Raccolti atomici

Una volta domato l’orto, lasciato a se stesso (sole, grandine, temporali, vento) durante le tre settimane passate in Europa (e una successiva settimana passata a riprendermi), ho finalmente iniziato il raccolto di frutta verdura.

Rispetto agli anni scorsi, ho piantato solamente quello che avrei poi mangiato, invece di altra verdura che piantavo “giusto perche’ c’era spazio”.

Cosi’, a questo giro, il raccolto e’ stato abbondante e, con un po’ di programmazione nelle prossime settimane, dovrei riuscire a piantare altre verdure (basilico, rucola, peperoncini e peperoni) che mi accompagneranno fino alla fine dell’estate, insieme ai soliti immancabili pomodori che continueranno a spuntare fino almeno ad Aprile.

Il primo raccolto e’ stato quello delle Gem Squash. Stavolta quel tipo di zucchina e’ arrivata alla dimensione giusta, ovvero circa quella di una palla di baseball, rispetto alle dimensioni da ping pong dell’anno scorso:

Gardening

Anche la “fabbrica di patate” (le chiamano proprio cosi’, Potato Farms), ha dato decisamente piu’ frutti dello scorso anno,. Con sole due patate piantate nella costruzione verticale, ho tirato su un buon numero di tuberi:

Gardening

Peccato aver perso l’opportunita’ di averne il doppio (o il triplo) , visto che purtroppo in quelle tre settimane all’estero non ho potuto “coprire” le piantine che spuntavano dalla patate sotto terra per imbrogliarne la crescita e obbligare la pianta a creare un’altra patata.

Risultato strano invece con le carote. Stavolta (grazie al fatto che ne ho piantate di meno), sono venute fuori di dimensioni “normali”, ma l’eccesso di  nutrienti nel terreno (ho drogato il tutto con quello che la fabbrica dei vermi mi ha dato negli ultimi mesi), ha provocato forme orribili, da horror giapponese:

Gardening

Ho avuto il coraggio di assaggiarle e fortunatamente sanno di carota, pero’, a differenza del resto della verdura, la madre di Lindsey ha deciso di non portarsene nessuna a casa, chissa perche’…

Vacanze di Natale 2011: a Poznan. Che spacca, anche d’inverno

Durante i primi vent’anni della mia vita, credo di avere passato quasi tutte le vacanze estive in compagnia dei miei nonni (e dei miei amici di cortile a Pozna) in Polonia. D’inverno ci saro’ andato solo due volte, nel 1986 (evitata la vacanza polacca estiva per colpa di Chernobyl) e nel 2000, quando Dominik si era sposato.

Sinceramente speravo in un po’ di neve, convinto com’ero che Poznan a Dicembre avrebbe deluso Lindsey.
Invece, nonostante la mancanza del solito clima invernale polacco (temperatura a meno 20, ghiaccio e neve dovunque), Lindsey e’ riuscita ad apprezzare Poznan e il clima post-natalizio polacco in maniera inaspettata.

Per una volta non ero ospite di mia nonna (non piu’ in condizioni di ospitarci, purtroppo), e cosi’ Dominik si e’ offerto volentieri di darci una stanza nel suo appartamento per tutta la durata del viaggio.
Utilizzando come campo base il suo salotto (tentando di non occuparlo troppo a lungo, visto che Piotr e Susanna, i suoi figli, avevano ricevuto una playstation3 per Natale e volevano giocarci tutto il tempo) ho portato Lindsey in giro per lunghe passeggiate piene di ricordi.

At Dominik's house

Inutile nasconderlo, Poznan mi e’ sempre piaciuta.
Sara’ l’effetto nostalgia che mi colpisce quando torno in Europa – le mie migliori vacanze sono state trascorse da quelle parti con mia sorella – sara’ la citta’ vecchia, sara’ l’assenza di palazzi orrendi in centro che, come per esempio a Milano, rovinano tutto.
Sara’ il cibo. Forse la birra (economica).
Oppure semplicemente la spensieratezza che ho quando cammino per le vie del centro, partendo da mia nonna e arrivando regolarmente dalle parti del fiume dopo un’ora di camminata.
Credo che invece a questo giro il motivo vincente sara’ stata l’opportunita’ di condividere con Lindsey una parte della mia vita che le e’ sempre stata nascosta.
Lei conosceva l’Olafmeister londinese. Conosce quello italiano. Ma quello polacco?

