Alla ricerca della forma perduta

Tornato qualche settimana fa dal mio viaggio europeo (torno a Luglio!), mi sono ritrovato in condizioni fisiche penose: un infortunio durante l’unica attivita’ fisica fatta in 2 settimane mi ha tenuto ai box fino a poco tempo fa, e una dieta a base di porco e alcool non ha fatto altro che aumentare i chili di troppo.

Cosi’, con la vaga intenzione di partecipare alla Tri Rock di Durban in Ottobre (113km di sofferenza divisi tra 1.9 km id nuoto, 90 di bici e 21 di corsa…) devo rimettermi in forma durante una stagione (qui e’ inverno) in cui di solito non faccio troppo sport e mi accontento di giocare a calcio…

Il polpaccio e’  ancora leggermente infortunato (anche se una settimana fa ho giocato tutti i 90 minuti della prima di campionato, fasciandomi il polpaccio e correndo in qualche modo su una gamba sola), e per adesso di sto accontenando di accumulare km in bici.

Fortunatamente a mezz’ora da casa mia ho splendidi posti in cui scatenare la mia bici da corsa, e poco tempo fa ne ho approfittato per partecipare alla Bell of Hope challenge, una 50km collinare.

Non ero abituato a partire cosi’ presto con le prime luci dell’alba invernale, e il mio abbigliamento non era adatto alle condizioni ambientali, cosi’, per la prima ora, non ho fatto altro che pedalare a ritmo leggero aspettando che il sole mi scaldasse e tornassi a respirare senza affanno.

Bell of Hope Race

Bell of Hope Race

Bell of Hope Race

Alla fine ho concluso la gara intorno alle 2 ore (speravo meglio, ma la prima parte era stato davvero tremenda), mettendo 50km in gambe non piu’ abituate allo sforzo.

I chili di troppo sono ancora li’ (solo la corsa e la dieta mi potranno aiutare), ma rimettere a posto il motore e ricordarsi che dolore e fatica fanno parte di qualsiasi allenamento mi da un po’ di speranza in attesa di vedere se riesco a trovare qualche corso di nuoto specializzato, perche’ nuotare 2km entro un tempo massimo di 1hr nel mare aperto al momento mi sembra un’azzardo…

Correndo, pensando a Cucciola

Decidere di fare una 21km (su un percorso abbastanza ondulato) solo 48 prima non era stata una grandissima idea.

Dopo una Pasqua di abbuffate ed un periodo sportivo relativamente “spento” (pausa tra i campionati di calcio, fine della stagione di triathlon) mi presentavo abbastanza fuori forma alla partenza della Cradle of Humankind Race, una delle mie corse preferite (di cui di solito disputavo la 10km), con partenza poco lontano dal posto in cui mi sono sposato nel 2008.

I primi chilometri non erano malaccio. L’obiettivo era di finire la corsa tra l’1.45 e l’1.50 (ritmi da allenamento spinto) e per il primo terzo della gara non avevo problemi a mantenere l’andatura prestabilita.

Cradle of Humankind 21km
La partenza avveniva sotto quella montagna

Cradle of Humankind 21km
Lo splendido arrivo di fianco al lago

Cradle of Humankind 21km
La mia medaglia

Poi, il crollo. Crampi allo stomaco (probabilmente dovuti a cibo non proprio fresco scovato nel frigorifero e mangiato la sera prima, nonostante i consigli di Lindsey), dolori alle piante dei piedi e incapacita’ a mantenere un ritmo decente. Cosi’, nonostante i miei (vani) sforzi, finivo la gara in 1.49.36, ben lontano dal mio personale e pochi secondi sotto il tetto massimo che mi ero fissato.

Informazioni sulla gare le trovate qui: http://connect.garmin.com/activity/487911174

Ma nonostante il mal di piedi (e pancia), non avevo troppo tempo da perdere e ripartivo per andare a controllare lo stato della mia cagnolona (Cucciola) appena operato dal veterinario.
Dopo l’operazione del 2009 all’anca, stavolta era il ginocchio a tradirla: rottura del legamento crociato e menisco distrutto (senza considerare l’artite cronica, ha solo 6 anni ma ha le ossa di una molto piu’ vecchia, purtroppo).
600 euro dopo eccola ridotta cosi’:

My injured dog

Con la fasciatura

My injured dog

Senza la fasciatura…

E adesso dovremo organizzarci per trovare il fisioterapista per entrambi…

I segreti sudafricani: lassu’ in alto, nel Magaliesberg

Il Magaliesberg, una catena montuosa a circa un’ora da casa mia, circondata da paesaggi favolosi e piena di posti da scoprire, e’ da tempo uno dei miei posti preferiti.
Ci sono andato a fare svariati triathlon, a passare weekend in compagnia di Lindsey e cani, oppure semplicemente a guidare in direzione dell’Hartbeespoort Dam.

