Dopo un migliaio e passa di chilometri in giro per la Polonia, io e Lindsey tornavamo al quartier generale canegratese, per passare 2-3 giorni a non fare niente (un po’ di shopping, un po’ di bevute allo splendio Birrificio di Legnano, dove lavora Olga), in attesa dell’ultimo viaggio, direzione Roma.
La Basilica di San Pietro
Noleggiata la terza macchina di questo giro (una Ford Focus), eravamo pronti a guidare in direzione Lodi, per prelevare Jamba e Laura, compagni di avventure sicule e sudafricane.
In viaggio (guidero’ solo io!)
Lasciando Jamba dietro…
Nonostante un problema alla partenza (il mio vicino di casa decideva di prendere la curva larga e colpire la mia macchina, fortunatemente coperta completamente dall’assicurazione), prelevavamo quasi in orario i due per poi dirigerci verso Roma, o meglio, Santa Marinella, una localita’ sul mare in cui eravamo riusciti ad ottenere – tramite Jamba – un posto da dormire gratis grazie a strane conoscenze col prete locale…
Ma parliamo un attimo di Roma. Tranne Milano, Roma e’ probabilmente una delle citta’ piu’ grandi in Italia che ho frequentato con piacere durante svariati periodi della mia vita. L’ultima volta ci ero stato nel lontano 2007, per andare a vedere mio cugino Davide giurare da ufficiale militare (ora sta facendo il suo secondo tour in Afghanistan) e per tornare in contatto con Giada ed Alessia, che frequentavo spesso verso la fine degli anni 90, durante le mie scorribande venete.
Prima di allora mi ricordo di spedizioni nel 2002, in compagnia della mia ragazza di allora (polacca, matta), ne 1998, andando giu’ con mio padre per lavoro e nel 1997, vestito da Shampoo per entrare gratis a una specie di comicon romano. Ma posso tornare ancora piu’ indietro nel tempo, con viaggi per vedere amici (residenti ad Acilia, se ancora ricordo), oppure con l’Oratorio, oppure ancora con la famiglia, per andare a vedere il papa polacco.
Rispetto ad altre citta’ come Venezia, Firenze o Torino ad esempio, Roma non mi e’ mai dispiaciuta. Certo, una volta dentro il traffico rimane bestiale (anche Milano ha imparato a chiuderlo vicino al Duomo, potrebbero fare lo stesso intorno al Vaticano…), ma, soprattutto di estate, e’ un piacere da visitare.
Se io e Laura eravamo stati li’ spesso, l’opposto si poteva dire per Lindsey – mai avuto l’occasione per portarla, e Jamba, preoccupato di piu’ a seguire i Green Day in giro per il mondo che non a vedere la capitale della sua patria.
Arrivati a Santa Marinella (davvero bella) e mangiato nel primo ristorante di pesce trovato in piazza, il giorno dopo prendavamo un comodo trenino per arrivare a Termini, dopo 45 minuti di viaggio (sempre meglio che guidare e cercare parcheggio).
Primo gelato a Santa Marinella
Subito Jamba prendeva il sopravvento. Mentre io e Lindsey pensavamo di fare il solito giro turistico (vai in giro per certi monumenti chiave, cammini fino al prossimo e se hai fame mangi dove ti sembra un posto decente), Jamba prendeva l’iniziativa e ci avvolgeva nella sua esperienza culinaria.
Maritozzi per tutti
In pratica invece di avere “monumenti chiave”, aveva “ristoranti chiave”, tutti con ottime recensioni via tripadvisor e stellina sulla mappa della Nokia (lui e’ probabilmente l’unico al mondo che usa i Nokia della Microsoft…). I monumenti erano secondari, e potevano essere visti, intravisti o suggeriti. L’importante era arrivare nel luogo in cui mangiare come deciso in precendenza.
A me come strategia non dispiaceva, almeno non dovevo preoccuparmi di prendere il comando della truppa. Cosi’ dopo avere evitato il Vaticano, passandoci intorno, facevamo la prima colazione romana con dei giganteschi maritozzi, per poi tornare indietro sui nostri passi e fare una lunga coda sotto il sole per visitare la splendida basilica di San Pietro (no, davvero, e’ splendida). L’unico imprevisto era stato il blocco all’entrata, visto che ero in canotta. Cosi’ ho dovuto coprirmi le spalle col cardigan femminile di Lindsey….
