Il salame che non trovi in Italia

I mondiali sono finiti, e, a meno che (difficilmente) Durban vinca la corsa per le olimpiadi del 2020, per un po’ di tempo qui non succedera’ niente, tranne i soliti annuali tornei di cricket e rugby.

E’ giunto il momento di riprendersi e concentrarsi su quello che conta: il cibo locale.
Curtis, il ragazzo di Jill (la sorella di Lindsey), dopo essersi sorbito le mie lamentele sulla mancanza di salame decente (di qualsiasi tipo), ha deciso di farmi un regalo:

Zebra Salami

Signori e signore, ecco a voi il salame di zebra!

Recensione dopo averlo finito: secco, poco salato, mi ricorda un po’ i Kabanosi polacchi.

Siamo ancora lontani dal salame Milano, ma molto meglio delle produzioni che trovi al supermercato…

(la salsiccia di Zebra, fresca, e’ invece di un altro pianeta, quasi a livello della nostra salamella!)

 

Vuvuzela: solo alle partite di calcio?

Soccer City diventera’ presto lo stadio ufficiale di rugby della nazionale sudafricana.

Visto che nessuna delle squadre di calcio locali riuscirebbe a riempire il Calabash (gli Orlando Pirates, che giocano poco distanti all’Orlando Stadium, riescono giusto a fare il sold-out per il derby coi Kaiser Chiefs, e si parla di poco meno di 25.000 tifosi…) l’idea di utilizzare lo stadio per le partite dei Springboks, soprattutto dopo l’incredibile successo della semifinale del Super-14 (la Champions League di Rugby tra squadre sudafricana, neozelandesi e australiane), sembra vincente.

Cosi’ il 21 agosto Soweto sara’ invasa da tifosi decisi a gustarsi la partita del Tri-Nations contro la Nuova Zelanda.

A posto delle porte saranno messi i pali, e, tra gli oggetti vietati, ci sara’ la tanto crititcata Vuvuzela:

No Vuvuzelas at Rugby

Ora voglio proprio vedere come reagiranno gli afrikaneers quando sentiranno "suonare" isolate trombette clandestine dal settore "nero" (un sacco di biglietti saranno dati a prezzi scontati alle scuole di Soweto, per attirare tifosi che solitamente non guarderebbero il rugby)…

Vuvuzela, Mandela e una pazza partita: memorie di una finale del mondiale

E’ stata dura rifiutare circa 500 euro per i due biglietti che mi ero tenuto per la finale. Dopo avere venduto tutti gli altri biglietti, devo ammetterlo: per un mometo ho pensato di vendere anche gli ultimi due.
Invece ho deciso di tornare ad uno stadio quasi 2 settimane dopo l’eliminazione dell’Italia in quel di Ellis Park. Dopotutto, quante volte nella vita si ha l’occasione di andare a vedere una finale dei mondiali di calcio? Quasi mai.

Qualcuno pensa ancora che le Olimpiadi siano il massimo evento sportivo. Ridicolo. Le Olimpiadi, con centinaia di vincitori in decine di sport differenti, vanno giusto bene per fare felici tutti quei paesi e tifosi che si interessano a certi sport una volta ogni quattro anni. Non ci sono tifosi, solo spettatori. Alcune competizioni danno medaglie ridicole, come ad esempio il nuoto. Esiste un solo modo di nuotare piu’ veloce degli altri (e si chiama stile libero), che senso ha dare medaglie per stili diversi, piu’ lenti?
E’ come se Bolt vincesse i 100metri e poi si presentasse ad altre categorie di 100 metri: i 100 metri corsi all’indietro, i 100 metri corsi strisciando, i 100 metri corsi saltellando. E infatti imprese come quelle di Phelps non mi sembrano cosi’ eccezionali. Poi tanto, degli eroi olimpici, ci si scorda per altri 4 anni.

La coppa del mondo di calcio premia una squadra una volta ogni 4 anni, ed ogni nazione aspetta solo quel momento dopo aver pregato, tifato, imprecato e sperato per numerosi mesi.
I giocatori che vi partecipano non sono dimenticati tra una coppa e l’altra, ma vengono tifati e spremuti dai club in numerose competizioni, e spesso, nonostante siano i miglior durante la stagione, non riescono a partecipare al mondiale semplicemente perche’ la loro nazionale non si qualifica.

Per un mese nomi ignoti (chi aveva sentito parlare di Oezil? O Hondo?) diventano superstar, altri crollano schiacciati dalle aspettative (chi per motivi fisici, come Torres e Kaka, chi per sopravvalutazione nel paese di origine, come Rooney), e gioia e lacrime diventano le protagoniste alternandosi in base ai risultati.

Inutile negarlo: e’ l’evento sportivo piu’ importante al mondo, nello sport piu’ giocato in questo pianeta (e sareste sorpresi a scoprire la classifica degli sport piu’ praticati…).

