Un triathlon ad Howick

Guidare 500km (di cui un centinaio tra le catene rocciose del Drakensberg) non e’ sicuramente una delle mie attivita’ preferita, soprattutto quando, di ritorno verso Johannesburg, abbiamo passato 4 ore a guidare sotto un temporale che ancora adesso, 3 giorni dopo, non e’ finito.

Plenty of space in the new car
Nella macchina nuova ci sta tutto!

Pero’ l’occasione era ghiotta. Lindsey voleva rivedere la sua migliore amica (Shari) da tempo, mentre io cercavo qualche triathlon da fare ora che la stagione sta lentamente finendo.

Il Midlands Ultra, organizzata dallo stesso comitato in carica della gara di nuoto con piu’ partecipanti al mondo (il Midmar mile) era l’occasione perfetta: Shari viveva a soli 15 minuti dalla partenza, all’interno di una riserva naturale di cui lei e’ la manager.

Cosi’, una volta dato addio al piovoso Gauteng, e dopo qualche contrattempo la prima notte (volevamo fermarci in un hotel prenotato via internet a meta’ strada, ma loro non avevano la prenotazione ed erano pieni, cosi’ siamo finiti a dormire in un altro, piu’ interessante, albergo: the Pyramids), arrivavamo di Sabato mattina alla Umgeni Valley Reserve per incontrare Shari.

Bu the chalet at the Pyramids
Il curioso villaggio turistico in cui ci eravamo fermati a dormire

Howick, una cittadina di circa 20.000 abitanti, divideva la riserva naturale dalla partenza del triathlon. Mentre la maggior parte dei concorrenti passavano il sabato ad allenarsi (il lago e le strade erano piene di atlenti), io mi rilassavo e, insieme a Lindsey e Shari, ne approfittavo per fare un po’ di turismo, visto che ad Howick non c’ero mai stato.

Cosi’ scoprivo due posti turistici fantastici: le cascate di Howick (le quarte piu’ alte in Africa, con 95 metri circa di altezza e con una leggenda tipo Loch Ness allegata), e il monumento dedicato a Mandela eretto nel luogo in cui fu arrestato prima del famoso Rivonia Trial. Invece di provare a descriverli, ecco qualche immagine:

The Mandela monument at the capture site
Lindsey and I by the monument
Il monumento dedicato a Mandela. Una specie di illusione ottica lo rende visibile solo da un preciso punto


Le Howick Falls

Lindey and I by the falls

La serata, passata a guidare nel parco circondati da zebre, era rilassante proprio come me la immaginavo.

Shan and Brian
Lindsey, Shari e qualche zebra

Il giorno dopo invece era un’altra storia. In piedi alle 5, mi presentavo alla partenza alle 5.30, pronto a preparare tutto per la zona di transizione.

My transition area
Last check before the swim
Tutto pronto!

L’acqua del Midmar era abbastanza calda (24 gradi), e poco mossa. Alla partenza lasciavo partire tutto il gruppo davanti a me per poi andare avanti col mio solito (pessimo) stile libero. Partivo ultimo e dopo 22 estenuanti minuti, uscivo dall’acqua negli ultimi 10 (una trentina si erano arresi prima, come al solito). Il fidato Garmin mi segnalava circa 900 metri nuotati invece dei 600, misura possibile visto che ad andare dritto non ci riesco mai…

Out of the water (in the last group)

Fuori dall’acqua

Una volta salito sulla bici, cambiava tutto. La maggior parte dei concorrenti erano decenti nuotatori (molti partecipano ogni anno al Midmar Mile), ma pessimi ciclisti. Nei 20km (o poco piu’) passavo un centinaio di altri atleti e finivo in circa 40 minuti prima di un ultimo cambio per la corsa.

On the road

In bici

La 5 km finale, lungo le (relativamente) dolci colline intorno al lago, era un po’ lenta ma riuscivo comunque a passare un’altra ventina di triatleti e chiudere al 69esimo posto, quasi 130 in meno dopo la nuotata…

Done!

All’arrivo!

