Il giovane Olaf

Tutto e’ iniziato con una chiamata telefonica. A quanto pare la lega veterani (over 34) iniziava il campionato invernale dopo aver terminato quello estivo, piu’ corto, e “grazie” al fatto di avere 34 anni compiuti, mi hanno chiesto di giocare con loro nella prima di campionato.

Cosi’, in compagnia del compare Stoj (ormai da 4 anni compagno di squadra, direttamente dalla Bulgaria), mi sono trovato a giocare in una notte freddissima in uno stadio semideserto nella parte est di Johannesburg contro giocatori piu’ vecchi di me.

A quanto pare nella lega Veterani giocano un sacco di ex-professionisti emigrati dall’Europa o provenienti dalla Premier League Sudafricana. La squadra che affrontavamo, il Corinthias, avevo 2-3 giocatori provenienti dalla lega greca degli anni 90 e uno o due ex-Kaiser Chiefs (la “juventus” sudafricana).
Nonostante la forma fisica non eccezionale (dopo i 40 voglio vedere quanto riesci a correre su un campo da calcio), il tocco era sempre li’, anche se la corsa non c’era piu’.

Grazie al fatto di essere in pratica il piu’ giovane in campo, ho davvero spopolato, essendo uno dei pochi a correre per l’intera durata della partita. E, nonostante il risultato finale (1-3), sono riuscito a segnare il goal del momentaneo pareggio (cross dalla sinistra, controllo e diagonale, tutto molto bello).

Una delle caratteristiche della lega Veterani che mi e’ piaciuto di piu e’ stato il terzo tempo come nel rugby: dopo la partita la squadra di casa “invita” i giocatori avversari a bere e mangiare gratis. Inutile dire che non mi sono fatto pregare. La pasta era decente, e la birra deliziosa.

L’anno prossimo in teoria dovrei passare a giocare direttamente in quella lega, ma mi hanno gia’ chiesto di fare la spola tra il mio normale campionato e le partite con i vecchi nei prossimi mesi.
Cosi’ giocherei nei weekend contro ventenni, e durante la settimana contro quarantenni. Ormai non so quante partite ho nelle gambe, ma al momento, libero da infortuni e in piena forma, tutto quello che voglio fare e’ giocare!

Post elezioni

Come nel 2009, se leggo la stampa internazionale su internet, vedo soltanto proclami di vittoria per l’ANC. In qualsiasi altra nazione, una vittoria col 62% sarebbe celebrata come un trionfo assoluto.

Quello che invece non leggo (se non sulla stampa locale), e’ di come l’ANC continui a perdere voti su voti dal 1994 a questa parte. Se negli anni 90 votare quel partito era particolarmente obbligatorio anche per i bianchi con i sensi di colpa (e in mancanza di alternative valide senza legami coi partiti dell’apartheid), 17 anni piu’ tardi e’ tutto diverso.

L’alternativa valida esiste (il DA di Helen Zille), alternativa che da tempo ormai vince le elezioni nell’unica regione dove la criminalita’ e’ in discesa, le infrastrutture sono ottime e la qualita’ della vita e i mezzi pubblici sono superiori alla media nazionale: il Western Cape, con Cape Town come capoluogo.

Nel 2009 avevano (erroneamente) fatto una campagna basata su Zuma, esplicitamente chiedendo di farlo fuori per tutti i capi di corruzione che giravano intorno alla figura del presidente.
Avevano preso un sacco di voti, ma erano i soliti voti di tutta la popolazione non-nera, visto che il DA veniva mostrato ai sostenitori dell’ANC come un vecchio partito bianco (quando probabilmente ha piu’  rappresentati di qualsiasi etnia che non l’ANC).

Stavolta la campagna e’ stata intelligente: invece di focalizzarsi su cosa l’ANC e Zuma non sono capaci di fare, hanno mostrato i progressi nel Western Cape e chiesto semplicemente di potere fare lo stesso nelle altre regioni.

