I segreti sudafricani: sul treno a vapore, verso Cullinan

Avrei voluto scrivere un articolo glorioso per la mia prima tripletta dal 93 ad oggi, ma per colpa di qualche cartellino irregolare la partita finita 7-1 di sabato e’ stata trasformata in amichevole prima di ricevere probabilmente il 3-0 a tavolino. Cosi’ mi ritrovo a raccogliere foto (la maggior parte di voi le avra’ gia’ viste su Facebook) e raccontare uno di quei viaggi che i turisti stranieri non fanno proprio mai.

The steam train

Departures

Friends of the rail

Partiti da Johannesburg alle 7, siamo arrivati alla vecchia stazione di treni di Pretoria un’ora dopo.
L’unico treno che ormai parte da qui e’ un vecchio treno a vapore tenuto in piedi dall’associazione friends of the rail, un gruppo di appossionati che e’ riuscito a trasformare la propria passione (i treni a vapore) in una sorta di remunerativo lavoro per il weekend.

The whole team is on the train

La composizione dei passeggeri nelle 7 carrozze era abbastanza scontata: tutti bianchi (ai neri non piace troppo ricordare il passato), e tra questi, l’80% di origine boera.
Gli Afrikaneers erano facilissimi da riconoscere: tutti, inclusi donne e bambini, avevano dimensioni di giocatori di rugby e panza da bevitori di litri di birra. La maggior parte biondi e tutti vestiti allo stesso modo: pantaloncini che arrivavano poco sottoal polpaccio, calze e scarpe da montagna e culi enormi. Senza contare la lingua, che ancora adesso dopo 4 anni fatico a comprendere…praticamente tedeschi.

La famiglia di Lindsey, cugini e zie incluse, era quasi al completo. In totale eravamo in 15, incluso Campbell, il figlio di 1 mese o poco piu’ di Kirsten.

La tratta da completare non era troppo lunga, ma si sa, i treni a vapore non sono famosi per le velocita’ di punta.
Cosi’ la vera avventura e’ stato viaggiare su un treno come 40 anni fa. I posti non erano comodissimi, ma per fortuna tutti si erano portati dietro da mangiare e da bere per un picnic finale a Cullinan, una vecchia miniera ormai in disuso e destinazione finale del viaggio.
Appena passate le 10 di mattina (per soddisfare la regole dei double digits), le persone di sesso maschile bevevano birre e alcolici di vario di tipo (io avevo la classica combinazione pre-miscelata di Jack Daniela e Coca Cola) parlando di sport e politica, mentre le donne passavano il tempo a passarsi Campbell per coccolarlo (senza che il poppante iniziasse a piangere, un eroe) e parlare di cose sicuramente meno interessanti.

Connecting vagons

It's after 10am

Drinks on the train

Dopo circa 3 ore e mezza, raggiungevamo Cullinan, che si presentava come un semplice paesello che ha vissuto l’epoca d’oro decenni fa. Cullinan deve la sua fortuna al famoso Cullinan Diamond, uno dei piu’ grandi diamanti mai scoperti.
L’unica attrazione attuale, con la miniera chiusa, e’ il “buco” (sul modello di quello di Kimberley) e il treno a vapore.

Cullinan

Scesi dal treno (e fatte le dovute foto con la locomotiva a vapore, davvero immensa), tutti si sono precipitati al parco poco distante per tirare fuori cibarie e dare il via al picnic.
Io invece, non essendo grande estimatore di picnic, ho preso il mio cibo e poi mi sono seduto appoggiato ad un albero per mangiare, passando poi le successive due ore dormendo all’ombra in un’altra giornata caldissima, mentre il resto della truppa esplorava la cittadina.
Per questo nelle foto di Cullinan vedere ben poco!