Midlands Ultra medal

Un’altra meritata medaglia

Posing with Lindsey

Con Lindsey

Raccolta le medaglia, salutavo la gentilissima Shari e insieme a Lindsey guidavo l’intera distanza verso Johannesburg, pronto a dormire non appena arrivati a casa…

 

La rivincita, su una gamba sola

La prima volta che affrontai il triathlon a Germiston (parte del CGA Championship, i campionati regionali), il risultato fu abbastanza imbarazzante. Vero, era il mio primo triathlon in assoluto, ma dopo esser praticamente affogato alla partenza, il ritardo in confronto degli altri concorrenti dopo la nuotata (750m) era cosi’ ampio che ne passai ben pochi.

Almost ready

Pronti nella transition area

We have to swim all that distance

La prima boa

Stavolta, ai blocchi di partenza nella categoria sprint (750 nuoto, 20km bici, 5km corsa), avevo nelle gambe 4 triathlon completati. Il mio compagno di gara stavolta era Andy, al suo primo triathlon. Ottimo nuotatore, non troppo bravo ciclista e discreto corridore, a differenza di me, pessimo nuotatore, buon ciclista e ottimo corridore.

Olaf's area

Tutto pronto di fianco alla mia bici

La partenza era abbastanza tardi (11.30), ma grazie alla presenza di nuvole non ci sarebbe stato il rischio di morire sotto un solo cocente. Come al solito la sezione di nuoto mi ha visto nelle retrovie. Dopo 2 giri di boa senza problemi, perdevo l’orientamento per colpa di pessime scelte cromatiche dell’ultima boa: rossa. Circondati da un parco, io, daltonico, non riuscivo a vedere l’ultima boa durante la nuotata (le altre erano gialle), e perdevo un sacco di tempo.

ready!

Pochi minuti prima della partenza

Here I am!

Fuori dall’acqua, sono a posto adesso

Nonostante la mancaza di orientamento, uscivo dall’acqua nell’ultimo gruppo, preceduto da 2 minuti da Andy. Il cambio stavolta era abbastanza veloce, e passavo Andy all’inizio della sezione ciclistica. Qui mi scatenavo, finendo i 20km in meno di 40 minuti (classificandomi terzo nella sezione) e arrivando16 minuti davanti ad Andy.

And now we run...

Con la mia bici

Una volta sceso dalla bici, dopo un cambio perfetto (57 secondi), iniziavo a correre, ma venivo tradito dal polpaccio infortunato qualche giorno prima a calcio. Un piccolo strappo 4 giorni prima si trasformava in dolore costante per tutti gli ultimi 5 km. Nonostante questo, su una gamba sola (e mandando a quel paese il dolore), passavo altri rivali per poi correre gli ultimi 2km in solitudine, con nessuno davanti e nessuno di dietro che potesse superarmi.

Arriving in style

All’arrivo

Alla fine arrivavo 11esimo nella generale, chiudendo in poco piu’ di un’ora e mezzo (quasi mezz’ora meno della scorsa edizione!), mentre Andy finiva 23esimo a circa 17 minuti da me.

Entrambi finivamo la gara nella braccia delle nostre mogli, che erano gentilmente venute a sostenerci battendo il traffico e la mancanza di parcheggio.

Zio Olaf and Campbell

Con Campbell, mio nipote

With Lindsey

Lindsey all’arrivo con me

E adesso un po’ di riposo in attesa di riprendere gli allenamenti per il triathlon del 2 Marzo, a circa 500 km da qui (il midmar ultra, anche se partecipero’ nella categoria sprint…)

Tutte le altre foto come al solito le trovate su flickr: http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157640795827194/

Xterra Highlights Video

Come al solito i fantastici cameraman (in giro per il percorso armati di GoPro) hanno montato uno splendido highlight reel dell’edizione appena passata.