Cosi’, una domenica pomeriggio, io e Lindsey abbiamo salutato tutti, indossato i colori nazionali (lei maglietta Sudafricana, io felpa dell’Italia campione del mondo, almeno ancora per qualche ora), e abbiamo guidato verso il solito Park&Ride, organizzato benissimo, all’interno dell’Universita’ del Wits.
Da li’ abbiamo preso la navetta e, 20 minuti dopo, parcheggiavamo a 1km di distanza da Soccer City (il Calabash), che dopo i mondiali diventera’ molto probabilmente la casa della nazione di rugby sudafricana, e cambiera’ nome.

The beautiful calabash
Soccer City

Intorno a noi c’erano soprattutto tifosi olandesi, e tifosi sudafricani che avevano deciso, in nome della provenienza boera, di tifare Olanda. I tifosi spagnoli erano pochi, ma numerosi, anche se la maggior parte dei tifosi neutrali (indiani, cinesi, qui comunita’ enormi) indossavano la casacca della Roja.

Arrivati al bellissimo stadio (niente da dire, costruito in maniera fantastica, cosi’ come quelli di Cape Town e Nelspruit) ci siamo seduti e abbiamo aspettato l’inizio della cerimonia di conclusione.

Lindsey is ready too for the final
Lindsey tifa Olanda

Come on Holland!
All’interno dello stadio

Lindsey era curiosa ed era venuta con me soprattuttto per questo. Io invece pensavo che mi sarei annoiato (come in quella di Pechino) per poi riprendermi all’inizio della partita. E invece… e invece un’ora dopo ero ancora a bocca aperta.

Avevo sempre pensato che la maggiore parte degli effetti visivi dal vivo o erano fatti in CGI e poi mostrati solo in televisione, o, dall’interno dello stadio, non sarebbero stati grandiosi. Quanto mi sbagliavo. Una volta spente le luci e’ uscita fuori Shakira e l’intero stadio si e’ messo a ballare al ritmo di Waka Waka, per poi dare il via ad un serie di coreografie incredibili.
Un qualche proiettore mostrava immagini sul campo da calcio che erano davvero incredibili. I ballerini,che si alternavano ad altri cantanti ed elefanti, erano perfetti.
Per un’ora l’intero stadio era in piedi e una volta partiti i fuochi artificiali e gli effetti di luce tutti erano tornati bambini.

Ke nako!
Si inizia

Shakira
Shakira fa ballere 80.000 persone

Just awesome
Fantastico spettacolo

Poco prima della partita c’era ancora tempo per vedere due eroi. Uno tutto Sudafricano, Nelson Mandela (accolto da un boato dello stadio che credo sara’ impossibile ripetere nella storia, 85000 persone in piedi, nessuno seduto), e poi uno tutto Italiano, Fabio Cannavaro, tornato in Sudafrica a consegnare la coppa del mondo nelle mani della Fifa.

The stadium goes insane for Mandela
Arriva Mandela

Nelson Mandela arrives in Soccer City
Lo stadio impazzisce

Memories of 2006, Berlin
Cannavaro restituisce la coppa

Non so se in televisione si e’ visto, ma un pazzo aveva tentato di correre dal calcio d’angolo verso la coppa, tentando di sfiorarla. E’ riuscito a seminare i lenti addetti alla sicurezza sudafricani, ma e’ stato placcato dalle guardie del corpo della Fifa.

Someone tries to invade the pitch
L’invasore di campo

Poi, finalmente, e’ stata la volta della partita. Rivendendola in televisione qualche giorno fa, mi ha colpito la brutalita’ dell’incontro: allo stadio sembrava semplicemente che i giocatori spagnoli venivano toccati e cadevano giu’ ogni volta. E infatti la Spagna e l’arbitro venivano seppellitti di fischi ad ogni cartellino ricevuta dall’Olanda.
Olanda che tra l’altro come al solito aveva addottato il solito schema degli 8 in difesa e tre in attacco. Ogni palla dopo il centrocampo passava per Robben (terribile il suo sbaglio davanti al portiere), Snejder (che e’ stato davvero sotto tono) o Van Persie (pessimo come in tutto il mondiale).
La Spagna invece, nonostante il tiki-taka continuamente interrotto dal pressing e dai falli olandesi, aveva piu’ chance (anche se nessuno clamorosa come quell di Robben…) ma non riusciva a segnare. Almeno, per una partita, dopo i soliti 15 passaggi la palla arrivava vicino alla porta…

I tempi supplementari vedevano i tifosi col cuore in gola. Io, reduce dall’esperienza del 2006, mi aspettavo le due squadre di smettere di giocare e pensare solo ai rigori. E invece (ancora una volta) sono stato smentito. 30 minuti di ping pong da un’area all’altra, cercando il goal prima dei 120 minuti. Goal trovato da Iniesta, anche se nell’azione precedente l’arbitro Webb non si accorgeva di un calcio d’angolo per l’Olanda, purtropppo notato dallo stadio intero…

Some action
Inizia la partita

Iniesta scores! A country celebrates
Dopo 120 minuti, segna Iniesta

E cosi’, con la Spagna capace di vincere il quarto incontro di fila per 1-0 (manco l’Italia…) era tempo per i festeggiamenti in campo, e la delusione dei tifosi olandesi, che lasciavamo lo stadio fischiando contro l’arbitro prima della consegna della coppa.