Fortunatamente posso compensare con foto particolari, grazie a tre semi-alcolizzati giovinastri:

Flying Curtis

Flying Andy

Flying Olaf

Dopo un veloce caffe’ in un bar locale, eccoci di ritorno,per un viaggio lunghissimo per colpa di qualche incidente o problema sulla linea.
Tutta la banda era semi distrutta dopo una giornata a bordo del treno e sotto il sole, ma felice per essere riuscita a passare Mother’s day tutti insieme. Pure io, che per una volta potevo permettermi di bere quanto volevo, mi rilassavo ripensando a quella tripletta cancellata dagli almanacchi 24 ore prima…

Olaf & Lindsey

Everyone!

Il resto delle foto le trovate qui: http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157629721154658/

Vincere e convincere.

Vincere fa sempre piacere. Soprattutto dopo aver espresso un gioco favoloso (dopo 2 mesi di esercizi e lezioni tattiche, finalmente la squadra ha capito come io e Stoy vogliamo farla giocare). Siamo andati sopra 6-0 dopo 30 minuti, e poi ci siamo semplicemente rilassati.

La partita e’ finita 6-1 (hanno segnato su nostro autogoal), nel secondo tempo sotto un sole ridicolo (ma non doveva essere quasi inverno?), abbiamo un po’ perso la concentrazione e la voglia di spingere.

Finalmente pero’ sono state fatte le foto per il sito ufficiale (e per i giocatori). Avevo accennato qualche giorno fa che Mitre e’ il nostro nuovo sponsor tecnico, e devo dire che le nuove maglie sono davvero belle:

Panorama 2012

Ed ecco il vostro giocatore preferito:

Panorama 2012

Il treno magico

Qualche mese fa ho spostato la mia residenza da Canegrate (MI) a Weltevreden Park (Sud Africa). Non l’avevo mai cambiata durante i 6 anni passati a Londra, ma ormai mi aspetto di vivere nell’emisfero australe per un lungo periodo (sono quasi 5 anni adesso).

E’ stata quindi una sorpresa trovarmi nella mia bella mailbox una “cartolina” con provenienza Comune di Canegrate (provincia di Milano) per ricordarmi il mio dovere di votante durante le prossime amministrative del 6 e 7 Maggio.
Inviare la cartolina e’ costato 1 euro e 60, ha lasciato Canegrate il 6 Aprile ed e’ arrivata in Sud Africa, a 10.000km di distanza, quasi un mese dopo.

Ma le sorprese non finiscono qui. Non solo il comune mi ricorda i miei doveri di votante, ma addirittura mi dice che posso scambiare quel foglio di carta per un viaggio in treno A/R (ridotto, ovviamente) per tornare in municipio e votare:

Biglietto omaggio italia-sudafrica?

Ora mi basta solo trovare il magico treno F.S. che collega Johannesburg a Milano…

Esordi amari, rigori bastardi.

Il campionato quest’anno e’ cominciato davvero tardi.
E’ stato difficile per me e Stoyan (il mio co-allenatore di origine bulgara) tenere carichi e interessati la bellezza di 35 giocatori.
Solo due settimane fa i dirigenti hanno deciso di (finalmente) creare una squadra “riserve” e iscriverli, in ritardo, ad un campionato in corso, e solo da una settimana possiamo allenare il “gruppo” di 16 giocatori che dovrebbe comporre la squadra per il resto del campionato.

Panorama FC Shirt

La nuova maglia, sponsorizzata da Mitre.

Le prime tre partite, tutte giocate in Aprile, tutto giocate sotto un sole bastardo e clima secco, sono state affrontate in maniera totalmente diversa.

L’esordio contro il Palmeros e’ terminato con una sconfitta in cui ho segnato il goal dell’1-2 finale su rigore. Partita terminata con tre infortuni e rotazione imposta dalla societa’ per “far felici” la maggior parte dei calciatori.

La seconda partita (vs Florida) mi ha visto fallire il primo rigore da quando Refraschini mi paro’ un rigore nel lontano 1994 (o 95?) dopo aver deciso di abbandonare l’AC Canegrate per passare ad una squadra di Busto Arsizio.
Fortunatamente ho segnato il goal della vittoria (2-1 risultato finale), ma ho ancora l’amaro in bocca…

Sabato scorso invece, mi sono ritrovato a giocare contro la squadra prima in classifica. Peccato che tutti si aspettavano di avere un turno di riposo visto il lungo weekend (festa venerdi’ e il martedi’ successivo, ponte estremo di 5 giorni), e mi sono ritrovato con soli 6 giocatori del mio 11 ideale, di cui 2 infortunati dopo 30 minuti, e il resto composto da riserve che quest’anno non avevano ancora messo piede su un campo da calcio.
Risultato finale? 0-3, (mia) caviglia ancora distrutta e palo preso con un pallonetto da 30 metri!

