Road trip – parte 1: Monaco

Una volta atterrati da Londra, dopo una settimana – tranne il weekend – passata a lavorare (non Lindsey, lei si e’ divertita anche li’), prendavamo un’automobile a noleggio pronti per partire il giorno dopo, di prima mattina, in direzione Monaco, dalla mia carissima amica Anna (l’ultima volta che ero andato a trovarla a Monaco era per il suo matrimonio), per la prima tappa di 4 intensi giorni.

Ready to go with our 500 rental

 

La solita 500 che mi danno ogni volta

Con una 500 – a quanto pure l’unico modello di macchina disponibile ogniqualvolta torno in Italia – partivamo da Canegrate per andare in direzione Alessandria e poi Savona, saltando completamente la pessima tratta genovese. Nonostante qualche spavento (la ruota di un tir ci esplodeva davanti, causando attimi da infarto), arrivavamo in meno di 5 ore a Monaco, in Francia.

Here we are!

 

Arrivati!

Monaco la conoscete tutti, soprattutto per il GP. E’ una cittadina / nazione indipendente  di  30.000 abitanti affacciata al mare, con un microclima creato dalle montagne circostanti, piena di persone abbastanza ricche.

Qualche anno fa Anna abitava con suo marito Peter nella citta’ vecchia, sulla rocca di fronte al castello, ma per vari motivi si sono spostati recentemente nella parte “nuova” (ovvero uno di quei palazzoni con vista mare che vedi davanti al molo / spiaggia).

Dopo aver parcheggiato all’interno del cortile (un lusso da queste parti), Anna ci portava al 25esimo piano, da dove potevamo ammirare praticamente tutta Monaco. Il panorama dalla stanza da letto e dal soggiorno era davvero incredibile.

Posing by Anna's balcony

 Lindsey sul balcone di Anna

Monaco looks quite beatiful

 

La vista dall’appartamento di Anna

Arrivato Peter con la spesa (fatto ovviamente in Italia, inutile sprecare soldi a Monaco), uscivamo per camminare lungo il porto e la spiaggia.
Quando venni qui nel 2010, la mia esperienza monegasca si fermo’ alla rocca (dove Anna si sposava) e al molo (dove c’era il party e l’albergo). Passeggiare adesso con Lindsey passando per posti come il Casino, i viali nascosti della cittadina vecchia e lo Yacht club, ascoltando le storie di Peter e Anna, era un modo favoloso per riscoprire la citta’.

Some buidlings in Monaco

 

In giro per Monaco

 

With Anna and Lindsey

 

Con Anna e Lindsey davanti al casino

By the famous GP tunnel

 

All’entrata del classico tunnel del GP di Monaco

Dinner with the Bentleys

 

Cena con Peter

Dopo una fantastica cena sul balcone offerta dai coniugi Bentley (trofie al pesto, burrata, gelato fatto a mano..) il giorno dopo Lindsey, Anna (ho gia’ detto che e’ attualmente incinta di 6 mesi? no? ecco, ora lo sapete) e io scendavamo in spiaggia, grazie anche ad una giornata dove il sole monegasco finalmente decideva di stare al passo con quello italiano.

La spiaggia (ovviamente privata) era in condizione pristine. Il mare, non uno delle qualita’ riconosciute a Monaco, mi sorprendeva per la pulizia e la presenza di pesci (probabilmente al mattino ne buttavano qualcuno dentro).

Swimming in Monaco

 

Lindsey e Anna nel mare monegasco

 

A floating dude

 

Mentre galleggio a Monaco

With Anna

 

Colazione sulla spiaggia

Breakfast on the beach

Champagne!

Una storia singolare: mentre uscivo da una delle lunghe nuotate per andare a riposarmi, un signore di provenienza russa mi fermava chiedendomi aiuto. L’anello gli era caduto e non riusciva a trovarlo sotto l’acqua. Io, grazie ai miei occhialini e le mie doti da sommozzatore, impiegavo 30 secondi ad avvistarlo (era un anello enorme), e, per ringraziarmi, mi veniva offerta una bottiglia dello champagne piu’ costoso che avevano a disposizione (se non era il piu’ costoso, era il terzo o quinto della lunghissima lista). Solo a Monaco. Col senno di poi avrei potuto scappare con l’anello e rivenderlo per pagarmi il mutuo della casa…

Anna organizzava la colazione direttamente in spiaggia mentre io offrivo da bere grazie al mio nuovo amico russo. Una volta mangiato, digerito e pagato (non io fortunatamente…), per me e per Lindsey era arrivato il triste momento di salutare Anna per partire in direzione della seconda tappa del nostro Road Trip: le Cinque Terre

 

A Londra, per una settimana diversa

Tornare a Londra, per me e per Lindsey, e’ sempre un’occasione speciale, visto che ci siamo incontrati li’ mentre entrambi vivevamo intorno al fiume (io a nord del Tamigi, dalle parti di Fulham, Lindsey dall’altra parte, a Putney, East Sheen e Wandsworth).

