Tempo di elezioni, in salsa africana

Mentre seguo con interesse le elezioni amministrative in Italia, tanto per vedere da che parte tira il vento (e, a giudicare dai primi risultati, non piu’ dalla parte del Silvio Nazionale, nonostante uno scudetto vinto da poco), sono abbastanza sorpreso dai risultati del terzo polo (che ormai e’ quello del movimento 5 stelle fondato da Grillo).
Non so quanto spazio abbiano ottenuto durante le tribune elettorali sui media tradizionali (televisioni e stampa), ma arrivare al 10% a Bologna e al 5% a Torino con campagne basate su internet (perdendo il voto di tutti gli over 40 in pratica, e si sa, l’Italia e’ un paese di vecchi), e’ un risultato eccellente. Non che sia sostenitore di Grillo (troppo populista per me), ma perlomeno il suo movimento non accetta persone con fedine penali sporche…

Tornando qui sotto, mercoledi’ sara’ tempo di elezioni municipali, anche loro importanti per capire da che parte gira il vento prima delle prossime politche del 2013. Alle ultime elezioni l’ANC, il partito del presidente Zuma (quello delle 5 mogli) e dell’imbecille Malema (grande tifoso di Mugabe e delle nazionalizzazioni di tutto il possibile modello Zimbabwe…) non era riuscito per la prima volta dal 1995 – l’anno di Mandela presidente – ad ottenere quel 66.6% che avrebbe concesso al partito pieno potere.

Il DA (partito di Helen Zille) aveva rivinto Cape Town e aveva raggiunto numeri importanti.

L’ANC in questa campagna elettorale come al solito ha fatto milioni di promesse (case gratis a tutti i neri che vivono in condizioni miserabili, promessa che ormai continuano a fare dal lontano 1995, promessa pericola perche’ ha creato una generazione di neri che aspettano una casa invece di lavorare per ottenerla, e protestano quando ogni anno non ne ricevono una) e si sono riuniti all’FNB Stadium (casa della finale della coppa del 2010) questo weekend per festeggiare il prossimo trionfo (“Victory is certain” e’ il motto della campagna elettorale locale).

Stavolta pero’, spaventati dai possibili numeri del DA, hanno dovuto utilizzare altre armi: affermare che TUTTI i bianchi sono criminali (Malema ad inizio Maggio) e se le cose non miglioreranno useranno la violenza, oppure appellarsi agli “antenati” (ovvero i famigliari morti da tempo) dicendo che gli spiriti degli ancestors si vendicheranno contro quelli che non votano piu’ ANC (Zuma a meta’ Maggio).
Questo per coprire gli scandali dei “cessi all’aperto” che sono spuntati un po’ dovunque come soluzioni sanitarie per i vari squatter camp, e i numerosi scandali di corruzione che sono cresciuti soprattutto dopo che il Mondiale ha fatto le valigie.

Queste elezioni spiegheranno da che parte sta andando il Sudafrica. Se l’ANC otterra’ un risultato simile all’ultimo, beh, allora vuol dire che la maggior parte dei neri preferisce votare un partito che promette miracoli, in attesa di avere una casa gratis, e si fa intimidire dai bulli che gestiscono il paese. Meglio far niente, non pagare acqua, luce e tasse e (forse) ottenere una casa gratis in 10-20 anni, e lamentarsi e protestare occupando strade e bruciando pneumatici,che rimboccarsi le maniche e far esplodere definitivamente l’economia locale (qui le tasse vengono pagate da circa il 15% della popolazione, e guarda caso il 9% dei sudafricani e’ di pelle bianca, aggiunici gli indiani e i colored ed ecco chi paga le tasse per il restante 80%).

Se invece il DA otterra’ un risultato migliore dello scorso anno, erodendo qualche punto (5% magari) all’ANC, vuol dire che anche il Sudafrica nero si e’ stufato di un partito corrotto che ha creato in 15 anni un’elite di miliardari, dove i soldi necessari per educazioni, infrastrutture e servizi migliori sono spariti nelle tasche di pochi. Nonostante quello che Malema continua a dire, il DA e’ un partito multirazziale che rispecchia il Sudafrica molto di piu’ dell’ANC attuale, partito di cui non credo Mandela sia troppo orgoglioso in questo momento storico…

Forza Sudafrica, fammi vedere che puoi migliorare ancora di piu’!

I posti che mi mancano: Poznan

In Europa non torno ormai dallo scorso Settembre (forse dovrei tornare a Giugno), e in Polonia non torno addirittura dal 2009. Considerando che l’anno prima la mia visita post-matrimoniale dai miei nonni si e’ fermata a poche ore dalla partenza per colpa della varicella (maledetta!), le mie visite annuali sono diventate sempre piu’ rare.

Nel frattempo mio nonno e morto (senza aver potuto conoscere Lindsey) e mia nonna sta iniziando a sentire il peso degli anni, da sola a Poznan. Per fortuna ho ancora qualche caro amico che vive li’ (Dominik, venuto qui nel 2008 per il mio matrimonio), altrimenti sentirei il distacco dal mio altro paese di provenienza crescere a dismisura ogni anno.