Technical Card

Il mio cartellino di allenatore, notare tutti gli errori fatti dalla federazione: cognome, data di nascita e numero di passaporto…

Tre partite, una vittoria e due sconfitte.
Non l’inizio che speravo come manager. Ma con 21 giocatori impiegati fino ad adesso e l’opportunita’ di fare lezioni tattiche da settimana prossima (il 4-2-3-1 e’ difficile da assimilare, ma internet aiuta per esercizi e video), il futuro sara’ sicuramente migliore. Personalmente, 2 goal, 1 palo sarebbero un decente risultato in 3 partite, peccato per la caviglia nuovamente infortunata…

Dare speranza come poo-boy.

Come avevo accenato qualche tempo fa, per ottenere la mia liberta’ incondizionata (e riavere i 50 euro con cui sono uscito su cauzione), dovevo semplicemente completare 24 ore di lavori socialmente utili al canile municipale.

Community service: The SPCA experience

L’entrata del canile (di fianco ad un poligono di tiro…)

Chiamare l’SPCA “canile” e’ indubbiamente limitativo. SPCA sta per Society for the Prevention of Cruelty to Animals  (societa’ per la prevenzione della crudelta’ verso gli animali), e si occupa di tutti quei quadrupedi o volatili che hanno subito maltrattamenti oppure sono stati abbandonati. Ad esempio l’SPCA di Maraisburg (quello a cui sono stato assegnato) ha uccelli di tutti i tipi (soprattutto tropicali, alcune razze non sono autorizzate a finire a privati), gatti, cavalli, pecore, galline e, naturalmente, cani.

Il primo giorno mi hanno chiesto cosa potessi fare per aiutarli, visto che tutto e’ fatto su base volontaria. Io ho ammesso che a casa tiro su la cacca dei miei tre cani, e sono stato assegnato esattamente a fare questo: pulire le gabbie dei cani e preparare la sbobba, the poo-boy.

Tra tutti i possibili lavori che potevo ottenere (un altro “collega” con 18 ore da completare ha passato le sue giornate ad irrigare i giardini e tagliare l’erba), questo era indubbiamente il migliore.
Fin dall’inizio, invece di completare le 24 ore facendo turni completi da 8 ore alla volta, avevo deciso di iniziare di mattina e completare 4 ore ogni giorno, in modo da essere in grado di tornare a casa e in qualche modo continuare a lavorare con l’ufficio londinese.

Community service: The SPCA experience

Pronto a spalare merda

Cosi’, per una settimana intera (incluso il weekend pasquale) ho fatto turni che normalmente iniziavano intorno alle 8 per finire alle 12. L’unica compagnia che avevo era quella dei cani nelle loro celle personali.
Entravo, salutavo il povero animale, e con la canna dell’acqua pulivo la gabbia da chili di cacca. Poi regolarmente mi fermavo un po’ a parlare e giocare con tutti i cagnoloni e poi salutare, per poi passare alla gabbia successiva (ce ne sono una ottantina) e ricominciare. Tutto all’aria aperta.

Presto mi sono fatto dei favoriti. Cani che mi sembravano tristi oppure spaventati, forse consci del pessimo futuro che li attendeva. Mentre la maggior parte dei cuccioli sarebbero andati in adozione,  prima o poi (le famiglia vanno li’ e i bambini regolarmente visitano solo il blocco C, quello delle cucciolate indesiderate), i cani adulti, alcuni davvero giganteschi (mastini da 60kg), non avrebbero avuto le stesse chance.

Community service: The SPCA experience

Community service: The SPCA experience

Community service: The SPCA experience

 The dog whisperer!

