Tour italo-polacco 2015: il resoconto della prima settimana: tra zanzare, corse e gelati

Come al solito, prima di riuscire a scrivere qualcosa sulle fantastiche 2 settimane e mezzo trascorse nella caldissima Europa (evitando le settimane piu’ fredde dell’highveld sudafricano), sono dovuto passare attraverso la raccolta, riorganizzazione e selezione delle foto scattate in 19 giorni, e tentare di ricordarmi tutto quello che abbiamo fatto.

In questo periodo, in compagnia di Lindsey, ho accumulato 3500km di guida di macchine a noleggio (due volte in Italia, e uno in Polonia).

Ho rivisto la mia famiglia, per un periodo piu’ lungo del normale, visto che il solito viaggio londinese era stato sostituito da una settimana nella Pianura Padana.

Ho mangiato come un maiale, soprattutto in Polonia.

Ho bevuto piu’ del solito, soprattutto quando non dovevo guidare.

Ho rivisto amici, e non sono riuscito a rivedermi con altri (ad esempio Mera & Luciana, provero’ a Settembre!).

Ho divorato gelati.

Ho visto un sacco di chiese e cattedrali, e, in generale, mi sono divertito in compagnia di mia moglie, che tutto sommato era la cosa piu’ importante.

Dubai Airport

 

L’aereoporto di Dubai, fantastiche architetture, che pero’ annoiano dopo 8 ore di attesa senza wi-fi decente…

Dopo il solito viaggio lunghissimo via Dubai (24 ore in totale…) arrivavamo in Italia stanchissimi, ma pronti ad una settimana relativamente tranquilla in compagnia dei miei soliti compari, e, per una volta, della migliore amica/ex-collega di Lindsey del periodo londinese: Sian (gallese), in arrivo con sua figlia di 3 anni. Meeting Sian at the airport

Lindsey & Sian

Organizzare gite e tentare di fare qualcosa intorno ad una bambina cosi’ piccola, in giornate in cui l’afa uccideva tutti – di giorno e di notte – e le zanzare prelevavano a volonta’ dalle nostre vene non era per niente facile, soprattutto per le crisi completamente casuali a cui spesso assistevo.

Per fortuna il mio caro amico Beppe riusciva a trascinarmi fuori da casa per 2 gare in 3 giorni!

La prima, la 5 mulini by night di San Vittore (una versione notturna e piu’ facile della classica gara di cross dallo stesso nome), ci vedeva partecipare all’ultimo momento grazie all’aiuto di mio cugino Renato, che era riuscito ad isciverci oltre il tempo massimo. Il percorso, dopo i primi chilometri, era piatto e velocissimo, tanto che riuscivamo a finire insieme intorno ai 47 minuti. Senza la partenza in fondo al gruppo e l’attesa al primo passaggio al mulino  (erano due giri di 5km) probabilmente scendevamo sotto i 45.

Cinque Mulini By Night in San Vittore

 

Prima della partenza

Cinque Mulini By Night in San Vittore

 

Dopo l’arrivo

Gli organizzatori della gara, durante le premiazioni, mi facevano salire addirittura sul palco per ottenere un premio speciale come corridore arrivato da piu’ lontano. Neppure i kenyani potevamo battermi stavolta! 

Cinque Mulini By Night in San Vittore

Premiato!

La seconda, due giorni dopo, ci vedeva correre a Cesate per la Run for Children, una gara organizzata per aiutare i bambini africani (non capisco mai queste idee di aiutare bambini africani… africa dove? Sudafrica? Sudan? Egitto? E’ un po come mandare aiuti umanitari all’Europa quando c’e’ una crisi in Grecia…) Il percorso era misto: un po’ in mezzo ai campi (sotto un sole cocente), un po’ sulla strada, ma il risultato finale non era malaccio, 1.18 , 1.01 per quasi 12km di corsa campestre. Per entrambe le gare al momento ho soltanto i dettagli su Runkeeper, visto che mi sono scordato i vari cavi del Garmin 910xt in Italia (e costano un botto qui…) With Beppe at another race

Poco prima di un’altra gara, questa volta a Cesate

Se non correvo, passavo il tempo con Lindsey, Sian e sua figlia Star nelle zone migliori poco distante da casa mia: una giornata passata sul Lago Maggiore (in particolare Isola dei Pescatori e Isola Bella, gia’ visitate nel 2013), un’altra giornata a Milano, ignorando l’Expo e visitando il Duomo e il Castello Sforzesco, e un’altra giornata passata semplicemente a passeggiare al parco di Legnano, senza scordarmi di una fantastica serata a casa di mia madre, con la solita quantita’ industriale di bistecche, stuzzichini e alcolici!

