Quei chilometri corsi sui campi…

Da tempo, quando vado a fare gare di qualsiasi tipo o ad allenarmi, tento di misurare distanza, velocita’ (e, recentemente, battito cardiaco) tranne app tipo runkeeper (questo e’ il mio profilo), o, nell’ultimo anno, utilizzando il mio fidato Garmin 910XT, essenziale per misurare discipline miste tipo triathlon (non credo il mio iphone sopporti l’idea di nuotare con me).

L’unico sport che mi mancava di misurare era quello principale, il calcio. 30 anni di carriera e non avevo nessuno strumento “legale” (impossible giocare una partita con l’iphone o il Garmin) per controllare le mie performance sportive.

Cosi’, durante il mio recente soggiorno londinese, ne ho approfittato per comprarmi un paio di Adidas (queste qui), praticamente il modello successivo alle Adisad Predator che compravo da anni. La peculiarita’ delle Predator Absolado LZ TRX FG era il supporto a micoach (l’app sportiva dell’Adidas) tranne lo speed_cell, una specie di chip bluetooth da infilarsi nella scarpa.

Risultato? Ho sempre saputo di non essere il giocatore piu’ veloce della squadra (mai stato), pero’, con gli 8km di media corsi durante le scorse due partite, sono sicuramente quello che si sbatte di piu’!

Durante la partita contro il Randburg A (vinta 2-0, con un goal segnato da me):

Panorama vs Randburg 30.07.2014

Panorama vs Randburg B 06.08.2014

Durante la partita contro il Randburg B (persa 3-1):

Panorama vs Randburg B 06.08.2014

Panorama vs Randburg 30.07.2014

Eugenio a settanta

Dopo una settimana a Londra, e qualche giorno in giro per la costa ligure, finalmente io e Lindsey tornavamo a Canegrate per il vero motivo della nostra visita: il compleanno di mio padre.

L’idea era di festeggiare il suo 70esimo circondato dalla famiglia e alcuni amici invitati per l’occasione. Dopotutto era il primo di tre fratelli a sopravvivere fino ai 70 (mio zio Giulio era morto nel 1992 e mio zio Tino nel 2009, entrambi prima di arrivare alla fatidica cifra) e anche la dimostrazione che, nonostante tutto, si puo’ vivere continuando a fumare e bere vino e grappa.

Family picture

 

Anche mia madre si fa vedere per l’occasione speciale

Per me era un’occasione speciale visto che i compleanni della mia famiglia continuo a saltarli da anni, non essendo mai in zona o organizzando viaggi prima o dopo le feste. Cosi’, per una volta, ho lasciato a mio padre il compito di cucinare la carne sulla griglia mentre Olga organizzava gli antipasti e i cocktail, Lindsey pensava alla sua specialita’ (cupcakes) e io mi davo da fare con uno dei classici anglosassoni, poco diffusi in Italia: la pancia del maiale al forno (pork belly, cucinata spesso da queste parti).

A solution for warm beer

Olga pensa a tenere fredda la birra

Trovare il taglio giusto in Italia (cotenna + grasso + carne + costole) si era rivelata una missione quasi impossible a Maggio, ma stavolta, grazie all’organizzazione di Giamba, ero riuscito a procurarmene 2 chili a prezzo da scarto (5 euro al chilo…).

The Garibaldi jug

 

Un cocktail geniale di mia sorella

Cosi’ dopo 5 ore in forno (mentre intanto me ne andavo a correre con Beppe al parco di legnano), potevo tirarla fuori e impressionare gli invitati che mai avevano nella loro vita mangiato la cotenna abbrustolita con della carne di maiale deliziosamente cucinata per ore.

Raosted pork belly

 

2 chili di pancia di porco quasi pronti

Il risultato era incoraggiante, visto che in meno di 10 minuti 2 chili erano stati fatti fuori.

Everyone please smile

 

Buon compleanno!

Come ad ogni festa degli Olgiati, l’alcool scorreva a fiumi, e io e Davide continuavamo a bere whiskey dopo aver fatto un brindisi iniziale a base di Pimm’s portato da Londra qualche giorno prima.

Pimms glory

 

Pimm’s per tutti

La carne continuava ad apparire sui tavoli quasi magicamente, e salsicce e costine sparivano in un battibaleno.

The Olgiati reunion

 

Brindisi dopo aver mangiato

L’arrivo di Beppe (e poi addirittura di Massi con figli e futura moglie) completava la collezione di facce per il 70esimo, e tutti si davano da fare per mangiare i numerosi dessert.

Cake and cupcakes

 

La torta comprata da Olga e i cupcakes di Lindsey

Old school reunion

 

Con Massi e Beppe

Finivano cosi’, con mio padre quasi in lacrime per la bella festa, le due settimane europee per me e per Lindsey. Il giorno dopo giungeva il momento di partire, per tornare nella fredda Johannesburg dopo due settimane fantastiche….

