I segreti sudafricani : le montagne del Drakensberg

Organizzare un weekend fuori e’ sempre un problema: la mia stagione calcistica dura 8 mesi, bisogna lasciare i cani a qualcuno, e di solito, se proprio dobbiamo andare via, ce ne andiamo in Europa.

Stavolta, con la complicita’ di una serie di fattori (Kirsten e Andy vivono con noi e possono occuparsi dei cani, e io ho 2 settimane di pausa dal campionato), Lindsey e io abbiamo deciso di prendere i bagagli e partire in direzione di qualsiasi posto lontano da Johannesburg.
Le alternative erano due: guidare 7-8 ore verso il Mozambico e l’Oceano Indiano, oppure rassegnarci al fatto che guidare 16 ore per un weekend era troppo ed andare in una di quelle regioni in cui non sono mai stato: il Kwazulu Natal, dalle parti delle montagne del Dragone (le Drakensberg Mountains), una di quelle bellissime regioni completamente ignorate da turisti (che di solito si fanno il trittico Cape Town -> Garden Route -> Kruger Park)

Complice  anche la bassa stagione,  i prezzi favorevoli, e la distanza accessibile (4 ore di macchina di cui 3 dritte sull’autostrada), ci siamo fiondati su internet (tripadvisor e’ da tempo la scelta numero uno, grazie alle recensioni) e abbiamo prenotato al Tower of Pizza. Lo so, il nome e’ ridicolo, ma per qualche motivo mi sono sentito attratto.

Dopo 5 ore di macchina, tra cui 1 ora a costeggiare a passo d’uomo di notte l’immenso Sterkfontein Dam (un lago artificiale creato da una diga), causa lavori notturni, siamo arrivati a destinazione dove Pierre, il tedesco (il Northern Kwazulu-Natal e’ praticamente in mano ai sassoni), ci ha mostrato lo splendido cottage dove avremmo passato le due notti successive, e ci ha spiegato un po’ di attivita’ locali che potevamo fare.

Quando ho saputo che nel parco nazionale del Royal Natal (prezzo d’ingresso per l’intera giornata: 30 rand, poco piu’ di 3 euro…) si poteva vedere, dopo una camminata su un sentiero abbastanza arduo, le seconde cascate piu’ alte del mondo (le Tugela Falls, 950 metri), ho dovuto passare solo 30 minuti a convincere Lindsey ad accettare la sfida e vedere questo mostro di cascate.

Cosi’, la mattina successiva, dopo un’abbondate colazione, abbiamo guidato in direzione del parco nazionale, a 20 minuti di distanza. Da li’ abbiamo parcheggiato la macchina, firmato il registro (in teoria bisogna tornare prima delle 6, quando inizia a fare scuro, a meno di non avere tende per dormire…) e abbiamo iniziato la camminata.

Potrei passare le prossime 200 righe a descrivere la bellezza del paesaggio e il senso di avventura che mi ha  spinto a pensare di portare mio cugino Davide (Alpino) qui per godersi qualcosa mai visto prima nella sua vita montanara, invece preferisco mostrare le foto (l’intero archivio e’ qui) oppure fornire il link per il tracciamento del percorso via gps (stavolta l’iphone ha retto per 5 ore e mezza, tracciando tutto tranne gli ultimi 5 minuti al ritorno).

Qualche highlight:

  • Camminare ad un ritmo di 25 minuti al chilometro, arrivare al burrone dove due fiumi si incontrano, e decidere di risalire il fiume corretto.
  • Incontrare qualche turista che, arrivato al burrone, decide di tornare indietro, deluso dalla mancanza di cascate
  • Continuare a camminare con Lindsey, arrampicandoci per sentieri tortuosi anche verticali (per fortuna c’erano corde e scale per aiutarci), e, dopo aver impiegato 1 ore per l’ultimo chilometro, alzare il viso e, visibile ad occhio nudo, vedere l’acqua delle Tugela Falls (quasi asciutte d’inverno) scendere e precipitare 950 metri piu’ in basso.
  • Aprire la redbull, ormai calda, e brindare con Lindsey e il suo Gatorade alla testerdaggine di entrambi
  • Sulla via del ritorno, quando il sole era sparito, veder spuntare babbuini da ogni dove

