Il re di coppe

Panorama - Linhill final

Guardate il sorriso sornione. Eccomi qui, 20 minuti dopo la fine della finale di coppa di Lega (Div 2 Inter LFA Vets della regione del Gauteng) vinta 2-1.

Sono notti come queste che valgono anni di delusioni, sconfitte, infortuni, dolori. A differenza degli sport individuali, dove spesso, visto l’impossibilita’ di vincere, ci si accontenta di battere il cronometro o finire una gara particolarmente difficile, negli sport di squadra si passano interi anni a contare le delusioni, e aspettare il momento del riscatto.

Non ho mai giocato per squadre che vincevano campionato dopo campionato senza neppure fatica. A Canegrate, una volta conquistata una promozione, si lottava l’anno successivo coi denti per non retrocedere. A Londra ho vinto un campionato con una squadre che per i primi tre anni migliorava di stagione in stagione.

Qui in Sudafrica ho vinto una coppa di Lega nel 2008 (dopo essere stato quasi retrocesso nelle stesso anno), un campionato nel 2010 e da allora poco altro. Nel 2009 ho perso un campionato nell’ultima partita e nel 2011 una finale senza storia.

Ma sono partite come questa finale, giocata nel campo sportivo del Sporting FC (a Sud di Johannesburg, lontano da noi a a 5 minuti da dove Linhill proviene). Pochi tifosi – inclusa per una volta Lindsey –  a nostro favore contro un centinaio che tifavano la squadra locale.

La partita aveva un inizio nervoso. Palla lunga alla ricerca dell’errore difensivo. Io, messo sulla fascia destra a correre e coprire (grazie all’ultimo mese sono in forma strepitosa), toccavo la palla poche volte. Solo dopo i primi 20 minuti abbiamo cominciato a giocare, e finalmente il pallone arrivava regolarmente tra i miei piedi. Alla fine del primo tempo finalmente il goal del vantaggio, combinazione in spazio strettissimo con un mio compare, rilascio fuori area e goal dell’1-0 da parte del nostro centravanti.

Nel secondo tempo Linhill si apriva passando ad un 4-3-3 e poi ad un 4-2-4 cercando un goal. Noi arrivavamo vicini al raddoppio grazie agli spazi aperti a centrocampo, e due volte fornivo assist sprecati grazie ai miracoli del portiere avversario.

A 5 minuti dalla fine, su uno degli ultimi corner, per la prima volta la nostra difesa non riusciva a liberare l’area, e un centrocampista avversario trovava l’impossibile angolo alto e segnava l’1-1.

In altre occasioni la storia ci mostrava come questo poteva essere il punto di svolta. Demoralizzati, stanchi e pronti ad affrontare i supplementari, Linhill provava a trovare l’immeritato goal del vantaggio.

Ma era una notta speciale. Lo sentivo nelle gambe e lo volevo nella testa. Ultimo minuto del tempo regolamentare e ultimo contropiede sulla sinistra. Io iniziavo la mia corsa dalla mia tre quarti e raccoglievo un taglio di 30 metri al volo. Con un piede controllavo, con l’altro scartavo il terzino e mi ritrovavo davanti al portiere gia’ in uscita, appena all’ingresso dell’area. Invece di caricare il tiro mi rilassavo e semplicemente facevo passare il pallone tra le sue gambe, per il 2-1 finale.

Mi voltavo e raccoglievo gli abbracci dei compagni. 

La partita finiva dopo 4 minuti di recupero, e, 5 anni dopo, tornavo a sollevare una coppa!

Panorama - Linhill final

Panorama - Linhill final

Panorama - Linhill final

Due anni dopo, un’altra finale

Il mio palmarès personale calcistico prima di arrivare in Sudafrica era abbastanza vuoto: una promozione in Italia con l’AC Canegrate, 2 promozioni in Inghilterra (una arrivando primi) e qualche trofei individuali (che non compensano mai le vittorie di squadra purtroppo).

