Cartoline da un pessimo turista: the Bro Code

Lo so, state aspettando le foto del viaggio. Come citato nel titolo, sono un pessimo turista. Vado a Londra e arrivo fino a Oxford Street prima di tornare a Fulham dopo aver visto un corteo di gay arrivare nella mia direzione. Vado in Italia e resto a Canegrate e non cago neppure i dintorni, Milano inclusa. Vado a Poznan e cammino solo in direzione di amici e bar, scordandomi delle bellezze locali… (ovviamente intendo i monumenti…)

E’ stato un viaggio in Europa corto ma intenso, in cui sono successe un sacco di cose che rimarranno nelle directory segrete del mio sito ad uso e consumo dei protagonisti, europei o meno.

Dopo mesi di ricerca, sono finalmente entrato in possesso del “The Bro Code“, libro tratto dalla fantastica serie televisiva How I met your mother (che in Italia ho paura che fara’ la fine di Seinfeld, troppo difficile da rendere in italiano, e che gioca su argomenti molto meno “famigliari” che Friends).

Per anni ho vissuto sviluppando regole su regole dei comportamenti maschili da tenere in ogni circostanza.
Ogni tanto trovavo tracce in film e serie televisive varie (in “Spaced“, altra fantastica serie inglese, 12 episodi complessivi, che non arrivera’ mai in Italia: “You think I’m unemotional … I cried at the end of Terminator 2!“, oppure in Coupling, altro capolavoro, almeno le prime tre serie, una specie di Friends per adulti: “Sometimes a man is faced with the right thing to do and the wrong thing to do. And he only misses by one“)

Solo Barney Stinson poteva mettere per iscritto la vera Bibba per i maschi (“The Bro Code”, tradotto credo vengo “Il codice del fra’ “).

E cosi’ sono tornato in Sudafrica. Nei prossimi giorni probabilmente provero’ a citare il codice per dare ispirare piu’ compari possibili, e se arrivera’ prima o poi una traduzione italiana, saro’ il primo a spedirverla in posta.

Tornato nel terzo mondo

Sono stati 12 giorni intensi. Tre nazioni, 6 aereporti, serataealcoliche e serate passate davanti al computer a fare lo schiavo (pagato) a lavoro. Alcune persone hanno preso casa nuova, e me la hanno gentilmente mostrata (con partitioni con la wii machine e alcolici inclusi, vero Beppe & Giamba?), altri semplicemente si sono fatti vedere, chi dopo mesi, chi dopo anni.

Come al solito il report ufficiale del viaggio uscira’, in inglese, sul sito principale. Qui guardero’ le foto e piano piano scrivero’ i soliti articoli da italiano nostalgico che da Canegrate e’ arrivato a fare parte di una minoranza etnica dall’altra parte del mondo. Ogni tanto dovrei seguire piani migliori…

Curiosita’ sui nomi sudafricani

No, non sto parlando dei classici nomi Zulu o Xhosa (la maggior parte impronuciabili), ma della moda che vige ormai da decenni di dare nomi inglesi ai figli.

Tutto inizio’ da un errore. A quanto pare, ai tempi dell’apartheid, quando pochi neri sapevano leggere l’inglese oppure arrivavano da regioni sperdute, una volta nato un bambino compilavano il modulo all’ospedale ma sotto il campo nome mettevano il mese o il giorno della nascita (una delle poche parole che conoscevano).
E’ cosi’ in giro per il paese si trovano adulti con nomi tipo January, February, Sunday etc…
Se invece conoscevano qualche parola inglese, di solito proveniente dalla bibbia, prendevano un nome a caso (Joy, Grace, Salvation, Love) e lo appioppavano al figlio, convinti che grazie ad un nome inglese questi avrebbe avuto piu’ speranze di una vita migliore.

Basta andare nei supermercati per accorgersene, leggendo di sfuggita le varie targhette sul petto dei cassieri o delle cassiere. Nomi come Prejudice, Cyvil Rights, Fantasy, Sunday, Holy, Cocoa, Mercy, fino al fantastico politico di nome Tokyo Sexwale (il cognome si pronunica “sequali” e non sex-wale…).

Il migliore pero’ l’ho scoperto per caso. Jill, la sorella di Lindsey, voleva scambiare i biglietti per la partita del Sudafrica con quelli di Italia-Egitto, per venire con me e Lindsey. I biglietti sono nominali ma le regole fifa sono chiare: basta avere una fotocopia autorizzata del documento d’identita’ dell’original proprietario.