Una volta tornati (quando ormai la luna era gia’ fuori), abbiamo acceso il fuoco e ci siamo stravaccati sul divano, collassando fino al giorno dopo dove, intorno alle 2, eravamo di ritorno a casa…

Driving to Kwazulu Natal
Guidando verso il Kwazulu Natal

Back at the Tower of Pizza
Tower of Pizza

The magnificent Drakesnerg section, the falls are somewhere there
Le montagne del Drakensberg

Keep walking Olaf
Si cammina

Some dude is following us
Qualcuno si segure

So high here
Guardando l’orizzonte

Just under that little waterfalls
Sotto una piccola cascata

Time to decide: shall we go ahead up the tricky gorge?
Siamo arrivati nel burrone, andiamo avanti?

Lindsey climbing
Lindsey continua senza problemi

A dangerous step
Un passo e sei morto

Anohter long and difficult section
La salita continua

Let's all celebrate
Siamo arrivati! Tempo di festeggiare!

The Tugela falls: the second highest waterfalls in the world!  Finally!
Le Tugela Falls

View point Tugela Falls

X dove siamo arrivati, O dove si trovano le cascate. !!! indica la lunghezza del tragitto (altre 3 ore in scarpate e burroni per andare proprio sotto)

Another view of the mountain range
Eccole qui

Tricky ladder...
L’unico accesso

View of the falls from distance
La catena montuosa

The moon is up
La luna fa capolino

A baboon and her little son
Un babbuino con cucciolo di fianco al sentiero

The river
Il Tugela

A nice fire in an african winter
Lindsey pensa al fuoco

Hit man

Non giocavo a paintball ad un addio al celibato nel lontano Febbraio 2009.
Causa due turni di riposo nel calendario calcistico (due weekend senza giocare.. come si fa?), la societa’ ha deciso di portarci a fare una di quelle attivita’ di  “team-building” che tanto piacciono ai sudafricani.

In un raggio di 20km da casa mia ci saranno una ventina di posti dove fare paintball. Il caso vuole che il posto in cui siamo andati sia lo stesso di quello di due anni fa: the Woods Paintball, probabilmente il mio preferito per varieta’ di scenari e spazi disponibili.

Circondato da ventenni che non hanno mai tenuto un fucile in mano e al massimo giocano alla playstation, ci siamo divisi in squadre e abbiamo passato 3 ore a massacrarci senza problemi. Come al solito la maggior parte dei miei compari aveva finito le pallottole di vernice (ad acqua) entro i primi 20 minuti di ciascuna sessione, continuando a sparare come se avessero attivato il cheat code per infinite munizioni.

E cosi’, in compagna del solito amico bulgaro Stoy (l’unico con me con esperienze di armi da fuoco) , la mia squadra ha dominato qualsiasi sessione, riducendo ad arlecchini di vernice il resto della truppa. Ahh… le soddisfazioni!

Qualche foto: (purtroppo provare a fare foto durante le sessioni era un po’ pericoloso…)

Paintball in the woods

Paintball in the woods

Scorciatoie canine

Ormai da tempo (da Ottobre fino ad adesso, tranne Gennaio/Febbraio) la sorella di Lindsey, Kirsten, e suo marito, Andy, vivono con me.
Mesi fa avevano deciso di lasciare Cape Town e tornare da queste parti. Si sono portati dietro i loro due cani, Lucky e Dub.
Entrambi non brillano di intelligenza, e il disastro di ieri lo dimostra in maniera irrevocabile.

Mentre preparavo il cibo per tutti e 5 i cani a casa mia, una macchina rumorosa passava davanti al cancello.

Mentre i miei tre cani utilizzavano la porta d’ingresso (aperta) per andare fuori ad abbaiare, gli altri due decidevano di prendere una scorciatoia, saltando sul divano , spingendosi l’uno con l’altro, probabilmente credendo che il vetro nel soggiorno non esistesse.

Risultato?

