Due matrimoni

Marzo sta finalmente per finire, ma dopo un mese abbastanza stancante, non poteva terminare senza avvenimenti che mi obbligavano a rinunciare a meritate ore di sonno.

In poco piu’ di una settimana io e Lindsey ci presentavamo a due matrimoni, a poca distanza geografica uno dell’altro, ma completamente diversi.

Nel primo, il mio compare Curtis, compagno di eventi sportivi come triathlon, corse ad ostacoli, lunghissime gare di bici e ovviamente bevute eroiche, si sposava con la sorella maggiore di Lindsey, Jill (con cui, fino all’anno scorso, andavo a fare gare podistiche…poi da quando ha dovuto organizzare il matrimonio e’ praticamente scomparsa).

Entrance

Direzioni per non sbagliare

Il mio compito era filmare la cerimonia e i soliti momenti clou (discorsi, primo ballo, taglio della torta e cosi’ via), per poi potermi rilassare soltanto verso sera.

During the service

Durante la cerimonia

Filming the service

Mentre filmo

Lindsey era una delle bridesmaids e alla fine riuscivo a passare del tempo in sua compagnia solo una volta finito di mangiare, quando entrambi potevamo scatenarci nello spazio tra i tavoli adibito a sala da ballo.

With Lindsey

Con Lindsey

The cake

La torta

10 giorni dopo, indossando bene o male gli stessi vestiti, partecipavamo al matrimonio di Robyn e Ian. Robyn era una collega di Lindsey a lavoro, l’unica invitata tra le varie maestre.
Io non conoscevo nessuno, ma finalmente potevo rilassarmi senza filmare niente e nessuno, mangiando con il resto degli invitati e godendo dello splendido paesaggio naturale intorno a noi.
Mentre Jill aveva scelto di sposarsi a Tres Jolie, un ristorante che da qualche anno si offriva anche come wedding venue, Robyn aveva scelto di sposarsi all’interno di una riserva naturale.

Per arrivare al luogo della cerimonia, bisognava salire sua una jeep e scendere per 15 minuti nella valle sottostante. Li’ la cerimonia si sarebbe svolta sotto gli alberi per poi mangiare all’aperto, in mezzo alla foresta.

Nice indications

Indicazioni in mezzo al nulla

Almost time

Prima della cerimonia

View of the outdoor chapel

Intorno a noi, la foresta

Time for a kiss

Robyn & Ian sposi

In entrambi i casi comunque sono riuscito a divertirmi, mangiando e bevendo (la sera) e passando un po’ di tempo in compagnia di Lindsey.

Reception area

Andiamo a mangiare…

Our table

La nostra tavolata, in mezzo al nulla!

Qui trovate una selezione di foto del primo matrimonio (Jill & Curtis), mentre qui trovate una selezione del secondo (Robyn & Ian)

Adesso, finalmente, con viaggi di lavoro , matrimoni, addi al celibato e altri avvenimenti alle spalle (pochi giorni fa festeggiavo con Lindsey il quinto anniversario di matrimonio), posso concentrarmi ad organizzare il prossimo viaggio, in Italia e Londra, a fine Giugno (informazioni al piu’ presto!)

 

Due settimane a diverse altitudini e climi. Stage 3: Durban, correndo sulla spiaggia

Tornato dall’Italia, in poche ore ero passato dai meno due gradi e neve ai piu’ trenta di Johannesburg. Ma la mia avventura non era finita: due giorni dopo il mio sedere si trovava a bordo dell’ennesimo aereo per volare verso l’Oceano Indiano (a neanche un’ora di distanza), in direzione Durban, per passare una tre giorni con il mio compare Curtis e festeggiare il suo addio al celibato (o bachelor party, come lo chiamano qui).

Hot in Durban

Almeno non piove

Io a Durban non ci ero mai andato. Sapevo che la citta’, costruita sul caldissimo oceano indiano, aveva una forte influenza indiana (28%, piu’ dei bianchi), spiagge fantastiche e in generale un senso di rilassatezza rispetto alla caotica Johannesburgo o a Cape Town. E sicuramente non sono stato deluso!

L’obiettivo del viaggio era semplice: spendere tre giorni a casa di un amico di Curtis, Tom, sulle colline di Durban, a 15 minuti dal mare, passare il tempo a cazzeggiare sulla spiaggia per poi ubriacarsi la sera.

L’idea iniziale era di ripetete e ricominciare la stessa catena di eventi per tutto il weekend, ma poi l’eta’ (una volta verso i 40 il fegato inizia a comandare il resto del corpo), la stanchezza e le eventuali responsabilita’ verso mogli, figli e famiglia, hanno spento l’ardore iniziale dopo una prima serata leggendaria. 