Un po’ come dovrebbe essere in Italia: immaginate un partito che invece di basare la campagna elettorale su un sentimento anti-Berlusconi (anti-destra) o anti-sinistra, dimostrasse un programma logico e fattibile, magari partendo da regioni minori per arrivare fino a quelle maggiori.

Senza il voltafaccia del Kwazulu-Natal (2 milioni di voti in piu’ per l’ANC solo perche’ finalmente al governo c’e’ uno Zulo e non un Xhosa come Mandela o Mbeki…), l’ANC sarebbe addirittura sceso sotto il 60%. Hanno rischiato di perdere Nelson Mandela Bay (intorno al 50% contro il 70% di 2 anni fa), e hanno perso il Midvaal (una delle ricche province intorno a Johannesburg).

Il DA ha ottenuto alla fine  il 21.97% dei voti, migliorando praticamente in tutte le regioni (risultati finali qui). Guardando i risultati storici delle municipali, nel 2006 avevano ottenuto il 14% (contro il 66% dell’ANC), e, tornando piu’ indietro nel 2004 erano fermi al 12% (contro il quasi 70% dei rivali).

Per un partito che nel 1999 prendeva solo il 9% dei voti, sono risultati clamorosi semplicemente perche’ dimostrano una cosa: con un numero sempre maggiori di neri e sempre minore di bianchi, anche la maggioranza africana ha deciso che si sta stufando della corruzione e delle mancate promesse dell’ANC in questo decennio….

Anche perche’ vedere un partito che due settimane prima delle elezioni prenota l’FNB stadium per festeggiare, puo’ anche dare leggermente fastidio:

ANC Poster

Tempo di elezioni, in salsa africana

Mentre seguo con interesse le elezioni amministrative in Italia, tanto per vedere da che parte tira il vento (e, a giudicare dai primi risultati, non piu’ dalla parte del Silvio Nazionale, nonostante uno scudetto vinto da poco), sono abbastanza sorpreso dai risultati del terzo polo (che ormai e’ quello del movimento 5 stelle fondato da Grillo).
Non so quanto spazio abbiano ottenuto durante le tribune elettorali sui media tradizionali (televisioni e stampa), ma arrivare al 10% a Bologna e al 5% a Torino con campagne basate su internet (perdendo il voto di tutti gli over 40 in pratica, e si sa, l’Italia e’ un paese di vecchi), e’ un risultato eccellente. Non che sia sostenitore di Grillo (troppo populista per me), ma perlomeno il suo movimento non accetta persone con fedine penali sporche…

Tornando qui sotto, mercoledi’ sara’ tempo di elezioni municipali, anche loro importanti per capire da che parte gira il vento prima delle prossime politche del 2013. Alle ultime elezioni l’ANC, il partito del presidente Zuma (quello delle 5 mogli) e dell’imbecille Malema (grande tifoso di Mugabe e delle nazionalizzazioni di tutto il possibile modello Zimbabwe…) non era riuscito per la prima volta dal 1995 – l’anno di Mandela presidente – ad ottenere quel 66.6% che avrebbe concesso al partito pieno potere.

Il DA (partito di Helen Zille) aveva rivinto Cape Town e aveva raggiunto numeri importanti.

L’ANC in questa campagna elettorale come al solito ha fatto milioni di promesse (case gratis a tutti i neri che vivono in condizioni miserabili, promessa che ormai continuano a fare dal lontano 1995, promessa pericola perche’ ha creato una generazione di neri che aspettano una casa invece di lavorare per ottenerla, e protestano quando ogni anno non ne ricevono una) e si sono riuniti all’FNB Stadium (casa della finale della coppa del 2010) questo weekend per festeggiare il prossimo trionfo (“Victory is certain” e’ il motto della campagna elettorale locale).

