Dieci colpi

Finalmente il freddo invernale ha cominciato a sparire nelle partite serali. Certo, guidare 30km per giocare alle 8 di sera nel sud-est di Johannesburg (una zona non troppo tranquilla) non e’ una delle mie attivita’ preferite.

A circa 5km dal campo sportivo del Maritimo (una delle numerose societa’ sportive fondate e sponsorizzate dalla comunita’ portoghese, qui numerosissima), mentre aspettavamo di passare il semaforo, sentiamo un colpo. Un petardo? Forse, anche se non c’e’ niente da festeggiare. Pochi secondi piu’ tardi, un altro. Guardo indietro e a 50m dalla macchina vedo un gruppetto di gente scappare. Altri 3-4 colpi e decidiamo di passare col rosso e salutare i colpi di pistola.

Arrivati in anticipo (quando scappi i semafori li vedi come un daltonico, tutti verdi), ci siamo rilassati prima della partita, andando al bar. La partita e’ stata abbastanza pazza, avanti 2-0, poi 2-2, poi 3-2, poi 3-4 e autogol finale del 4-4.

Io? Ho segnato il secondo e terzo goal, il primo dribblando l’impossible in area, il secondo di testa (quando il pallone e’ finito all’incrocio mi sono meravigliato). E con questo sono 10 goal questa stagione, 6 con la mia squadra di giovanaotti, e 4 nella categoria veterani. Non mi capitava dal 97. Stiamo parlando di un altro secolo…

Maritimo - Panorama F.C.

Maritimo - Panorama F.C.

In Africa, si continua a giocare (e vincere, per una volta)

Cosi, mentre in Italia Mera si sposava con Luciana (auguri ad entrambi, anche se potevate dirmelo leggermente prima, non 24 ore non sono abbastanza!), l’ennesimo episodio con protagonisti miei amici che mi perdevo per via della distanza oscena (l’avevo gia’ detto che Massi e’ diventato padre qualche mese fa?), io mi preparavo  all’ennesima sequenza settimanale di partite.

Mercoledi’ vincevo 3-1 con nel campionato veterani (sbagliando un goal dopo 5 minuti…) e sabato facevo il bis vincendo 3-0 in una delle migliori partite della squadra in questa stagione.
Per l’occasione Lindsey e’ venuta a tifarmi (rimanendo un po’ basita dalla mie urla in campo), e ha anche fatto qualche foto, in cui potete vedermi in tutto lo splendore da capitano:

Panorama F.C. - MES
La solitudine del capitano coraggioso

Panorama F.C. - MES
Sul 2-0 mi rilasso a centrocampo

Panorama F.C. - MES
Mentre urlo istruzioni

Panorama F.C. - MES
Dopo un cross

Panorama F.C. - MES
Poco prima della fine della partita

Il tuttofare africano

Vivere in una casa considerata “vecchia” (piu’ di 25 anni) ha i suoi problemi: regolarmente qualcosa si rompe e deve venire aggiustato.

Negli ultimi 3 anni ho immensamente migliorato le mia conoscenze da idraulico (cambiato totalmente un cesso solo lo scorso anno, aggiustata la pressione della caldaia), elettricista (non cosi’ difficile come sembra) e falegname.

Questo inverno pero’ sono stato sommerso da lavori: il tetto vicino alla cucina (in plastica, un’idea dei precedenti proprietari) e’ volato via per colpa del vento, la pompa della piscina e’ morta, e la tazza del cesso della in-suite e’ ormai compromesso.
Senza contare la copertura in tessuto impermeabile del gazebo in giardino, distrutta anch’essa dal terribile vento del mese scorso.

Per prima cosa ho deciso di aggiustare il tetto esterno di fianco alla cucina. La copertura precedente era composta da una struttura in legno e poi un pessimo tetto di plastica corrugata. Senza plastica ho deciso di convertirmi a coperture piu’ naturali e cosi’ ho deciso di utilizzare del bamboo. Trovarlo e’ stato un problema, visto che la maggior parte delle mie richieste (due pannelli di 2.5m x 2.5m) sarebbero costate troppo. Poi, come al solito in Africa, ho trovato un tipo che vende prodotti di legno e bamboo sui margini della strada e che per circa 100 euro mi avrebbe fatto tutto in 3 giorni, inclusi due altri schermi protettivi da aggiungere in giardino di circa 2 metri x 1.7 ciascuno per aggiungere un po’ di privacy.

Il problema piu’ grande e’ stato trasportare i pannelli fino a casa, ma sono riuscito a fare tutto in stile locale, 3km a 20km/h in questa configurazione:

Bamboo roofing
La Ford e’ carica

Bamboo roofing
Eccomi mentre arrivo tutto bello felice

Bamboo roofing
Solo in Africa!

