Olaf in tour

Vengo in Italia a Settembre, dal 14 mattina (un martedi’) al 21 pomeriggio (un altro martedi’).

Motivo? Anna, la mia amica di lunga data torinese, compagna di vacanze polacche indimenticabili dei primi anni 90, e poi, casi della vita, co-inquilina a Londra per qualche mese del dopo-Rob nel 2007, si sposa.

Vive a Monaco, in Francia, e il matrimonio si terra’ Venerdi’ 17. Io, con mia sorella, guidero’ da Milano verso la Francia per assistere alla cerimonia e al ricevimento (ovviamente su una barca).

Nel 2008, con Peter, futuro marito, erano venuti fino in Sudafrica per assistere al mio di matrimonio, e mi sembra il minimo ringraziarli facendo altrettanto.

Ho aspettato fino all’ultimo per comprare il biglietto, sperando di trovare offerte clamorose post-mondiali, ma ho dovuto rassegnarmi ad uno dei pochi voli che non mi obbligavano ad andare via Dubai per stopover di 8-10 (ma anche 20!) ore.  Oppure via Madrid (gli aerei Iberia targati Campioni del Mondo proprio non mi andavano giu’).

Il tempo e’ prezioso, e sprecarlo in un aereoporto arabo mi sembrava un delitto. La scelta finale e’ caduta sulla Lufthansa, compagnia aerea tedesca che non ho mai provato.

Sapete come al solito come potrete contattarmi. Spero sinceramente di organizzare per Domenica 19, di ritorno da Monaco, una bella grigliata con le solite facce storiche (e, nel caso di Tyson, nuovo cane di casa Olgiati, e Alice, figlia di Giuseppe e Claudia, qualche faccia nuova).

Altrimenti mi troverete al Texas, a bere e rilassarmi…

In 2001
Dicembre 2001, la prima volta in Italia da Londra

Finally in London, 2004
Incontro a Londra nel 2004

2005 Olaf, Olga and Anna
2005 a Londra

2005 Olga and Anna
2005 con Olga di ritorno dal Brasile

2008 Olaf and Lindsey's wedding
Al mio matrimonio (con Peter)

I segreti sudafricani: le terme di Bela Bela (fu Warmbaths)

Per il 32esimo compleanno di Lindsey, dopo un’estate in cui tutto sommato, tra coppa del mondo, calcio e problemi famigliari vari (la nonna di Lindsey in ospedale, un suicidio in un ramo della famiglia, i due gatti della sorella di Lindsey che muoiono nel giro di 3 settimane colpiti da qualche malattia felina), avevo deciso di portarla via da casa per passare un weekend lontano da tutti e tutto.

Bela bela we are coming!
Bela Bela stiamo arrivando

Il problema dell’invasione turistica della coppa del mondo (ah, la magia ormai e’ passata, con migliaia di dottori, infermieri e insegnanti che vogliono assurdi incrementi e stanno scioperando da settimane, mentre negli ospedali pubblici la gente continua a morire) e che i prezzi sono saliti di molto rispetto al 2009 e che decisamente non scenderanno in poco tempo.

Cosi’ trovare soluzioni turistiche, anche in bassa stagione, era un problema. Grazie ai consigli dei miei compari di calcio, e ad una veloce indagine su internet, ho trovato il posto perfetto per un weekend invernale: le terme di Warmbaths, o Bela Bela, a soli 150km da qui, nel sud del Limpopo, tra l’altro una delle regioni sudafricane in cui non ero mai andato.

Steam everywhere
La fonte originale

Lindsey by the source
Vapore dovunque

By the big warm fountain
Chi ha detto che l’iphone non fa foto interessanti?

Nonostante siano famose tra i locali (soprattutto Afrikaneers), sono state tutto sommato ignorate durante il mese della coppa del mondo. I prezzi per passare l’intera giornata sono rimasti ridicoli (50 rand a testa, circa 5 euro), e per rimanere li’ due giorni, in uno chalet provvisto di cucina completa e televisore, mi hanno chiesto 120 euro per l’intero weekend, incluso l’accesso a tutte le terme 24/7 e l’utilizzo di qualsiasi infrastruttura.

