Vacanze di Natale 2011: in Italia, ovvero famiglia, amici, nostalgia, salame e alcolici

Ci sono voluti un po’ piu’ di giorni per rimettersi a pari con lavoro e casa.
In tre settimane di sole e temporali qui in Sudafrica il giardino e’ diventato una giungla, e l’orto ha conquistato aree e altezze che non credevo possibili.

Ora che ormai un numero immenso di foto sono su facebook (diventato uno strumento indispensabile per condividere immagini e tags), e flickr (per chi non ha facebook), trovo anche il tempo di scrivere qualcosa di questa fantastica esperienza invernale europea.

Su flick trovate tutto qui: http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157628749415715/

Sono riuscito, insieme a Lindsey,a rivedere quasi tutte quelle persone che volevo incontrare. A questo giro ho fallito soltanto con il gruppo veneto (i miei vecchi compari Mauro, perso col lavoro, Alessia, ormai milanese, e Gualtiero, praticamente sposato) , ma purtropppo incastrare il tutto era davvero impossibile.

Durante Dicembre, e inizio Gennaio, l’Italia e’ stata la mia base per le altre spedizioni, quella Londinese e, dopo Natale, quella Polacca. Ovviamente il fulcro del viaggio e’ stato il periodo di Natale.

In Ethiopia!

Arrivati in Italia via Etiopia dopo un viaggio tutto sommato molto meno stressante di quello che entrambi credevamo possibile (la mancanza di video individuali mi ha convinto a passare le 12 ore di volo, 6 verso Addis Ababa, altre 6 verso Milano a leggere il bellissimo 11/22/63 di Stephen King) e, dopo una prima serata al solito Texas Pub, siamo partiti meno di 24 ore piu’ tardi verso Londra (di cui parlero’ piu’ tardi).

Al ritorno da Londra, 7 giorni piu’ tardi, sono partite immediatamente le preparazioni per il pranzo di Natale, organizzato come al solito (almeno ogni volta che torno, ogni due anni) a casa di mia zia e Renato. A quanto pare era da almeno 20 anni che non avevamo cosi’ tanti partecipanti. Grazie a figli nati da cugini, e la presenza di Lindsey, il numero rispecchiava quello del 1991, quando erano ancora in vita i miei zii, e mia nonna.

La sera del 23 e’  stata come al solito passata al Texas, per festeggiare il compleanno di Beppe (a mezzanotte), in compagnia di quasi tutti, inclusi Mera e Luciana, sposini (quasi) novelli.

Happy birthday Beppe!

Il giorno dopo, alla vigilia , proprio come due anni fa, ho portato Lindsey alla messa di mezzanotte (giusto per mantenere le tradizioni italo-cattoliche, da italiano all’estero qualcuno deve farlo per forza), stavolta a Legnano, alla basilica di San Magno, dove, dopo la veloce messa (30 minuti), ci siamo fiondati sui panettoni e vin brule’ a gentile disposizioni dei partecipanti.

With mulled wine

Potete tutti immaginare come e’ andata la giornata successiva: seduti alle 11.30, i culi sono stati rialzati solo in tarda serata. Le pance erano piene, i piatti vuoti, e il livello alcolico (vino, grappa, cocktail, il solito miscuglio) eccessivo.

Coinvolgere Lindsey in un pranzo famigliare e’ sempre un piacere, soprattutto quando la maggior parte del cibo, cui io sono abituato da secoli, impressiona positivamente anche lei.

The whole family!

Perfection

Certo, la mancanza di qualsiasi tipo di insalata (contorno essenziale in qualsiasi tavolo sudafricano, da Gennaio a Dicembre) si e’ fatta sentire, ma, come avevo suggerito a Lindsey, a casa Olgiati l’insalata viene sostituita con l’affettato e bagnata col vino, in pieno stile natalizio.

Cousins
Rivedere tutti i miei fantastici cugini (incluso Davide, tornato dall’Afghanistan con un bottino mica male di storie e foto) mi ha fatto andare in modalita’ nostalgia, e come al solito abbiamo passato troppo tempo a ricordare i bei tempi andati di quando eravamo tutti (beh, quasi) bambini e di come il Natale fosse ancora piu’ speciale. Per questo apprezzo notevolmente gli sforzi fatti per riunirsi tutti insieme una volta ogni tanto…

Davide, back from Afghanistan

Qualche giorno piu’ tardi, dopo qualche giornata passata a rilassarci a Canegrate, siamo partiti per la Polonia, e siamo tornati la sera del 31. Ancora una volta, come durante quasi tutta la nostra permanenza, a sbattersi per portarci in giro da un aereporto all’altro e’ stata mia madre, la mia autista personale, che Lindsey e io ancora ringraziamo (che ci ha costretti ad un brindisi serale all’aereporto di Bergamo, e come si fa a dire di no?).

