Sudafrica, dove ci si diverte tutto l’anno

Mauro, citato nell’articolo precedente, e’ qui da qualche giorno. Da tempo non organizzavo una settimana intera di escursioni o divertimenti visto che da tempo non avevo ospiti. Certo, il pomeriggio devo sempre tornare a lavorare, pero’ ogni tanto fa bene divertirsi (in cambio Mauro e’ praticamente obbligato a venire a vedere i miei incontri di calcio. Uno vinto 5-2 e l’altro, ieri, vinto 4-1. Dovrebbe indubbiamente rimanere qui!).

Qualche foto dai primi 4 giorni di avventure:

In the bar

Una sera a ballare

In my personal pub

Un pomeriggio a bere a casa

Mauro and some ugly bird

Una mattinata a visitare il parco dei leoni e fare foto con uccelli strani

At the great Beer Museum

Una mezza giornata passata al fantastico museo della birra (2 pinte gratis alla fine del tour!)

Looking at me?

Questa foto non c’entra nulla, pero’ mentre mi avvicinavo ad una gabbia quell’uccello si e’ messo a fissare la mia macchina fotografica…

90 minuti. Il corpo dice ciao.

Da quanto tempo non giocavo 90 minuti? L’anno scorso, tra infortuni e assenze giustificate (matrimoni e viaggi in Europa), credo che di essere subentrato a partita in corso o essere stato sostituito in tutte le partite di campionato.
Quest’anno pensavo di finire allo stesso modo.

L’ultimo infortunio alla coscia ancora mi costringe a stringere i denti e inventare fasciature assurde per tenere solo quel muscolo immobilizzato (per fortuna esiste il Kinesio Taping da rugbista), ma perlomeno posso muovermi sul campo e, da vero veterano, far correre la palle e gli altri per me.

E cosi’ sabato, nella ridente localita’ semi montanara di Mondeor, nel sud di Johannesburg, ho giocato 90 minuti semplicemente facendo il lavoro sporco che faccio di solito.
Per una volta sono tornato mastino di centrocampo e ho fatto girare la palle e le palle alla squadra avversaria.

Probabilmente ha anche aiutato il fatto che ho chiesto di giocare con una squadra diversa (dal Panorama III a quello IV, la stessa squadra con cui 2 anni fa avevo vinto la coppa di lega), visto che impegni extra sportivi (Mauro e’ qui in Sudafrica con me) mi hanno un po’ fatto cambiare i ritmi.

La partita e’ stata vinta 5-2, dominando come ai bei tempi.
Mauro, trascinata dall’aereporto fino a casa mia e poi ancora dall’altra parte di Johannesburg, 3 ore e passa in autostrade con lavori in corso, si e’ gustato una mia prestazione decente sorseggiando una birra fresca sotto il sole cocente di un autunno sudafricano.

90 minuti, e poi la sera non riuscivo neppure a ballare o tenermi in piedi.
No, giocare semi infortunato non e’ una fantastica idea, ma con una stagione cosi’ corta bisogna stringere i denti…

Quasi 2 anni dopo

Tra poco saranno 2 anni da quando mi sono sposato. Il sito ufficiale e’ ancora online e per festeggiare come al solito io e Lindsey andremo a passare una mezza giornata alla spa situata nello stesso posto in cui ci siamo sposati (Glenburn Lodge).

Domani arrivera’, con quasi 2 anni di ritardo, uno degli ospiti che non era riuscito a venire in tempo nel 2008: Mauro, un mio amico veronese del mio periodo veneto (intorno al 98, una vita fa!).

Era un periodo particolare: passavo i weekend a farmi 400km con tappe obbligatorie a Verona, Padova e Bassano del Grappa (e Vicenza ogni tanto) giusto per passare un po’ di tempo in compagnie di Mauro, Gualtiero e Alessia a bere Red Bull (allora in vendita solo in selezionati supermercati veneti!), visitare agriturismi sperduti nelle campagne circostanti, ascoltare una selezione di mix-tape dove Neffa (pre La Mia Signorina) la faceva da padrona, e generalmente cazzeggiare, terminando ogni tanto a dormire a casa della gentile famiglia di Alessia.

Era il mio periodo pre-militare, dove poi tutto sarebbe cambiato.
Riguardo quel centinaio di foto fatte insieme, in epoca pre-digitale, pagate oro dal fotografo di fiducia e poi scannerizzate a risoluzione bassissime cosi’ da poterle spedire via email tramite modem analogico, e ripenso che, alla fine, erano tempi davvero spensierati.

Poi tutti abbiamo preso strade diverse. Io sono finito Bersagliere, e poco dopo sarei partito per Londra. Gualtiero avrebbe finito di studiare, per poi diventare professore. Mauro idem, per poi continuare nella ricerca di quell’anima gemella che ancora gli sfugge.
Alessia, dopo aver vissuto in Spagna e a Roma, sarebbe tornata nel nord italia per intraprendere (con successo) la carriera di produttrice di video musicali.