Di solito, durante la settimana londinese durante le nostre vacanze estive, io me ne vado a lavorare in ufficio mentre Lindsey spende 2-3 giorni in compagnia della sua migliore amica in Galles, per poi passare un intero weekend insieme una volta tornata.

Beer o'clock

Mentre Lindsey e’ in Galles, io lavoro duro

I used to live there

Il mio vecchio appartamento

Quel particolare weekend di solito veniva accompagnato da camminate nei vecchi posti che frequentavamo una volta, e ad incontrare i pochi amici (2) rimasti nella zona.

Stavolta, grazie anche al fatto che eravamo di fatto indipendenti (il mio ufficio ha gentilmente sponsorizzato una stanza nel Travel Lodge locale dalle parti di Kew Bridge), abbiamo potuto affrontare il weekend insieme in maniera diversa, visto che di solito eravamo ospiti di amici o dagli zii sudafricani di Lindsey.

Cosi’ di sabato mattina decidavamo di affrontare la giornata (quasi) a piedi e rilassarci, dimenticandoci completamente di fare shopping (cosa che mi faceva abbastanza felice, visto che comunque tutto quello che volevo comprare me lo sono fatto recapitare in ufficio via Amazon settimane prima…).

Kew Bridge

Davanti a Kew Bridge

At the Cafe Rouge in Chiswick

Colazione

Dopo una colazione in riva al fiume, l’intenzione era di continuare a camminare per Chiswick per poi prendere il treno ed andare ad incontrare Glenn, un cugino di Lindsey ormai da tempo trapiantato a Londra.
Sulla strada per Hammersmith invece Lindsey scorgeva il solito parco di Barnes, che io durante i tempi londinesi attraversavo in bici ogni giorno, completamente pieno di persone e banconi.

Era la fiera annuale di Barnes, una specie di mercatino locale a cui Lindsey non poteva dire di no. Sinceramente l’idea di passare 1-2 ore nella fiera all’aperto, sotto un sole cocente, alla ricerca di regali da comprare non mi interessava piu’ di tanto, ma la presenza di un chiosco enorme che vendeva Pimm’s (la classica bevanda alcolica estiva inglese) rendeva molto piu’ interessante la permanenza li’ che non visitare i soliti negozi sulle solite high street.

More people at this great market

La fiera annual di Barnes

Alla fine la fiera annuale di Barnes si rivelava alquanto interessante. La torre di St Mary (la chiesa locale) era aperta al pubblico per pochi spiccioli, e sia mai che io rifiuti di salire in una torre per andare sul punto piu’ alto.

Climbing st Mary's church tower in Barnes

Mentre scalo la torre

Lindsey is still up

Lindsey saluta da lassu’

Anche il mercato di mostrava migliore di quello che pensassi, invece delle solite cagate di seconda mano, c’erano un sacco di interessanti piccoli padiglioni. Lindsey alla fine decideva di comprarsi una t-shirt da Keira Rathbone, un’artista che “dipinge” quadri usando le lettere di vecchie macchine da scrivere. Incredibilmente originale.

Selecing the bowl...

Lindsey cerca regali

Typewriting art

Un modo original di creare arte

Io invece decidevo di comprare, in vista del compleanno di Lindsey, una stampa originale di un vecchio libro di Winnie the Pooh.

Una volta salutato Barnes (con troppo Pimm’s nelle vene), prendevamo un treno in direzione di Waterloo, per poi scegliere di andare a King’s Cross (dove dovevamo incontrare Glenn) a piedi. Ovviamente l’alcool deglutito precedentemente aveva annebbiato le nostre capacita’ di comprendere le distanze e di orientarci in una citta’ che una volta era casa nostra. Cosi’ una semplice camminata di 5 chilometri raddoppiava in distanza (e in tempo).

Arrivavamo da Glenn stanchi, affamati e sudati ma fortunatamente era il momento giusto per sederci e mangiare qualcosa, mentre i due cugini chiaccheravano e io mi rilassavo.

