La partita piu’ lunga

Essere tesserato per il Panorama F.C., una societa’ con quattro squadre senior (ovvero giocatori solitamente compresi tra i 18 e i 35 anni di eta’), e una squadra veterani ha un vantaggio non indifferente: se non gioco per la mia squadra, posso sempre essere “prestato” ad una delle altre (un po’ come fanno in serie A tra primavera e prima squadra).

Ad esempio ho passato l’inverno (estate in Italia) a giocare coi vets, vincendo la coppa di lega mercoledi’ scorso. Ieri invece, visto l’ennesimo turno di riposo in campionato, la terza squadra mi ma ha chiesto di giocare con loro la semifinale della coppa di lega. 

La partita, iniziata alle 3.30 sul campo neutrale di Ranburg (20 minuti da qui), e’ probabilmente stata la piu’ lunga mai giocata. Il primo tempo e’ iniziato sotto un sole cocente, mentre la roulette dei rigori e’ terminata quasi 3 ore piu’ tardi, con i riflettori accesi ad illuminare un campo ormai fradicio e circondato dal buio.

Qui e’ tornata l’estate  (la primavera in verita’, ma in Sudafrica, o almeno sull’ High Veld, l’altipiano su cui Johannesburg si sviluppa, entrambe sono simile), e con questa le piogge.
Durante il primo tempo la partita e’ stata sospesa per un improvviso temporale elettrico (pioggia a volonta’ ma soprattutto fulmini, abbastanza pericolosi se si gioca all’aperto…).

Ricominciato il secondo tempo, e terminati i 90 minuti sull’1-1 sotto una pioggia piu’ leggera ma comunque fastidiosa, la partita e’ andata avanti ai tempi supplementari, sotto l’ennesimo super temporale. Altri 30 minuti negli spogliatoi e verso le 6 finalmente siamo andati ai rigori.

Mi sono offerto di battere il mio come secondo, e sono finito a tirare lo stesso rigore due volte. La prima volta il portiere lo ha parato, dopo essere uscito dalla sua linea (prendendo un cartellino giallo…) per bloccarmi l’angolo. Ripetuto, stesso angolo, ma stavolta la palla e’ finita in fondo alla rete.

Alla fine abbiamo vinto 5-4, festeggiando circondati dall’oscurita’ generale, coronando una settimana calcistica a dir poco grandiosa!

Il re di coppe

Panorama - Linhill final

Guardate il sorriso sornione. Eccomi qui, 20 minuti dopo la fine della finale di coppa di Lega (Div 2 Inter LFA Vets della regione del Gauteng) vinta 2-1.

Sono notti come queste che valgono anni di delusioni, sconfitte, infortuni, dolori. A differenza degli sport individuali, dove spesso, visto l’impossibilita’ di vincere, ci si accontenta di battere il cronometro o finire una gara particolarmente difficile, negli sport di squadra si passano interi anni a contare le delusioni, e aspettare il momento del riscatto.

Non ho mai giocato per squadre che vincevano campionato dopo campionato senza neppure fatica. A Canegrate, una volta conquistata una promozione, si lottava l’anno successivo coi denti per non retrocedere. A Londra ho vinto un campionato con una squadre che per i primi tre anni migliorava di stagione in stagione.

Qui in Sudafrica ho vinto una coppa di Lega nel 2008 (dopo essere stato quasi retrocesso nelle stesso anno), un campionato nel 2010 e da allora poco altro. Nel 2009 ho perso un campionato nell’ultima partita e nel 2011 una finale senza storia.

Ma sono partite come questa finale, giocata nel campo sportivo del Sporting FC (a Sud di Johannesburg, lontano da noi a a 5 minuti da dove Linhill proviene). Pochi tifosi – inclusa per una volta Lindsey –  a nostro favore contro un centinaio che tifavano la squadra locale.

La partita aveva un inizio nervoso. Palla lunga alla ricerca dell’errore difensivo. Io, messo sulla fascia destra a correre e coprire (grazie all’ultimo mese sono in forma strepitosa), toccavo la palla poche volte. Solo dopo i primi 20 minuti abbiamo cominciato a giocare, e finalmente il pallone arrivava regolarmente tra i miei piedi. Alla fine del primo tempo finalmente il goal del vantaggio, combinazione in spazio strettissimo con un mio compare, rilascio fuori area e goal dell’1-0 da parte del nostro centravanti.