Non ci avevo ancora volato sopra. Almeno fino allo scorso weekend.

Non ero mai andato in mongolfiera nella mia vita, ma dopo averne vista una mentre guidavamo di ritorno da una delle nostre escursioni in quella zona, Lindsey aveva deciso di comprare un volo (di circa un’ora) per Natale, tramite Bill Harrop’s original Balloon Safari.

Purtroppo da Gennaio fino a fine Marzo era stato quasi impossibile prenotare un volo. Le poche volte che eravamo riusciti, improvvisi temporali estivi ci avevano bloccato, rimandando l’esperienza ad un’altra volta.

Con l’autunno finalmente arrivato (zero pioggia fino ad almeno Settembre), io e Lindsey ci presentavamo prestissimo nella pianura sud del Magaliersberg.

Alle 6.15 di mattina, la nebbia portava memorie di Milano e tristi previsioni di voli senza niente da vedere. Ma alla partenza, intorno alle 7.30, la nebbia scompariva per dare posto ad una mattinata senza nemmeno una nuvola intorno, e con poco vento, ideale per il volo in mongolfiera.

Descrivere l’esperienza sarebbe un’impresa impossibile, e allora tanto vale mostrarvi qualche foto (le trovate tutte qui: https://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157644202070071/):

They are almost all up

Preparativi iniziali

Three balloons in the sky almost colliding

Incredibilmente non si sono neanche toccati

Here we go!

Partenza!

With Lindsey in the sky

In alto con Lindsey

The dam from above

L’Hartbeespoort dam coperto dalla nebbia

View from the top, a balloon has landed!

La zona di atterraggio di una delle mongolfiere partite prima

The Magaliesberg range

Il Magaliesberg

Inside the balloon

All’interno della mongolfiera

Maximum altitude reached!

Altitudine massima raggiunta! 2048 metri, circa 800 in piu’ rispetto alla partenza

Zebras from above

Zebre!

Landed!

L’atterraggio

E come bonus, ecco due video:


(il rumore che sentite per i primi istanti e’ la fiamma usata per far salire la mongolfiera…)

Il mostro e’ tornato

Non succedeva da 6 anni. Fino a ieri, dopo una settimana di tempeste tropicali in tutto il Sudafrica (insolite verso la fine dell’estate), dicevano ancora “no, non ci saranno problemi”. E invece questa mattina, tac, ecco tornare il famigerato load shedding.

Di cosa si tratta? In pratica la griglia elettrica nazionale e’ sotto stress. Non c’e’ abbastanza elettricita’ per tutto il paese. E cosi’ ogni “zona” viene completamente spenta dalle 2 alle 4 ore. Oggi, tanto per iniziare bene, le ore sono state 5 e mezza.

Potete immaginare i problemi: ospedali che si ritrovano UPS e generatori non usati da tempo (visto che l’allarme e’ stato dato solo ieri), business medio-piccoli incapaci di continuare. Negozi chiusi. Alcune zone saranno colpite, una volta arrivati al livello 3 (molto possibile) da black out di 24 ore. Immaginate di avere una macelleria, o un ristorante. Cibo che va a male subito (non conto nelle emergenze le milioni di persone a Soweto e dintorni che di colpo non hanno elettricita’ per caricare il cellulare, visto che alla fine loro non pagano…)

Ecco una mappa apparsa su news24:

Load Shedding surprise

Nessuno sapeva dove la corrente sarebbe saltata, e quindi in fretta e furia e’ stata organizzata una specie di mappa sociale.

Di chi e’ la colpa? Ovviamente di Eskom, l’equivalente locale della Enel. E dietro di loro? Il governo attuale.

