Preparativi burocratici

Per un sudafricano senza passaporto europeo viaggiare in Europa dal 2009 ad oggi e’ un problema.
Qualche anno fa potevano presentarsi alla frontiera e semplicemente farsi stampare il passaporto, come facciamo noi italiani nella maggior parte dei paesi del mondo.

Invece, dopo uno scandalo riguardante l’immigrazione clandestina verso l’Inghilterra (alcuni indiani entrarono in UK con visti falsi), ora, per viaggiare, bisogna fare richiesta anticipata e pagare prezzi ridicoli.

Lindsey, fortunatamente, e’ sposata con me e quindi, nonostante si trovi a fare le trafile per la richiesta di un visto (nel suo caso pero’ durera’ 3 anni e non 3 mesi), non deve pagare niente.
Ma i miei compagni del prossimo viaggio europeo (Debbie e le sue figlie) devono sborsare somme esuberanti solo per fare richiesta. Se poi il visto viene negato (le possibilita’ sono poche, ma non si sa mai) i soldi non saranno comunque restituiti.

Mentre per l’Italia “basta” un visto di tipo Schengen (e una ventina di pagine di documentazione, oltre a garanzie economiche e foto di un certo tipo), per l’Inghilterra la trafila e’ assurda.
Compilare il questionario online (unico modo per sottomettere i documenti) richiede circa un’ora per profilo. Moltiplicate per 3 persone e potete immaginare lo stress.

I prezzi: una richiesta di visto costa circa 100 euro, a testa. Moltiplicate per tre (Debbie, Kaitlin e Jade), e poi per due (Italia e Inghilterra), e ottenete un 600 euro che per una famiglia sudafricana equivale a mezzo stipendio.

In entrambi i casi bisogna decidere che giorno presentarsi sui servizi online, ma poi, soprattutto nel caso italiano (l’ambasciata non si occupa piu’ dei visti, tutto e’ in mano ad un’agenzia esterna chiamata Capago, in Sandton piuttosto che nella piu’ vicina Houghton), si finisce ad aspettare ore per essere ricevuti.

Certo non aiuta il fatto che il sistema di ticketing, proprio quando toccava a noi, ha deciso di saltare in aria…

Visa office in Sandton

Estate 2013: viaggio di gruppo in Italia, qui le informazioni!

Torno in Italia. Dopo la toccata e fuga a Febbraio, stavolta mi porto dietro una truppa intera.

Oltre a Lindsey, che non torna in Italia in estate dal 2008 (nel 2009 e 2011 tornammo in inverno, durante Natale), con me viaggeranno Debbie, cugina di Lindsey, e le sue due figlie, Kaitlin (15 anni) e Jade (13), che 5 anni fa avevano partecipato al mio matrimonio come piccole damigelle durante la cerimonia (nel frattempo sono cresciute).

Purtroppo il tempo che passero’ in Italia nei dintorni di Canegrate sara’ come al solito limitato, visto che per trovare biglietti economici siamo stati costretti a fare salti mortali.

Debbie, sudafricana, e le sue due figlie, per venire in Italia (e poi a Londra) devono fare richiesta ufficiale alle varie ambasciate, pagando spese assurde per ottenere un visto del tipo Schengen. Per venire in Italia, sono quasi 300 euro per tutti e tre. Per andare a Londra, un po’ di piu’! E questo dopo aver speso soldi per comprare biglietti…(Lindsey, fortunatamente, non deve spendere niente visto che e’ sposata con me).

Il programma finale e’ il seguente:

– Partenza da Johannesburg il 20 Giugno 2013, arrivo a Milano Malpensa il giorno dopo, 21 Giugno, alle ore 6:55, dopo un viaggio via Addis Abada (Etiopia) e Roma.

– Weekend in zona, con possibili escursioni o a Gardaland (non ci vado dal 1999 credo), o a Monaco, per trovare Anna (non torno li’ dal giorno del suo matrimonio)

– Martedi’ 25 Giugno partenza verso la Sicilia, con volo Milano Malpensa – Catania (partenza alle 11:30, ritorno alle 15:30). Siamo stati gentilmente ospitati dal mio compare Giamba a Scoglitti (sulla costa meridionale della Sicilia). Il viaggio a Scoglitti nel 2007  rappresento’ la mia ultima escursione italiana prima di partire per il Sudafrica.

– Ritorno a Milano Venerdi’ 28. ATTENZIONE: arriveremo il 28 alle 15:50 ma, senza lasciare l’aereporto, ripartiremo in direzione Londra (Gatwick) alle 18:40 (sperando di farcela!)