A happy Lindsey

L’ultima uscita sotto la pioggia di Lindsey per andare a prendere un ultimo gelato

 

Zero 2 Hero, sulla Mountain Bike con Lindsey

L’inverno sta finendo. Ancora qualche settimana e finalmente potro’ tornare a dormire in mutande (l’assenza di riscaldamenti all’interno delle case in Sudafrica e’ sempre un problema).

Se l’inverno se ne va via, vuol dire che la stagione sportiva diventera’ via e via piu’ intensa. Il campionato di calcio continua, ma i triathlon e le gare di corsa e bici mi impegneranno durante i prossimi mesi.

Come l’anno scorso, ho iscritto Lindsey alla classica gara di Mountain Bike (MTB challenge, sponsorizzata dalla stessa societa’ che si occupa della famosa 94.7 su strada). A differenza dello scorso anno, Lindsey mi ha chiesto di fare qualche allenamento (o gara) in modo da essere pronta successivamente.

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

All’entrata del parco

La gara che avevo come “riscaldamento” e’ stata la “zero 2 hero“, a una ventina di chilometri da qui. Si svolgeva all’interno dell’Heia Safari, una fantastica struttura in cui zebre, giraffe e springbok girano liberamente all’interno, abituati alla presenza umana. Nel 2008 avevo portato mio padre, Olga e la sua amica sera a rilassarsi qui durante lo stressante periodo del matrimonio…

Il percorso non era mostrato sul sito e non avevo idea di quanti chilometri, dei 25 totali, sarebbero stati difficili per Lindsey.

Risultato: almeno 24! La gara, all’interno dell’Hero Adventure Park (una nuova struttura per MTB e nuotate nel lago), si svolgeva praticamente tutta all’interno di piste singole, su roccia o all’interno di sentieri strettissimi, con salite ripidissime e discese abbastanza pericolose. A differenza del mio compare, ed esperto di MTB, Curtis, io da sempre preferisco gare in cui posso prendere un’andatura e andare avanti con un passo simile. Buttarmi a capofitto su discese abbastanza pericolose con la mia MTB senza sospensioni e’ da sempre un problema. L’Xterrra, il triathlon off road che faccio ogni anno, ha un percorso misto, in cui lunghe sessioni di pedalate sui campi si intrecciano con pochi spezzoni tecnici. In questo caso, il percorso era tutto tecnico.

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

Lindsey pedala mentre uno springbok osserva

Se era difficile per me, potete immaginare per Linsdey, non piu’ abituata a pedalare. Dopo un inizio difficile, Lindsey riusciva a trovare qualche tipo di forza interna per continuare solo dopo continui incoraggiamenti e quando il percorso si apriva un po’. Fortunatamente partivamo nell’ultimo gruppo, evitando la frenesia dei sorpassi sui sentieri collinari.

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

Sul ponte!

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

In salita sul sentiero

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

A pochi chilometri dall’arrivo

Alla fine chiudavamo insieme in circa 3 ore e mezzo (al ritmo di 7km all’ora!). Lindsey era dolorante ma felice del risultato, mentre io potevo finalmente rilassarmi sapendo che mia moglie non si era sfracellata durante un percorso di questo tipo…

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

Con le nostre medaglie

Zero to Hero MTB Festival 2014

 

Un’altra medaglia per la collezione famigliare

Ecco qui Lindsey mentre attraversa il laghetto, pochi istanti dopo aver visto un partecipante finire con la bici nell’acqua:

6 anni con Bruce e Cucciola

Non me ne ero neanche accorto, ma dopo che Lindsey me lo aveva fatto notare questa mattina, oggi era il “compleanno” dei nostri cani (Benjy e’ arrivato solo nel 2011). Probabilmente ero troppo preso con il lavoro e il rapporto del nostro viaggio italiano.

6 anni fa, proprio  in questo giorno, andavamo a prenderli da FORA (un canile privato dove i cani abbandonati non vengono uccisi dopo 2 mesi come in quello statale), lo stesso giorno della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino del 2008!

In 6 anni ne abbiamo passate di tutti i colori insieme. Siamo andati a Cape Town per il matrimonio di Kirsten (guidando migliaia di chilometri prima via deserto del Karoo, poi via Garden Route), siamo stati fermati in Lesotho e ci siamo tenuti compagnia durante alcuni periodi difficili.

Certo, tra varie operazioni (soprattutto Cucciola, ma anche Bruce non ha scherzato) ci hanno fatto preoccupare e ci sono costati un sacco. Quest’anno il budget che doveva finire per installare una stufa all’interno del soggiorno e’ stato completamente usato per operare Cucciola al legamento rotto….