Curtis Bachelor Party in Durban

All’uscita dall’ennesimo locale…

Photo by olafmeister

Photo by olafmeister

Una spiaggia perfetta!

Arrivati a Durban nel nuovo aereporto (costruito per i mondiali del 2010 e ancora in ottima forma), siamo stati trasportati a casa di Tom, per poi trascinare Curtis fuori per andare a mangiare, bere, ballare, bere e in generale fare i pirloni.

Potrei raccontarvi di storie troppo imbarazzanti per essere vere, avvenute ad un club privato oppure al Tiger Tiger, un locale per studenti e studentess in cui l’eta’ media era 20 anni e dove eravamo gli unici over 30.
Potrei parlarvi di camminate di notte in compagnia di individui poco raccomandabili, scappando per evitare casini nascondendoci nel buio delle onde dell’oceano.

Ma non ho foto della prima notte (tutti avevamo promesso di non fare foto per evitare pessime figure), e le storie, come in qualsiasi bachelor party che si rispetti, rimarranno nella nostra memoria, pronte ad essere convidise solo davanti ad un bicchiere, sicuramente non su una pagina internet.

Curtis Bachelor Party in Durban

La mattina dopo….

Nonostante tutto, il resto del weekend e’ stato molto piu’ normale della prima pazza nottata (che mi ha ricordato l’incredibile notte passata a Las Vegas nel lontano 2004).

Siamo andati ad una partita di SuperRugby (la champions league di rugby tra squadre sudafricane, australiane e neozelandesi), tra Sharks e Stormers, in un box dove potevano bere e mangiare gratis.

Curtis Bachelor Party in Durban

Lo stadio di rugby e’ di fianco, ma questo e’ molto piu’ bello

Curtis Bachelor Party in Durban

L’unico motivo per andare a vedere la squadra di rugby di Durban

Curtis Bachelor Party in Durban

Una fase di gioco

La partita e’ stata davvero pallosa (0-0 primo tempo in un match di rugby?) ma il post-match, dove potevi andare liberamente a giocare sul campo di rugby mentre la discoteca apriva all’interno dello stadio, dimostrava come aprire gli stadi a tutti era un’ottima idea per far sentire i tifosi ancora piu’ vicini alla squadra.

Curtis Bachelor Party in Durban

Lo stadio pochi minuti prima dell’inizio

Curtis Bachelor Party in Durban

Alla fine della partita, tutti sul manto erboso!

Curtis Bachelor Party in Durban

In posa

Poi sessioni rilassanti sulla spiaggia (mezza deserta) di Durban (anche se poi ho provato a correre sulla spiaggia), mangiate in locali interessanti, e totale collasso la domenica della partenza.

Ma dopo 2 settimane in giro tra due meridiani, non vedevo l’ora di andare a casa e ritornare alla mia cara vecchia routine…

Meglio tardi che mai (non sempre)

Mentre ero in Italia il mese scorso, ripensavo alla sfortuna che avevo avuto, dal punto di vista elettorale: finalmente potevo votare all’ambasciata, da cittadino italiano regolarmente registrato all’AIRE, ma, in maniera del tutto inaspettata, mi trovavo in Italia, nel mio precedente comune di residenza, proprio mentre la nazione andava a votare.

Non che il voto dell’italiano residente all’estero sia cosi’ importante. Dopotutto se si sceglie di andare a vivere lontano dall’Italia, le uniche elezioni che ti interessano sono quelle dell’amministrazione / regione / nazione in cui risiedi al momento.
Votare per un paese in cui non vivo piu’ e pretendere che il mio voto conti come quello di qualcuno che vive quotidianamente in una nazione con problemi come quella italiana mi sembra un po’ presuntuoso.

Ma volevo votare, giusto per essere finalmente contato come cittadino dall’estero.
Peccato che le cartelle elettorali siano arrivate soltanto due settimane fa, 10 giorni dopo la scadenza delle votazioni! 

Photo by olafmeister

Posta super veloce!

Photo by olafmeister

Ancora mi chiedo quanti italiani vivano in Antartide…

Due settimane a diverse altitudini e climi. Stage 2: Whisky, lacrime e corse in Italia

Inizialmente non dovevo venire in Italia. Il mio biglietto, pagato gentilmente da Londra, mostrava chiaramente due direzioni: Johannesburg – Londra, e poi Londra – Johannesburg 5 giorni dopo. Sarei dovuto atterrare di domenica mattina e poi riposarmi in attesa di ricominciare un’altra settimana piena di impegni di lavoro.

Invece pochi giorni prima della mia partenza mi e’ arrivata una di quelle telefonate che non sentivo dal 2009 (quando in poco tempo morirono mio nonno in Polonia e mio zio in Italia). Stavolta a dire “ciao mondo, e’ stato tutto bello, ma noi ci rivedremo solo piu’ tardi” e’ stata mia zia Graziella, madre di Davide e Simona.