– Se il punto successivo filera’ liscio, saremo a Londra dalle 19:30 di Venerdi’ 28 fino alle 13:30 di Venerdi’ 5 Luglio, dove lasceremo Gatwick per atterrare a Milano Malpensa alle 14:40

– Altro weekend in zona e poi torneremo tutti (sani e salvi, si spera) in Sudafrica, partendo Domenica 7 Luglio alle 21:15 sempre da Malpensa.

Due matrimoni

Marzo sta finalmente per finire, ma dopo un mese abbastanza stancante, non poteva terminare senza avvenimenti che mi obbligavano a rinunciare a meritate ore di sonno.

In poco piu’ di una settimana io e Lindsey ci presentavamo a due matrimoni, a poca distanza geografica uno dell’altro, ma completamente diversi.

Nel primo, il mio compare Curtis, compagno di eventi sportivi come triathlon, corse ad ostacoli, lunghissime gare di bici e ovviamente bevute eroiche, si sposava con la sorella maggiore di Lindsey, Jill (con cui, fino all’anno scorso, andavo a fare gare podistiche…poi da quando ha dovuto organizzare il matrimonio e’ praticamente scomparsa).

Entrance

Direzioni per non sbagliare

Il mio compito era filmare la cerimonia e i soliti momenti clou (discorsi, primo ballo, taglio della torta e cosi’ via), per poi potermi rilassare soltanto verso sera.

During the service

Durante la cerimonia

Filming the service

Mentre filmo

Lindsey era una delle bridesmaids e alla fine riuscivo a passare del tempo in sua compagnia solo una volta finito di mangiare, quando entrambi potevamo scatenarci nello spazio tra i tavoli adibito a sala da ballo.

With Lindsey

Con Lindsey

The cake

La torta

10 giorni dopo, indossando bene o male gli stessi vestiti, partecipavamo al matrimonio di Robyn e Ian. Robyn era una collega di Lindsey a lavoro, l’unica invitata tra le varie maestre.
Io non conoscevo nessuno, ma finalmente potevo rilassarmi senza filmare niente e nessuno, mangiando con il resto degli invitati e godendo dello splendido paesaggio naturale intorno a noi.
Mentre Jill aveva scelto di sposarsi a Tres Jolie, un ristorante che da qualche anno si offriva anche come wedding venue, Robyn aveva scelto di sposarsi all’interno di una riserva naturale.

Per arrivare al luogo della cerimonia, bisognava salire sua una jeep e scendere per 15 minuti nella valle sottostante. Li’ la cerimonia si sarebbe svolta sotto gli alberi per poi mangiare all’aperto, in mezzo alla foresta.

Nice indications

Indicazioni in mezzo al nulla

Almost time

Prima della cerimonia

View of the outdoor chapel

Intorno a noi, la foresta

Time for a kiss

Robyn & Ian sposi

In entrambi i casi comunque sono riuscito a divertirmi, mangiando e bevendo (la sera) e passando un po’ di tempo in compagnia di Lindsey.

Reception area

Andiamo a mangiare…

Our table

La nostra tavolata, in mezzo al nulla!

Qui trovate una selezione di foto del primo matrimonio (Jill & Curtis), mentre qui trovate una selezione del secondo (Robyn & Ian)

Adesso, finalmente, con viaggi di lavoro , matrimoni, addi al celibato e altri avvenimenti alle spalle (pochi giorni fa festeggiavo con Lindsey il quinto anniversario di matrimonio), posso concentrarmi ad organizzare il prossimo viaggio, in Italia e Londra, a fine Giugno (informazioni al piu’ presto!)

 

Due settimane a diverse altitudini e climi. Stage 3: Durban, correndo sulla spiaggia

Tornato dall’Italia, in poche ore ero passato dai meno due gradi e neve ai piu’ trenta di Johannesburg. Ma la mia avventura non era finita: due giorni dopo il mio sedere si trovava a bordo dell’ennesimo aereo per volare verso l’Oceano Indiano (a neanche un’ora di distanza), in direzione Durban, per passare una tre giorni con il mio compare Curtis e festeggiare il suo addio al celibato (o bachelor party, come lo chiamano qui).

Hot in Durban

Almeno non piove

Io a Durban non ci ero mai andato. Sapevo che la citta’, costruita sul caldissimo oceano indiano, aveva una forte influenza indiana (28%, piu’ dei bianchi), spiagge fantastiche e in generale un senso di rilassatezza rispetto alla caotica Johannesburgo o a Cape Town. E sicuramente non sono stato deluso!

