Stone Hill, ancora una volta

Durante tutto il 2015, Lindsey si e’ continuamente sbattuta per fare le torte di compleanno preferite a tutti i membri della sua famiglia.
Arrivato il weekend del suo compleanno – il 22 di Agosto – , era finalmente giunto il momento per rilassarsi, andare via e festeggiare stavolta con la sua torta preferita, fatta dal sottoscritto, una Madeira Cake sfornata la notte prima di andare via (perche’ ovviamente me ne ero dimenticato).

How to make a Madeira Cake - Step 1
Tutto pronto per la torta

How to make a Madeira Cake - Step 3
Mischiamo un po’ d’ingredienti

How to make a Madeira Cake - Step 4
All’una sono ancora in piedi…

Fortunatamente la ricetta era abbastanza elementare e il risultato e’ stato piu’ che discreto:

How to make a Madeira Cake - Step 6
Ecco qui la torta, pronta!

Una volta caricato tutto in macchina (cani inclusi) eccoci partire in direzione di Stone Hill, un fantastico posto sulle colline del Magaliesberg, a meno di un’ora da casa mia, dove i cani sono i benvenuti. Ne avevo gia’ parlato durante le visite (ormai annuali) del 2013 e del 2014.

Packed and ready to go
Si parte!

Dogs are ready
I cani sono con noi

Stavolta a venire a passare il compleanno di Lindsey e’ venuta l’intera sua famiglia, per passare un Sabato in campagna, tra cani, passeggiate e mostruose grigliate (senza scordare la torta).

The meat is ready
La carne e’ pronta!

Lindsey devouring the ribs
Lindsey divora le costine grigliate

Happy birthday! (yes, that's the cake from before)
Lindsey e la sua torta

Everyone smile!
Buon compleanno Lindsey!

Il resto del tempo invece, una volta sbarazzati degli ospiti, lo abbiamo passato in compagnia di Cucciola, Bruce e Benjy, a consumarli di passeggiate in un caldo weekend invernale qui in Sudafrica:

Last walk at Stone Hill
Ultime passeggiate

Our queens, Lindsey and Cucciola
Lindsey e Cucciola

By Stone Hill's entrance
All’ingresso di Stone Hill

All together for a final picture
In riva al fiumiciattolo

(tutte le foto del weekend le trovate qui: https://www.flickr.com/photos/olafmeister/albums/72157657808457142)

2005-2015, 10 anni spesi a consumare il tallone

Nel 2005 mi ruppi il perone durante una partita di calcio nelle famose e brutali leghe minori londinesi.
Tornai a giocare (forse un po’ troppo in fretta) 5 mesi e un giorno dopo, alla faccia dei 6 mesi previsti dai dottori.
Da allora, con un pezzo di metallo lunga la tibia,  non mi sono mai fermato.

Da allora sono riuscito a concludere 1 Comrades (89 km!), 3x50km e 4 maratone (non conto le gare sotto i 30km ormai), un mezzo iron man  (e molti altri triathlon su distanze minori), innumerevoli gare ciclistiche e partite di calcio, e, gia’ che c’ero, nel 2007 prendevo la cintura nera di kickboxing.

Negli ultimi anni pero’ ho iniziato a preoccuparmi. Nonostante il peso (che fluttua ormai tra il “mi sento pesante” e il “sovrappeso” – ormai dal 2011 non sono in peso forma…), e l’eta’, che non mi consente di recuperare tra una gara e l’altra come vorrei, non riesco piu’ ad andare ad un ritmo serrato per piu’ di 10-15km. Anche durante gli allenamenti, difficilmente riesco a tornare ai tempi di 2-3 anni fa.

Cosi’ sono andato a farmi fare i raggi x. Il risultato? Qui sotto:

Early Haglund Deformity

 

Nel cerchio si puo’ vedere il problema: sto consumando l’osso del calcagno (che dovrebbe essere bello liscio e rotondo in quella zona), in quello che potrebbe essere un inizio di deformita’ di Haglund. In pratica mi ritrovo spesso con una borsite achillea se mi scordo di prendere anti-infiammatori oppure mettere ghiaccio dopo l’attivita’ sportiva. Senza contare i muscoli dei polpacci, spesso troppo tesi.

Riposare? Non serve a niente. E cosi’, dopo aver integrato nella mia routine settimanale lezioni di nuoto al posto di sessioni di corsa, mi ritrovo a fare yoga (o meglio, la versione “hot”, il bikram yoga, fatta in costume da bagno in una stanza con 40 gradi), una volta alla settimana, alle 5 del mattino, consigliato dal fisioterapista, che sa benissimo che sono troppo testardo per prendere una pausa.