E cosi’ , dopo il mio iniziale turno di 2 ore di pulizie, ho iniziato a frequentare le gabbie di questi cagnoloni, tutti tristissimi ma pronti a rallegrarsi solo per una parola, una carezza, per 5 minuti di gioia giocando con me. Di solito, prima di essere ammazzati (tramite inizione indolore), i cani passano 60 giorni nelle strutture. Poi, a meno di adozioni, vengono abbattuti.

Non do’ la colpa all’SPCA (che ha pochissimi aiuti dal governo e si arrangia come puo’) visto che per quei 60 giorni almeno i cani hanno un posto per dormire, cibo 2 volte al giorno, e vengono curati se sono ammalati.
I cani randagi ci sono dovunque, e non possono essere lasciati in giro, soprattutto da queste parti. Leggendo le descrizioni dei cani sulle cartelle esposte fuori dalle celle, non sono mai riuscito invece a perdonare tutti quei ex-padroni di cani che hanno invece “donato” il cane all’SPCA per chissa’ quale stupido motivo.
Forse il cane era cresciuto troppo per la famiglia, forse avevano deciso di trasferirsi e lasciare il cane dietro. Ma non potevo che rattristarmi pensando a quei cagnoloni che, dopo aver passato due, tre, quattro anni amati in una famiglia, di colpo sono stati lasciati li’, a morire, a meno di adozioni miracolose.

Nella mia settimana da volontario, ho passato soltanto due brutti momenti, e nessuno dei due aveva niente a che fare col comportatmento dei cani, che mi amavano senza problemi.
Il primo e’ stato di venerdi’ pomeriggio. L’unica volta che sono rimasto dopo pranzo. Verso le 2, una volta alla settimana, l’SPCA viene chiuso per 2-3 ore e fanno i “round”. Controllano i cani che sono malati o li’ da troppo tempo, entrano nella cella, iniettano chissa’ cosa, ed escono fuori con il cane morto in un sacco nero.

Pensate alla mia situazione: 10 minuti prima ero nella gabbia a giocare con un cane lupo, e rassicurarlo sul futuro (si’ , parlo coi cani, abitudini casalinghe) e poi, mentre pulivo la gabbia successiva, ecco il team della morte (scurissimo in faccia, non che a loro piaccia in maniera particolare quello che stanno per fare, nonostante l’esperienza) arrivare e uscire con il povero cagnolone, ormai morto in un sacco nero. Credo di essere rimasto sotto shock, triste e un po’ scoraggiato, per mezz’ora.

Community service: The SPCA experience

Si, quel sacco contiene un cane lupo…

L’altro momento invece e’ avvenuto l’ultimo giorno, di Sabato. Invece di fare la mia solita routine (saluta il cane, pulisci la cacca, riempi la ciotola d’acqua, dai del cibo e torna piu’ tardi) sono stato dirottato dalle parte dei cavalli, con i veri volontari del Sabato, per smuovere quintali di macerie necessari per creare spazio per una ventina di cavalli in arrivo. Cosi’ invece di 4 ore rilassanti, ne ho passate 4 smuovendo rocce e macerie, senza guanti o scarpe decenti, visto che ero li’ in assetto anti cacca, non spala macerie.

Community service: The SPCA experience
Tutto quello che vedere in primo piano e’ stato spostato da me…

Finite le 24 ore (in verita’ ne ho fatte circa 27), ho ricevuto la mie lettera e le congratulazioni del manager, visto che non ha mai visto nessun volontario spalare cacca e giocare con i cani come avevo fatto nella settimana precedente. Sara’ anche stata una punizione ma non ho avuto problemi nel completarla. 

Community service: The SPCA experience

24 ore completate!

Quattro giorni piu’ tardi ero in tribunale per la mia udienza finale, durata la bellezza di 3 minuti. Riconquistata la liberta’, invece di tornare a casa sono andato a visitare i cani, per la prima volta da esterno.
Potete immaginare la mia sorpresa quando le gabbie dei due cagnoloni che in poche settimane sarebbero stati uccisi erano vuote: erano entrambi stati adottati… (evviva!)