Dal 2005 hanno in progetto di terminare due nuove centrali elettriche (qui vanno tutte a carbone, che a quanto pare, a sentire le scuse ufficiali, era troppo bagnato per essere utilizzato). Dovevano essere terminate nel 2008, ma dopo gli spaventi del 2010 (immaginate la coppa del mondo senza elettricita’), tutti pensavano che in qualche modo Eskom avesse risolto il problema.

Invece, dopo rialzi del costo dell’elettricita’ (salita ogni anno dal 2010 a questa parte di circa il 25%!!!), con la scuse di necessarie spese per l’infrastrutturea, nessuna delle centrali e’ stata terminata.
L’azienda incaricata di finire una delle centrali maggiori, costruite da Hitachi, e’ una azienda controllata dall’ANC, il partito locale finito spesso (leggi: sempre) sulle cronache per abuso di potere e sprechi di denaro  (immaginate un mangia mangia all’italiano, solo meno nascosto e con zero risultati utili, neppure se fanno finta).

L’ANC per troppi anni ha governato, grazie a voti dei disperati, senza preoccuparsi di rendere conto a nessuno. Ma negli ultimi mesi qualcosa sta cambiando. E’ solo storia di ieri che, durante l’amichevole Sudafrica-Brasile (finita 5-0 per i sudamericani), quando e’ apparso il volto paffuto di Zuma, l’attuale (corrotto) presidente, l’intero stadio ha iniziato a ululare i soliti boooo, sentiti qualche mese prima durante il memoriale per Mandela.

Loro vanno avanti, ma stanno lentamente portando il Sudafrica indietro di decenni, dal punto di vista dello sviluppo. La Nigeria sta piano piano superando il Sudafrica come prima economica africana (per altri motivi…), e i continui scioperi dei minatori (carbone e platino mandano avanti l’economica locale) non aiutano di certo.

Io invece? Oggi, dopo anni di dubbi, ho fatto il grande passo e mi sono comprato un generatore (a benzina), da 2.5 KVA, che mi basta per tenere l’ufficio e i computer online. L’acqua fortunatamente e’ da tempo scaldata dal sole, e quando devo farmi il pranzo, ho una bombola di gas che mi scalda la padella, dove ci butto di tutto.

Come al solito sopravvivero’, sperando che alle prossime elezioni la massa (ignorante e disperata, spesso le due cose vanno avanti insieme) decidera’ di dare un segno nell’unica maniera democratica permessa in una repubblica: votando qualcos’altro (al momento le alternative sono DA o EFF, ma godrei se l’ANC scendesse sotto il 50%…)

San Valentino e un regalo a quattro ruote

Come da tradizione famigliare, ad ogni San Valentino io e Lindsey, invece di comprare regali, ci mettiamo un po piu’ d’impegno e facciamo qualcosa con le nostre mani. Ogni tanto i risultati sono curiosi, altre volte quasi pessimi (e infatti non finiscono su questo sito, per la vergogna dell’esecuzione di qualcosa fatto in ritardo 6 ore prima della mezzanotte del 14).

Quest’anno abbiamo avuto entrambi una simile idea, ovvero qualcosa da appendere in giro per la casa.

L’opera di Lindsey e’ stata la seguente:

St Valentine Gift

Mentre la mia era un po’ differente:

St Valentine Gift

(ho stampato e tagliato i profili di Lindsey e dei nostri tre cani)

E, sempre da tradizione, siamo andati in un ristorante italiano di quelli piccoli (e leggermente piu’ costosi), tornando alla “Forchetta”, che invece delle solite pizze e paste ha un menu tipicamente nordico (polenta!).

A differenza degli scorsi anni, non e’ stata la fidata Toyota Yaris ad accompagnarci al ristorante, visto che purtroppo ce l’hanno rubata qualche settimana fa, ma la nuova e fiammante Renault Sandero Stepway, comprata con i (pochi) soldi che l’assicurazione ci ha pagato in pochi giorni come deposito,  visto che le speranze di ritrovare una Toyota erano pochissime se non nulle (le Toyota sono rubate giusto per smontarle e rivendere i pezzi…)

Perlomeno adesso abbiamo una macchina un po’ piu’ grande, che non ha problemi a tenere dentro tutti i cani… (e con il fondo rialzato, ci sono meno possibilita’ di distruggere il telaio sulle pessime strade sudafricane…)

Lindsey's new car

Lindsey incontra la sua nuova macchina

The dogs agree

I cani apprezzano…