Correre nel far west (south, really)

Potrei semplicemente mostrare le solite foto della gara svolta questa mattina, la RAC 10km, che per almeno 7km segue (partenza e arrivo) il temibile percorso della Tough One che faccio ogni anno:

RAC 10km

RAC 10km

E poi raccontarvi di una 10km corsa ad un passo decente (obiettivo: stare sotto i 50, ottenuto senza problema), nonostante il solito infortunio calcistico (coscia, questa volta).

Invece stavolta, durante la solita gara domenicale, e’ successo qualcosa di completamente diverso: io (e il resto dei corridori intorno a me) siamo finiti (quasi) in mezzo ad una sparatoria tra polizia e criminali che avevano assalito un furgono portavalori nel parcheggio di un centro commerciale. Centro commerciale che costeggiava il percorso (tra il terzo e il quarto chilometro) della gara odierna!

Tutto mi sembrava un po’ strano gia’ quando, arrivato all’incrocio di William Nicol e Republic Road, vedevo una ventina di lavoratori, neri (impiegati del centro commerciale, probabilmente il turno mattutino dei vari ristoranti), correre nella direzione opposta, urlando in quella lingua che, anche quando parlata sottovoce, assomiglia sempre ad un urlo unico.

Vedevo poi un poliziotto giocare a nascondino dietro ad un muro del parcheggio, sparando un po’ alla cieca nella direzione opposta alla mia. Purtroppo la direzione opposta del poliziotto corrispondeva alla linea di tiro dei criminali (a quanto pare 6 o 7, a seconda degli articoli online, e una volta che un proiettile sparato arrivava sulla strada dove stavamo correndo, iniziava il panico assoluto. Tutti tentavano di nascondersi dietro agli unici ostacoli (i tronchi degli alberi sul viale alberato), altri invece facevano marcia indietro e invece di affrontare la salita del quarto chilometro decidevano di tornare indietro.

Io? Visto che di essere colpito non ne avevo voglia, semplicemente acceleravo lunga la perfida salita e mi lasciavo la confusione indietro, probabilmente guadagnando un 200 posti in classifica grazie al ritiro o alle reazioni negative dei corridori intorno a me…

I dettagli della gara come al solito qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/182780523?&tripIdBase36=30tmcr (notare tra l’altro la grande accelarazione in salita poco prima del quarto chilometro…

 

 

Bon Jovi in Johannesburg

Inutile nasconderlo: non volevo neppure andarci.
Bon Jovi, reduce degli anni 80 e 90, non era mai stato uno dei miei gruppi (o cantanti, c’e’ sempre confusione…) preferiti. Ma, dopo aver visto gli U2 due anni fa nello stesso stadio, e grazie a 2 biglietti gratis, avevo cambiato idea (soprattutto grazie ai 20 euro circa risparmiati…).

Soccer City, o FNB stadium come e’ chiamato da qualche tempo, e’ uno stadio che rimane spettacolare, anche grazie all’utilizzo molto piu’ frequente rispetto ad altri pachidermi costruiti per la coppa del mondo di 3 anni fa.
La squadra piu’ popolare (Kaizer Chiefs F.C.) ci gioca molte partite casalinghe, e tutti i concerti di un certo calibro utilizzano le strutture dello stadio. Ad esempio il giorno dopo il concerto di Bon Jovi, Justin Bieber avrebbe intrattenuto circa 90.000 bambine (e genitori che ancora adesso ringraziano l’alcool in vendita al concerto).

Approaching the stadium

Almost in!

Certo, la sicurezza a quanto pare non era granche’, visto che l’incasso per merchandising e cibi/bevande era stato rubato la stessa serata del secondo concerto….

Ma torniamo a Bon Jovi. Dopo i soliti opening acts che non caga nessuno, arrivava col resto della storica banda (insieme dal 1983!!!) alle 9.54, e ci rimaneva fino alle 11.54. 3 ore. 3 ORE!

Olaf and Lindsey

Still going after almost 3 hours

In 3 ore, con pochissime pause e senza balletti vari (vero Justin?) oppure momenti di riflessioni su come salvare il mondo (vero Bono?), il cinquatunenne di origine italiane (New Jersey Style!) dominava il palco, cantando e rockeggiando come pochi altri fanno di questi tempi. Assoli di chitarra, cori da stadio, momenti (semi) improvvisati col pubblico e lunghe chiome ancora semi intatte.

Lindsey in the mood

Another picture of the stage

Sono state 3 ore trionfali e divertentissime. Certo, delle circa 30 e passa canzoni ne conoscevo solo le piu’ famose (Bad Medicine, Livin’ on a Prayer, You give love a bad name, It’s my life e ovviamente Always) ma l’entusiamo del pubblico (le uniche persone nere erano quelle che vendavano bevande o gelati) era alle stelle anche nei momenti piu’ rilassati.

Ogni tanto un concerto cosi’ ci vuole. Star di questo calibro non vengono spesso in Sudafrica e, quando tornano (Bon Jovi non tornava da 18 anni circa), ricordano alle persone i vecchi tempi.
Vecchi tempi che troppo spesso in Sudafrica non sono nemmeno nominati, perche’ associati all’apartheid…

Great fun!

The massive (standing) crowd

Calcio in Sudafrica, ovvero imbecilli al potere.