Nel secondo tempo Linhill si apriva passando ad un 4-3-3 e poi ad un 4-2-4 cercando un goal. Noi arrivavamo vicini al raddoppio grazie agli spazi aperti a centrocampo, e due volte fornivo assist sprecati grazie ai miracoli del portiere avversario.

A 5 minuti dalla fine, su uno degli ultimi corner, per la prima volta la nostra difesa non riusciva a liberare l’area, e un centrocampista avversario trovava l’impossibile angolo alto e segnava l’1-1.

In altre occasioni la storia ci mostrava come questo poteva essere il punto di svolta. Demoralizzati, stanchi e pronti ad affrontare i supplementari, Linhill provava a trovare l’immeritato goal del vantaggio.

Ma era una notta speciale. Lo sentivo nelle gambe e lo volevo nella testa. Ultimo minuto del tempo regolamentare e ultimo contropiede sulla sinistra. Io iniziavo la mia corsa dalla mia tre quarti e raccoglievo un taglio di 30 metri al volo. Con un piede controllavo, con l’altro scartavo il terzino e mi ritrovavo davanti al portiere gia’ in uscita, appena all’ingresso dell’area. Invece di caricare il tiro mi rilassavo e semplicemente facevo passare il pallone tra le sue gambe, per il 2-1 finale.

Mi voltavo e raccoglievo gli abbracci dei compagni. 

La partita finiva dopo 4 minuti di recupero, e, 5 anni dopo, tornavo a sollevare una coppa!

Panorama - Linhill final

Panorama - Linhill final

Panorama - Linhill final

La rivincita dei minatori

No, non sto parlando dei numerosi minatori che nelle ultime settimane hanno paralizzato le ricchissime miniere sudafricane con vari scioperi, e probabilmente continueranno per un po’ (prima o poi vi aggiornero’ sulla situazione politica / economica locale).
Sto parlando del Miners Revenge, organizzata da Bryton, una gara off-road (trail) a 45 minuti da qui. Con la stagione calcistica agli sgoccioli (mercoledi’ ho la finale di coppa tra l’altro, poi solo 4 partite rimaste in una stagione che non ci dice piu’ nulla) sto lentamente facendo partire la transizione verso sport individuali, con un occhio a triathlon e corse di vario tipo.

La gara e’ stata corsa da me, Andy (compagno di gare fuoristrada, la sua passione) e sua moglie, Kirsten, mentre Lindsey rimaneva a casa ad accudire Campbell, il loro figlio.

Con l’addio dell’inverno, svegliarsi e guidare verso una destinazione in mezzo alle montagne e’ un piacere. La partenza sotto un primo sole prometteva bene, e il percorso di 15km, intorno ad una vecchia miniera (da qui il nome) forniva, soprattutto lungo le scalate, panoramiche rilassanti.

Sono stato in contatto con Andy per circa 10km (dopo essere partiti circa 5 minuti dopo il resto, visto che eravamo arrivati tardi), prima che il sole cominciasse a picchiare sul suo pallido corpo (soffre in maniera esagerata).
Io invece, grazie al mio superiore gene mezzo mediterraneo, e al fatto che mi alleno nelle pause pranzo (quando il sole picchia), ho iniziato ad accelerare e ho finito la gara correndo molto piu’ in fretta di quello che mi aspettavo.

Alla fine sono arrivato 66esimo, in poco piu’ di un’ora e mezza.
I dettagli della gara, registrati dal mio fidato Garmin, li trovate qui: http://connect.garmin.com/activity/372317982, mentre in attesa di recuperare qualche foto ufficiale, eccoci qui dopo l’arrivo:

Bryton Miners Revenge 2013
La medaglia

Bryton Miners Revenge 2013
Una notevole birra

Bryton Miners Revenge 2013
Con Andy

Bryton Miners Revenge 2013
Andy e Kirsten

E ora, con l’aiuto dell’energia solare, vincero’!

