono riuscito ad ottenere, meravigliando i miei ospiti, qualcosa che somiglia alla mia idea di pesto e che addirittura ha un gusto simile!

Certo, ci sono volute quasi 3 ore e la quantita’ prodotta da un numero di foglie che pensavo fosse piu’ del necessario e’ quasi ridicola, ma vuoi mettere la soddisfazione di sorpendere tutti e servirlo con la pasta?

Ecco qui qualche foto di una serata passata a pestare le foglie:

Making pesto alla genovese
Pestando le foglioline

Making pesto alla genovese
Il colore e’ perfetto

Making pesto alla genovese
Tutti gli ingredienti sono sul tavolo

Making pesto alla genovese
Il prodotto quasi finito

Making pesto alla genovese
La meraviglia finale

Rischiare la vita in ufficio

Sotto la categoria lavorativa della mia polizza assicurativa sulla mia vita, leggo un “low risk”. Dopotutto lavoro in ufficio per buona parte della giornata, cosa vuoi che mi possa capitare?

Invece, settimana scorsa, mi capita prima questo:

Risking my life on a broken chair
Sedia spaccata, collo dolorante

E poi, mentre tentavo di mettere una trappola in soffitta per un topolino bastardo, mi capita questo:

Falling from the roof
Si, quello e’ il buco che ho provocato cadendo dal soffitto…