Tu continua a correre

Come fai a spiegare a Lindsey che, nonostante gli allenamenti iniziano soltanto alle 7.30, tu alle 7 meno dieci sei regolarmente gia’ pronto sul campo?
Arrivi in macchina fino al complesso sportivo lasciando casa dieci minuti prima, e ormai ti cambi mentre saluti l’ufficio londinese. Parcheggi, esci con il borsone, ti siedi sulle gradinate e ti infili parastinchi, calzettoni e scarpe.

Poi ti guardi intorno, e vedi soltanto under 9, under 11, under 14 e under 19. Tutti under, quando tu ormai sei over 30 da qualche anno.
Inizi a correre. Hai circa mezz’ora prima che i tuoi compagni arrivino da lavoro e da casa, pronti alla solita sessione di allenamento. Ma tu stai gia’ correndo, intorno ai 3 campi a 11 dove ci sono cosi’ tanti under-(metti un numero a casa minore di 19) che di spazio ce n’e’ davver poco.

Un giro, due giri, tre giri, e continui. Sei felice che da un po’ di tempo gli infortuni sembrano un ricordo e finalmente puoi ritornare a correre. Certo, ormai la tua coscia ogni volta e’ coperta da kinesio taping colorato (anche se non ne trovi piu’ blu ai negozi, ora sei fermo a quello bianco), ma almeno vai avanti. Corri, e per almeno mezz’ora svuoti la testa dai mille pensieri relativi al lavoro e ti prepari ad un po’ di attivita’ fisica.

E’ una strana stagione questa. Compressa da inizio Marzo a fine Maggio per colpa della coppa del mondo (da Luglio ci sara’ solo la coppa di lega ad eliminazione diretta, vinta nel 2008), iniziata male giocando per una squadra, e poi, di colpo, diventata fantastica. Trasferito al Panorama IV (qui ci sono poche squadre in zona e ogni squadra ha 5-6 prime squadre di livello diverso all’interno della societa), sei stato fatto capitano e da allora 9 partite, e 9 vittorie. Hai dato equilibrio ad una squadra votata all’attacco piantandoti davanti alla difesa. Corri di meno, comandi di piu’.

Alla fine sai che la maggiore parte degli under intorno a te non scopriranno l’importanza della posizione in campo per ancora qualche anno. Puoi correre quanto vuoi, puoi conoscere quanti trucchi vuoi con la palla, ma se intorno a te non hai una squadra organizzata, o qualcuno che te la organiza, non vai avanti. Se non c’e’ cuore, disciplina, voglia di vincere a tutti i costi, il resto serve a poco. Ma gli under non lo sanno. Corrono dietro ad un pallone, pensano ad un futuro in Premier League, lontando dal livello bassissimo del campionato Sudafricano.
Il possesso di palla a tutti i costi? Sopravvalutato, come ha insegnato l’Inter a mezzo mondo umiliando il Barcellona che con piu’ dell’80% di possesso palla avra’ tirato in porta 2 volte.

E tu continui a correre. Con sole 5 partite rimaste, e con un ruolino di marcia di 10 vittorie in 11 partite che ha portato la squadra a +5 sui diretti inseguitori, vuoi rimanere in forma, perche’, nonostante la promozione dello scorso anno (l’ennesimo, doloroso, secondo posto), non vinci un campionato dal 2003, quando avevi scritto il tuo primo articolo su questo sito. E prima di allora? Soltanto secondi posti.

Vuoi vincere, vuoi dare l’esempio di capitano, vuoi alzare il trofeo. E allora continui a correre, sperando prima o poi di calciare il pallone.

Awesome 33: capitano mio capitano

33rd Birthday: Party Time

Quella pala che vedete nella foto e’ una tradizione calcistica della squadra in cui gioco ogni volta che qualcuno riceve il premio di Man of the Match (e’ una pala rubata dal campo sportivo di una squadra rivale, firmata da chiunque la riceve la prima volta).

Dopo un anno passato da comprimario (praticamente iniziando quasi tutte le partite dalla panca) , sono tornato finalmente titolare da un mese a questa parte e i risultati si sono visti, 3 partite e un 4-1, un 5-2 e un 7-2.

Non male. La partita piu’ importante era Sabato pero’: scontro tra Panorama F.C. e Dainfern, primo in classifica. Con due partiteĀ  in meno e indietro di 6 punti, era importante vincere.

Da Giovedi’ scorso sapevo che sarei diventato capitano, anche se il resto della squadra non lo sapeva ancora, ma una volta indossata la fascia (a 2 anni di distanza dall’ultima volta), mi sono sentito subito a mio agio.

La partita era iniziata male, sotto di un goal dopo 10 minuti, ma poi, grazie al solito spirito combattivo, nell’arco di 50 minuti siamo riusciti a rimontare e andare avanti 3-1.
Per la quarta volta in questo campionato abbiamo recuperato da uno 0-1 per riuscire a vincere.
Il Dainfern trovava un goal verso la fine ma riuscivamo a vincere 3-2 tenendo a bada la squadra avversaria negli ultimi 10 minuti, sotto un sole africano cocente (30 gradi, e, a fine partita, fiacche sotto i piedi…).

Dopo, mezzo ubriaco (qualcuno ha fatto la spia dicendo che era il mio compleanno e ho dovuto bere un certo numero di giri di birre e shooters), sono tornato a casa per dare il via ai veri festeggiamenti… (potete leggere l’articolo di sotto).

