Solo due settimane prima del 70.3 Iron Man in Durban, ed eccomi infortunato. Durante il quarto di finale della coppa di lega, mi sono strappato un aduttore. Infortunio non gravissimo, ma che mi rallenta la preparazione.
Durante la partita
La partita, giocata contro una della strane squadre etniche locali (il Balfour, formato principalmente da ebrei), e’ finita 2-2, ma dopo una rissa durata 10 minuti in cui sono stati scambiati cazzotti e bestemmie (nell’unica partita della stagione in cui Lindsey e’ venuta a vedermi…) e 4 cartellini rossi, loro hanno deciso di abbandonare il campo in protesta dandoci la vittoria a tavolino…
Io della rissa ho visto poco e non ho proprio partecipato, con il ghiaccio sulla coscia. Alla fine pero’, nonostante una dozzina di giocatori si siano presi a cazzotti, solo due persone uscivano dal campo sanguinanti: il loro difensore, colui che ha fatto scoppiare la rissa, e io, che prima di uscire infortunato ho ricevuto una tacchettata sul ginocchio!
Una volta tornato a casa…
Cosi’ Sabato, invece di andare a correre o giocare un’altra partita, ho passato il pomeriggio con Lindsey a provare a completare un progetto partito anni fa: appendere una serie di foto (stampate su tela), accumulate dal 2010 (!), sullo spoglio muro del pub.
L’incapacita’ e la poca voglia durante gli anni (oltre al continuo accumulo di foto proprio per quel motivo) sono finalmente sparite quando Lindsey, dopo aver deciso l’ordine, ha avuto la brillante idea di disegnare un prototipo coi punti di riferimento per i chiodi su un foglio di carta enorme, per poi appenderlo e piantare i chiodi in maniera precisa, senza stare a perdere la pazienza tentando di allineare foto di diversa larghezza.
Lindsey costruisce il prototipo
Tutto pronto!
Mentre appendo i contorni sul muro
Tempo di piantare qualche chiodo
Il risultato finale e’ poi stato raccolto in un timelapse video qui sotto:
Il risultato finale (qualche foto doveva essere raddrizzata a mano)
Domenica invece, dopo un Sabato passato a casa, me ne sono andato a fare una gara di bici (una sport a basso impatto, possibile con il tipo di infortunio patito): la Rand Water Race for Victory.
Dei tre percorsi possibili (150,110 e 54km) ho scelto il piu’ corto, e, dopo essermi presentato senza acqua (lasciata a casa), Garmina (lasciato a casa) e con lo smartphone scarico, ho spinto per riuscire a finire il prima possibile. Alla fine ho completato la gara a circa 30km/h, sinceramente non male per un mediocre ciclista come me. Anche se poi, una volta tornato a casa, mi accorgevo che mi ero scordato di mettermi il Fissan, e non riuscivo a sedermi per qualche ora, col culo irritato…
La partenza della gara
Poco prima della gara
Una medaglia originale, per una volta!