Stavolta pero’, spaventati dai possibili numeri del DA, hanno dovuto utilizzare altre armi: affermare che TUTTI i bianchi sono criminali (Malema ad inizio Maggio) e se le cose non miglioreranno useranno la violenza, oppure appellarsi agli “antenati” (ovvero i famigliari morti da tempo) dicendo che gli spiriti degli ancestors si vendicheranno contro quelli che non votano piu’ ANC (Zuma a meta’ Maggio).
Questo per coprire gli scandali dei “cessi all’aperto” che sono spuntati un po’ dovunque come soluzioni sanitarie per i vari squatter camp, e i numerosi scandali di corruzione che sono cresciuti soprattutto dopo che il Mondiale ha fatto le valigie.

Queste elezioni spiegheranno da che parte sta andando il Sudafrica. Se l’ANC otterra’ un risultato simile all’ultimo, beh, allora vuol dire che la maggior parte dei neri preferisce votare un partito che promette miracoli, in attesa di avere una casa gratis, e si fa intimidire dai bulli che gestiscono il paese. Meglio far niente, non pagare acqua, luce e tasse e (forse) ottenere una casa gratis in 10-20 anni, e lamentarsi e protestare occupando strade e bruciando pneumatici,che rimboccarsi le maniche e far esplodere definitivamente l’economia locale (qui le tasse vengono pagate da circa il 15% della popolazione, e guarda caso il 9% dei sudafricani e’ di pelle bianca, aggiunici gli indiani e i colored ed ecco chi paga le tasse per il restante 80%).

Se invece il DA otterra’ un risultato migliore dello scorso anno, erodendo qualche punto (5% magari) all’ANC, vuol dire che anche il Sudafrica nero si e’ stufato di un partito corrotto che ha creato in 15 anni un’elite di miliardari, dove i soldi necessari per educazioni, infrastrutture e servizi migliori sono spariti nelle tasche di pochi. Nonostante quello che Malema continua a dire, il DA e’ un partito multirazziale che rispecchia il Sudafrica molto di piu’ dell’ANC attuale, partito di cui non credo Mandela sia troppo orgoglioso in questo momento storico…

Forza Sudafrica, fammi vedere che puoi migliorare ancora di piu’!

I posti che mi mancano: Poznan

In Europa non torno ormai dallo scorso Settembre (forse dovrei tornare a Giugno), e in Polonia non torno addirittura dal 2009. Considerando che l’anno prima la mia visita post-matrimoniale dai miei nonni si e’ fermata a poche ore dalla partenza per colpa della varicella (maledetta!), le mie visite annuali sono diventate sempre piu’ rare.

Nel frattempo mio nonno e morto (senza aver potuto conoscere Lindsey) e mia nonna sta iniziando a sentire il peso degli anni, da sola a Poznan. Per fortuna ho ancora qualche caro amico che vive li’ (Dominik, venuto qui nel 2008 per il mio matrimonio), altrimenti sentirei il distacco dal mio altro paese di provenienza crescere a dismisura ogni anno.

Immaginate il mio stupore quando il Sunday Times locale stampa un’articolo che parla proprio di Poznan:

Poznan's article on the Sunday Times in South Africa

Poznan's article on the Sunday Times in South Africa


Mi manca Poznan. Ho visitato in gioventu’ la maggior parte della Polonia, e non ho mai avuto dubbi che come citta’ e’ una delle migliori.
Storica capitale del regno Polacco (dopo Gniezno e prima della pessima Warszawa, o Varsavia o Warsaw per tutti voi), con architettura ispirata a quella italiana (avevano importato un sacco di architetti italiani ai tempi…), Poznan rimane una delle citta’ migliori per rilassarsi o divertirsi.

Senza l’opulenza delle costruzioni sovietiche della capitale (il Palac Kultury da piccolo mi ricordava un’astronave di mattoni…) e senza l’assalto turistico di Krakow (Cracovia) per l’arte,  quello invernale a Zakopane per lo sci o quello inglese lungo le spiaggie del Baltico, come citta’ rimane la migliore per vivere.