Ma non importa. 3 anni fa alla famiglia si e’ auto-aggiunto Benjy, e da ormai pensare ad un futuro senza cani mi sembra quasi impossibile…

Di tutte le centinaia di foto fatte, la mia favorita rimane sempre questa:

Puppies crossing the bridge

Road trip – parte 3: Pisa e colline toscane

Lasciare le Cinque Terre dopo solo 24 ore era un peccato. Avremmo voluto volentieri passare almeno due-tre giorni in piu’, ma con una sola giornata disponibile prima del ritorno a Canegrate, era impossibile.

Tornati a Levanto per riprenderci la macchina, guidavamo in direzione di La Spezia, per poi decidere, invece di andare direttamente a Pisa, di fermarci a Marina di Carrare giusto per rilassarci un attimo.

Con un caldo bestiale (a quanto pare la settimana passata in Italia e’ coincisa con l’unica settimana di sole cocente, tra piogge prima e dopo), l’idea di sederci un attimo in spiaggia, mangiare qualcosa, e fare qualche foto era attraente.

Peccato che la maggior parte dei pezzi di spiaggia fossero privati, in puro stile italiano, e anche camminando una mezz’oretta non riuscivamo a trovare nessuno posto libero, tranne un molo invaso da studenti squattrinati e pensionati. Tentare di far capire a Lindsey il concetto di “litorale privato” (da Cape Town a Durban la maggior parte delle splendide spiagge sudafricane sono libere) era impossibile, e con un mare davvero sporco rispetto a quello intorno alle Cinque Terre e prima ancora a Monaco, la voglia di nuotare spariva. Qualche settimana dopo, tornato in Sudafrica, arrivavano notizie del divieto di balneazione a Viareggio, a 40km piu’ a Sud…

So hot here...

 

L’unico pezzo di “spiaggia” libera a Marina di Carrara

Tornati in macchina arrivavamo a Pisa poco dopo, trovando ben poco traffico. Lindsey da sempre desiderava fare una di quelle foto da super turista con la torre di Pisa (immagino faccia parte della sua bucket list), mentre io mi divertivo un po’ a fare foto al resto dei turisti da prospettive sbagliate.

Holding up the tower

 

Lindsey e la torre di Pisa

More weirdos

 

Qualche strano ballo…

A Pisa credo che oltre alla Piazza dei Miracoli (che comprende la torre,  lo splendido Battistero  e il Duomo, spesso tutte ignorate per colpa della torre) non ci sia piu’ niente. Guidando verso Pisa, sull’unica strada disponibile, sembrava di essere in un paese di campagna, vista la mancanza di palazzi o uffici che indicavano la presenza di una citta’. Grazie al profilo piatto la Torre appariva dopo neanche 15 minuti, offrendosi allo sguardo dei turisti anche da lontano.

By the Tower

 

Di fronte alla torre

La giornata era ancora calda, e dopo un’ora passata a fare foto, mangiare gelati e riposarci sotto l’ombra della torre, sul morbidissimo prato (in teoria vietato) circostante, salutavamo torre e piazza per dirigerci verso l’ultima tappa del nostro viaggio: l’agriturismo Podere le Pialle, lassu’ sulle colline toscane a 20 minuti da Firenze.

Arrivarci era un’impresa. Dopo un calcolo sbagliato dell’autonomia della macchina, ci siamo ritrovati a salire su strade collinari sperando di trovare il posto, non segnalato sul TomTom, senza perderci.

Con Lindsey alla guida e io a leggere e chiedere direzioni, arrivavamo giusto in tempo per la cena. Il posto era davvero splendido. Isolatissimo, con una piscina con vista sulla valle all’interno di un agriturismo che, a quanto pare, cercava di produrre la maggiore parte dei prodotti in loco (e il wi-fi gratis era un bonus).

The main entrance of the Podere

 

L’ingresso del Podere le Pialle

Franco e Gabriella (quest’ultima con esperienze sudafricane) erano fantastici nel renderci a nostro agio e servirci cibo eccezionale, condendolo con storie di tutti i tipi.

Time to eat!

 

Fame da lupi

The local wine

 

Un ottimo vinello

Io e Lindsey andavamo a dormire nella nostra stanza enorme stanchi ma soddisfatti di avere trovato questo fantastico posto cosi’ sperduto sulle colline.

Finally some isolation

 

Piscina con vista colline

Hard to say goodbye to such a beautiful place

 

Un po’ di relax prima di risalire in macchina

Come durante tutto il viaggio, il giorno dopo era un peccato lasciare il podere. Dopo una colazione succulenta e un ultimo tuffo in piscina, tornavamo in macchina e, con Lindsey alla guida, discendavamo le colline in folle per ottimizzare l’utilizzo della benzina. Dopo 8 km trovavamo finalmente un distributore aperto, e dopo qualche problema (non avevo la minima idea di come aprire o chiudere il serbatoio!) eccoci ancora in strada, direzione Milano, per preparare la festa per il 70esimo di mio padre, vero motivo della nostra presenza italiana in questa estate del 2014…