In Sudafrica invece sono stato piu’ fortunato. Nel 2008 ho vinto una coppa di lega, l’anno dopo e’ arrivata una promozione (arrivando secondi e perdendo il campionato all’ultima partita), nel 2010 ho vinto il campionato (raggiungendo la seconda promozione di fila) e nel 2011 ho raggiunto (e perso) la finale della coppa di lega.

Certo, il 2012 si e’ concluso con un posto a meta’ classifica in un campionato molto piu’ difficile del solito, e questo 2013, fino a poco tempo fa, e’ stato un disastro. Per fortuna c’e’ sempre la coppa di lega.

Ieri sera, in una semifinale casalinga, abbiamo vinto 1-0 dopo aver dominato Randfontein. Nonostante il fastidio alla coscia ho giocato un’altra partita immensa in un Agosto in cui, nella categoria Vets, ho fatto valere la condizione fisica migliore del resto della truppa (tornare dall’Italia ciccione in pieno inverno sudafricano mi ha costretto ad allenarmi piu’ del solito).

E cosi’, per la terza volta, mi ritrovo a disputare una finale di coppa. E a 36 anni, ogni occasione di alzare al cielo un trofeo e’ sempre un piacere!

Gioie notturne

Sono tornato ormai alla solita routine settimanale da un mese a questa parte, dopo il meraviglioso (ma stressante) viaggio in Europa: calcio tre volte alla settimana, corsa quando posso (qui e’ ancora inverno!) e kickboxing il sabato mattina con Lindsey.

Con un campionato ormai quasi finito (mi aspettano solo 6 partite, peccato che un calendario ridicolo ci fornisca quasi un mese senza gare in Agosto per poi ricominciare ogni settimana fino a meta’ Ottobre…), ho deciso di fare un po’ di free-lancing per le altre squadre appartenenti al mio club.
Ho la “fortuna” di avere un cartellino veterani (una categoria over 35 in cui, a differenza delle categorie “amatori” in Italia, devi aver giocato a calcio in club ufficialmente registrati per almeno 10 anni), cartellino che mi permette di giocare in diverse squadre.

Ad esempio oltre a continuare ad allenare (e giocare) con i Panorama 4ths (una delle squadre senior, nella quale sono continuamente circondato da teenagers…) posso giocare con i Panorama Vets e, se invitato, giocare anche con i Panorama 3rds etc…

Ovviamente sono alla ricerca di una forma decente dopo la vacanza europea, cosi’ da quando sono tornato mi sono messo a fare i doppi turni; mercoledi’ sera in giro per Johannesburg e dintorni con i Vets, e sabato pomeriggio solite partite del mio campionato. Risultato? Sto imparando ad apprezzare di piu’ le partite notturne…

Il motivo e’ semplice: a differenza del Sabato, non devo preoccuparmi di formazioni, cartellini, infortuni, giocatori ammalati, burocrazia, allenamenti, riscaldamenti etc..: mi presento, e penso solo a giocare. Da due anni (tre in verita’) mi trovo a fare di tutto oltre al giocatore. Quest’anno ho deciso che a Ottobre smetto di fare il doppio ruolo e torno semplicemente a giocare.

I risultati si vedono il mercoledi’ sera: gioco il mio calcio migliore, segno senza problemi (3 goal in 5 partite, inclusi 2 missili da fuori area) e sono parte di una squadre che gioca un calcio molto migliore di quello giocato il Sabato.
Senza contare che ieri ho consegnato la vittoria e passato i quarti di finali di coppa (la mia competizione preferita, che non vinco dal 2008!) con un goal nel secondo tempo. Cose che fanno sempre piacere!

 

Analizzando una partita

Da un po’ di tempo volevo analizzare, Garmin / Heart Rate alla mano (ho questo modello qui, leggero e creato apposta per il triathlon: Garmin Forerunner 910XT) lo sforzo ottenuto durante una partita di calcio.