Posing on the Isola Bella

Sull’isola Bella

Looking over Isola Bella

Sull’isola dei Pescatori, guardando l’isola Bella

Relax on the Isola dei Pescatori

Una fantastica giornata sull’isola dei Pescatori

In front of the Duomo

Davanti al sempre spettacolare Duomo di Milano

Inside the Duomo of Milan

All’interno del Duomo

Saint Bartholomeus and his skin

Il mio santo preferito, San Bartolomeo, scorticato vivo mentre diffondeva il cristianesimo in Oriente

Dopo una viaggio cosi’ lungo, e prima di un’altra settimana che si sarebbe rivelata davvero stancante, il ritmo del primo “terzo” della nostra vacanza si era rivelato ideale…

(qui le foto della prima, rilassante, settimana)

Europa, tra poco

Come al solito, approfittando delle vacanze invernali di Lindsey tra un trimestre e l’altro (si’, qui e’ inverno, si’ lei e’ un’insegnante), tra poco arriveremo in Italia per il solito tour europeo.

Le tappe:

  • Partenza il 24 Giugno alle 22.20 da Johannesburg e arrivo 22 ore dopo (ci hanno cancellato il volo preferito, questo e’ l’unico che abbiamo trovato…), alle 20.40 a Malpensa il 25 Giugno
  • 6 giorni nei dintorni canegratesi, con la migliore amica (gallese) di Lindsey in arrivo con la figlia per gustarsi un po’ di estate italiana.
  • Partenza il 2 Luglio, alle 7 di mattina, da Malpensa direzione Berlino, per poi prendere una macchina e andare a fare un tour polacco, con tappe a Poznan e Cracovia. Un giorno ancora a Berlino e poi ritorno il 6 di mattina a Milano
  • L’8 partenza direzione Roma, in compagnia di Jamba e Laura (reduci dall’avventura sudafricana) per passare qualche giorno nella capitale mai vista prima da Lindsey (e Jamba)
  • Ritorno l’11 sulle sponde dell’Olona
  • Partenza definitiva il 12 alle 8 di mattina, con arrivo, quasi 24 ore dopo, a Johannesburg alle 5.30 di mattina…

 

Eugenio a settanta

Dopo una settimana a Londra, e qualche giorno in giro per la costa ligure, finalmente io e Lindsey tornavamo a Canegrate per il vero motivo della nostra visita: il compleanno di mio padre.

L’idea era di festeggiare il suo 70esimo circondato dalla famiglia e alcuni amici invitati per l’occasione. Dopotutto era il primo di tre fratelli a sopravvivere fino ai 70 (mio zio Giulio era morto nel 1992 e mio zio Tino nel 2009, entrambi prima di arrivare alla fatidica cifra) e anche la dimostrazione che, nonostante tutto, si puo’ vivere continuando a fumare e bere vino e grappa.

Family picture

 

Anche mia madre si fa vedere per l’occasione speciale

Per me era un’occasione speciale visto che i compleanni della mia famiglia continuo a saltarli da anni, non essendo mai in zona o organizzando viaggi prima o dopo le feste. Cosi’, per una volta, ho lasciato a mio padre il compito di cucinare la carne sulla griglia mentre Olga organizzava gli antipasti e i cocktail, Lindsey pensava alla sua specialita’ (cupcakes) e io mi davo da fare con uno dei classici anglosassoni, poco diffusi in Italia: la pancia del maiale al forno (pork belly, cucinata spesso da queste parti).

A solution for warm beer

Olga pensa a tenere fredda la birra

Trovare il taglio giusto in Italia (cotenna + grasso + carne + costole) si era rivelata una missione quasi impossible a Maggio, ma stavolta, grazie all’organizzazione di Giamba, ero riuscito a procurarmene 2 chili a prezzo da scarto (5 euro al chilo…).