E io, pirlone, vado avanti. Se il tallone deve consumarsi, che si consumi facendo il proprio dovere e facendomi prendere qualche medaglia in piu’….

Tour italo-polacco 2015: road trip, direzione Roma via Tripadvisor

Dopo un migliaio e passa di chilometri in giro per la Polonia, io e Lindsey tornavamo al quartier generale canegratese, per passare 2-3 giorni a non fare niente (un po’ di shopping, un po’ di bevute allo splendio Birrificio di Legnano, dove lavora Olga), in attesa dell’ultimo viaggio, direzione Roma.

St Peter's cathedral
La Basilica di San Pietro

Noleggiata la terza macchina di questo giro (una Ford Focus), eravamo pronti a guidare in direzione Lodi, per prelevare Jamba e Laura, compagni di avventure sicule e sudafricane.

Time to go! 6 hours and we will be there
In viaggio (guidero’ solo io!)

Leaving Jamba behind
Lasciando Jamba dietro…

Nonostante un problema alla partenza (il mio vicino di casa decideva di prendere la curva larga e colpire la mia macchina, fortunatemente coperta completamente dall’assicurazione), prelevavamo quasi in orario i due per poi dirigerci verso Roma, o meglio, Santa Marinella, una localita’ sul mare in cui eravamo riusciti ad ottenere  – tramite Jamba – un posto da dormire gratis grazie a strane conoscenze col prete locale…

Ma parliamo un attimo di Roma. Tranne Milano, Roma e’ probabilmente una delle citta’ piu’ grandi in Italia che ho frequentato con piacere durante svariati periodi della mia vita. L’ultima volta ci ero stato nel lontano 2007, per andare a vedere mio cugino Davide giurare da ufficiale militare (ora sta facendo il suo secondo tour in Afghanistan) e per tornare in contatto con Giada ed Alessia, che frequentavo spesso verso la fine degli anni 90, durante le mie scorribande venete.
Prima di allora mi ricordo di spedizioni nel 2002, in compagnia della mia ragazza di allora (polacca, matta), ne 1998, andando giu’ con mio padre per lavoro e nel 1997, vestito da Shampoo per entrare gratis a una specie di comicon romano. Ma posso tornare ancora piu’ indietro nel tempo, con viaggi per vedere amici (residenti ad Acilia, se ancora ricordo), oppure con l’Oratorio, oppure ancora con la famiglia, per andare a vedere il papa polacco.

Rispetto ad altre citta’ come Venezia, Firenze o Torino ad esempio, Roma non mi e’ mai dispiaciuta. Certo, una volta dentro il traffico rimane bestiale (anche Milano ha imparato a chiuderlo vicino al Duomo, potrebbero fare lo stesso intorno al Vaticano…), ma, soprattutto di estate, e’ un piacere da visitare.

Se io e Laura eravamo stati li’ spesso, l’opposto si poteva dire per Lindsey – mai avuto l’occasione per portarla, e Jamba, preoccupato di piu’ a seguire i Green Day in giro per il mondo che non a vedere la capitale della sua patria.

Arrivati a Santa Marinella (davvero bella) e mangiato nel primo ristorante di pesce trovato in piazza, il giorno dopo prendavamo un comodo trenino per arrivare a Termini, dopo 45 minuti di viaggio (sempre meglio che guidare e cercare parcheggio).

First icecream in Santa Marinella
Primo gelato a Santa Marinella

Subito Jamba prendeva il sopravvento. Mentre io e Lindsey pensavamo di fare il solito giro turistico (vai in giro per certi monumenti chiave, cammini fino al prossimo e se hai fame mangi dove ti sembra un posto decente), Jamba prendeva l’iniziativa e ci avvolgeva nella sua esperienza culinaria.

Lindsey destroying a maritozzo
Maritozzi per tutti

In pratica invece di avere “monumenti chiave”, aveva “ristoranti chiave”, tutti con ottime recensioni via tripadvisor e stellina sulla mappa della Nokia (lui e’ probabilmente l’unico al mondo che usa i Nokia della Microsoft…). I monumenti erano secondari, e potevano essere visti, intravisti o suggeriti. L’importante era arrivare nel luogo in cui mangiare come deciso in precendenza.

A me come strategia non dispiaceva, almeno non dovevo preoccuparmi di prendere il comando della truppa. Cosi’ dopo avere evitato il Vaticano, passandoci intorno, facevamo la prima colazione romana con dei giganteschi maritozzi, per poi tornare indietro sui nostri passi e fare una lunga coda sotto il sole per visitare la splendida basilica di San Pietro (no, davvero, e’ splendida). L’unico imprevisto era stato il blocco all’entrata, visto che ero in canotta. Cosi’ ho dovuto coprirmi le spalle col cardigan femminile di Lindsey….