Time to eat by Kings Cross

Con Glenn

Una volta salutato Gleen e dopo essere passati dalla “magica” piattaforma 9 3/4 (che a Lindsey non interessava per nulla, visto che nella famiglia sono io l’unico cui piace Harry Potter), decidavamo di noleggiare una delle Barclay’s Bikes e continuare l’avventura verso il Tower Bridge, dove tradizione vuole che ci facciamo una foto ad ogni visita.

Platform 9 3/4

La piattaforma 9 3/4 a King’s Cross

L’idea delle bici a noleggio non e’ male, anche se l’esecuzione non e’ perfetta. Dopo aver passato 15 minuti a capire come sbloccare le bici (un noleggio di 24 ore costa solo 2 sterline), prendevamo una delle fantastiche corsie dedicata per avventurarci nella zona, sotto una pioggia fastidiosa che ovviamente era arrivata il momento in cui salivamo sulle bici, in direzione di Tower Bridge.

Peccato che una delle regole del noleggio ti obblighi a fare “docking” (bloccare le bici in una delle numerose stazioni di noleggio a disposizione) ogni 30 minuti, per evitare una multa di 1 sterlina. Quindi il percorso a tappe (circa 6km) avveniva nel seguente modo: ogni 25 minuti (Lindsey va abbastanza piano, e le bici non sono granche’) il cronometro mi indicava che era tempo di trovare una docking station. 5 minuti di panico nel caso fossimo tra docking stations, e poi, una volta bloccata la bici, bisognava aspettare altri 5 minuti (sotto la pioggia) per riprendersele (immagino una geniale idea per evitarne il furto…).

Riding the Boris Bikes in London

In giro per Londra in bici

Here we are

Eccoci qui!

Too much cycling

Lindsey e’ leggermente stanca

Arrivavamo a Tower Bridge giusto in tempo per fare le foto di rito. Da li’ a Waterloo erano solo 3km, e una volta rimesse le bici a posto, era l’ora di salire sul treno e ritornare in albergo.

Il giorno dopo (Domenica), andavamo invece in direzione Richmond (5-6 km dall’albergo) camminando verso casa di Pamela e John, gli zii di Lindsey. Una volta arrivati li’ fortunatamente potevamo rilassarci senza fare niente, mangiando cibo (barbecue ovviamente) e vino offerto gentilmente da loro.

The Thomson clan reunited

Con gli zii di Lindsey

L’ultima visita prima di ripartire in Italia era a Gemma (e sua figlia, di credo 1 anno o poco piu’). A Putney passavamo un pomeriggio ricordandoci delle avventure di qualche anno fa,  e mangiando a Wagamama, uno dei miei locali preferiti.

In the park by Fulham

Con Gemma e figlia

Poi, dopo aver salutato i colleghi, era finalmente giunto il momento di tornare in Italia e iniziare 4 giorni a spasso per la costa ligure (piu’ o meno…)

In Italia, al quartiere generale, dove i gelati sono i migliori al mondo

Personalmente trovo difficile incominciare a scrivere del mio viaggio estivo in Italia subito dopo essere atterrato in Sudafrica.

Ci vogliono un po’ di giorni per ritornare alla pari col lavoro (a quanto pare in quei 5 giorni senza computer incluso il lunghissimo viaggio succede sempre il finimondo), e poi mi tocca organizzare le foto, fare un’upload generale (provateci voi su queste ADSL africane…) e, una volta passata la nostalgia – di solito quando mi finisce la scorta di salumi procurata da mia madre prima della partenza – finalmente trovo il tempo necessario per scrivere.

Flying to Dubai

Pronti per la partenza

A little tired

Un viaggio lunghissimo

Questo viaggio in Italia (e a Londra, come al solito non potevo fare una capatina nell’ufficio londinese), rispetto alla visita di Maggio e a quello dello scorso anno, in compagnia di Debbie e delle sue figlie, aveva due obiettivi: mostrare a Lindsey un altro pezzo di bellezza italiana (questa volta la costa nord tirrenica) e festeggiare il compleanno di mio padre, arrivato a 70 anni (l’unico dei suoi fratelli, ormai non piu’ con noi) nonostante le sigarette e il vino (alla faccia di chi dice che bisogna fare una vita salutare per vivere a lungo).

