Storie calcistiche di fine stagione (generazioni a confronto)

Quella che vedete nella foto e’ la mia povera gamba.
In un altra partita di coppa alle due di pomeriggio sotto un tremendo sole africano (e’ fine Agosto e ormai da Maggio qui nel Gauteng non si vede una goccia di pioggia), ho dovuto mettere la mia gamba tra centrocampisti e attaccanti avversari, ponendomi, in caso di punizioni dal limite, letteralmente come diga umana.

Just another game of football

Forse e’ per quello che mi hanno fatto capitano. Forse e’ per quello che, tuttosommato, la maggior parte dei giocatori ventenni intorno a me ancora mi obbedisce quando urlo ordini da centrocampo. Anche perche’ sanno benissimo che conviene obbedirmi piuttosto che sentirsi urlare dietro per 90 minuti.

Poi, fuori dal campo, gli argomenti di discussione con giocatori nati dopo il 1990 finisce li’.
Impossibile parlare degli anni 80 e soprattutto dei migliori 10 anni del cinema americano (Indiana Jones, Ghostbusters, James Cameron, Rocky IV, Gremlins, Ritorno al futuro, Blade Runner, the Princess Bride, John Hughes e l’ultimo decente DeNiro), impossibile parlare di calcio (il Milan di Sacchi o il Real di Butragueno non sanno neanche cosa sono).

Provi a parlare di storia e far capire ai sudafricani 18enni l’enormita’ della Guerra Fredda da USA e URSS, e i veri motivi per cui il comunismo sia crollato in quegli anni (tre: la pressione di Giovanni Paolo II, l’introduzione di Vogue nell’Europa dell’Est, e ovviamente il discorso finale di Rocky IV), e loro ti guardano come se stessi parlando delle Guerre Napoleoniche.

Poi 20 minuti dopo ti soprendi quando di colpo, parlando di wrestling e pensando che la loro conoscenza parti con l’ultimo, pessimo, prodotto della WWE post attitude (senza Foley, the Rock e Stone Cold, l’era di Cena e Batista insomma), e loro ti parlano della WCW, crollata a meta’ anni 90, di Ultimate Warrior contro Hulk Hogan o addirittura dell’era degli anni 80.

A quanto pare al giorno d’oggi quella e’ la storia che insegnano cazzeggiando su wiki…

Tornando alla partita dopo due sconfitte consecutive nel nostro girone a quattro squadre, ieri abbiamo vinto 3-1 e siamo tornati in gioco per la qualificazione diretta e non per i ripescaggi delle terze.

Il campionato vinto (il primo in secoli qui nella societa’) e la dimostrazione di forza contro squadre di uno o due categorie superiori purtroppo hanno portato ramificazioni societarie.
Da settimana prossima il nostro allenatore, Sheldon Ford, diventara’ allenatore in seconda della prima squadra, e probabilmente l’anno prossimo, dopo aver preso il patentino ufficiale, diventera’ l’allenatore capo.

I giovani che ancora adesso mi circondano saranno dirottati nei Juniores (under 19), impegnati nella coppa di categoria, oppure saranno spostati per rinforzare le altre 3 squadre del settore sportivo.

E io? Dopo la partita i dirigenti mi hanno preso da parte e mi hanno chiesto di fare da chioccia alla prossima generazione di giocatori che arriveranno dagli under 17, dagli under 19, oppure quei giocatori che hanno talento ma zero personalita’ (colpa di un prodotto calcistico che vive di pubblicita’ di star come Kaka, Ronaldo e Beckham, ma si scorda di quella mandria di mediani alla Oriali…)

Mi hanno chiesto di fare il capitano con quei 2-3 over 30 che mi accompagnano da 2 anni a questa parte e far crescere la societa’. Chiuderanno una delle 6 squadre senior e faranno partire, questo mese, una specie di rivoluzione per rendere forti tutte e 4 le squadre.

Ma mentre mi parlavano, davanti ad una birra, io pensavo solo a tornare a casa, farmi un bagno caldo, e rilassare le gambe distrutte.
E pensare a quanto sia vecchio rispetto a questa generazione di giocatori che non capisce perche’ io mi commuovo guardando Fuga per la Vittoria

Olaf in tour

Vengo in Italia a Settembre, dal 14 mattina (un martedi’) al 21 pomeriggio (un altro martedi’).

Motivo? Anna, la mia amica di lunga data torinese, compagna di vacanze polacche indimenticabili dei primi anni 90, e poi, casi della vita, co-inquilina a Londra per qualche mese del dopo-Rob nel 2007, si sposa.

Vive a Monaco, in Francia, e il matrimonio si terra’ Venerdi’ 17. Io, con mia sorella, guidero’ da Milano verso la Francia per assistere alla cerimonia e al ricevimento (ovviamente su una barca).