Dub injured

E i cani?
Dub si e’ spaccato la testa contro il vetro, ha perso il controllo di vescica e sfintere piu’ qualche litro di sangue, e dopo 200 euro di riparazioni (piu’ 50 per il vetro) e’ tornato la sera in questa condizione:

Dub injured

Ghe pensi mi

E’ appena finito il primo tempo. Non vinciamo da tempo, e, contro l’ultima in classifica (Randburg), siamo sotto per 1-0 dopo una stupida autorete.
Abbiamo sbagliato 2-3 goal sotto porta e stiamo giocando un calcio terribile. Sono incazzato nero, mi sembra di giocare 2 o 3 contro 11. Il resto non ha voglia oppure pensa di potere segnare senza problemi. (oppure sta pensando alla finale di stasera, Barcellona vs Manchester United)

Chiamo tutta la squadra prima che si buttino sull’acqua. Fa caldo, fa secco (e’ inverno), ma nessuno merita di bere prima di ricevere una strigliata.
Inizio a parlare, e tutti abbassano la testa. Parlo (urlo) di mostrare le palle, di iniziare a non tirarsi indietro nei tackle, nel vincere qualche pallone in aria. Durante la partita non esiste comunicazione, le solite 2-3 persone parlano, il resto e’ in silenzio. Parlo di responsabilita’. Quello che mostrate in partita rappresenta il modo in cui affronterete la vita. Dovete combattere, siete ventenni senza palle. Impossibile che solo gli ultra trentenni in squadra (3) si stanno sbattendo.

Torniamo in campo. Vedo Lindsey in tribuna, un po’ preoccupata per l’andamento della partita (sa benissimo che se perdo cosi’ tiro fuori il muso per tutta la serata).

Chiamo due cambi con l’allenatore per i due che stanno deludendo. Ho bisogno di gente con le palle, non gente tecnica che se ha una giornata storta inizia a nascondersi.

Prendiamo una traversa, prendo un palo da 25 metri.

Mancano 20 minuti, punizione del mio compare Stoj. La palla viene in qualche modo colpita lontano dal portiere, ma mi atterra a 1 metro. Non prendo nemmeno la rincorsa, abbasso la testa, mi coordino e mezzo secondo dopo le mani del portiere sono piegate ed e’ 1-1.

Non mi basta, prendo la palla e mentre tutti sorridono inizio a urlare “It’s not enough”. Che cazzo ridete? 10 minuti alla fine. altri assalti contro una squadra ultima in classifica. 5 minuti, e qualcuno falcia il mio attaccante in area. Rigore.

Come al solito la palla mi viene consegnata in mano da l’ennesimo giocatore che si affida troppo al suo capitano. Metto la palla sul dischetto. L’arbitro fischia, prendo la rincorsa, e miro al solito angolino, l’unico in cui sono capace di segnare. Il portiere indovina la traiettoria ma il pallone picchia rasoterra sul palo e rimbalza in rete. 2-1 e seconda doppietta in campionato per chi come me non segnava cosi’ tanto da almeno 15 anni.

Finisce la partita, e finalmente guardo Lindsey e riesco a distendere la faccia incazzata, senza voce dopo aver urlato per 90 minuti, e mi concedo un sorriso. E’ una stagione abbastanza dura quest’anno, rispetto alla scorsa.
Ma non importa, fino a quando sono in forma continuero’ a trascinare il resto della truppa, sperando che un giorno capiranno di doversi prendere delle responsabilita’ e trascinare me in giornate storte…

Arriva l’inverno

Con 2-3 settimane di anticipo, e’ arrivato l’inverno anche in Sudafrica.
Qualche indizio l’ho avuto dal crollo repentino della temperatura (15-20 di giorno, 1-5 appena il sole scompare), dal vento freddissimo arrivato dall’Atlantico, e dal fatto che sto indossando calzoni lunghi durante la giornata.

Soprattutto, noto l’arrivo dall’inverno nel modo in cui i cani dormono sul letto la sera invece del pavimento:

Dogs on bed

Fortunatamente ci saranno solo 2 mesi freddi e poi tornera’ il clima sudafricano che tanto mi piace per 10 mesi all’anno. Nel frattempo, vista l’assenza di riscaldamenti in casa (un’usanza tutta sudafricana…) dovro’ decidermi se investire e costruire quel camino in soggiorno che vorrei avere da anni…