Inutile nasconderlo: ero andato a Londra solo per lavorare,cosi come a Dicembre.
Da tempo stiamo provano a cambiare marcia con un cliente dalle potenzialita’ enormi, e da 4 mesi lavoravamo per una serie di meeting. Potete capire l’importanza degli incontri dal fatto che il cliente mi ha pagato il viaggio – due volte – senza scali da Johannesburg a Londra (potevamo anche farmi l’upgrade in business class pero’, per una volta!)
Tornare a lavorare negli stessi uffici calcati dal 2001 al 2007 non e’ troppo difficile. La mia vecchia e fidata tastiera e’ ancora li’, e in 5 minuti sono pronto a lavorare dal mio laptop. Il problema invece e’ abituarsi alle diverse condizione ambientali.
Qui in Africa lavoro da casa. Se ho troppo caldo mi metto in mutande o mi butto in piscina. Se ho voglia di andare a correre prendo e vado. Se ho voglia di prendere i cani e portarli a spasso nessuno mi ferma. Senza contare che gli unici contatti umani tanto di umano non hanno, visto che hanno 4 zampe e una coda (e tante volte sono meglio di colleghi)
In ufficio a Londra invece oltre a combattere con una vescica violentata dall’aria condizionata (troppo caldo dentro, troppo freddo fuori e ogni volta che esco voglio pisciare) mi trovo in una situazione semi-sociale in cui davvero non riuscirei piu’ a tornare.
Senza contare le cose che mangio a Londra…
Il cervello mi si spegne ogni 2 ore di intenso utilizzo, e alla fine passo il tempo libero a chiamare via Skype in Sudafrica oppure a fare incetta di acquisti via amazon (a questo giro mi sono portato a casa un Garmin ForeRunner 910XT per allenarmi meglio e una Panasonic Lumix DMC-TZ30 per sostituire il modello precedente distrutto, tutte scontate all’occasione e consegnate in 24 ore!)
Nonostante tutto, sono riuscito a ritagliarmi del tempo libero, la notte. Stavolta il mio solito collega stava facendo trasloco verso la campagna, e mi hanno messo in albergo a 15 minuti dall’ufficio. Regolarmente alle 8 di sera prendevo e uscivo, sfidando venti freddi di cui il mio corpo ha solo una remota memoria.
Da Kew Bridge per 3 sere ho preso il treno e, una volta scaricato a Waterloo, ho passato le nottate a camminare, da solo, in una citta’ che una volta era la mia.
Mi sono lasciato guidare dai ricordi (riuscendo anche a incontrare di nuovo amici che non vedevo di persona da almeno 5 anni). Ho camminato, senza mai prendere la metropolitana, come facevo dieci anni fa (ok, una volta usavo solo la bici…)
Non mi sono mai perso (ci mancherebbe), e ho ritrovato pezzi di Londra che non incontravo da solo da anni.
Ho mangiato comprando al solito Tesco (che dopo mezzanotte ha praticamente tutto in offerta clamorosa) e ho bevuto Guinness finalmente decenti in pub che  frequentavo prima che incontrassi Lindsey (guardando il Milan battere il Barcellona circondato da inglesi che odiano i club spagnoli). In silenzio. Da solo.
Se solo mi fossi portato dietro piu’ paia di calze senza buchi magari non sarei arrivato regolarmente dopo mezzanotte con i piedi gelati, obbligandomi a tornare in albergo e fare un bagno assurdamente caldo alle 2 di notte…
Ecco comunque qualche foto veloce dalle mie giornate londinesi (tutte fatte con il fidato iphone e ovviamente instagram!)