Ieri, durante un’amichevole (in cui ho giocato i primi 50 minuti, visto devo comunque continuare a rendere felici circa 25 altri giocatori in rosa…), ho registrato i movimenti ed ho ottenuto questo:

Match Analysis

Potete vedere tutti i dettagli dell’analisi qui: http://connect.garmin.com/activity/326909419

Si capisce al volo che gioco centrale, che non sto mai fermo (su 49 minuti sono stato in movimento per 46), corro un sacco (6km in 50min, la media per un centrocampista di solito e’ 10/90) e copro bene o male tutto il centrocampo.

Non male per un 36enne che ha raggiunto il picco anni fa e che ormai e’ sul viale del tramonto…

 

Un mea culpa calcistico.

Qualche anno fa potevo semplicemente “trascinare” un gruppo di giocatori semi-decenti urlando in mezzo al campo, correndo, segnando e in generale dimostrando che no, non mi arrendevo mai.

Nel 2010 avevamo vinto il campionato con un gruppo di giocatori purtroppo poi passati ad altre squadre, e negli ultimi 2 anni eravamo riusciti a finire i campionati nella parte sinistra della classifica, ben lontani da eventuali retrocessioni, con una rosa di giocatori non eccezionale, per usare un eufemismo.

Ieri invece siamo stati bastonati, contro una squadra di qualche categoria superiore (che gioca nel nostro campionato per colpa dei vari problemi tra le leghe locali), e invece di cercare di trascinare la squadra per trovare una dignita’ finale, ho convinto il resto della truppo a cercare sangue. 

Sullo 0-0, dopo 20 minuti di costante pressione della squadra avversaria, uno dei loro giocatori si lancia sul nostro portiere, a terra col pallone, e lo colpisce in testa. La palla ovviamente finisce fuori dalle mani del portiere, e loro segnano. Il nostro numero 1 e’ a terra. Sangue dalla testa. Occhi sbarrati, e non si muove. Attimi di panico fino a quando non arriva la barella che lo porta all’ospedale, fortunatamente poco distante.
Nessuno si e’ nemmeno reso conto che l’arbitro non solo non ha fischiato il chiarissimo fallo sul portiere, ma ha anche convalidato il goal.

Ovviamente perdiamo la testa. La squadra avversaria segna altri 2 goal prima della fine del primo tempo con in porta il portiere di riserva, reduce da un lungo infortunio.

Nel secondo tempo, con tre giocatori infortunati o stanchi morti (in pratica non abbiamo fatto altro che scalare durante la partita per cercare di contenere i movimenti della squadra avversaria), posso fare solo due cambi, visto che uno e’ stato usato per il portiere. Un altro infortunio e ci troviamo a difendere in 9, contro una squadra che ancora attacca.
Dopo un simile calcione al portiere di riserva, chiamo la truppa a raccolta e ordino di fottersene del risultato e cercare di mandare qualcuno a fare compagnia all’ospedale al nostro povero compare.

Una mossa di cui mi vergono ancora adesso, come capitano, come giocatore e come allenatore. Ma che al momento mi sembrava la soluzione migliore. Parte la guerra, e ogni volta che l’arbitro si volta, prendiamo la nostra vendetta, dando pugni, calci e in generale minacciando la squadra avversaria. Prendiamo qualche cartellino giallo, un cartellino rosso, e altri 3 o 4 goal. Finita la partita, la squadra avversaria scappa dal nostro campo sportivo, spaventata.

Certo, esco dal campo incazzato. Perdere cosi’ fa sempre male. E aver cercato di uccidere qualcuno sicuramente non mi rende onore…

Tra l’altro un’ora prima della partita mi hanno consegnato il mio nuovo cartellino. I dati sono finalmente corretti ma per la prima volta dal 2007 ad oggi sono ufficialmente considerato un “vets”, ovvero un over 35:

Footbal card RCLFA (Vets)