Eccolo qua:

crazy african names

Questo e’ un signor nome!

La miglior media goal stagionale

Lascio perdere per un po’ la confederation cup.
L’Italia e’ meritatamente  fuori, gli Stati Uniti sono dentro (neppure loro sanno come) e io sto cercando di piazzare i prossimi biglietti.

Sabato scorso, come al solito, partita di campionato, contro i Crusadera.
Ancora infortunato ma con qualche chilo di painkillers in corpo e fasciature abbondanti sulle cosce, ho iniziato la partita da titolare, e ho portato la squadra in vantaggio dopo 20 minuti grazie ad un semplice tap-in (secondo goal stagionale, tanti quanti l’intera stagione scorsa).

Purtroppo, per la quarta volta in questa maledetto periodo (non basta vedere l’Italia per soffrire), la coscia strappata si e’ infortunata di nuovo e dopo 50 minuti sono stato sostituito, mantenendo la mia fantastica media realizzativa grazie ad un favorevole ratio minuti/goal.

Oggi inizia il periodo di riposo ufficiale. Con un ginocchio vicino all artroscopia (ho ricevuto i risultati del MRI sca su cdrom e la cartilagine non sembra particolarmente felice) se non mi fermo adesso e uso le 2 settimane in europa per permettere al corpo di rimettersi in forma (e smaltire i numerosi chili assorbiti in queste settimane da infortunato), quest’anno lo chiudo con una media goal per minuto modello primo Ronaldo. Giocando 10 minuti ogni partita pero’….

Italia zero palle – Brasile tre sberloni

Nonostante l’alone di antipatia che l’Italia si porta indietro da quando negli anni 50 fu introdotto il catenaccio, la nazionale raccoglie sempre tifosi neutrali da tutte le parti.
Tifosi che solo 15 anni fa si esaltavano per i vari Baggio, Maldini, Del Piero, Baresi, e che oggi vogliono continuare a festeggiare quel titolo di campioni del mondo vinto 3 anni fa in Germania.

Si sa, vincere, sottovalutati da tutti non e’ poi un problema. Le sorprese a livello internazionale ci sono sempre state (Danimarca nel 92, Grecia nel 2004), visto che la competizione e’ decisa in in un massimo di 7 partite, e azzeccarle puo’ succedere a tutti.
Il confermarsi e’ sempre difficile, vuoi per le aspettative (se sei campione del mondo tutti si aspettano classe, gran gioco e grinta) o per semplici fatti storici (e’ dal 62 che una squadra non si riconferma campione del mondo).

Una sconfitta ci puo’ sempre scappare. Anche due.
Ma quando giochi, da campione del mondo, un torneo che comunque e’ considerato ufficiale dalla FIFA, e hai migliaia di tifosi, italiani e non, venuti da lontano per vederti giocare, e poi ti comporti cosi’, giocando senza voglia e senza carattere, aspettando chissa’ quale miracolo solo perche’ hai vinto una finale ai rigori con la Francia 3 anni fa, allora ti meriti un gigantesco vaffanculo.

La delusione e’ cocente. Non tanto per il gioco espresso (da quando l’Italia esprime gioco?), non tanto per la pessima difesa, che ormai preoccupa da 1-2 anni (non puoi portare un pensionato come Cannavaro e un giocatore come Chiellini la cui reale dimensione e’ la serie B), neppure per la mancanza di goal (Toni, Gilardino e compagnia bella in nazionale perdono completamente il killer instinct, cazzo meglio avere vecchi come Inzaghi e Delpiero allora), ma per la mancanza di  voglia di sbattersi.
Cameronesi, da quando ha esordito in nazionale, direttamente dall’Argentina, a oggi, ancora non ha espresso niente di significativo. E non sarebbe il solo.

Cronaca dei ridicoli eventi:

Mattina : Gilardino si sveglia. E l’agenzia viaggi. Hanno trovato un ottimo posto per lui a 10000 euro a notte nelle Mauritius. Non troppo lontano dal Sudafrica. Unico problema? Il biglietto di prima classe che volevi e’ disponibile solo domani sera. “Non c’e’ problema, Giovanni” – proclama il Gila – “ci penso io a non segnare”

Pomeriggio: Riunione tecnica prima della partita. Lippi chiede quanti hanno gia’ prenotato le vacanze. Quasi tutti alzano la mano. Non Camoranesi, che, in Italia da 10 anni, sa solo contare fino a cinque prima di passare allo spagnolo.
Rossi tenta di tradurre, ma si scoraggia, e’ circondato da coglioni.