Nel 2008, con Peter, futuro marito, erano venuti fino in Sudafrica per assistere al mio di matrimonio, e mi sembra il minimo ringraziarli facendo altrettanto.

Ho aspettato fino all’ultimo per comprare il biglietto, sperando di trovare offerte clamorose post-mondiali, ma ho dovuto rassegnarmi ad uno dei pochi voli che non mi obbligavano ad andare via Dubai per stopover di 8-10 (ma anche 20!) ore.  Oppure via Madrid (gli aerei Iberia targati Campioni del Mondo proprio non mi andavano giu’).

Il tempo e’ prezioso, e sprecarlo in un aereoporto arabo mi sembrava un delitto. La scelta finale e’ caduta sulla Lufthansa, compagnia aerea tedesca che non ho mai provato.

Sapete come al solito come potrete contattarmi. Spero sinceramente di organizzare per Domenica 19, di ritorno da Monaco, una bella grigliata con le solite facce storiche (e, nel caso di Tyson, nuovo cane di casa Olgiati, e Alice, figlia di Giuseppe e Claudia, qualche faccia nuova).

Altrimenti mi troverete al Texas, a bere e rilassarmi…

In 2001
Dicembre 2001, la prima volta in Italia da Londra

Finally in London, 2004
Incontro a Londra nel 2004

2005 Olaf, Olga and Anna
2005 a Londra

2005 Olga and Anna
2005 con Olga di ritorno dal Brasile

2008 Olaf and Lindsey's wedding
Al mio matrimonio (con Peter)

I segreti sudafricani: le terme di Bela Bela (fu Warmbaths)

Per il 32esimo compleanno di Lindsey, dopo un’estate in cui tutto sommato, tra coppa del mondo, calcio e problemi famigliari vari (la nonna di Lindsey in ospedale, un suicidio in un ramo della famiglia, i due gatti della sorella di Lindsey che muoiono nel giro di 3 settimane colpiti da qualche malattia felina), avevo deciso di portarla via da casa per passare un weekend lontano da tutti e tutto.

Bela bela we are coming!
Bela Bela stiamo arrivando

Il problema dell’invasione turistica della coppa del mondo (ah, la magia ormai e’ passata, con migliaia di dottori, infermieri e insegnanti che vogliono assurdi incrementi e stanno scioperando da settimane, mentre negli ospedali pubblici la gente continua a morire) e che i prezzi sono saliti di molto rispetto al 2009 e che decisamente non scenderanno in poco tempo.

Cosi’ trovare soluzioni turistiche, anche in bassa stagione, era un problema. Grazie ai consigli dei miei compari di calcio, e ad una veloce indagine su internet, ho trovato il posto perfetto per un weekend invernale: le terme di Warmbaths, o Bela Bela, a soli 150km da qui, nel sud del Limpopo, tra l’altro una delle regioni sudafricane in cui non ero mai andato.

Steam everywhere
La fonte originale

Lindsey by the source
Vapore dovunque

By the big warm fountain
Chi ha detto che l’iphone non fa foto interessanti?

Nonostante siano famose tra i locali (soprattutto Afrikaneers), sono state tutto sommato ignorate durante il mese della coppa del mondo. I prezzi per passare l’intera giornata sono rimasti ridicoli (50 rand a testa, circa 5 euro), e per rimanere li’ due giorni, in uno chalet provvisto di cucina completa e televisore, mi hanno chiesto 120 euro per l’intero weekend, incluso l’accesso a tutte le terme 24/7 e l’utilizzo di qualsiasi infrastruttura.

Scoperte nel 19esimo secolo, le terme sono presto diventate l’unica attrazione turistica di un’area abbastanza povera. La presenza di circa 11 piscine di dimensioni varie (alcune con scivoli, altre semplicemente con acqua calda) e la costruzione di terme indoor (modellate a quanto pare su una simile struttura a Baden Baden in Germania), oltre ad alloggi sul laghetto interno e percorsi di golf e vari safari, hanno reso il posto celebre specialmente tra i residenti di Pretoria.

The main pool
La piscina principale

Winter in South Africa
Inverno in Sudafrica…

Ho passato insieme a Lindsey un weekend immerso nell’acqua calda (circa 42 gradi nella piscina esterna, fino ai credo 55 di quella interna) e sul lettino della massaggiatrice della spa locale. Abbiamo mangiato nei ristoranti locali e cucinato (solo una volta…) nello chalet sul lago, e camminato sui vialetti che collegavano i vari parchi con laghetti e piscine.