Sbarcati a Malpensa dopo un lungo viaggio di 20 ore (via Dubai, l’unica via economica per l’Europa – dopo lo scorso anno preferisco evitare Ethiopian Airlines), e come al solito accolti dalla mia gentilissima madre, che quando sono in zona si sbatte come poche per garantire a me e a Lindsey un soggiorno senza problemi (grazie mille!), arrivavamo a Canegrate di domenica pomeriggio.

Our lift to home

Mamma e Germano pronti a prenderci

Pasta is ready

Mio padre pensa al pranzo per la povera, affamata, Lindsey

Con la partenza per Londra (di cui parlero’ nel prossimo articolo) 2 giorni dopo, non potevevamo fare troppo, e allora abbiamo passato quel periodo a rilassarci e in generale mangiare gelati.

La gente si lamenta della pasta e della pizza all’estero, ma con un po’ di ricerca si riesce sempre a trovare pizzerie e ristoranti in grado di rendere felici gli italiani. Ma per il gelato e’ un’altra storia.

Ho viaggiato e lavorato negli Stati Uniti, ho vissuto a Londra per anni (e viaggiato in tutta Europa), ho passato mesi in Polonia ogni estate e adesso vivo in Sudafrica ma da nessuna parte ho trovato gelati cosi’ buoni (ed economici) come in Italia.

Ice creams with Tyson

E Lindsey garantisce. (pure il cane)

Una corsa con Beppe la domenica sera mi e’ servita a sgranchirmi le gambe, per poi passare due serate rilassandoci al Tex-Out, la versione estiva (all’aperto) del classico Texas Town, e in compagnia di mia madre per una cena a casa sua, a base di tutto, che mi fa sempre felice!

To the  Tex-Out

Tex-Out time!

With Beppe

Con un dimagrito e sportivo Beppe, dopo una corsa mattutina

Party time

Il benvenuto a casa di mia madre

Between my favorite girls

Olga e Lindsey si divertono col mio faccione

Il giorno dopo era gia’ tempo di partire in direzione Londra…

Luglio in Europa

Organizzare questo viaggio e’ stato leggermente difficile. Non solo avevo prenotato i biglietti da Johannesburg a Milano (via Dubai) con il mio cognome (Lindsey viaggia ancora con il nome da nubile, un disastro cercare di cambiarli, anche se alla fine ci sono riuscito, senza spendere un soldo), ma invece di comprare i biglietti da Milano a Londra, per sbaglio ho comprato i biglietti da Londra a Milano…

Nonostante i cognomi sbagliati e i biglietti con destinazioni rovesciate, entrambe le agenzie che si sono occupate di fare i visti per Lindsey (la pessima Capago, che si occupa dei visti italiani e francesi, e Teleperformance, che si occupa di quelli UK) non si sono accorte di niente il mese scorso, e solo dopo aver ricontrollato tutto mi sono accorto degli errori…

Tutto e’ finalmente alle spalle e io e Lindsey siamo pronti a tornare in Italia (e Londra) dopo il viaggio dello scorso anno. Purtroppo passero’ meno tempo dalle parti di Canegrate, visto che per una volta mi sono sbattuto per organizzare un percorso turistico migliore per la povera Lindsey, ormai stanca di continue visite al solito pub e ai soliti posti.

Calendario finale:

  • Atterraggio a Malpensa Domenica 6 Luglio (alle 14.20), dopo circa 20 ore di volo via paesi arabi
  • Partenza per Londra Martedi’ 8 Luglio e ritorno il 15 (da qui in poi noleggeremo un macchina)
  • Road trip! Prima tappa, Mercoledi’ 16: Monaco, dalla mia cara amica Anna
  • Seconda tappa, Giovedi’ 17: Cinque Terre, con pernottamento a Manarola
  • Terza tappa, Venerdi’ 18: Toscana, via Pisa e Firenze, con pernottamento a quello che sembra un fantastico agriturismo: il Podere Le Pialle 
  • Sabato ritorno tranquillo verso Milano
  • Domenica 20: festa di compleanno combinata per mio padre (70esimo) e mia sorella (molto piu’ giovane)
  • Lunedi’ 21: partenza in direzione Johannesburg, da Malpensa, alle 10 di sera (saremo a casa praticamente 24 ore dopo…)

 

 

Attraversando la Polonia, da Ovest ad Est, con Eugenio

Con il matrimonio di Jonny e Kinga ormai a distanza di pochi giorni, io e mio padre (Eugenio) ci preparavamo ad un viaggio che sarebbe stato intenso: volo da Malpensa fino a Berlino, in minibus fino a Poznan, attraversando la (scomparsa) frontiera, e poi, dopo un giorno di riposo, via verso l’Est, Lublino, a poca distanza dal confine Ucraino, passando per Varsavia.