The Ratusz

Stary Rynek in Poznan

Lindsey and I

Ratusz

Ready to roll

In 4 giorni ho tentato di farle vedere quasi tutto, dallo spettacolare Stary Rynek (sempre bellissimo) con i capretti meccanici che si fanno la guerra dall’alto del Ratusz alle 12 e le case dipinte di tutti i colori, fino all’universita’ (Poznan ha un buon 20% di studenti che studiano nella cita’ con il  maggior numero di universita’ in Polonia).
Dallo stadio del Lech Poznan, che ho riconosciuto a stento, visto che e’ stato completamente rifatto per Euro 2012, fino a Malta, il lago artificiale, uno dei posti migliori per rilassarsi o fare sport in estate.

Senza scordare le camminate intorno all Fiera Internazionale di Poznan (dove Dominik lavora). Mio padre ha conosciuto mia madre grazie a quella fiera, e senza di essa io non sarei qui ora scrivere. Vedere lavorare Dominik in fiera, continuando una tradizione di lavoratori “italiani” , mi fa sempre un immenso piacere.

Dominik e sua moglie ovviamente hanno provato il possibile per farci vivere un’esperienza con i fiocchi.
Ad esempio siamo andati al palazzo reale di  Baborówko, dove abbiamo passato la mattinata a fare colazione con quella che credo possa considerarsi la nobilta’ polacca (distrutta durante il periodo comunista).
Il palazzo era fantastico, e le strutture per i circa 70 cavalli (un’arena indoor…) erano notevoli. La colazione invece era stata semplicemente eccezionale. Da tempo non mangiavo alla polacca.

Baborowko palace

Another gigantic christmas tree
Oppure l’ultima sera siamo andati in uno dei ristoranti di lusso del centro, il Ratuszova, per un’indimenticabile cena a base di cibi rigorosamente locali, tra i quali i classici pierogi oppure il Zurek, una zuppa servita all’interno di una forma di pane. Fantastica! (E Dominik ha messo Lindsey alla guida, la sua prima volta dalla parte regolare della strada…)

Soup in a sour bread

Con Michal (un altro mio amico d’infanzia, che sta prendendo i voti da sacerdote) siamo andati a visitare lo stadio (visita per me d’obbligo) e la Palmiarnia, una specie di struttura di vetro divisa per settori con piante provenienti dalla giungla, dalla savana etc… un’ottima scusa per riscaldare Lindsey dopo ventate freddissime all’aperto.

Ready for Euro 2012

Dangerous fish

Una visita in Polonia non poteva essere considerata completa senza andare a trovare mia nonna.
Ancora agile mentalmente nonostante l’eta e’ gli acciacchi, e’ riuscita in qualche modo a cucinarci un pranzo dalle dimensioni colossali che ho faticato a finire.
Se il pranzo non mi aveva distrutto, il continuo tradurre da inglese a polacco e polacco a inglese in modo che Lindsey e mia nonna potessero comunicare mi aveva ucciso definitivamente.

With my grandma

I problemi di traduzioni sono andati avanti bene o male per il resto del viaggio  tanto che ho passato gli ultimi giorni a parlare con Lindsey in polacco e Dominik in inglese…

Fortunatamente Lindsey era distratta delle meraviglie nascoste della citta’: un presepe enorme nella chiesa di San Fransesco (due mesi per costruirlo), oppure gli alberi di natale di tutte le dimensioni decorati con gusto bene o male dovunque (altro che USA, la Polonia prende gli addobbi natalizi in maniera seria, senza tutto il kitsch tradizionalmente americano).

Massive Nativity Scene in the Saint Francis church in Poznan

Tornare la sera del 31 e’ stata una pessima scelta da parte mia, ma visti i prezzi (nessuno si imbarca su Ryanair a quell’ora il giorno di Capodanno) era l’unica possibile soluzione. (per fortuna mia madre si e’ presentata a Bergamo per portarci a casa, facendo un brindisi improvvisato all’aereoporto!)

Cosi’, dopo 4 bellissimi giorni in Polonia, ho dovuto salutare Dominik e Michal all’aereoporto, sperando di poterli rivedere tra 6 mesi, in tempo per vedere l’Italia giocare in Polonia per Euro 2012 (nota ai viaggiatori futuri: Poznan e’ l’unica delle 4 citta’ polacche pronta al 100% per l’evento sportivo dell’estate!)

With Michal and Dominik

Calciomercato di inizio stagione. Sentirsi come un povero Beckham.

Sono ancora qui immobile dopo l’infortunio di settimana scorsa. Eppure mi trovo davanti ad una scelta calcistica mica da poco: cambiare squadra.