L’ultima volta che sono tornato non avevo avuto nessun problema a percorrerla a piedi, ricordando a memoria tutti quei passaggi e scorciatoie che da bambino diventavano il modo piu’ facile per andare da un punto A (il cortile) ad un punto B (qualunque altro posto lontano da casa, ma sempre a meno di 30 minuti di distanza).  Mi ricordo ancora tutte quelle volte in cui i cortili avversari venivano sfidati ai giochi piu’ assurdi (ho imparato a lanciare il coltello a 6 anni durante quella specie di campionati) e per arrivare li’ si poteva passare sotto terra (utilizzando i bunker sotterranei che collegavano tutti il quartiere) oppure scavalcando muri su muri.

Mi piacerebbe tornare li’ con Lindsey per farle vedere i luoghi in cui tutto sommato sono cresciuto.
3 mesi ogni anno per 18 anni (tranne il 1986,  l’anno di Chernobyl) , 2 visite lunghe con mio cugino Davide passate a girare la Polonia in treno e a piedi, con tenda sulle spalle, e poi visite sempre piu’ corte fino ad arrivare ad oggi.

Mi sa che al prossimo giro in Europa mi tocchera’ davvero di prendere una settimana intera e far vedere a Lindsey una delle piu’ belle nazioni europee…

38 secondi piu’ veloce, 7 anni dopo

7 anni fa, nel 2004, vivevo a Londra. Lindsey era appena tornata in Sudafrica e io come al solito cercavo corse con cui allenarmi per future maratone. Qualche mese piu’ tardi, durante una partita di campionato, mi sarei rotto la caviglia e non avrei corso per 15 mesi.

Ero in forma, ed avevo deciso di correre la prima 10km notturna londinese organizzata dalla Nike. Su un percorso piatto dalle parti di Tower Bridge (correndo soprattutto a Est del Tamigi), conclusi 10km in 45 minuti e 29 secondi.

Durante i miei anni londinesi, mi allenavo in settimana e due volte all’anno andavo a correre una maratona (42km). Da quando sono in Sudafrica invece spesso sono andato (e vado ancora) a correre 10/15/21km in gare vere e proprie. Rispetto al 2004 mi allenavo di meno (la mancanza di kickboxing si fa sentire), mi sono sposato e ho messo su chili su chili. E infatti negli ultimi anni, tranne che su percorso ultra piatti, ero felice di rimanere intorno ai 50 minuti per 10km.

Con la scusa della Two Oceans, e un infortunio che ha scombussolato i piani, mi sono messo a dieta e ho perso la maggior parte dei chili accumulati facendo barbecue su barbecue, e finalmente, dopo 7 anni, posso finalmente mostrare questa foto appena scattata dopo aver passato lo striscione d’arrivo della 10km dell’annuale Wally Hayward Memorial:

Wally Hayward Memorial 2011

Si, ho migliorato il mio record e finalmente sono sceso sotto i 45 minuti! Per un corridore occasionale “pesante” come me, e’ un risultato favoloso. 45 minuti vuol dire correre ogni chilometri alla media di 4 minuti e 30 secondi.  Soprattutto considerando che la gara era tutt’altro che piatta, con una salita spacca gambe a ridosso dell’arrivo:

Wally Hayward Memorial 2011
L’altimetria della gara

Wally Hayward Memorial 2011
Un’altra gara terminata con successo

Wally Hayward Memorial 2011
La strana medaglia…

Inutile dire che ho subito festeggiato. Come? Divorando pancakes prodotti dall’invenzione solitaria di un geniaccio di Pretoria:

Wally Hayward Memorial 2011
Tempo di pancakes

Wally Hayward Memorial 2011
L’invenzione del secolo

Wally Hayward Memorial 2011
Come far fuori 5 pancakes in 10 secondi