Niente di meglio per festeggiare un compleanno!

Quel strano senso di imbattibilita’

Derby infrasettimanale notturno contro il Randburg (l’altro anno nostro giustiziere in coppa ai rigori e campionato) e travolgente vittoria per 7-2.
Da quando sono rientrato in squadra a giocare per 90 minuti , abbiamo vinto 4-1, 5-2 e ora 7-2. Non male direi.

Qualcuno mi ha chiesto quando ho perso l’ultima volta. L’anno scorso siamo arrivati secondi perdendo 3 partite. Una di queste l’ho saltata, e nelle altre due, perse 0-3, sono entrato quando il risultato era gia’ consolidato.
In coppa siamo usciti ai rigori, dopo un 2-2 tiratissimo.

Ripensandoci, e’ dal lontano 27 Settembre del 2008 che non perdo quando gioco (guarda caso un 2-3 casalingo con la stessa squadra affrontata stasera).

Imbattuto da piu’ di un anno, ma ho solo una coppa di lega da mostrare in bacheca. Forse quest’anno e’ finalmente l’anno giusto per rivincere quel campionato vinto l’ultima volta in Inghilterra nel lontano 2002/2003?

Settimana prossima partita in casa contro la prima in classifica, il Dainfern, a punteggio pieno.
Siamo dietro due punti. Speriamo di non spezzare l’incantesimo proprio adesso…

90 minuti. Il corpo dice ciao.

Da quanto tempo non giocavo 90 minuti? L’anno scorso, tra infortuni e assenze giustificate (matrimoni e viaggi in Europa), credo che di essere subentrato a partita in corso o essere stato sostituito in tutte le partite di campionato.
Quest’anno pensavo di finire allo stesso modo.

L’ultimo infortunio alla coscia ancora mi costringe a stringere i denti e inventare fasciature assurde per tenere solo quel muscolo immobilizzato (per fortuna esiste il Kinesio Taping da rugbista), ma perlomeno posso muovermi sul campo e, da vero veterano, far correre la palle e gli altri per me.

E cosi’ sabato, nella ridente localita’ semi montanara di Mondeor, nel sud di Johannesburg, ho giocato 90 minuti semplicemente facendo il lavoro sporco che faccio di solito.
Per una volta sono tornato mastino di centrocampo e ho fatto girare la palle e le palle alla squadra avversaria.

Probabilmente ha anche aiutato il fatto che ho chiesto di giocare con una squadra diversa (dal Panorama III a quello IV, la stessa squadra con cui 2 anni fa avevo vinto la coppa di lega), visto che impegni extra sportivi (Mauro e’ qui in Sudafrica con me) mi hanno un po’ fatto cambiare i ritmi.

La partita e’ stata vinta 5-2, dominando come ai bei tempi.
Mauro, trascinata dall’aereporto fino a casa mia e poi ancora dall’altra parte di Johannesburg, 3 ore e passa in autostrade con lavori in corso, si e’ gustato una mia prestazione decente sorseggiando una birra fresca sotto il sole cocente di un autunno sudafricano.

90 minuti, e poi la sera non riuscivo neppure a ballare o tenermi in piedi.
No, giocare semi infortunato non e’ una fantastica idea, ma con una stagione cosi’ corta bisogna stringere i denti…

Una strana settimana calcistica

Il campionato e’ finalmente iniziato. In quattro giorni abbiamo giocato due partite, con risultati altalenanti.

Mercoledi’ sera prima partita di campionato contro i Crusaders F.C., partita dominata e facile vittoria per 2-0. Costretto in panchine per colpa dell’ennesimo, stupido, infortunio (strappo a questo muscolo bastardo), sono entrato nel secondo tempo per dare un po’ d’ordine ad un centrocampo un po’ spento, ed entrando in entrambe le azioni dei due goal, praticamente giocando su una gamba.

Sabato, invece, sono finito in porta.
Si, in porta, in una partita assurda. Il portiere titolare e’ rimasto incastrato in un incidente stradale (per fortuna niente di rotto), mentre quello di riserva era in viaggio di nozze. Siamo stati costretti a far giocare il portiere dei Juniores. Risultato? Primo tempo sotto di 5 goal.

Si, lo so, sembra una storia assurda. Dopo i primi 10 minuti passati nella metacampo avversario (e dopo 2 o 3 ennesimi goal sbagliati), Old Parks (la squadra che affrontavamo), ha fatto la bellezza di 5 tiri in porta in 20 minuti, trovando un rigore, un autorete e tre papere del portiere da 20 metri.

Danno finale: il giovane portiere sull’ultimo goal si e’ rotto il dito, e cosi’, con nessuno dalla panchina pronto ad entrare in porta, mi sono offerto volontario.

Desperate measures

Eccomi portiere

In verita’ non sarebbe stata la mia prima volta a difendere i pali. Nel secolo scorso mi ricordo, a livello Juniores credo, di aver passato 90 minuti in porta a San Giorgio, in un derby finito 1-1, per colpa di espulisioni e mancanza di portiere di riserva.

Stavolta e’ andata anche meglio, nonostante il pesante passivo del primo tempo, quando ero in panchina, sono riuscito a tenere la porta serrata e non fare entrare nessun goal, con due parate di culo strepitose.

Peccato che sia stata solo una magra consolazione: il 5-0 del primo tempo e’ un risultato sempre duro da digerire…