By the Vatican
Davanti a San Pietro

Forced to cover my shoulders!
Spalle coperte grazie al cardigan di Lindsey…

Vaticano
Il simbolo del Vaticano

By Castel sant'Angelo
Castel Sant’Angelo

Birds have no respect
Un piccione caga su una statua

Lasciato il Vaticano camminavamo verso Castel Sant’Angelo, per poi attraversare il Tevere e camminare nella Roma vecchia, dove, nonostante la larghezza ridotta dei vicoli, c’era un continuo via vai di macchine, soprattutto quelle blu dedicate ai politici che, di primo pomeriggio, avevano finito la lunga giornata di lavoro per rendere l’Italia un paese migliore…

Dopo un fantastico pranzo in un locale chiamato Supplizio (piccolissimo, ma che forniva supli’, della specie di arancini romani, ad un prezzo davvero basso per la qualita’ fornita), dove venivo ufficialmente nominato “best man” al matrimonio del prossimo anno in Sicilia di Jamba e Laura (potete immaginare la mia sorpesa), mangiavamo un gelato in un altro posto eccezionale chiamato Frigidarium, confermando le qualita’ di Jamba come guida culinaria.

A great restaurant: supplizio
Supplizio!

Time to eat so suppli'
Dopo essere stato nominato best man

Best ice cream ever!
Un fantastico gelato

Il resto del pomeriggio veniva passato in giro per Trevi (dove la fontana e’ sfortuntamente ancora in fase di ristrutturazione), per il Pantheon, per i vari edifici dedicati alla politica italiana, finendo a piazza di Spagna dove, sotto un sole ancora assassino, decidavamo che era ora di tornare a Santa Marinella, per tuffarci in mare sulla spiaggia (libera) poco distante di Santa Severa, proprio sotto al castello locale.

In Piazza Navona
A piazza Navona

Inside the Pantheon
All’interno del Pantheon

Inside the Pantheon
Chissa’ cosa succede quando piove…

On the Spanish steps
Cercando un po’ d’ombra

Relaxing on the Spanish Steps
Sugli scalini di Piazza di Spagna

Group picture by the beach
Sulla spiaggia di Santa Severa

Per cena Jamba ci portava (o meglio, io guidavo in quella direzione) verso Civitavecchia, per mangiare da Adragna una “fraschetta” (osteria romana) dove venivamo uccisi da chili di buonissima pasta, che in qualche modo io riuscivo a finire conciato cosi’:

Adragna!
Il nome del ristorante

Time to eat more, at Adragna in Civitavecchia
Antipasti per tutti

So.much.pasta.
Pasta per un guerriero

Il giorno dopo, dopo l’ennesima colazione a base di maritozzi (giusto per confrontarli con quelli del giorno prima), tornavamo a Roma, stavolta direzione Colosseo. Un’altra coda per un altro spettacolare monumento.

The colosseum
Il colosseo

Surprise Panorama
Panorama all’interno del Colosseo

Slaves figthing, empress unhappy
All’interno

The mouth of Truth
Io e la bocca della verita’

The mouth of Truth
Lindsey e la bocca della verita’

La giornata proseguiva con una deludente visita al Circo Massimo (lavori in corso), alla Bocca della Verita’,poco distante, all’esterno della chiesa di Santa Maria in Cosmedin, l’isola Tiberina , per poi arrivare a quello che probabilmente rimane ancora il mio monumento preferito a Roma: l’Altare della Patria (o Vittoriano).

Concludavamo la giornata a Roma con una porchetta mica male dalle parti di Termini (ovviamente consigliata da Jamba Advisor)

How to decide where to go
Decidere dove andare…

At the altare della Patria
Altare della Patria

Salvation comes in the form of water fountains
Acqua fresca, la salvezza qui a Roma

Tornati a Santa Marinella (dopo un altro tuffo in mare a Santa Severa), Jamba decideva di provare a mangiare alla pizzeria migliore (secondo trip advisor) del paese: Pizza e Caffe’. Dopo una ricerca di 1 ora, e con google  che ci tradiva, riuscivamo in qualche modo ad arrivarci, e a mangiare una pizza che era davvero la migliore assaggiata durante le vacanze in Italia. Jamba poteva ritenersi soddisfatto.

12 ore dopo partivamo, direzione Milano, per salutare tutti (e lasciare Jamba e Laura a Bareggio) in un’ultima serata al Texas, dopo 3 settimane passate su e giu’ per l’Italia (e la Polonia). Mentre i soldi uscivano in continuazione dal portafoglio, i chili venivano accumulati ancora piu’ in fretta sulla pancia…

(le foto del viaggio romane le trovate tutte qui: https://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157653920766573)