L’obiettivo del viaggio era semplice: spendere tre giorni a casa di un amico di Curtis, Tom, sulle colline di Durban, a 15 minuti dal mare, passare il tempo a cazzeggiare sulla spiaggia per poi ubriacarsi la sera.

L’idea iniziale era di ripetete e ricominciare la stessa catena di eventi per tutto il weekend, ma poi l’eta’ (una volta verso i 40 il fegato inizia a comandare il resto del corpo), la stanchezza e le eventuali responsabilita’ verso mogli, figli e famiglia, hanno spento l’ardore iniziale dopo una prima serata leggendaria. 

Curtis Bachelor Party in Durban

All’uscita dall’ennesimo locale…

Photo by olafmeister

Photo by olafmeister

Una spiaggia perfetta!

Arrivati a Durban nel nuovo aereporto (costruito per i mondiali del 2010 e ancora in ottima forma), siamo stati trasportati a casa di Tom, per poi trascinare Curtis fuori per andare a mangiare, bere, ballare, bere e in generale fare i pirloni.

Potrei raccontarvi di storie troppo imbarazzanti per essere vere, avvenute ad un club privato oppure al Tiger Tiger, un locale per studenti e studentess in cui l’eta’ media era 20 anni e dove eravamo gli unici over 30.
Potrei parlarvi di camminate di notte in compagnia di individui poco raccomandabili, scappando per evitare casini nascondendoci nel buio delle onde dell’oceano.

Ma non ho foto della prima notte (tutti avevamo promesso di non fare foto per evitare pessime figure), e le storie, come in qualsiasi bachelor party che si rispetti, rimarranno nella nostra memoria, pronte ad essere convidise solo davanti ad un bicchiere, sicuramente non su una pagina internet.

Curtis Bachelor Party in Durban

La mattina dopo….

Nonostante tutto, il resto del weekend e’ stato molto piu’ normale della prima pazza nottata (che mi ha ricordato l’incredibile notte passata a Las Vegas nel lontano 2004).

Siamo andati ad una partita di SuperRugby (la champions league di rugby tra squadre sudafricane, australiane e neozelandesi), tra Sharks e Stormers, in un box dove potevano bere e mangiare gratis.

Curtis Bachelor Party in Durban

Lo stadio di rugby e’ di fianco, ma questo e’ molto piu’ bello

Curtis Bachelor Party in Durban

L’unico motivo per andare a vedere la squadra di rugby di Durban

Curtis Bachelor Party in Durban

Una fase di gioco

La partita e’ stata davvero pallosa (0-0 primo tempo in un match di rugby?) ma il post-match, dove potevi andare liberamente a giocare sul campo di rugby mentre la discoteca apriva all’interno dello stadio, dimostrava come aprire gli stadi a tutti era un’ottima idea per far sentire i tifosi ancora piu’ vicini alla squadra.

Curtis Bachelor Party in Durban

Lo stadio pochi minuti prima dell’inizio

Curtis Bachelor Party in Durban

Alla fine della partita, tutti sul manto erboso!

Curtis Bachelor Party in Durban

In posa

Poi sessioni rilassanti sulla spiaggia (mezza deserta) di Durban (anche se poi ho provato a correre sulla spiaggia), mangiate in locali interessanti, e totale collasso la domenica della partenza.

Ma dopo 2 settimane in giro tra due meridiani, non vedevo l’ora di andare a casa e ritornare alla mia cara vecchia routine…

Meglio tardi che mai (non sempre)

Mentre ero in Italia il mese scorso, ripensavo alla sfortuna che avevo avuto, dal punto di vista elettorale: finalmente potevo votare all’ambasciata, da cittadino italiano regolarmente registrato all’AIRE, ma, in maniera del tutto inaspettata, mi trovavo in Italia, nel mio precedente comune di residenza, proprio mentre la nazione andava a votare.

Non che il voto dell’italiano residente all’estero sia cosi’ importante. Dopotutto se si sceglie di andare a vivere lontano dall’Italia, le uniche elezioni che ti interessano sono quelle dell’amministrazione / regione / nazione in cui risiedi al momento.
Votare per un paese in cui non vivo piu’ e pretendere che il mio voto conti come quello di qualcuno che vive quotidianamente in una nazione con problemi come quella italiana mi sembra un po’ presuntuoso.

Ma volevo votare, giusto per essere finalmente contato come cittadino dall’estero.
Peccato che le cartelle elettorali siano arrivate soltanto due settimane fa, 10 giorni dopo la scadenza delle votazioni! 

Photo by olafmeister

Posta super veloce!

Photo by olafmeister

Ancora mi chiedo quanti italiani vivano in Antartide…