Noi siamo rimasti fino alla fine. Dopotutto vedere alzare una coppa del mondo non e’ una faccenda da poco. E infatti, una volta che Casillas ha alzato la coppa, e’ iniziata la vesta anche sugli spalti, che ha coinvolto bene o male tutti. I tifosi sudafricani che tifavano Olanda avevano deciso di godersi il momento mentre i tifosi spagnoli… beh, potete immaginare, visto che 4 anni fa molti di noi abbiamo provato la stessa emozione.

Spain are world champions
La Spagna festeggia

Time to lift the cup for Casillas
Casillas alza la coppa

Camminando verso la navetta, per la prima volta mi sono reso conto che era davvero finita. Anni di attesa e preparativi, e poi questo. Certo, l’Italia ha deluso e il calcio mostrato non e’ stato fantastico (tranne qualche eccezione), ma l’atmosfera, davvero unica, fuori e dentro gli stadi, mi hanno reso fiero di potere dire in futuro: in quel 2010, io c’ero.

Bye bye South Africa, welcome Brazil
2014: buona fortuna Brasile

Tutte le foto della finale le trovate qui

Verso l’ultima vuvuzela

Lo dico sinceramente: speravo in una finale tra Olanda e Germania.

E invece domenica andro’ a Soccer City (in compagnia di Lindsey o, se lei non vuole passare una giornata intera allo stadio come vorrei io, in compagnia di chi mi paga di piu’ il biglietto) a vedermi Olanda contro Spagna.

E’ stato un strano mondiale.

Doveva essere la volta dell’Africa, e invece hanno quasi tutte clamorosamente toppato, non qualificandosi nemmeno per il secondo turno. Una volta uscito il Sudafrica, i tifosi locali hanno cominciato a tifare Ghana (chiamati qui Baghana Baghana, visti come unici superstiti di quella competizione che per la prima volta a visto i padroni di casa, i Bafana Bafana, uscire prima degli scontri diretti).

Una volta uscito il Ghana grazie ad un rigore fallito miseramente all’ultimo secondo (neanche in Holly e Benji), tutti hanno cominciato a tifare Olanda, partita in sordina ed arrivando in finale vincendo ogni singola partita. Di colpo tutti gli Afrikaneers, solitamente intenti a guardare il rugby e disprezzare il calcio, hanno ritrovato passione nelle loro origini.

Doveva essere la volta del Sudamerica, passato con quattro squadre ai quarti. E invece sono quasi tutte uscite miseramente, chi male (Brasile), chi peggio (Argentina).

Ancora una volta, come nel 2006, e’ la volta dell’Europa. Stavolta invece di avere Francia e Italia, umiliate da squadrette, abbiamo Olanda e Spagna, e, per la prima volta dal 1998, un nuova nazione sara’ campione del mondo.

Per una volta la storia ha contato zero nella competizione. Per la prima volta dal 1930 nessuna delle 4 superpotenze (Italia, Argentina, Germania e Brasile) e’ arrivata in finale.
L’Italia, dopo avere fatto storia nel 2009, perdendo per la prima volta con una squadra africana (l’Egitto), e’ riuscita a riscrivere i libri di storia non vincendo neppure una partita e giocando solo 20 minuti su 270. 20 minuti che tra l’altro io mi sono perso uscendo incazzato dallo stadio.

Cosi’ avremo una finale tra una delle squadre piu’ noiose del pianeta (la Spagna), che sfrutta un gioco masturbatorio fatto di inutili passaggi sperando che prima o poi qualcuno (Villa) segna, e una squadra di 8 operai che deve ringraziare quei 3 li’ davanti (Sneijder, Robben e qualche volta Van Persie) se riescono a produrre goal.

Stranissima finale. Sono comunque sicuro che, per la prima volta dal 14 Giugno, riusciro’ finalmente a godermi una partita di calcio allo stadio. Se fosse possible vorrei che entrambe le squadre perdessero, ma visto che devo scegliere qualcuno ho deciso di tifare Olanda…. (ma andro’ comunque allo stadio con la maglietta dell’Italia)

Tutto quello che mi rimane dei mondiali

Con l’Italia fuori, Ian tornato in America, il Sudafrica a casa […], l’Inghilterra umiliata, la Francia non pervenuta, invidio tutti quei tifosi che ancora se la godono.

E io rimango con due di questi:

World cup tickets

(che saranno presto venduti, come i restanti biglietti nelle mie mani).

Due di questi:

World cup tickets

(l’unica partita che andro’ a vedere, giusto per dire io c’ero)

E, nei negozi, questo:

On sale!