Conviene vederlo per due motivi:

1) guardate le scalate incredibili nell’ultime sezione, dopo nuoto e bici.  Se faticavano i vincitori potete immaginare io com’ero dopo aver passato la diga…

2) sia io che Curtis siamo riusciti ad apparire nel video! Curtis a 2:06, io a 2:12 (purtroppo dietro ad un ciccione, per mezzo secondo)

Ecco il video nella sua gloria qui:

E come bonus, ecco qui un’immagine tirata fuori da Garmin Connect, che mostra quanto sia difficile per un mediocre nuotatore come me andare dritto in mezzo a 600 persone e lago mosso:

Swimming straight in a triathlon...

E adesso aspettiamo soltanto le foto ufficiali…

Il guerriero Xterra non si ferma davanti ai crampi

L’anno scorso avevo partecipato ed apprezzato particolarmente il triathlon della Xterra series (un circuito mondial di triathlon offroad) che si era svolto a Buffelspoort, a 1 ore e mezza di macchina da casa mia.

Cosi’ anche quest’anno mi sono presentato alla linea di partenza per tentare di migliorare il tempo ottenuto nel 2013

Early wake up, early ride

Alle 5.30 di mattina non sono ancora troppo sveglio

Come al solito il mio compagno di avventura era Curtis, venuto a prelevarmi da casa alle 5.30, in modo da arrivare a destinazione con un po’ di tempo per preparare le nostre stazioni nell’area di transizione.

By the dam

Il Buffelspoort Dam

The transition area entrance for the swim leg

Entrata nell’area di transizione dopo la nuotata

Rispetto allo scorso anno, il sole si nascondeva dietro alle nuvole, e un po’ di vento rovinava la calma assoluta del lago. Nuotare in acqua mossa per me era un po’ una novita’, e infatti, una volta analizzata la performance catturara dal mio fidato Garmin, praticamente scoprivo che non ero riuscito ad andare dritto per piu’ di 20 metri, finendo a nuotare quasi il doppio della distanza…

The dam is ready for us

Tutto pronto

The transition area is slowly getting packed

Circa 1000 partecipanti si preparano

And so am I

Eccomi di fianco alla mia stazione

Uscito dall’acqua circa 20 secondi dietro Curtis, lo superavo nell’area di transizione, e partivo con la mia vecchia (e ormai sul punto di morire) mountain bike sul durissimo percorso. 17km in bici non sono tanti, ma se devi scalare salite piene di rocce appuntite e poi scendere velocemente tentando di frenare in tempo per evitare di essere sbattuto contro un albero, oppure senza rimanere bloccato nella sabbia, allora tutto cambia.

A differenza di Curtis io ancora non sono troppo spericolato sulla mia MTB (che tra l’altro manca di sospensioni…) e dopo averlo tenuto a distanza visiva per quasi tutta la gara, l’ho lasciato andare negli ultimi 2 km, quando le rocce iniziavano a colpire la mia bici ogni volta che tentavo di evitarle…

Curtis arrivava nell’ultime area di transizione con circa un minuti di vantaggio, ma lo superavo grazie ad un cambio velocissimo. Mentre lui era un migliore nuotatore e ciclista di me, io sapevo di poterlo superare senza problemi nella corsa, una 6km finale che consisteva in attraversare il fondo di una diga (potete immaginare i gradoni per scendere e poi per risalire, in pratica un’arrampicata) e poi su e giu’ sulla montagna prima di un’ultima discesa.

Sull’ultima salita le gambe mi crollavano grazie ai crampi spuntati quasi dal nulla, ma riuscivo comunque a completare la corsa e finire 11 minuti piu’ veloce dello scorso anno, con miglioramenti in tutte e tre le discipline.

Minutes after finishing

Pochi minuti dopo l’arrivo

The nice medal

Un’altra spettacolare medaglia

My bicycle is a bit dirty after the race...

La mia povera bici dopo 17km di rocce, sabbia e polvere…

Curtis chiudeva anche lui sotto le 2 ore (il nostro obiettivo iniziale) e poi era tempo di massaggi, birra e riposo sotto il sole appena spuntato fuori…

Tutte le info sulla gara qui: http://connect.garmin.com/activity/435879702 oppure qui http://runkeeper.com/user/olafek/activity/297087631

Tutte le foto (in attesa di quelle ufficiali) qui: http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157640214893993/