The Garibaldi jug

 

Un cocktail geniale di mia sorella

Cosi’ dopo 5 ore in forno (mentre intanto me ne andavo a correre con Beppe al parco di legnano), potevo tirarla fuori e impressionare gli invitati che mai avevano nella loro vita mangiato la cotenna abbrustolita con della carne di maiale deliziosamente cucinata per ore.

Raosted pork belly

 

2 chili di pancia di porco quasi pronti

Il risultato era incoraggiante, visto che in meno di 10 minuti 2 chili erano stati fatti fuori.

Everyone please smile

 

Buon compleanno!

Come ad ogni festa degli Olgiati, l’alcool scorreva a fiumi, e io e Davide continuavamo a bere whiskey dopo aver fatto un brindisi iniziale a base di Pimm’s portato da Londra qualche giorno prima.

Pimms glory

 

Pimm’s per tutti

La carne continuava ad apparire sui tavoli quasi magicamente, e salsicce e costine sparivano in un battibaleno.

The Olgiati reunion

 

Brindisi dopo aver mangiato

L’arrivo di Beppe (e poi addirittura di Massi con figli e futura moglie) completava la collezione di facce per il 70esimo, e tutti si davano da fare per mangiare i numerosi dessert.

Cake and cupcakes

 

La torta comprata da Olga e i cupcakes di Lindsey

Old school reunion

 

Con Massi e Beppe

Finivano cosi’, con mio padre quasi in lacrime per la bella festa, le due settimane europee per me e per Lindsey. Il giorno dopo giungeva il momento di partire, per tornare nella fredda Johannesburg dopo due settimane fantastiche….

A happy Lindsey

L’ultima uscita sotto la pioggia di Lindsey per andare a prendere un ultimo gelato

 

Road trip – parte 3: Pisa e colline toscane

Lasciare le Cinque Terre dopo solo 24 ore era un peccato. Avremmo voluto volentieri passare almeno due-tre giorni in piu’, ma con una sola giornata disponibile prima del ritorno a Canegrate, era impossibile.

Tornati a Levanto per riprenderci la macchina, guidavamo in direzione di La Spezia, per poi decidere, invece di andare direttamente a Pisa, di fermarci a Marina di Carrare giusto per rilassarci un attimo.

Con un caldo bestiale (a quanto pare la settimana passata in Italia e’ coincisa con l’unica settimana di sole cocente, tra piogge prima e dopo), l’idea di sederci un attimo in spiaggia, mangiare qualcosa, e fare qualche foto era attraente.

Peccato che la maggior parte dei pezzi di spiaggia fossero privati, in puro stile italiano, e anche camminando una mezz’oretta non riuscivamo a trovare nessuno posto libero, tranne un molo invaso da studenti squattrinati e pensionati. Tentare di far capire a Lindsey il concetto di “litorale privato” (da Cape Town a Durban la maggior parte delle splendide spiagge sudafricane sono libere) era impossibile, e con un mare davvero sporco rispetto a quello intorno alle Cinque Terre e prima ancora a Monaco, la voglia di nuotare spariva. Qualche settimana dopo, tornato in Sudafrica, arrivavano notizie del divieto di balneazione a Viareggio, a 40km piu’ a Sud…

So hot here...

 

L’unico pezzo di “spiaggia” libera a Marina di Carrara

Tornati in macchina arrivavamo a Pisa poco dopo, trovando ben poco traffico. Lindsey da sempre desiderava fare una di quelle foto da super turista con la torre di Pisa (immagino faccia parte della sua bucket list), mentre io mi divertivo un po’ a fare foto al resto dei turisti da prospettive sbagliate.

Holding up the tower

 

Lindsey e la torre di Pisa

More weirdos

 

Qualche strano ballo…

A Pisa credo che oltre alla Piazza dei Miracoli (che comprende la torre,  lo splendido Battistero  e il Duomo, spesso tutte ignorate per colpa della torre) non ci sia piu’ niente. Guidando verso Pisa, sull’unica strada disponibile, sembrava di essere in un paese di campagna, vista la mancanza di palazzi o uffici che indicavano la presenza di una citta’. Grazie al profilo piatto la Torre appariva dopo neanche 15 minuti, offrendosi allo sguardo dei turisti anche da lontano.