No, non parlero’ necessariamente delle persone al top della SAFA (l’equivalente sudafricano della FIGC), che, nonostante un tesoro di 113 milioni di rand (circa 10 milioni di euro) ricevuto negli ultimi due anni dalla FIFA, dal cosidetto “Fifa World Cup Legacy Fund”, si ritrova in bancarotta.

I soldi (ce ne sono altri, ma la Fifa si riserva di rilasciarli solo per progetti ritenuti adeguati) servivano a stimolare la crescita di talenti locali, tramite miglioramento delle pessime infrastrutture calcistiche nelle zone piu’ degradate e il coinvolgimento di UEFA / FIFA per insegnare moderni metodi di allenamento ai vari allenatori.

Ovviamente, in puro stile africano, i soldi a quanto pare (stanno indagando), sono stati spesi in altre sezioni: BMW per i dirigenti, con autista incorporato (con la scusa che devono viaggiare spesso per incontrarsi in meeting, e non vogliono usare i pessimi trasporti pubblici), viaggi di lusso e altre spese ridicole (leggevo su un giornale locale di circa 2 milioni di rand impiegato per creare una cigar room…).

Potrei giustificare il tutto dicendo che troppo soldi danno alla testa di gente che e’ arrivata al potere relativamente da poco.
Ma la truppa di persone al comando della SAFA (e, andando un po’ piu’ in la’, potrei includere anche il governo dell’ANC) guarda in faccia alla poverta’ e ci sputa sopra, ridendo.
Anni di post-apartheid, e alla fine le divisioni sociali sono addittura peggiori: chi e’ povero e’ ancora piu’ povero, e vive in catepecchie, e chi ha contatti e pochi scrupoli si ritrova in cima alla piramide.
Che senso ha avere liberta’ di votare se comunque le condizioni di vita sono simili (o in alcuni casi, peggiori) di quanto erano 20 anni fa?

So divagando. In realta’ la mia incazzatura e’ con la dirigenza calcistica che governa il mio distretto.

Il calcio in Sudafrica non e’ piramidale come quello in Italia (dalla Seria A puoi retrocedere ogni anno fino alla terza categoria, e viceversa). Esiste la PSL (la seria A sudafricana), poi la prima e seconda divisione (serie B e C) e poi una serie di campionati legati ai propri distretti geografici.

Per esempio il Panorama F.C., la squadra in cui gioco da 6 anni, appartiene alla RCLFA (Rand Central Local Football Association), e include squadre situate ad Ovest di Johannesburg.
SAFA mantiene il controllo dei distretti piu’ “neri” (sud ed est), a ormai da qualche anno i campionati intorno a Johannesburg sono formati da squadre che appartengono ai tre distretti (west, south and east, non sono troppo sicuro cosa ci sia a nord).

I problemi pero’ sono sempre gli stessi. Mancati pagamenti (per iscrivere una squadra ad una delle 4/5 categorie ci vogliono dai 50.000 rand fino ai 10.000 rand) dalla squadre “nere”, e orari di inizio discutibili per via del famoso “african time“.
Se c’e’ un derby tra una squadra del sud e una dell’est, ed entrambe sono composti da giocatori, dirigenti e allenatori di colore, e l’orario di inizio sono le 3 del pomeriggio, potete scommetterci che alle 4 l’unica presenza sul campo e’ l’arbitro. Alle 4.30 arrivano le squadre e la partita inizia con calma alle 5…

Rand Central, il mio distretto, da solo genera piu’ ricchezza del resto, ed e’ considerato “il campionato dei bianchi” (anche se poi ci sono numerose squadre nere, ma fa piu’ effetto cosi’…).
SAFA ha deciso di assorbire RCLFA (che funziona meglio delle altre federazioni semi-indipendenti), solo per prendere controllo degli incassi, esportando poi il modello sud/est (arbitri in ritardo, partite in ritardo e trasferte lontanissime su campi di patate).

RCLFA ha detto no, e un mese fa, a 2 giorni dall’inizio del campionato, sono stati espulsi.
Campionato annullato (dopo 5 giornate per prima e seconda categoria) e inizio di meeting tra varie parti.
Due settimane fa il campionato e’ ripreso con un nuovo calendario, e noi abbiamo perso 3-2 a Linhill (una squadra del Sud). Ma 4 giorni piu’ tardi, anche questo campionato e’ stato annullato. A quanto pare il compromesso tra RCLFA e SAFA (di cui non ho la minima idea in cosa consisteva) e’ saltato.

Passa una settimana, e mi arriva un altro calendario. Noto che nel mio girone ci sono solo 8 squadre,  tutte nel raggio di 10km da casa mia. 7 partite di andata, 7 di ritorno, e un ulteriore terzo turno…
Sabato dovevamo giocare fuori casa a Dainfern ma ieri sera altra sorpresa: qualche squadra ha deciso di abbandonare SAFA e venire dalle nostre parti. Nuove leghe, nuovi calendari e campionato che parte con 2 mesi di ritardo ancora piu’ ridotto: 8 squadre, 14 partite…

Mi ritrovo ancora qui. Ad aspettare conferme. Ad allenare con il mio co-allenatore Stoy una squadra di 25 giocatori. Tutti con un solo desiderio: lasciati giocare!