Vincere in inverno

Con due campionati in svolgimento nello stesso periodo, mi sto ritrovando a giocare piu’ partite che partecipare ad allenamenti .
Il Sabato non ho troppi problemi: fa caldo, non piove mai, e dopo posso sempre andare a bere in compagnia del resto della truppa.

Il campionato Veterani, invece, mi porta a guidare e giocare in posti sperduti, di sera (calcio d’inizio di solito alle 8), quando qui fa davvero freddo. Appena il sole tramonta, la temperatura crolla di 15 gradi, e anche stasera sono uscito di casa col termometro che segnava 4 gradi, contro i 18 del pomeriggio.

Stavolta la partita si svolgeva al Cecil Payne Stadium, una struttura rimessa a posto per il mondial del 2010, ma poco utilizzata da allora, sulla cima della collina a 5km da qui, vicino all’autostrada.

Il campo da calcio, rimesso a posto dopo le ispezioni FIFA dello scorso anno, e’ stato un po’ abbandonato, ma rispetto ad altri campi l’erba e’ ancora in piedi.
Le tribune sono enormi, e, in questa serata cosi’ fredda, desolate, con un numero minimo di spettatori.

Ho anche scattato una foto poco prima del calcio d’inizio.  Le porte che vedete sono utilizzate per il riscaldamento pre-partita.

At the Cecil Payne Stadium

Il risultato finale e’ stata una sonora vittoria per 6-1, dove ho segnato il secondo goal dopo aver fornito assist per il primo, il terzo e il quinto. L’infortunio non mi ha impedito di correre un po’ dovunque, e a quanto pare sto tornando ancora una volta in forma (con 10kg di meno e’ piu’ facile correre! Anche se l’assenza di ciccia mi rende piu’ suscettibile al freddo…)

Terre bruciate

Svegliarmi di mattina presto, durante l’inverno locale, per andare a correre qualche gara, non e’ qualcosa a cui tengo particolarmente. E’ per questo che,  una volta arrivato l’inverno, mi sono concentrato sul campionato di calcio e ho lasciato perdere per un po’ le gare di corsa.

Ora che finalmente la fredda stagione (di giorno fanno 15-20 gradi ma poi di notte la temperature scende sotto i 5… alla fine sara’ anche in Africa ma vivo a 1700m slm!) sta andando via, domenica mattina ho deciso di partecipare alla “Pirates run/walk” a 10km da qui, organizzata da uno dei club sportivi piu’ vecchi della zona, il Pirates Sports Club. Piu’ che altro volevo collaudare il mio ginocchio dopo l’infortunio di 2 settimane fa. Il risultato? Un ottimo 45.17 (con pausa piscio…), che ho scoperto essere il mio secondo migliore risultato di sempre sulla distanza.

Anche la medaglia non era per niente male:

Pirates 2011 medal

Nel pomeriggio, invece, armato del mio fidato iphone (e instragram) sono andato a fare un po’ di foto dietro alla casa dei genitori di Lindsey, dove regolarmente in ogni stagione secca va tutto a fuoco intorno al fiumiciattolo. Piu’ che altro mi aveva incuriosito un’area recintata, che a quanto pare 3-4 anni fa faceva parte del complesso residenziale e aveva le reti per il cricket, i canestri per netball e altre giostre per i bambini che abitavano li’.

Purtroppo i continui incendi hanno convinto i padroni del complesso di chiudere quella zona ed abbadonarla alla furia degli elementi. Ecco qualche foto:

Exploring a burnt area around Johannesburg

Chissa’ quando e’ stata l’ultima volta che qualcuno ha giocato con quel pallone…

Exploring a burnt area around Johannesburg

Qui una volta c’erano le reti di cricket

Exploring a burnt area around Johannesburg

Il fiume che passa di fianco alla cinta

Exploring a burnt area around Johannesburg

Curtis mentre si appende al canestro del netball

La stagione secca qui e’ un problema. Gli incendi sono all’ordine del giorno purtroppo… (e passera’ ancora un mese prima delle piogge…)

La saponetta

La maggior parte della squadra temeva la trasferta di Sabato. Non per la squadra avversaria (il Leeuwkop, a meta’ classifica), ma per la posizione del campo da calcio: all’interno della prigione con lo stesso nome (Leeuwkop Prison, qui la mappa)

La lega qualche anno fa aveva permesso alle squadre (giovanili e senior) composte dai figli e impiegati della prigione di partecipare al campionato regionale. Di solito giocavano le partite in casa da qualche altra parte, ma dalla stagione 2011 hanno avuto il permesso di giocare “in casa”.