Montare il tetto dopo aver aggiunto un po’ di waterproofing sheeting sulle parte esterna non e’ stato troppo difficile, visto che ho riutilizzato la strutture precedente.
Con l’aiuto del mio nuovo giardiniere tuttofare siamo riusciti a issare i due pannelli sul tetto e poi semplicemente farli scivolare sulla struttura.

Il risultato finale?

Bamboo roofing
Il nuovo tetto

Bamboo roofing
Il bamboo e’ davvero flessibile e molto meno pesante del legno…

Bamboo roofing
La protezione anti-pioggia tra i vari paletti

Molto meglio della plastica, no?

Vincere in inverno

Con due campionati in svolgimento nello stesso periodo, mi sto ritrovando a giocare piu’ partite che partecipare ad allenamenti .
Il Sabato non ho troppi problemi: fa caldo, non piove mai, e dopo posso sempre andare a bere in compagnia del resto della truppa.

Il campionato Veterani, invece, mi porta a guidare e giocare in posti sperduti, di sera (calcio d’inizio di solito alle 8), quando qui fa davvero freddo. Appena il sole tramonta, la temperatura crolla di 15 gradi, e anche stasera sono uscito di casa col termometro che segnava 4 gradi, contro i 18 del pomeriggio.

Stavolta la partita si svolgeva al Cecil Payne Stadium, una struttura rimessa a posto per il mondial del 2010, ma poco utilizzata da allora, sulla cima della collina a 5km da qui, vicino all’autostrada.

Il campo da calcio, rimesso a posto dopo le ispezioni FIFA dello scorso anno, e’ stato un po’ abbandonato, ma rispetto ad altri campi l’erba e’ ancora in piedi.
Le tribune sono enormi, e, in questa serata cosi’ fredda, desolate, con un numero minimo di spettatori.

Ho anche scattato una foto poco prima del calcio d’inizio.  Le porte che vedete sono utilizzate per il riscaldamento pre-partita.

At the Cecil Payne Stadium

Il risultato finale e’ stata una sonora vittoria per 6-1, dove ho segnato il secondo goal dopo aver fornito assist per il primo, il terzo e il quinto. L’infortunio non mi ha impedito di correre un po’ dovunque, e a quanto pare sto tornando ancora una volta in forma (con 10kg di meno e’ piu’ facile correre! Anche se l’assenza di ciccia mi rende piu’ suscettibile al freddo…)

Terre bruciate

Svegliarmi di mattina presto, durante l’inverno locale, per andare a correre qualche gara, non e’ qualcosa a cui tengo particolarmente. E’ per questo che,  una volta arrivato l’inverno, mi sono concentrato sul campionato di calcio e ho lasciato perdere per un po’ le gare di corsa.

Ora che finalmente la fredda stagione (di giorno fanno 15-20 gradi ma poi di notte la temperature scende sotto i 5… alla fine sara’ anche in Africa ma vivo a 1700m slm!) sta andando via, domenica mattina ho deciso di partecipare alla “Pirates run/walk” a 10km da qui, organizzata da uno dei club sportivi piu’ vecchi della zona, il Pirates Sports Club. Piu’ che altro volevo collaudare il mio ginocchio dopo l’infortunio di 2 settimane fa. Il risultato? Un ottimo 45.17 (con pausa piscio…), che ho scoperto essere il mio secondo migliore risultato di sempre sulla distanza.

Anche la medaglia non era per niente male:

Pirates 2011 medal

Nel pomeriggio, invece, armato del mio fidato iphone (e instragram) sono andato a fare un po’ di foto dietro alla casa dei genitori di Lindsey, dove regolarmente in ogni stagione secca va tutto a fuoco intorno al fiumiciattolo. Piu’ che altro mi aveva incuriosito un’area recintata, che a quanto pare 3-4 anni fa faceva parte del complesso residenziale e aveva le reti per il cricket, i canestri per netball e altre giostre per i bambini che abitavano li’.

Purtroppo i continui incendi hanno convinto i padroni del complesso di chiudere quella zona ed abbadonarla alla furia degli elementi. Ecco qualche foto:

Exploring a burnt area around Johannesburg

Chissa’ quando e’ stata l’ultima volta che qualcuno ha giocato con quel pallone…

Exploring a burnt area around Johannesburg

Qui una volta c’erano le reti di cricket

Exploring a burnt area around Johannesburg

Il fiume che passa di fianco alla cinta

Exploring a burnt area around Johannesburg

Curtis mentre si appende al canestro del netball

La stagione secca qui e’ un problema. Gli incendi sono all’ordine del giorno purtroppo… (e passera’ ancora un mese prima delle piogge…)