Tornato dall’Italia, in poche ore ero passato dai meno due gradi e neve ai piu’ trenta di Johannesburg. Ma la mia avventura non era finita: due giorni dopo il mio sedere si trovava a bordo dell’ennesimo aereo per volare verso l’Oceano Indiano (a neanche un’ora di distanza), in direzione Durban, per passare una tre giorni con il mio compare Curtis e festeggiare il suo addio al celibato (o bachelor party, come lo chiamano qui).
Almeno non piove
Io a Durban non ci ero mai andato. Sapevo che la citta’, costruita sul caldissimo oceano indiano, aveva una forte influenza indiana (28%, piu’ dei bianchi), spiagge fantastiche e in generale un senso di rilassatezza rispetto alla caotica Johannesburgo o a Cape Town. E sicuramente non sono stato deluso!
L’obiettivo del viaggio era semplice: spendere tre giorni a casa di un amico di Curtis, Tom, sulle colline di Durban, a 15 minuti dal mare, passare il tempo a cazzeggiare sulla spiaggia per poi ubriacarsi la sera.
L’idea iniziale era di ripetete e ricominciare la stessa catena di eventi per tutto il weekend, ma poi l’eta’ (una volta verso i 40 il fegato inizia a comandare il resto del corpo), la stanchezza e le eventuali responsabilita’ verso mogli, figli e famiglia, hanno spento l’ardore iniziale dopo una prima serata leggendaria.
All’uscita dall’ennesimo locale…
Una spiaggia perfetta!
Arrivati a Durban nel nuovo aereporto (costruito per i mondiali del 2010 e ancora in ottima forma), siamo stati trasportati a casa di Tom, per poi trascinare Curtis fuori per andare a mangiare, bere, ballare, bere e in generale fare i pirloni.
Potrei raccontarvi di storie troppo imbarazzanti per essere vere, avvenute ad un club privato oppure al Tiger Tiger, un locale per studenti e studentess in cui l’eta’ media era 20 anni e dove eravamo gli unici over 30.
Potrei parlarvi di camminate di notte in compagnia di individui poco raccomandabili, scappando per evitare casini nascondendoci nel buio delle onde dell’oceano.
Ma non ho foto della prima notte (tutti avevamo promesso di non fare foto per evitare pessime figure), e le storie, come in qualsiasi bachelor party che si rispetti, rimarranno nella nostra memoria, pronte ad essere convidise solo davanti ad un bicchiere, sicuramente non su una pagina internet.
La mattina dopo….
Nonostante tutto, il resto del weekend e’ stato molto piu’ normale della prima pazza nottata (che mi ha ricordato l’incredibile notte passata a Las Vegas nel lontano 2004).
Siamo andati ad una partita di SuperRugby (la champions league di rugby tra squadre sudafricane, australiane e neozelandesi), tra Sharks e Stormers, in un box dove potevano bere e mangiare gratis.
Lo stadio di rugby e’ di fianco, ma questo e’ molto piu’ bello
L’unico motivo per andare a vedere la squadra di rugby di Durban
Una fase di gioco
La partita e’ stata davvero pallosa (0-0 primo tempo in un match di rugby?) ma il post-match, dove potevi andare liberamente a giocare sul campo di rugby mentre la discoteca apriva all’interno dello stadio, dimostrava come aprire gli stadi a tutti era un’ottima idea per far sentire i tifosi ancora piu’ vicini alla squadra.
Lo stadio pochi minuti prima dell’inizio
Alla fine della partita, tutti sul manto erboso!
In posa
Poi sessioni rilassanti sulla spiaggia (mezza deserta) di Durban (anche se poi ho provato a correre sulla spiaggia), mangiate in locali interessanti, e totale collasso la domenica della partenza.
Ma dopo 2 settimane in giro tra due meridiani, non vedevo l’ora di andare a casa e ritornare alla mia cara vecchia routine…