A dire la verita’ la prigione e’ molto meglio di quello che mi potevo immaginare: una volta passati i controlli (il nome dei giocatori era su una lista, quella dozzina di tifosi che ci seguono per la partite esterne non potevano entrare) il resto non era malaccio.
La maggior parte dei terreni era dedicata al pascolo e alla coltivazione, in modo da risparmiare sulle spese, e le quattro sezioni (divise in base al livello della pena: settore giovanile, settore a basso rischio, settore per i detenuti con pene sotto i 10 anni, settore ad alto rischio), erano tutte circondate da piccole foreste che nascondevano le mura.

Entrance of Leeukwop Prison
L’entrata della prigione

The welcome board
Il cartello all’ingresso

Il campo da calcio era collocato in cima alla collina, dove iniziava una delle poche strade asfaltate su cui si affacciavano le case dei lavoratori, la scuola e i piccoli negozi. In pratica una famiglia potrebbe tranquillamente vivere all’interno della prigione senza doverne mai uscire …

I problemi invece sono iniziati poco prima della partita. L’arbitro non era stato ammesso all’interno delle mura (a quanto pare nell’ispezione all’ingresso hanno trovato una pistola nel bagagliaio…), e cosi’ siamo stati costretti ad utilizzare l’arbitro locale.

Changing Rooms
Spogliatoi

From the field
Vista dal campo

Con una squadra ridotta all’osso per infortuni vari (solo 13 giocatori), siamo partiti bene e siamo andati in vantaggio dopo 20 minuti. Poi, il disastro: mentre giocavamo il campo da calcio e stato circondato in poco tempo dai bambini e dai genitori.
I primi hanno iniziato a tirarci sassi mentre corravamo sulle fasce, i secondi hanno iniziato a minacciarci ogni volta che  superavamo la meta’ campo.

Alla fine del primo tempo il risultato era 3 a 1 per loro, grazie a 2 goal in fuorigioco osceno. Nel secondo tempo ci siamo guardati attorno, e, dopo aver capito che sinceramente rischiare risse qui era fuori luogo, abbiamo cercato di tenere la calma nonostante l’arbitraggio scandaloso.
Certo, sul 2-3 volevamo vincere, e magari ora pensate che stia esagerando con la descrizione della condotta dell’arbitro.
Ma sentite questo: un nostro giocatore viene falciato, e l’arbitro interrompre il gioco. Passo la palla alla squadra avversaria mentre l’allenatore entra con la solita acqua magica per assistere il giocatore. Mentre stiamo parlando con lui, loro prendono la palla , ricominciano a giocare, e segnano il goal del 4-2.
Poco dopo uno dei loro segna di mano e riceve il cartellino rosso. 10 minuti dopo segnano il goal del 5-3 e chi segna? Lo stesso giocatore che ha ricevuto il rosso poco prima (entrando in campo con un numero diverso di nascosto…)

Potete immaginare la frustrazione di essere trattati cosi’, in trasferta. Gli ultimi 10 minuti sono stati violenti. Mentre facevo il pompiere con la mia squadra, ogni volta che uno di loro falciava uno dei nostri, davo indietro il favore appena mi passava di fianco (sempre tentando di colpire la palla prima…)

Purtroppo durante uno scatto, il mio piede e’ finito in una buca (per l’irrigazione!) e il mio ginocchio si e’ piegato ad un angolo sconosciuto, e ho finito la partita saltellando su un piede. Inutile dire che dopo il triplice fischio ci siamo infilati in macchina e siamo praticamente scappati da Leeuwkop!