By the Tower

 

Di fronte alla torre

La giornata era ancora calda, e dopo un’ora passata a fare foto, mangiare gelati e riposarci sotto l’ombra della torre, sul morbidissimo prato (in teoria vietato) circostante, salutavamo torre e piazza per dirigerci verso l’ultima tappa del nostro viaggio: l’agriturismo Podere le Pialle, lassu’ sulle colline toscane a 20 minuti da Firenze.

Arrivarci era un’impresa. Dopo un calcolo sbagliato dell’autonomia della macchina, ci siamo ritrovati a salire su strade collinari sperando di trovare il posto, non segnalato sul TomTom, senza perderci.

Con Lindsey alla guida e io a leggere e chiedere direzioni, arrivavamo giusto in tempo per la cena. Il posto era davvero splendido. Isolatissimo, con una piscina con vista sulla valle all’interno di un agriturismo che, a quanto pare, cercava di produrre la maggiore parte dei prodotti in loco (e il wi-fi gratis era un bonus).

The main entrance of the Podere

 

L’ingresso del Podere le Pialle

Franco e Gabriella (quest’ultima con esperienze sudafricane) erano fantastici nel renderci a nostro agio e servirci cibo eccezionale, condendolo con storie di tutti i tipi.

Time to eat!

 

Fame da lupi

The local wine

 

Un ottimo vinello

Io e Lindsey andavamo a dormire nella nostra stanza enorme stanchi ma soddisfatti di avere trovato questo fantastico posto cosi’ sperduto sulle colline.

Finally some isolation

 

Piscina con vista colline

Hard to say goodbye to such a beautiful place

 

Un po’ di relax prima di risalire in macchina

Come durante tutto il viaggio, il giorno dopo era un peccato lasciare il podere. Dopo una colazione succulenta e un ultimo tuffo in piscina, tornavamo in macchina e, con Lindsey alla guida, discendavamo le colline in folle per ottimizzare l’utilizzo della benzina. Dopo 8 km trovavamo finalmente un distributore aperto, e dopo qualche problema (non avevo la minima idea di come aprire o chiudere il serbatoio!) eccoci ancora in strada, direzione Milano, per preparare la festa per il 70esimo di mio padre, vero motivo della nostra presenza italiana in questa estate del 2014…

 

Road trip – parte 2: Le Cinque Terre

Quando vivevo in Italia, viaggiare per visitare il belpaese era un evento che avveniva solo durante le annuali gite scolastiche (dalle elementari alle superiori) oppure durante i viaggi famigliari, rigorosamente in macchina.
Certo, ogni tanto andavo via per interi weekend – tentando sempre di tornare giusto in tempo per la partita della domenica pomeriggio – ma di solito finivo in Veneto in cerca di vino, grappa e (per un certo periodo) amore.

Poi, partito per Londra, quando tornavo volevo restare in un raggio di 10km da casa mia, visto che tutto quello che volevo fare era dormire nel mio vecchio letto, incontrare i miei vecchi amici e passeggiare nel mio vecchio paese.

Da quando porto Lindsey in Italia invece mi e’ venuta la voglia di farle scoprire l’Italia, e allo stesso tempo, riscoprirla per me stesso.

Se qualche anno fa la portata era quella di un treno (con gite ai laghi), con la scoperta dell’auto a noleggio, evitata per anni, e grazie all’aiuto di amici, sono riuscita a portarla su altri laghi in Lombardia, oppure a volare fino in Sicilia per divertirci una settimana intera in quel di Scoglitti e ad allungare il raggio a svariate centinaia di chilometri, generalmente guidati tutti da me.

Dopo la visita a Monaco da Anna, era giunto il momento del piatto forte del nostro viaggio: le Cinque Terre, quello scorcio di costa montagnosa tra Liguria e Toscana. Lindsey non c’era mai stata, io nemmeno. 

Time to go to the Cinque Terre

 

Levanto, una citta’ dedicata al parcheggio per le Cinque Terre

Non volendo guidare fino a Manarola, la nostra destinazione, sconsigliati da chi c’era stato prima (a quanto pare e’ impossibile parcheggiare), lasciavamo la macchina a Levanto, nel parcheggio incustodito della stazione, dove tutti in generale lasciano le macchine per periodi superiori alle 12-24 ore, grazie ai prezzi abbordabili.