Scoperte nel 19esimo secolo, le terme sono presto diventate l’unica attrazione turistica di un’area abbastanza povera. La presenza di circa 11 piscine di dimensioni varie (alcune con scivoli, altre semplicemente con acqua calda) e la costruzione di terme indoor (modellate a quanto pare su una simile struttura a Baden Baden in Germania), oltre ad alloggi sul laghetto interno e percorsi di golf e vari safari, hanno reso il posto celebre specialmente tra i residenti di Pretoria.

The main pool
La piscina principale

Winter in South Africa
Inverno in Sudafrica…

Ho passato insieme a Lindsey un weekend immerso nell’acqua calda (circa 42 gradi nella piscina esterna, fino ai credo 55 di quella interna) e sul lettino della massaggiatrice della spa locale. Abbiamo mangiato nei ristoranti locali e cucinato (solo una volta…) nello chalet sul lago, e camminato sui vialetti che collegavano i vari parchi con laghetti e piscine.

Another nice view from our cabin
Vista dal nostro chalet

In warmbaths
Eccomi in tutto il mio rilassato splendore

Sabato avrei dovuto sentirmi in colpa (l’assenza di altri 8 giocatori, andati a vedere il Sudafrica perdere in casa a Soccer City con la Nuova Zelanda nel tri-nations di rugby ha costretto la squadra a perdere 0-3 a tavolino), ma, immerso nell’acqua calda e lontano da qualsiasi computer, per una volta non me ne fregava niente…

Lindsey and I in warmbaths
Sul lago

A random warthog by our doorstep
Un facocero si presenta alla nostra porta

Tutte le altre foto le trovate qui : http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157624663982561/

Giardino. Questa volta sul serio.

Giocare un’altra partita come quella di Giovedi’, con nelle gambe ancora le botte, contro un’altra squadra di categoria superiore si e’ rivelato peggio di quel che credessi: sotto un solo cocente abbiamo perso 1-4 (2 goal negli ultimi 10 minuti quando eravamo immobili) e ora siamo terzi in un girone che qualifica i primi due automaticamente.

Per fortuna ho sempre qualcosa con cui distrarmi. Da inizio Luglio in poi (appena e’ andato via Ian da qui in pratica) mi sono messo in testa di rifare completamente il mio orticello dopo l’esperimento mezzo-riuscito dell’anno scorso.

Dopo oltre un mese e mezzo di duro lavoro durante i weekend e le pause pranzo, finalmente sono riuscito a trasformare questo:

Garden version 1.0
Giardino 1.0

In questo:

Final garden, germination phase
Giardino 2.0

Dopo aver passato l’intero Giugno a investigare su internet e leggere vari libri su come ottimizzare lo spazio per una raccolta migliore tra 2-3 mesi (una pessima Italia durante i mondiali ha aiutato un sacco a concentrarsi verso altre cose), ho deciso di costruire vasche rialzate, utilizzando concime e terra passate da un mio compagno di squadra che lo fa di mestiere. Ho completamente rifatto l’impianto di irrigazione ed ho piantato tutto quello che mi servira’ in futuro.

Ecco il dettaglio di queste settimane di duro lavoro:

Digging the new irrigation system
1. Spaccarsi la schiena

The new irrigation system is almost ready!
2. Rifare l’impianto di irrigazione

Digging, and digging, and digging
3. Scavare nel vecchio giardino

The new layout of the garden
4. Mettere giu’ il primo livello di mattoni

My new vegetable patch
5. Collegare l’impianto

Almost ready!
6. Altro livello di mattoni

Creating the path
7. Mettere giu’ il materiale per impedire alle erbacce di crescere sul vialetto (se vi chiedete cosa sia quella struttura in basso a sinistra, e’ la mia version della “fabbrica di patate”)

Adding some stones
8. Buttare sul vialetto 120kg di sassolini decorativi e 2 mesi di giornali come fondo per il nuovo orto

A vertical garden for herbs and the obelisks
9. Costruire piramidi per i pomodori e utilizzare una soluzione verticale per le erbe

Si ricomincia

Finalmente comincia la coppa di lega nel nuovo formato (ribatezzata "Supercoppa").
La nostra prima partita doveva essere Sabato ma e’ stato positicipata a Giovedi’ sera.