Davanti a San Pietro
Spalle coperte grazie al cardigan di Lindsey…
Il simbolo del Vaticano
Castel Sant’Angelo
Un piccione caga su una statua
Lasciato il Vaticano camminavamo verso Castel Sant’Angelo, per poi attraversare il Tevere e camminare nella Roma vecchia, dove, nonostante la larghezza ridotta dei vicoli, c’era un continuo via vai di macchine, soprattutto quelle blu dedicate ai politici che, di primo pomeriggio, avevano finito la lunga giornata di lavoro per rendere l’Italia un paese migliore…
Dopo un fantastico pranzo in un locale chiamato Supplizio (piccolissimo, ma che forniva supli’, della specie di arancini romani, ad un prezzo davvero basso per la qualita’ fornita), dove venivo ufficialmente nominato “best man” al matrimonio del prossimo anno in Sicilia di Jamba e Laura (potete immaginare la mia sorpesa), mangiavamo un gelato in un altro posto eccezionale chiamato Frigidarium, confermando le qualita’ di Jamba come guida culinaria.
Supplizio!
Dopo essere stato nominato best man
Un fantastico gelato
Il resto del pomeriggio veniva passato in giro per Trevi (dove la fontana e’ sfortuntamente ancora in fase di ristrutturazione), per il Pantheon, per i vari edifici dedicati alla politica italiana, finendo a piazza di Spagna dove, sotto un sole ancora assassino, decidavamo che era ora di tornare a Santa Marinella, per tuffarci in mare sulla spiaggia (libera) poco distante di Santa Severa, proprio sotto al castello locale.
A piazza Navona
All’interno del Pantheon
Chissa’ cosa succede quando piove…
Cercando un po’ d’ombra
Sugli scalini di Piazza di Spagna
Sulla spiaggia di Santa Severa
Per cena Jamba ci portava (o meglio, io guidavo in quella direzione) verso Civitavecchia, per mangiare da Adragna una “fraschetta” (osteria romana) dove venivamo uccisi da chili di buonissima pasta, che in qualche modo io riuscivo a finire conciato cosi’:
Il nome del ristorante
Antipasti per tutti
Pasta per un guerriero
Il giorno dopo, dopo l’ennesima colazione a base di maritozzi (giusto per confrontarli con quelli del giorno prima), tornavamo a Roma, stavolta direzione Colosseo. Un’altra coda per un altro spettacolare monumento.
Il colosseo
Panorama all’interno del Colosseo
All’interno
Io e la bocca della verita’
Lindsey e la bocca della verita’
La giornata proseguiva con una deludente visita al Circo Massimo (lavori in corso), alla Bocca della Verita’,poco distante, all’esterno della chiesa di Santa Maria in Cosmedin, l’isola Tiberina , per poi arrivare a quello che probabilmente rimane ancora il mio monumento preferito a Roma: l’Altare della Patria (o Vittoriano).
Concludavamo la giornata a Roma con una porchetta mica male dalle parti di Termini (ovviamente consigliata da Jamba Advisor)
Decidere dove andare…
Altare della Patria
Acqua fresca, la salvezza qui a Roma
Tornati a Santa Marinella (dopo un altro tuffo in mare a Santa Severa), Jamba decideva di provare a mangiare alla pizzeria migliore (secondo trip advisor) del paese: Pizza e Caffe’. Dopo una ricerca di 1 ora, e con google che ci tradiva, riuscivamo in qualche modo ad arrivarci, e a mangiare una pizza che era davvero la migliore assaggiata durante le vacanze in Italia. Jamba poteva ritenersi soddisfatto.
12 ore dopo partivamo, direzione Milano, per salutare tutti (e lasciare Jamba e Laura a Bareggio) in un’ultima serata al Texas, dopo 3 settimane passate su e giu’ per l’Italia (e la Polonia). Mentre i soldi uscivano in continuazione dal portafoglio, i chili venivano accumulati ancora piu’ in fretta sulla pancia…
(le foto del viaggio romane le trovate tutte qui: https://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157653920766573)