Saliti sul trenino locale, arrivavamo a Riomaggiore, l’ultima fermata delle Cinque Terre prima di proseguire fino a La Spezia, dopo aver passato, nell’arco di 15 minuti, gli altri villaggi: Monterosso, Vernazza, Corniglia e Manarola.

View of the Via dell'amore

 

Dovevamo camminare li’…

L’idea originale era di camminare fino a Manarola lungo la famosa via dell’amore. Purtroppo i danni della frana dell’Ottobre del 2011 non sono stati ancora riparati (basta chiedere ai locali cosa ne pensano dei governi degli ultimi anni e delle mancanza di aiuti). Un peccato, visto che quel sentiero tra mare e monti sembrava da lontano un’ottima occasione per una passeggiata romantica.

Sad news

 

Via dell’amore chiusa, purtroppo

Arrivati a Manarola dopo 5 minuti di treno, andavamo ad alloggiare alla Ca’ de Baran, uno degli affittacamere con aria condizionata e ottime condizioni, sulla via principale che arrivava direttamente sul mare.

With Lindsey in Manarola

 

A Manarola

Dopo aver mangiato dell’ottima pasta locale decidavamo di andare a farci una nuotata nel piccolo porto davanti al villaggio (difficilmente vedrete un villaggio nella vostra vita piu’ pittoresco di questo!).  Certo, di spiaggia non se ne vedeva niente, ma il molo e le rocce erano usati da tutti per sdraiarsi e prendere un po’ di sole dai locali e turisti.

The port of Manarola

 

 

The beatiful town of Manarola

 

Foto di Manarola. Splendida

Tornati all’appartamento decidavamo di inoltrarci a Corniglia per passare la serata. Dopo essere arrivati in stazione, invece di diregerci sulla cima della collina, dove si appoggia Corniglia (dopo una scalinata di 382 gradoni) per qualche motivo finivamo ad esplorare una zona semi distrutta (probabilmente dove prima c’erano banconi di qualche mercato turistico o qualcosa del genere).

By Corniglia

 

Sulla spiaggi sotto Corniglia

Dopo esserci avventurati su sentieri sperduti sotto la ferrovia, arrivavamo proprio sopra la famosa e quasi inacessibile spiaggia di Guvano, una spiaggia di nudisti. E, a giudicare da quello che succedeva 20 metri sotto di noi, anche di pervertiti. Mentre 2 tipe prendevano il sole topless, un ragazzo allegramente giocava col suo pisello a 10 metri da loro.

Lindsey si imbarazzava, mentre io ovviamente facevo la foto:

The Guvano Beach (nudist beach)

 

Vi conviene controllare con lo zoom: le due tipe a destra sono in topless, il tipo a sinistra si sta facendo una sega

Cosi’ a Corniglia di arrivavamo 1 ora piu’ tardi, quando ormai il sole stava per calare. Arrivati col tramonto pensavamo di essere in un paese abbandonato, con pochissime persone in giro. Una volta calato il sole invece uscivano tutti, dai vecchi ai bambini, fino ai pochi turisti che dormivano lassu’. Mi ricordava Scoglitti durante il mio viaggio siciliano dell’anno scorso.

By the church in the middle of Corniglia

 

Stanchi in alto a Corniglia

Tornati stanchi morti, prendendo l’ultimo treno disponibile intorno alle 11.30, tornavamo distrutti in albergo, pronti per ripartire in direzione Monterosso la mattina dopo.

This is where the wine comes from

 

Il vino viene prodotto ovviamente qui

Se cercate una spiaggia alle Cinque Terre, Monterosso e’ l’unica soluzione (Vernazza l’abbiamo saltata totalmente, non c’era tempo). Il resto dei villaggi offre moli oppure rocce, mentre Monterosso ha una sua spiaggia con il tipo di sabbia che piace ai turisti (io preferisco le rocce, la sabbia e’ insopportabile).

At Monterosso beach

 

Lindsey a Monterosso

Sunbathing at Monterosso

 

La spiaggia di Monterosso

Dopo l’ennesima nuotata – non riesco proprio a stare fermo e prendere il sole – e le solite foto di rito, era purtroppo tempo di prendere il trenino, tornare a Levanto, sperare che la macchina fosse ancora li’ (c’era, per fortuna) e partire in direzione Toscana, per l’ultima tappa del nostro veloce road trip.

A happy Lindsey

 

Lindsey dice addio a Manarola ballando per le strade