Io non tornavo in Polonia dal 2012 (ci ero andato per gli europei), mentre mio padre da un po’ piu’ di tempo (2002 credo). Durante la mia permanenza a Londra di solito, grazie ai soliti voli low-cost, tornavo a trovare mia nonna e i miei amici circa una volta all’anno. Dopotutto avevo passato quasi tutte le mie estati della mia infanzia (e adolescenza) in Polonia, e tornare e vedere la citta’ trasformata (e migliorata in parecchi punti di vista) mi faceva sempre piacere.

On the airplane

In aereo con Eugenio

Mio padre, che con la Polonia ha un rapporto molto piu’ lungo, andava a Poznan durante gli anni 70/80 soprattutto per lavorare alla fiera internazionale, la piu’ importante della Polonia.
Senza contare che nel lontano 1976 si era sposato li’ e durante gli anni 70 si era abituato a fare il viaggio Legnano – Poznan in macchina in tempi in cui le drastiche frontiere (Germania Ovest – Est e Germania Est – Polonia) avevano bisogno di eroi e vesciche strepitose per poter battere le 8-10 ore di code e controlli.

Cosi’, in nome dei tempi passati, quando mi avevano invitato a Lublino per il matrimonio di Jonny, avevo pensato proprio a mio padre come compagno di viaggio. Insieme al solito e gentilissimo Dominik (mia nonna non e’ piu’ in grado di ospitarmi, e per fortuna lui ancora non ha problemi a rivedere  il mio faccione italiano) avevamo in programma di guidare con la macchina per centinaia di chilometri, passando un po’ di tempo a ricordarci i tempi passati.

Arrivati a Poznan di giovedi’,e accolti dalla famiglia di Dominik, passavamo una prima giornata in giro per Poznan, lasciando mio padre a continui flashback collegati ad una citta’ completamente cambiata negli ultimi 20 anni.
Sentirlo parlare di posti e usanze ormai sconosciute (o scordate) alla maggior parte dei residenti stessi era per me e Dominik un piacere, come sentire un terzo punto di visto su cose di cui entrambi ci ricordavamo, aggiungendo un’altra dimensione ai ricordi della nostra infanzia.

Andavamo anche a trovare mia nonna (ed ex-suocera di mio padre), ormai 92enne e costretta a letto per colpa di un corpo che sta iniziando a perdere battaglie.
Nonostante questo, era ancora capace di parlare italiano e si ricordava dei bei tempi passati in cui tutta la mia famiglia arrivava in Polonia per poi lasciare me e mia sorella per 2 mesi in loro compagnia.

All new Poznan

Una nuova Poznan per mio padre

Piu’ tardi Michal (l’altro mio storico amico polacco, ora diventato prete…) e Magda, la moglie di Dominik, si aggiungevano a noi per una serata allo Stary Rynek (il mercato vecchio), a mangiare polacco (pierogi e zurek) e bere birra locale.

Two happy friends

Dominik e Michal

By the old miasto

Stare Miasto

Time for a zurek

Con Dominik e Magda

Polskie Pierogi

Pierogi time!

Il giorno dopo la sveglia avveniva alle 7 di mattina, e Dominik, Eugenio ed io partivamo in macchina, direzione Lublino (circa 500km est da Poznan). Il viaggio era lungo, attraversava la Polonia per la lunghezza, e passava da una delle zone piu’ ricche (la Wielkopolska) a una di quelle piu’ povere (quello appunto di Lublino).
In poco meno di 5 ore passavamo da autostrade illuminate a 3 corsie senza traffico a strade statali ad una corsia piene di lavori in corso e con traffico da ora di punta milanese (immagino che i polacchi non vogliano avere un’autostrada troppo larga in caso di invasione russa via Ucraina…).

My dad is tired

Mio padre leggermente stanco

Arrivati a Lublino ci fermavano nel centro storico per un pranzo veloce, per poi rimanere bloccati nel traffico (ancora una volta) in direzione dell’hotel in cui si svolgeva la cerimonia. Arrivavo all’hotel Trzy Roze (tre rose) circa 10 minuti prima dell’inizio del matrimonio ma grazie ad una scelta esecutiva perfetta (cambiarmi in auto), ero bello e pronto.