Non sono un tipo che cambia squadra facilmente. Alla fine dal 1985 ad oggi ho giocato in sole 3 squadre (senza considersare la parentesi fallimentare al Legnano oppure le sue squadre di Canegrate).
Di solito gioco sempre in societa’ che sono vicine a me geograficamente soprattutto perche’ mi considero un lazzarone abitudinario e odio dover guidare 30 minuti per andare ad allenarmi o per una partita. Ho controllato su google map: durante gli anni canegratesi la distanza tra casa mia e lo stadio era di 1.9km (6 minuti). A Londra, quando giocavo col Parsons Green, era ancora minore: 500 metri.

Ho dovuto fare uno sforzo qui in Sudafrica, ma la distanza tra casa mia e il centro sportivo del Panorama calcio e’ comunque di soli 5km.

In 27 anni di calcio la mia fantastica distanza media e’ stata di 2.5km. 

Ora invece le cose potrebbero cambiare. Di colpo (in meno di una settimana, i trasferimenti societari possono farsi fino a meta’ febbraio, poi e’ finita), ho avuto offerte per andare a giocare al Ruimsig (una categoria superiore), a ben 11.2 km da qui, oppure al Marks Park (stessa categoria), a 11.4km.

Entrambi vogliono comprare i cosidetti “vecchi” del Panorama, ovvero io e altri tre giocatori che, per via dell’eta, sono considerati ormai marginali per i piani societari.
Lo so, e’ un po’ triste visto che negli ultimi 4 anni io e Stoj, il mio compare bulgaro, abbiamo portato a casa 4 medaglie (una coppa di lega vinta e una finale persa, un campionato vinto e un secondo posto), due promozioni e numerosi trofei individuali.

Capisco benissimo: nonostante sia il capitano, bisogna guardare al futuro e ormai le decisioni sociali sembrano finali.
Le nuove norme di quest’anno prevedono un minimo di 4 under 21 nell’11 titolare, e solo 3 stranieri tra campo e panchina, e purtroppo non ho nelle gambe (e nella testa) 3 sessioni settimanali di allenamento piu’ la partita al sabato.

Cosi’ mi ritrovo davanti ad una scelta: continuare al Panorama (volevamo farmi allenatore / giocatore per una delle squadre senior, ma hanno cambiato idea all’ultimo minuto), andare al Ruimsig e giocare difensore (questo e’ quello che il loro allenatore mi ha proposto) oppure accettare il ruolo di capitano / allenatore / giocatore per il Marks Park dove ci sono le strutture migliori e dove hanno una squadra veterani in cui posso continuare a giocare nei periodi morti.

Certo, cambiare squadra sarebbe triste dopo 4 bellissimi anni, soprattutto sapendo che probabilmente finirei a giocare nello stesso girone del Panorama.
Ma devo guardare avanti, come un Beckham dei poveri(issimi) o un Tevez leggermente piu’ felice e meno odiato (ma sempre povero).

 

Vacanze di Natale 2011: a Londra. Che alla fine non cambia mai.

Non tornavo a Londra dal 2009: un sacco di tempo. Il programma era semplice: lavorare per una settimana e divertirsi nel weekend. Lindsey poi sarebbe partita per il Galles per trovare la sua migliore amica (che recentemente ha avuto una figlia) mentre io sarei rimasto indietro, a portare avanti tutti i progetti londinesi.

My office in Brentford

Il mio ufficio a Londra

La societa’ per cui lavoro aveva deciso di rendere la mia ospitalita’, almeno i primi giorni, memorabile, e infatti ha prenotato una specie di suite all’Holiday Inn di Brentford, a 50 metri dall’ufficio.
Probabilmente avevano paura che mi svegliassi troppo tardi e troppo lontano per incominciare in orario.
Un’altra sorpresa attendava Lindsey: due biglietti (incredibilmente costosi) per un musical che lei voleva vedere da parecchio tempo: Legally Blonde al Savoy Theatre.

At the Savoy Theatre

A musical for Lindsey

Musical time!

Cosi’, dopo aver passato meno di 6 ore in ufficio, entrambi abbiamo salutato tutti e siamo andati a goderci un musical in uno di quei teatri che trovi solo nel West End londinese.
Nonostante avesse un target soprattutto femminile (cosi’ come il film originale), devo dire che mi sono divertito parecchio. Quando i biglietti sono gratis tutto ha un gusto particolare….

La sera successiva, dopo un’altra dura giornata di lavoro (sia io che Lindsey abbiamo vissuto a lungo a Londra, e nessuno dei due aveva particolare voglia di farsi un giro turistico. Credo che l’unica foto fatta davanti ad un monumento riconoscibile sia stata la prima sera dalle parti di Tower Bridge… – a questo giro il Big Ben non l’ho neppure sfiorato!), siamo andati alla cena sociale natalizia, con tutti i tre nuclei (quello londinese, quello americano e quello sudafricano) finalmente riuniti per la prima volta da anni. 