18.00 : non lavoro, non mangio, non cago. Le tensione e’ alta, la mia cosi’ come quella di 10000 tifosi italiani che , anche all’estero, amano la maglia azzurra.
18.01 : realizzo che l’Italia gioca con un colore che fa davvero schifo e non ricorda per niente quello delle notti magiche del 2006, del 1990 o del 1982. Probabilmente un segno del destino.
20.00 : arrivo a Pretoria, solito parcheggio, solito shuttle, e stavolta mi compro anche una vuvuzela azzurra. Emettere un suono decente e’ un’impresa impossibile.
20.04 : Lindsey si siede con me, afferra la vuvuzela, e la suona senza problemi.
20.10 : entra Buffon a riscaldarsi, e saluta i tifosi. Gilardino controlla il manto erboso. “Eccellente condizione. Il gioco del Brasile sara’ perfetto stasera”
20.24 : canto l’inno, per la terza volta. Io e qualche tifoso. Siamo ottimisti, il Brasile ci ha battuto 2-0 qualche mese fa, ma qui e’ in gioco la qualificazioni alle semifinali. Mondo, guarda l’Italia come combatte!
20.34 : dopo 4 minuti e con il Brasile che potrebbe essere gia’ avanti di 62 goal (con almeno 7 autoreti), capisco che l’Alpitour domani fara’ un sacco di soldi, con quella serie di calciatori milionari senza palle che hanno prenotato con loro
20.10 : ci avviciniamo al minuto 40, quello che ci e’ costato caro con gli Stati Uniti e con l’Egitto. Sicuramente siamo pronti a spingere fino al 45esimo.
20.15 : eravamo pronti, e siamo sotto 0-3 in 7 minuti. Mi consolo pensando che senza gli strategemmi di Lippi sicuramente adesso eravamo sotto di 12 goal. La stampa si lamentava dell’assenza di goal contro l’Egitto, e Dossena ci pensa lui a segnare un goal in maglia azzurra. Il mondo ride.
20.30 : arrivano notizie allarmanti da Ellis Park: gli americani stanno dominando l’Egitto e vincendo. Via di classifica avulsa. Chi passa? Differenza reti? Scontro diretto? Goal segnati? Cadute a terra di giocatori appena toccati (qui l’Italia dominerebbe?) Cadute a terra per minuto del solo Gilardino? Basta un goal per complicare a tutti la vita.
20:45 : Entra Gilardino incazzato – “Ah no raga, qui non va bene, io, Toni e Fabio abbiamo prenotato per le Mauritius. No tu Chiellini sei brutto e non vieni. Di la stanno vincendo, se vogliamo andare in vacanza bisogna non segnare per nulla!” Lippi ascolta soddisfatto.
21:00 : Il segnale di Gilardino viene ascoltato forte e chiaro. Toni si sbatte per non segnare, tentando di tenere una media alla Casiraghi, Gilardino fa finta di lamentarsi per la mancanza di palloni (gliene arrivano solo 28 in 10 minuti).
Rossi, basso e americano, non capisce e tenta di segnare. Toni e Gilardino, offesi, smettono di passargli la palla.
21:10 : Gli USA avanti 3-0, noi indietro 0-3 chi segna vince. Un po’ come all’oratorio di Canegrate. Sotto 10-1, ma se la mamma ti chiama per andare a casa e tu sei il proprietario dell’unico pallone che non sia uno squallido super-tele, allora vige la regola del primo che segna trionfa.
21:15 : Gilardino decide di non segnare, l’arbitro fischia, la torcida brasiliana balla, io bestemmio all’indirizzio di Lippi e di quei deficienti in maglia azzurra (grazie per il 2006, ma e’ ora di muovere il culo). Nessuno degli azzurri, una volta saputo dell’eliminazione, viene fuori a salutare i tifosi che aspettano con pazienza.
21:30 : mistero svelato, tutti i calciatori sono gia’ sul charter per le vacanze. Pure Lippi che conclude un’intervista di 3 secondi tre in televisione.

Fuori dalla confederation cup, e ora mi tocca riciclare i biglietti. Forza Sudafrica.

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

Italy - Brazil 0-3

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