(il mio infortunio fortunatamente si e’ rivelato meno grave del previsto: il legamento collaterale laterale si e’ leggermente lesionato e ora sono a riposo per almeno 10 giorni…)

LCL K-tape strapping?
L’infortunio

Ora settimana senza partite (c’e’ un turno di coppa da dove siamo gia’ usciti), e poi speriamo di tornare a vincere in 2 settimane…

The Script in Johannesburg

Non sono un tipo da concerti. Abituato a sentire solo singoli dalla mia sterminata raccola su iTunes, difficilmente mi presento con altre migliaia di persone per sentire musica dal vivo quando poi le canzoni che mi interessano sono solo quattro o cinque.

In questo 2011 invece sono gia’ arrivato al secondo mega concerto. Se a Febbraio gli U2 mi avevano fatto apprezzare concerti immensi, stavolta e’ toccata ad un’altra band irlandese, gli Script, farmi apprezzare concerti senza troppi sbattimenti.

Avevo comprato i biglietti a Marzo, come regalo di anniversario per Lindsey a cui piacevano le loro canzoni.
E cosi’, in una notte dannatamente invernale (2 gradi, vento ridicolo), ho guidato tutti i 10km che mi separavano dal Northgate Dome per guardare dal vivo gli autori di canzoni come The Man Who Can’t Be Moved o  We Cry.

Getting ready to go
Pronti per andare

Non mi aspettavo granche’, ma l’entusiasmo degli oltre 18000 presenti nella struttura indoor (record personale per il gruppo a quanto pare), di cui la maggior parte donne (e non fa mai male), mi ha fatto apprezzare anche canzoni che non avevo mai sentito.
Anche il gruppo di supporto (the Arrows, due ragazze, una alla batteria e una alla voce/piano), nonostante i miseri 22 minuti a disposizione, otteneva il boato della folla.

Some pictures taken moments before the start
All’interno del Dome

Olaf and the crowd and some beer
Mentre sorseggio alcolici e guardo la folla

Fortunatamente non tutti i brani erano canzoncine pop, alcuni arrangiamenti andavano verso l’hiphop, e altre canzoni erano solamente acustiche, un mix che mi andava benissimo.

Alcune note sicuramente positive:

  1. The Script sono irlandesi come gli U2, ma non mi rompono le palle per salvare il mondo o lamentarsi della guerra civile irlandese…
  2. Le poche volte che hanno aperto bocca, mi hanno fatto davvero ridere, tanto si pigliavano per il culo. E bevevano birra sul palco, non acqua.
  3. Con una folla composta dal 90% da donne, non c’era mai fila al cesso
  4. Con una folla composta dal 90% da donne, di cui un buon 60% minorenni, non c’era mai fila per comprare alcohol.
  5. I prezzi delle magliette non erano per nulla esagerati (ho comprato la maglietta ufficiale a Lindsey per poco piu’ di 10 euro…)

Special effects for the Script
Sul palco

The dates of the tour
La maglietta ufficiale con le date di uno strano tour

Inoltre dopo il concerto ero a casa in meno di mezz’ora, di cui 10 impiegati per fare 100 metri al parcheggio. E, quando fuori fa cosi’ freddo, tornare a casa, buttarsi nel letto, e avere tre cani a scaldarti, non e’ per niente male…

Tutte le altre foto le trovate qui.

Eroe per 10 minuti

Perdere cosi’ fa sempre male.

Dopo 2 settimane di riposo, abbiamo affrontato la quarta in classifica (Ikageng), finalmente carichi per ottenere un buon risultato.

Sotto 1-0 e poi 3-1 nel primo tempo, abbiamo lanciato un assalto per una buona mezz’ora del secondo. Dopo venti minuti abbiamo trovato il 2-3, e poi, a 10 minuti dalla fine, l’ennesimo cross veniva stoppato in area dal vostro capitano preferito, che infilava poi con un secondo tocco il portiere in uscita per un 3-3 che aveva del miracoloso. E con questo sono 6 goal in campionato, che per un centrocampista difensivo non sono niente male, se si considera che il resto della squadra ne ha segnati solo 9…

Purtroppo nel calcio la partita finisce solo quando l’arbitro fischia tre volte. E cosi’, nei minuti di recupero, l’Ikageng trovava il goal della vittoria per un 4-3 che purtroppo mi ha letteralmente distrutto. Neppure le birre del dopo partita mi hanno ridato carica. Sara’ per settimana prossima…