Tornare in campo,di sera, davanti al nostro pubblico di fedelissimi (la pizzeria e il pub del club situati a 10 metri dalle tribune aiutano nelle fredde serate immagino...) con in palio 3 punti nel mini-girone di qualificazione, era una sensazione che mi mancava. Odio giocare le amichevoli, vorrei che ci fossero sempre 3 punti in palio.

In campo contro il DRA Peace Makers (hanno nomi davvero strani in queste zone), squadra che gioca una categoria piu’ in alto di noi, le cose sarebbero state difficili sin dall’inizio.
Una squadra formata da neri, piu’ forti e veloci contro di noi (considerati squadra materasso del girone), ancora alla ricerca della forma migliore dopo gli eccessi del mese della Coppa del Mondo.

E invece, in puro stile underdogs, siamo riusciti a metterli alle corde dai primi minuti. Spingendo come folli, con un modulo (3-5-2) che richiede a me e all’altro centrocampista di correre e tappare tutti i dannati buchi che vengono creati quando attacchiamo in 4 o 5, abbiamo segnato 2 goal nei primi 20 minuti.

Poi, ovviamente, e’ stato tutto un assalto verso la nostra porta. I tiri in porta sono stati pochi, noi abbiamo fallito qualche occasione in contropiedi, e loro sono riusciti a segnare solo a 20 minuti dalla fine dopo che siamo stati ridotti in 10 per un fallo idiota di uno dei nostri.

Siamo riusciti a tenere fino in fondo e ci siamo guadagnati i primi 3 punti di un girone che, dopo 6 turni, portera’ alla fase successiva solo le prime 2 squadre (e le 2 migliori terze).

Le informazioni sui gironi sono qui.

Lunedi’ africano: di corsa

Oggi qui e’ festa nazionale, una delle dozzine che hanno in Sudafrica dopo che, per accomodare tutte le minoranze, hanno deciso di rinominare le festivita’ nazionali in modo da fare felici tutti. Oggi era la volta della feste delle donne, per ricordare la marcia del 1956 di donne nere contrarie all’indtroduzione di documenti di identificazione chiamati pass (che decidevano dove le persone di colore erano autorizzate ad andare in giro).

Cosi’, su solita idea di Jill, la sorella maggiore di Lindsey appassionata di corse, siamo tutti andati a disputare la Totalsports Ladies Race in una localita’ a soli 5km da qui.

Io, ancora stanco dalla gara di Mountain Bike del giorno prima, pensavo di prendere la corsa con calma e non distruggermi prima delle partite di coppa, ben piu’ importanti, che mi attendono Giovedi’ e Sabato.

Purtroppo, appena partiti, ho deciso che avrei provato a doppiare Lindsey che correva/camminava la sua gara di 5km in compagnia delle madre.
E cosi’, dopo aver tirato per 7km (in leggera salita), sono riuscito a prendere un po’ di velocita’ anche quando ero mezzo morto grazie agli ultimi km in discesa, e sono riuscito a trovare Lindsey a 300 metri dal traguardo.

Con un tempo finale di 48 minuti e 35 secondi (il mio secondo tempo migliore dal 2006 ad oggi, ancora lontano da quei 45 che infilavo a Londra nel 2004…) , e con 40km nelle gambe, concludevo il lungo weekend stramazzando al suolo e godendomi la solita playlist che mi accompagna ad ogni corsa ("Command Training", con le musiche di Rocky, Rambo, Braveheart e la fanfara dei Bersaglieri. Ok, c’e’ anche altro…) sotto un caldo sole primaverile africano.. per poi alzare il culo 20 minuti piu’ tardi e tornare in ufficio…a Londra e’ un lunedi’ come un altro…

Ladies race in Johannesburg

Ladies race in Johannesburg

Totalsports Ladies Race 10km, Johannesburg
Mappa e solita analisi su runkeeper.com