The London Eye

By Tower Bridge

Le uniche foto turistiche…

La scelta del ristorante e’ stata particolare: un ristorante francese piccolissimo di fianco ad Harrods. Ancora incapace di rilassarmi economicamente, continuavo a fare conversioni tra la sterlina e il rand, arrendondemi all’evidenza che per lo stesso prezzo di quella cena avrei potuto comprarmi un televisore HD enorme di marca…(il cibo era decente, il vino eccezionale, ma oltre a quello mangiare francese non e’ mai stato il mio forte).
Fortunatamente prima della cena avevamo fatto tappa in un pub a Knightsbridge per iniziare la serata alla grande!

The old team is back one night only!

Harrods, always the same

Party night

Il weekend, l’unico in cui non avrei dovuto lavorare, lo abbiamo passato a North Finchley, nel nord estremo di Londra (soprattutto per chi, come me, abituato a vivere a Fulham, considera Bayswater al pari della Scozia), dagli zii di Lindsey. Due giorni rilassanti, spesi soprattutto a fare shopping natalizio (mai andare a Londra prima di Natale!), e, nel mio caso, comprarmi le scarpe di corsa e da calcio che in Sudafrica mi sarebbero costate una fortuna.

Another coffee

News shoes for the season

Il lunedi’ successivo, dopo aver salutato Lindsey in partenza per il Galles, ho iniziato la mia tre giorni di rimbalzo: ogni sera in una casa diversa, ospitato a turno dai miei colleghi di lavoro.

Leaving London

Lindsey saluta e se ne va nel Galles

Per quanto avrei voluto tirare le ore piccole, la stanchezza dopo ore di lavoro e costante viaggi in auto / autobus e metropolitana (io abituato alla bici!), mi avevano reso ogni sera uno zombie. Essenzialmente la giornata era composta in questa maniera: sveglia, colazione, trasporto pubblico o auto (con Guy e la sua Porsche), lavoro fino a sera, casa, pub, casa, cimitero mentale.

Il ritorno di Lindsey (dopo che anche lei, vittima di stanchezza fisica e mentale, aveva perso l’autobus e si era dovuta arrangiare con costoso treno), coincideva con l’ennesimo cambiamento: via da Putney per tornare dagli zii a Finchley.

Great Burgers!

Olaf and Gemma

Ultima serata

Per poi tornare la sera stessa a Putney per incontrare i nostri ex-compari di kick-boxing e abbandonarsi mangiando i soliti, deliziosi ed enormi hamburger di GBK prima di passare il resto della serata a bere al “solito” pub, il Coat & Badge, dove sia io che Lindsey abbiamo passato la maggior parte del 2004 a bere, conoscerci e mangiare.

Nonostante i numerosi spostamenti, e’ stata una settimana in cui mi sono rilassato e non sono stato costretto e farmi il solito giro turistico di Londra.

Last drink with Guy

C’e’ sempre tempo per un’ultima birra…

Nonostante i cambiamenti strutturali (Tottenham Court Road e’ un cantiere, e l’orrendo grattacielo dalle parti di Tower Bridge rovina tutta le foto ) Londra e’ rimasta sempre la stessa: piena di polacchi (pensavo fossero tornati a casa ormai), con italiani allo sbaraglio e un sacco di gente perennemente incazzata.
Potrei tornarci a vivere domani e ri-ambientarmi in 2 giorni (a patto di vivere nel Sud dalle parti del fiume…)

 

Iniziare bene l’anno 2012

Dovevo finire di scrivere gli ultimi due articolo (Londra / Poznan) della mia trilogia natalizia e farvi vedere altre foto (che comunque trovate sempre su flickr), invece mi ritrovo adesso cosi’:

Injured foot!

Quello e’ il mio piedone dopo l’infortunio nella PRIMA giornata di preparazione per il prossimo campionato! Mentre correvo sono stato fregato dall’erba ancora morbida dopo il temporale e il mio povero piede e’ finito in una buca. Risultato? Legamento stirato e immobile per le prossime due settimane!

E pensare che stava tutto andando bene… gli articoli erani quasi finiti, ed ero tornato in controllo del mio orto, che dalla giungla di questa foto (tre settimana di sole e temporali hanno dato risultati incredibili):

Veggie Garden before

Ero riuscito a ridurre a questo:

Veggie Garden after

Senza contare che solo settimana scorsa ero gia’ tornato alle gare podistiche con una 15km finita in un tempo lento (correvo con Jill) ma che mi dava buon speranze per il resto del mese…

Probabilmente nel weekend trovero’ il tempo di aggiornare il sito. Per adesso tanto vale deprimersi e andare in piscina per tentare di non ingrassare troppo!