Stanchi morti ci siamo presentati (o meglio, imbucati) ad una festa di capodanno a casa del mio compare Giamba, dove abbiamo alzato la media eta’ di almeno 10 anni!

With Giamba and Claudia

Con a disposizione qualche serata, sono addirittura riuscito a farmi invitare a cena da Massi (ormai padre di un bambino chiamato Raul, come il fratellastro di Ken Shiro), da Beppe (reduce da 3 mesi di avanti e indietro in Germania, con Claudia e un’Alice ormai capace di comunicare in maniera quasi normale) e rivedere pure Paolo, che non ero riuscito a salutare l’anno scorso (in una casa nuova, con 3 figli e Verusca).
Senza contare i pomeriggi passati a parlare con mio padre e mia sorella, occasioni che di solito si limitano a pochi minuti durante le mie telefonate domenicali, ma che stavolta sono durate decisamente piu’ della media, almeno fino a quando Tyson, il cane di famiglia, non ha preso il sopravvento.

Tyson and Lindsey

With Paolo

Sono stati giorni stressanti (prima e dopo le partenze), piene di bevute al Texas, a casa mia, in ristoranti (con mia mamma) e a casa di altri, guidando dopo 16 mesi sulla parte opposta della strada (alla fine ho solo sbagliato due rotonde e preso un senso unico dall’altra parte).

Sono stati giorni in cui ho rivisto la mia famiglia (che mi manca sempre, anche se poi mio padre piange se glielo dico), i miei amici (che vorrei fossero sempre a portata di macchina) e il reporto gastronomico di qualsiasi supermercato (salame a prezzi ragionevoli, mi manchi pure tu!)

It's late at night...

Sono stati giornate senza sole, ma anche giornata in cui il sole non sarebbe servito a niente:  portare Lindsey in giro in luoghi della mia infanzia (il parco Castello di Legnano, i quartieri decenti di Canegrate, dalla parte giusta della stazione) mi ha scaldato l’animo senza bisogno di avere aiuti da cielo. Senza scordare l’ultimo pomeriggio, in cui tutti e quattro (io, mio padre, Olga e Lindsey) ci siamo messi a cucinare un pranzo incredibile: semplicemente la ciliegina sulla torta!

P1050721

Certo, l’Italia mi manca. Ma tornare ogni volta rende l’esperienza speciale (e so gia’ che stare piu’ a lungo mi farebbe tornare in mente i motivi per cui ho lasciato tutto indietro…).

By the Duomo

Buon Natale e Buon Anno (in ritardo clamoroso). Ci vediamo forse tra qualche mese…

10 anni, una foto (ciao Italia)

10 anni fa, quando le torri a New Tork crollavano, io manco me ne accorgevo. Mentre il mondo di colpo diventava molto meno innocente e molto piu’ bastardo, io stavo accompagnando Gualtiero in stazione per salutarlo, dopo una serata di addii, alcool e abbracci.

Il giorno prima (il 10 Settembre), scattavo questa foto:

10 years ago

Il giorno dopo, il 12 settembre, partivo per Londra.

L’11 settembre mi ero svegliato con un mal di testa tremendo. Troppo vino, troppi alcolici, troppo cibo, troppo tutto. Guardate quella foto li’ sopra: vedo Paolo, ora padre di tre figli (e sposato), vedo Mera coi capelli normali (sposato), vedo Davide coi capelli alla Gesu’ Cristo, prima di decidere di andare a militare, finire il servizio, prendere la laurea e rientrare nell’esercito che lo ha portato in Afghanistan l’anno scorso.

Vedo Gualtiero sorridere (non ci vuole molto, basta del vino!). Vedo Beppe (pre-Claudia e Alice). Davanti al frigo, molto piu’ piccolo di quello attuale, c’e’ Massi, con la fiamma di allora. Poi Marco, che l’anno dopo sarebbe venuto a trovarmi a Londra per provare a fare la stessa cosa.