Getting there

Verso Lublino

With my dad

Con papa’ a Lublino

Almost done

Mentre mi cambio in macchina

Il matrimonio tra Jonny e Kinga (entrambi vivono dalle parti di Atlanta, negli Stati Uniti, si sono incontrati durante le olimpiadi del 2012 a Londra) era uno strano misto tra l’idea di divertimento di Jonny e le tradizioni polacche. Si erano sposati in precedenza a Las Vegas, e quindi l’evento era soprattutto per fare felici la sua famiglia.

Looking smart!

Pronto per tutto!

Some more singing and they are married

Jonny e Kinga

With Guy and Rafal

Con i miei colleghi

Dopo una cerimonia velocissima all’aperto entravamo tutti nella sala principale per essere accolti dal leit motiv della serata: maiale e vodka. La maggior parte dei piatti avevano il maiale cucinato in qualsiasi modo, e tutti i tavoli erano pieni di ottima vodka e del famigerato bimber (alcool polacco casalingo, in pratica la versione comunista del moonshine).

Our starters

Ora di mangiare

The imedia8 uk office

L’ufficio londinese

Dancing time!

Primi balli

Dopo il dessert, come colpo finale ad uno stomaco violentato, veniva servito un cinghiale arrosto. Mi sembrava di essere dentro un episodio di Asterix…

Eating that monster

Il cinghiale arrosto

Circondato da compagni di lavoro londinesi e facce che non vedevo da almeno 7-8 anni, la serata passava veloce tra numerose portate e tanto, tantissimo alcool. Ovviamente i balli non potevano mancare, e se la maggior parte delle canzoni erano hit degli anni 80/ inizio anni 90, faceva tenerezza sentire I Ricchi e Poveri e Toto Cutugno (idoli polacchi per le persone piu’ anziane) cantati a squarciagola da tutti gli over 50.

With Guy and Jonny

Alcool fino a tarda notte, come 10 anni prima a Las Vegas

Dopo le 2 , e con ancora 3 ore almeno di festa, io e miei compagni di stanza crollavamo a andavamo a dormire. Alle 7 dovevo svegliarmi per farmi prendere da Dominik e mio padre (abbandonati in un albergo poco distante). Inutile dire che il viaggio di ritorno mi vedeva abbastanza addormentato. Se non fosse stato per lo stop a Varsavia, per mangiare ed andare a controllare la fiera (Dominik era li’ anche per lavoro) e il nuovo stadio, mi sarei probabilmente addormentato fino all’arrivo a Poznan.

La giornata pero’ non era ancora finita. Dominik aveva organizzato i biglietti per una partita casalinga della mia squadra polacca di calcio preferita, il Lech Poznan, in lotta per mantenere il secondo posto in campionato (purtroppo il Legia era troppo lontano per essere raggiunto).

I ricordi di mio padre e dello stadio del Lech si fermavano a quel buco sulla collina, senza posti a sedere ma con lunghe banchine, che era una volta lo stadio vecchio. Niente a che vedere con lo stadio costruito per gli Europei, a livello degli stadi inglesi. Semplicemente uno stadio fantastico.

La partite fortunatamente terminava con una vittoria del Lech 2-1 sul Gornik Zabrze.

Time for a game

All’entrata dello stadio

Before entering

Pronti per tifare Lech!

Some more coreography

I tifosi del Lech

Il giorno dopo era il momento dei soliti addii (io mi sono abituato, praticamente ogni volta che torno devo dire addio a tutti senza la minima idea di quando potro’ rivedere le solite facce note). Dominik ci accompagnava alla fermata del minibus, e ringraziarlo era il minimo.

Ormai, con mia nonna sempre piu’ vicina ad una triste telefonata, lui e’ il mio ultimo contatto con la mia infanzia polacca. Un’infanzia vissuta intorno alla fiera, in cui mio padre ha lavorato ogni anno, e in cui Dominik e ora direttore e organizzatore di uno dei nuovi eventi europei di equitazione, la Cavaliada.

Dominik and Dad

Mio padre e Dominik

5 ore piu’ tardi eravamo di ritorno in Italia. Non credo di avere mai passato cosi’ tanto tempo in compagnia di mio padre da decenni, e sinceramente vorrei che fosse qui in Sudafrica con me per accompagnarmi in qualche altra avventura in questa nazione descritta cosi’ bene dal suo autore preferito, Wilbur Smith.

(tutte le foto del viaggio le trovate qui: https://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157644298862687/)