Olaf in Italy, February 2013
Se faceva freddo a Londra…

Con il mio cugino piu’ giovane ho sempre avuto una relazione speciale, grazie soprattutto ai pochi anni che ci dividono.

Compagno di giochi durante i Natali famigliari (i regali quasi venivano coordinati cosi’ potevamo giocare coi vari Lego / Transformers / Cavalieri dello Zodiaco etc…), poi compagno di avventure in Polonia durante le mie ultime estati italiane, sono rimasto in contatto con lui grazie alle passioni che entrambi abbiamo in comune: il militare (se ho cambiato vita e’ stato grazie al periodo da Bersagliere, mentre lui sta facendo carriera nell’esercito come Alpino, con un’esperienza memorabile in Afghanistan), il whiskey e lo sforzo fisico alla Rocky, in cerca di quella gloria che nessuno riuscira’ mai a capire.

Ho passato tutti i miei 3 giorni in sua compagnia. Dopo aver coraggiosamente passato i mesi scorsi di fianco a sua madre, che ha lottato coraggiosamente contro l’unica malattia bastarda che sconfigge le persone piene di vita come lei, ha praticametne deciso di passare il weekend con me. Abbiamo bevuto (di tutto), abbiamo parlato (con nostalgia del passato, con onore del presente e con speranza per il futuro), anche se tante volte i discorsi erano pronunciati in maniera alquanto brilla, ma soprattutto abbiamo corso.

Olaf in Italy, February 2013

Mattina prima di andare a correre, dopo 2 ore di sonno…

Olaf in Italy, February 2013,

Tutti pronti per la partenza

Domenica mattina, mentre Milano decideva di farsi coprire di neve (a fine Febbraio!), io e Davide, dopo essere andati a dormire alle 3.30 dopo l’ennesima serata alcolica al (solito) Texas, eravamo in piedi alle 6.30 per guidare in direzione Rho.

La neve scendeva e guidare era quasi impossible. Eppure, nonostante tutto, arrivavamo a Rho giusto in tempo per la partenza. La gara (la tradizionale Avisada locale, organizzata dall’Avis) doveva svolgersi su un percorso cittadino, ma viste le condizioni improbabili era stato deciso all’ultimo momento di correre intorno al canale scolmatore Nord, in un percorso con poco asfalto (tranne alla partenza e all’arrivo), e tanto fango e moltissima neve.

Mentre tutti correvano e si coprivano in qualsiasi maniera, i due cugini Olgiati affrontavano le intemperie nell’unico modo possibile: sbattendosi e correndo in calzoncini e maglietta.

Due giri, 13km, e arrivo in cui, invece di ricevere medaglie, ottenevamo vino e caffe’. Sentendoci eroi e con ancora litri di alcool nel sangue.

Olaf in Italy, February 2013
All’arrivo, belli freschi

Olaf in Italy, February 2013
Meglio delle medaglie

Probabilmente se in futuro provero’ a ricordarmi come ho passato quel weekend italiano, me lo ricordero’ cosi, correndo sotto la neve con mio cugino, confondendo qualche lacrima con la neve che si scioglieva sulla barba incolta.
Perche’ era l’unico modo per onorare i morti: sentendoci vivi piu’ che mai a zero gradi.

Naturalmente qualche ora dopo eravamo al cimitero, ad onorare i morti come si deve. Perche’, come ripetono i Dropkick Murphys, colonna sonora del weekend, in Rose Tattoo:

You’ll always be there with me
Even if you’re gone
You’ll always have my love
Our memory will live on

Olaf in Italy, February 2013
Cimitero di Legnano

Olaf in Italy, February 2013
Non troverai mai un posto piu’ silenzioso

Certo, ho fatto anche altre cose: sono riuscito dopo 10 anni a fare gli auguri di persona a Massi per il suo compleanno (altro che Skype), ho rivisto le solite facce che voglio rivedere ogni volta che torno (Beppe e Mera per esempio), ho fatto un brunch con mia madre (diventato poi lunch, ma vabbe’), e passato un po’ di tempo a parlare con mio padre e mia sorella (difficile beccarli in contemporanea, Olga fa sempre orari assurdi di lavoro).

Ho rivisto l’Italia, sono tornato ad assaggiare la neve, e mi sono ricordato del passato. Ora devo solo sperare che il mio prossimo viaggio in Italia non sia forzato da altri eventi nefasti. Cari amici miei, quand’e’ che mi invitate ad un matrimonio, per esempio?

Olaf in Italy, February 2013
Con Beppe

Olaf in Italy, February 2013
Con Massi

Olaf in Italy, February 2013
Mio padre e Davide (photobombing by Tyson)