Another nice view from our cabin
Vista dal nostro chalet

In warmbaths
Eccomi in tutto il mio rilassato splendore

Sabato avrei dovuto sentirmi in colpa (l’assenza di altri 8 giocatori, andati a vedere il Sudafrica perdere in casa a Soccer City con la Nuova Zelanda nel tri-nations di rugby ha costretto la squadra a perdere 0-3 a tavolino), ma, immerso nell’acqua calda e lontano da qualsiasi computer, per una volta non me ne fregava niente…

Lindsey and I in warmbaths
Sul lago

A random warthog by our doorstep
Un facocero si presenta alla nostra porta

Tutte le altre foto le trovate qui : http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157624663982561/

Giardino. Questa volta sul serio.

Giocare un’altra partita come quella di Giovedi’, con nelle gambe ancora le botte, contro un’altra squadra di categoria superiore si e’ rivelato peggio di quel che credessi: sotto un solo cocente abbiamo perso 1-4 (2 goal negli ultimi 10 minuti quando eravamo immobili) e ora siamo terzi in un girone che qualifica i primi due automaticamente.

Per fortuna ho sempre qualcosa con cui distrarmi. Da inizio Luglio in poi (appena e’ andato via Ian da qui in pratica) mi sono messo in testa di rifare completamente il mio orticello dopo l’esperimento mezzo-riuscito dell’anno scorso.

Dopo oltre un mese e mezzo di duro lavoro durante i weekend e le pause pranzo, finalmente sono riuscito a trasformare questo:

Garden version 1.0
Giardino 1.0

In questo:

Final garden, germination phase
Giardino 2.0

Dopo aver passato l’intero Giugno a investigare su internet e leggere vari libri su come ottimizzare lo spazio per una raccolta migliore tra 2-3 mesi (una pessima Italia durante i mondiali ha aiutato un sacco a concentrarsi verso altre cose), ho deciso di costruire vasche rialzate, utilizzando concime e terra passate da un mio compagno di squadra che lo fa di mestiere. Ho completamente rifatto l’impianto di irrigazione ed ho piantato tutto quello che mi servira’ in futuro.

Ecco il dettaglio di queste settimane di duro lavoro:

Digging the new irrigation system
1. Spaccarsi la schiena

The new irrigation system is almost ready!
2. Rifare l’impianto di irrigazione

Digging, and digging, and digging
3. Scavare nel vecchio giardino

The new layout of the garden
4. Mettere giu’ il primo livello di mattoni

My new vegetable patch
5. Collegare l’impianto

Almost ready!
6. Altro livello di mattoni

Creating the path
7. Mettere giu’ il materiale per impedire alle erbacce di crescere sul vialetto (se vi chiedete cosa sia quella struttura in basso a sinistra, e’ la mia version della “fabbrica di patate”)

Adding some stones
8. Buttare sul vialetto 120kg di sassolini decorativi e 2 mesi di giornali come fondo per il nuovo orto

A vertical garden for herbs and the obelisks
9. Costruire piramidi per i pomodori e utilizzare una soluzione verticale per le erbe

Si ricomincia

Finalmente comincia la coppa di lega nel nuovo formato (ribatezzata "Supercoppa").
La nostra prima partita doveva essere Sabato ma e’ stato positicipata a Giovedi’ sera.

Tornare in campo,di sera, davanti al nostro pubblico di fedelissimi (la pizzeria e il pub del club situati a 10 metri dalle tribune aiutano nelle fredde serate immagino...) con in palio 3 punti nel mini-girone di qualificazione, era una sensazione che mi mancava. Odio giocare le amichevoli, vorrei che ci fossero sempre 3 punti in palio.

In campo contro il DRA Peace Makers (hanno nomi davvero strani in queste zone), squadra che gioca una categoria piu’ in alto di noi, le cose sarebbero state difficili sin dall’inizio.
Una squadra formata da neri, piu’ forti e veloci contro di noi (considerati squadra materasso del girone), ancora alla ricerca della forma migliore dopo gli eccessi del mese della Coppa del Mondo.

E invece, in puro stile underdogs, siamo riusciti a metterli alle corde dai primi minuti. Spingendo come folli, con un modulo (3-5-2) che richiede a me e all’altro centrocampista di correre e tappare tutti i dannati buchi che vengono creati quando attacchiamo in 4 o 5, abbiamo segnato 2 goal nei primi 20 minuti.

Poi, ovviamente, e’ stato tutto un assalto verso la nostra porta. I tiri in porta sono stati pochi, noi abbiamo fallito qualche occasione in contropiedi, e loro sono riusciti a segnare solo a 20 minuti dalla fine dopo che siamo stati ridotti in 10 per un fallo idiota di uno dei nostri.

Siamo riusciti a tenere fino in fondo e ci siamo guadagnati i primi 3 punti di un girone che, dopo 6 turni, portera’ alla fase successiva solo le prime 2 squadre (e le 2 migliori terze).

Le informazioni sui gironi sono qui.