Da quando mio padre venne qui nel lontano Ottobre del 2008, non ho avuto nessun ospite in Sudafrica.
I tempi londinesi, in cui regolarmente ogni mese avevo qualcuno a convidere un buco di stanza per un weekend, sembrano davvero lontani…

Camping

Campeggio nel 1998

By Putney Bridge, 2004

Gualtiero a Londra nel 2004

Mauro in London, 2004

Mauro a Londra nel 2004

Olaf and Alessia, 2005

Alessia a Londra nel 2005

Hey Team Reunion Christmas 2005

Reunion Natale 2005

Hey Team Reunion Christmas 2005

Reunion Natale 2005

Eskom fa’ la cosa giusta (dopo aver sbagliato l’impossibile)

Eskom e’ l’equivalente dell’Enel italiana.
Fino a qualche anno fa (diciamo fino al 1995, anno dell’inizio dei cambiamenti in Sudafrica, che ha peggiorato di molto le strutture statali) era uno dei gioielli locali.

Grazie ad elettricita’ prodotta da stazioni all’avanguardia (costruite spesso quando il Sudafrica era stato isolato per via dell’Apartheid), inclusa una stazione nucleare in Koeberg, e venduta praticamente a meta’ dell’intero continente africano, per anni sono riusciti a venderla a basso prezzo ai cittadini sudafricani e a continuare a generare profitti.

Poi, dopo il 1995, il crollo. Di colpo Eskom e’ stata data in mano a manager neri (arrivati in alto solo grazie al colore della pelle e a quello strano razzismo rovesciato nel mondo del business sudafricano che va sotto il nome di Affirmative Action e che protegge gli interessi del Broad Based Black Economic Empowerement, soluzione che obbliga aziende ad assumere personale nero, anche non qualificato, pur di ottenere vantaggi statali, con corruzione ormai a mille) e la compagnia statale non ha retto il cambio.

Obbligati dal governo a dare elettricita’ gratis ai vari abitanti dei famosi informal settlements tipo Soweto (ma anche Tembisa o altri posti del genere), di colpo gli introiti sono evaporati.
Stiamo parlando di milioni di persone e case che sfruttano l’elettricita’ prodotta da Eskom senza pagare un singolo Rand.
Se una volta questa serviva solo ad accendere una lampadina o magari un televisore, oggi la maggior parte del consumo energetico e’ prodotta dal continuo ricaricare dei cellulari, diventati l’oggetto indispendabile per tutti quei neri che non hanno soldi per comprare da mangiare, ma che vogliono tenersi in contatto o ascoltare musica dalle radio incluse nel telefonino.

Ovviamente non pagando la bolletta, gli sprechi sono all’ordine del giorno, e anno dopo anno Eskom si e’ trovata con sempre meno soldi da spendere in nuove infrastrutture (necessarie per tenere sotto controllo la continua richiesta in aumento di corrente), e sempre piu’ soldi pagati in bonus, nuovi uffici, e stipendi ridicoli a quella classe di manager nera che vuole soltanto spremere l’azienda per ottenere quei milioni di rand comodi a fare la vita della star.

Potrei parlare per ore dei "traditori" delle idee di Mandela, appartenenti alla sua stessa razza ma capaci solo di cavalcare l’ondata anti-apartheid senza aver sofferto troppo in prigione per cercare di curare gli interessi personali. Guardare alla voce Julius Malema

Qualche settimana fa, invece, Eskom mi ha sorpreso, per la prima volta dopo l’ennesima batosta (tre aumenti della bolletta del 25% approvati dallo stato per i prossimi 15 mesi).

Andando in qualsiasi supermercato, bastava portare un documento e una bolletta per ricevere gratis fino a 20 lampadina salva corrente, di quelli dalla forma multi cilindrica, consegnando l’equivalente delle lampadine normali che si usano in casa.

Non so quante persone abbiamo aderito all’offerta (durata un mese), anche se sui giornali ho letto che e’ stata un successo, soprattutto tra la popolazione "bianca". Perche’ immagino se si paga la bolletta ci tengono tutti a risparmiare.

Eskom does the right thing

Vorrei andare a farmi un giro a Soweto di sera e vedere quanti di loro hanno approfittato dell’offerta (che ricordiamo, era gratuita) per sostituire quel milione di lampadine e aiutare il Sudafrica a risparmiare corrente per evitare disastri come il 2008 con il pessimo Load Shedding (4 ore al giorno in ore lavorative senza corrente, secondo una tabella decisa dallo stato, regione per regione…).
Ah gia’, li’ la bolletta non si paga…

Una piccola rivoluzione

Internet in Africa e’ sempre stata una pena.

Le connessioni ADSL sono costose, non per tutti (100 euro al mese per una misera linea di 1-2mb), e, soprattutto, si paga a traffico. Ad esempio fino ad adesso io pagavo per il pacchetto piu’ costoso, che mi dava in cambio circa 10gb di traffico (che di solito finivano la terza settimana del mese).

Ci sono anche altri problemi: La lentezza degli operatori nel farti avere una linea telefonica (media 2 mesi), l’incredible numero di furti di cavi di rame (poi rivenduti nel resto del continente e sostituiti in media dopo 3 mesi se sei fortunato) e altri fattori locali (la maggior parte usa 3g per navigare dal cellulare, a prezzi ridicoli) non hanno mai spinto gli operatori a fare una vera e propria competizione per offrire prezzi e servizi migliori.

Oggi, di colpo, mi arriva questa email dal mio provider:

Mweb: South African Internet Revolution

Nessuno se lo aspettava. Probabilmente la spinta della coppa del mondo, o forse la nascita di una vera competizione. Hanno tolto il capping (il limite di traffico) e abbassato i prezzi. Non mi sembra vero.

Finalmente potro’ scaricarmi Lost season 6 da Itunes UK senza dovermi preoccupare di inventare scuse con l’ufficio londinese per mancanza di internet…