Marzia, la padrona di allora del Texas Pub, guarda verso la macchina fotografica (una Kodak a 2 megapixel costata 600.000 lire su ibazar, l’ebay italiano di allora!). Mattia (Pucc), come al solito ignora tutto e offre la sua crapa lucida all’obiettivo.

Mia mamma (quando ancora viveva sotto lo stesso tetto di mio padre), e’ indaffarata in cucina.

Mi sarebbe piaciuto poter allargare la foto e includere anche Olga, settimane prima di iniziare la sua carriere decenalle di barista, e Luca, il suo ragazzo di allora. Mio padre? Fuori con Bart a darsi da fare sul barbecue.

Sono passati 10 anni signori. Tutti si ricordano dov’erano il 9/11, io mi ricordo il giorno prima, e quello dopo. La magnitudine dell’evento non mi avrebbe colpito per settimane, grazie al silenzio stampa di giornali scritti in una lingua che capivo a malapena.

Negli anni successivi (londinesi) avrei riallacciato rapporti con persone che in quella foto mancavano per stupide incomprensioni, e aggiunto altri amici. Qualche anno piu’ tardi, sarei partito per una destinazione ancora piu’ lontana, moltiplicando le distanze e le difficolta’ di tenersi in contatto. Nel 2017 festeggero’ i 10 anni nel terzo mondo. Ma anche 16 lontani dal mio paese natio… (che, anche se sta andando leggermente in merda, continuo a voler bene)

Mi piacerebbe passare 10 minuti con l’Olaf di allora, che aveva capelli decolorati e indossava una maglietta dei Limp Bizkit, poi diventata pigiama qualche anno piu’ tardi. Ma non credo che avrebbe tempo per me, l’Olaf del 2001 semplicemente guarderebbe il futuro con un bicchierozzo di vino in mano perche’, 10 anni fa, tutto era possibile.

10 years ago
Qui sopra, Olaf, versione 2011

I posti che mi mancano: Poznan

In Europa non torno ormai dallo scorso Settembre (forse dovrei tornare a Giugno), e in Polonia non torno addirittura dal 2009. Considerando che l’anno prima la mia visita post-matrimoniale dai miei nonni si e’ fermata a poche ore dalla partenza per colpa della varicella (maledetta!), le mie visite annuali sono diventate sempre piu’ rare.

Nel frattempo mio nonno e morto (senza aver potuto conoscere Lindsey) e mia nonna sta iniziando a sentire il peso degli anni, da sola a Poznan. Per fortuna ho ancora qualche caro amico che vive li’ (Dominik, venuto qui nel 2008 per il mio matrimonio), altrimenti sentirei il distacco dal mio altro paese di provenienza crescere a dismisura ogni anno.

Immaginate il mio stupore quando il Sunday Times locale stampa un’articolo che parla proprio di Poznan:

Poznan's article on the Sunday Times in South Africa

Poznan's article on the Sunday Times in South Africa


Mi manca Poznan. Ho visitato in gioventu’ la maggior parte della Polonia, e non ho mai avuto dubbi che come citta’ e’ una delle migliori.
Storica capitale del regno Polacco (dopo Gniezno e prima della pessima Warszawa, o Varsavia o Warsaw per tutti voi), con architettura ispirata a quella italiana (avevano importato un sacco di architetti italiani ai tempi…), Poznan rimane una delle citta’ migliori per rilassarsi o divertirsi.

Senza l’opulenza delle costruzioni sovietiche della capitale (il Palac Kultury da piccolo mi ricordava un’astronave di mattoni…) e senza l’assalto turistico di Krakow (Cracovia) per l’arte,  quello invernale a Zakopane per lo sci o quello inglese lungo le spiaggie del Baltico, come citta’ rimane la migliore per vivere.

L’ultima volta che sono tornato non avevo avuto nessun problema a percorrerla a piedi, ricordando a memoria tutti quei passaggi e scorciatoie che da bambino diventavano il modo piu’ facile per andare da un punto A (il cortile) ad un punto B (qualunque altro posto lontano da casa, ma sempre a meno di 30 minuti di distanza).  Mi ricordo ancora tutte quelle volte in cui i cortili avversari venivano sfidati ai giochi piu’ assurdi (ho imparato a lanciare il coltello a 6 anni durante quella specie di campionati) e per arrivare li’ si poteva passare sotto terra (utilizzando i bunker sotterranei che collegavano tutti il quartiere) oppure scavalcando muri su muri.