Immaginate il mio stupore quando il Sunday Times locale stampa un’articolo che parla proprio di Poznan:

Poznan's article on the Sunday Times in South Africa

Poznan's article on the Sunday Times in South Africa


Mi manca Poznan. Ho visitato in gioventu’ la maggior parte della Polonia, e non ho mai avuto dubbi che come citta’ e’ una delle migliori.
Storica capitale del regno Polacco (dopo Gniezno e prima della pessima Warszawa, o Varsavia o Warsaw per tutti voi), con architettura ispirata a quella italiana (avevano importato un sacco di architetti italiani ai tempi…), Poznan rimane una delle citta’ migliori per rilassarsi o divertirsi.

Senza l’opulenza delle costruzioni sovietiche della capitale (il Palac Kultury da piccolo mi ricordava un’astronave di mattoni…) e senza l’assalto turistico di Krakow (Cracovia) per l’arte,  quello invernale a Zakopane per lo sci o quello inglese lungo le spiaggie del Baltico, come citta’ rimane la migliore per vivere.

L’ultima volta che sono tornato non avevo avuto nessun problema a percorrerla a piedi, ricordando a memoria tutti quei passaggi e scorciatoie che da bambino diventavano il modo piu’ facile per andare da un punto A (il cortile) ad un punto B (qualunque altro posto lontano da casa, ma sempre a meno di 30 minuti di distanza).  Mi ricordo ancora tutte quelle volte in cui i cortili avversari venivano sfidati ai giochi piu’ assurdi (ho imparato a lanciare il coltello a 6 anni durante quella specie di campionati) e per arrivare li’ si poteva passare sotto terra (utilizzando i bunker sotterranei che collegavano tutti il quartiere) oppure scavalcando muri su muri.

Mi piacerebbe tornare li’ con Lindsey per farle vedere i luoghi in cui tutto sommato sono cresciuto.
3 mesi ogni anno per 18 anni (tranne il 1986,  l’anno di Chernobyl) , 2 visite lunghe con mio cugino Davide passate a girare la Polonia in treno e a piedi, con tenda sulle spalle, e poi visite sempre piu’ corte fino ad arrivare ad oggi.

Mi sa che al prossimo giro in Europa mi tocchera’ davvero di prendere una settimana intera e far vedere a Lindsey una delle piu’ belle nazioni europee…

38 secondi piu’ veloce, 7 anni dopo

7 anni fa, nel 2004, vivevo a Londra. Lindsey era appena tornata in Sudafrica e io come al solito cercavo corse con cui allenarmi per future maratone. Qualche mese piu’ tardi, durante una partita di campionato, mi sarei rotto la caviglia e non avrei corso per 15 mesi.

Ero in forma, ed avevo deciso di correre la prima 10km notturna londinese organizzata dalla Nike. Su un percorso piatto dalle parti di Tower Bridge (correndo soprattutto a Est del Tamigi), conclusi 10km in 45 minuti e 29 secondi.

Durante i miei anni londinesi, mi allenavo in settimana e due volte all’anno andavo a correre una maratona (42km). Da quando sono in Sudafrica invece spesso sono andato (e vado ancora) a correre 10/15/21km in gare vere e proprie. Rispetto al 2004 mi allenavo di meno (la mancanza di kickboxing si fa sentire), mi sono sposato e ho messo su chili su chili. E infatti negli ultimi anni, tranne che su percorso ultra piatti, ero felice di rimanere intorno ai 50 minuti per 10km.

Con la scusa della Two Oceans, e un infortunio che ha scombussolato i piani, mi sono messo a dieta e ho perso la maggior parte dei chili accumulati facendo barbecue su barbecue, e finalmente, dopo 7 anni, posso finalmente mostrare questa foto appena scattata dopo aver passato lo striscione d’arrivo della 10km dell’annuale Wally Hayward Memorial:

Wally Hayward Memorial 2011

Si, ho migliorato il mio record e finalmente sono sceso sotto i 45 minuti! Per un corridore occasionale “pesante” come me, e’ un risultato favoloso. 45 minuti vuol dire correre ogni chilometri alla media di 4 minuti e 30 secondi.  Soprattutto considerando che la gara era tutt’altro che piatta, con una salita spacca gambe a ridosso dell’arrivo:

Wally Hayward Memorial 2011
L’altimetria della gara

Wally Hayward Memorial 2011
Un’altra gara terminata con successo

Wally Hayward Memorial 2011
La strana medaglia…

Inutile dire che ho subito festeggiato. Come? Divorando pancakes prodotti dall’invenzione solitaria di un geniaccio di Pretoria:

Wally Hayward Memorial 2011
Tempo di pancakes

Wally Hayward Memorial 2011
L’invenzione del secolo

Wally Hayward Memorial 2011
Come far fuori 5 pancakes in 10 secondi