Solar Geyser with evacuated tubes installation

Il mio nuovo geyser (caldaia)

Probabilmente la mia passione per l’energia solare era iniziata negli anni 80, seguendo Daitarn 3 in televisione e la fantastica mossa finale con cui mettava ko i nemici. Anni dopo mi sarei chiesto perche’ non la utilizzava immediatamente, ma poi avrei capito che per accumulare cosi’ tanta energia solare doveva avere l’intera struttura ricoperta in pannelli fotovoltaici…

Nel Nord Italia utilizzare il sole per scaldare l’acqua era un po’ inutile, l’estate durava (e dura) solo 3/4 mesi, e durante l’inverno sarebbe stata una missione impossibile. Idem a Londra. Senza contare che in entrambi i casi il gas (abbastanza economico) scaldava l’acqua della caldaia e il risparmio sulla bolletta non avrebbe avuto l’effetto desiderato.

In Sudafrica invece, dove solo poche zone di Johannesburg sono coperte dai tubi del gas (costruiti qualche decennio fa, e da almeno vent’anni lasciati un po’ andare in malora), tutti si scaldano l’acqua con un geyser elettrico. Fino al 2007, quando l’elettricita’ era una soluzione economica, l’impatto sulla bolletta era minimo.
Dal 2007 in poi, e durante varie crisi di Eskom, l’equivalente sudafricano dell’Enel (soprattutto per colpa del pessimo management BEE, ovvero neri messi al potere senza avere idea di cosa fare), il costo dell’elettricita’ e’ salita in maniera spaventosa, tanto che adesso, nel 2013, una caldaia che rimane accesa tutta la giornata per scaldare l’acqua vale circa il 40/50% dell’intera bolletta.

Qui l’elettricita’ costa un sacco. I motivi sono vari: pessima pianificazione, pessima manutenzione e crescita smisurata dell’utilizzo, soprattutto nelle zone povere (dieci anni fa i neri non avevano telefoni cellulari, adesso tutti ne hanno almeno uno. Immaginate quanti milioni di caricatori sono attaccati alla linea elettrica per ore...).
Senza considerare che il governo negli ultimi 10-15 anni ha fornito energia elettrica gratis (o quasi) alle zone in via di sviluppo, supportando le spese grazie al circa 10% della popolazione sudafricana che paga le tasse…  Un’indagine di Luglio ha scoperto ad esempio che rispetto al costo della vita, l’elettricita’ in Sudafrica e’ una delle piu’ costose al mondo!

Ho notato il rialzo nei costi della bolletta da qualche anno a questa parte, e cosi’ sono passato ai ripari. Grazie ad una serie di progetti extra-londinesi completati nella prima meta’ del 2013, mi sono ritrovato con un po’ di soldi da spendere, ed ho deciso di investire in una soluzione che, se non aveva senso a Milano e a Londra, ha trovato il suo motivo di esistere qui in Sudafrica: l’energia solare.

Solar Geyser with evacuated tubes installation

Solar Geyser with evacuated tubes installation

Due giorni per ridipingere il tetto…

Cosi’, dopo aver dipinto il tetto (un lavoro molto piu’ lungo di quello che mi immaginavo), insieme al mio giardiniere, sono venuti ad installarmi una soluzione solare che utilizza, a differenza dei pannelli fotovoltaici, i tubi a vuoto.
Ho investigato a lungo prima di decidere quale soluzione utilizzare, e alla fine questa mi sembrava la migliore.  Costo finale dell’installazione? Circa 14.000 rand (1000 euro o poco piu’)

Solar Geyser with evacuated tubes installation

P1010962

Tutto installato, tutti felici!

Siamo alla fine dell’inverno qui, e col sole che non batte tanto quanto in estate, ho comunque una quantita’ abbondante di acqua calda per fare di tutto, e senza utilizzare corrente (non scordiamoci che ogni tanto qui arrivano black-out che durano una giornata intera!).  Magari l’energia solare non mi permettera’ di uccidere i meganoidi, ma almeno il risparmio sulla bolletta mi permettera’ di vincere la guerra con Eskom…