Mi piacerebbe tornare li’ con Lindsey per farle vedere i luoghi in cui tutto sommato sono cresciuto.
3 mesi ogni anno per 18 anni (tranne il 1986,  l’anno di Chernobyl) , 2 visite lunghe con mio cugino Davide passate a girare la Polonia in treno e a piedi, con tenda sulle spalle, e poi visite sempre piu’ corte fino ad arrivare ad oggi.

Mi sa che al prossimo giro in Europa mi tocchera’ davvero di prendere una settimana intera e far vedere a Lindsey una delle piu’ belle nazioni europee…

Intanto, vent’anni fa, in Polonia, Olaf aveva uno stile tutto suo

Ho notato che di colpo
l’articolo scritto semplicemente per festeggiare la vittoria del Lech Poznan
nel campionato polacco e’ stato preso d’assalto dai miei vecchi compagni di tifo (di cui solo uno riuscira’ a leggere questo articolo in italiano).

Visto che le foto non hanno bisogno di traduzioni, eccone due direttamente da quei vecchi tempi (inizio anni 90, ormai quasi vent’anni fa!)

At the Lech Poznan's stadium in the early 90's
Durante una partita del Lech Poznan allo Stadion Miejski (quando ancora aveva le lunghissime panche di legno per i tifosi, prima dell’upgrade da 17000 a 45000 per gli Europei del 2012).
Ah, quello con gli occhialoni a sinistra e la maglia degli Stati Uniti del 1990 vinta con i punti di “Vinci Campione” sono io.

Summer of 1993
Prima di una partita a 5, con maglie portate dall’Italia (del Milan, ovviamente). Notare cappelloni e baffettino, modello Ross nei flashback di Friends.

Quasi 2 anni dopo

Tra poco saranno 2 anni da quando mi sono sposato. Il sito ufficiale e’ ancora online e per festeggiare come al solito io e Lindsey andremo a passare una mezza giornata alla spa situata nello stesso posto in cui ci siamo sposati (Glenburn Lodge).

Domani arrivera’, con quasi 2 anni di ritardo, uno degli ospiti che non era riuscito a venire in tempo nel 2008: Mauro, un mio amico veronese del mio periodo veneto (intorno al 98, una vita fa!).

Era un periodo particolare: passavo i weekend a farmi 400km con tappe obbligatorie a Verona, Padova e Bassano del Grappa (e Vicenza ogni tanto) giusto per passare un po’ di tempo in compagnie di Mauro, Gualtiero e Alessia a bere Red Bull (allora in vendita solo in selezionati supermercati veneti!), visitare agriturismi sperduti nelle campagne circostanti, ascoltare una selezione di mix-tape dove Neffa (pre La Mia Signorina) la faceva da padrona, e generalmente cazzeggiare, terminando ogni tanto a dormire a casa della gentile famiglia di Alessia.

Era il mio periodo pre-militare, dove poi tutto sarebbe cambiato.
Riguardo quel centinaio di foto fatte insieme, in epoca pre-digitale, pagate oro dal fotografo di fiducia e poi scannerizzate a risoluzione bassissime cosi’ da poterle spedire via email tramite modem analogico, e ripenso che, alla fine, erano tempi davvero spensierati.

Poi tutti abbiamo preso strade diverse. Io sono finito Bersagliere, e poco dopo sarei partito per Londra. Gualtiero avrebbe finito di studiare, per poi diventare professore. Mauro idem, per poi continuare nella ricerca di quell’anima gemella che ancora gli sfugge.
Alessia, dopo aver vissuto in Spagna e a Roma, sarebbe tornata nel nord italia per intraprendere (con successo) la carriera di produttrice di video musicali.

Da quando mio padre venne qui nel lontano Ottobre del 2008, non ho avuto nessun ospite in Sudafrica.
I tempi londinesi, in cui regolarmente ogni mese avevo qualcuno a convidere un buco di stanza per un weekend, sembrano davvero lontani…

Camping

Campeggio nel 1998

By Putney Bridge, 2004

Gualtiero a Londra nel 2004

Mauro in London, 2004

Mauro a Londra nel 2004

Olaf and Alessia, 2005

Alessia a Londra nel 2005

Hey Team Reunion Christmas 2005

Reunion Natale 2005

Hey Team Reunion Christmas 2005

Reunion Natale 2005