Spring day: felicita’ e’ fare sport e non indossare mutande.

E’ arrivata la primavera qui in Sudafrica.
Iniziata ufficialmente il primo di Settembre (Spring Day), si sentiva nell’aria da almeno 2 settimane.

Orma non piove da fine Maggio (tranne una strana nevicata qualche settimana fa)  e quando la pioggia arrivera’ segnera’ l’inizio dell’estate locale.
Di giorno fa sempre caldo (20-25 gradi di media), ma, a differenza dell’inverno, di sera la temperatura non crolla.
I cani non saltano piu’ sul letto durante la notte per scaldarsi tra me e Lindsey, e io ho gia’ assunto l’uniforme ufficiale estiva: canotta, pantaloncini e sandali.

Niente scarpe, calze e, se mi sento lazzarone di prima mattina, i boxer rimangono nell’armadio.

La stagione calcistica si sta avviando verso una conclusione non troppo esaltante, e ormai sto guardando oltre: alle gare di bicicletta, podismo e (si spera) triathlon che mi aspettano nei prossimi mesi in cui mi godro’ il clima africano.

Sabato, alla Spirit Of Flight (una delle mie 10km preferite, all’interno di una base aerea militare), ho completato il percorso in 44:36, il secondo miglior risultato personal di sempre.
Nel pomeriggio, invece, mi sono trovato a guidare circa 100km (50 andata/ritorno) per andare a giocare nel pessimo sud-est di Johannesburg, dove abbiamo perso 3-1 su un campo di patate…

I dettagli della gara sono su runkeeper: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/114282684

Spirit of the flight 2012

Spirit of the flight 2012

Spirit of the flight 2012

Goal e medaglie africane

Con le Olimpiadi ormai al termine (in assoluto le mie preferite dal 1996 a questa parte), sono tornato a fare sport come si deve.

Dopo una settimana gelida (neve! In Sudafrica!), il sole tornava finalmente a scaldare per un weekend dedicato allo sport.

In piedi gia’ alle 5, mi incontravo con Jill mezz’ora dopo per guidare verso Pretoria e partecipare ad una delle 15km piu’ dure della zona: la Ocean Basket Marcel van’t Slot Memorial.
Tra tutte le distanze che di solito corro (dalla 10km alla maratona ogni tanto), la 15km e’ una di quelle distanze che piu’ mi piacciono: impegnativa piu’ della 10km (distanza che corro in allenamento) ma non abbastanza stancante come una mezza maratona, soprattutto se poche ore piu’ tardi devo andare a giocare a calcio.

Il percorso collinare non aiutava certo a prendere il ritmo, ma nonostante sessioni di allenamento nelle gambe sono comunque riuscito a concludere a poco piu’ di un minuto dal mio personale: 1.17.26

Il dettaglio della gara lo trovate su runkeeper, come al solito.

Ocean's basket Marcel Van't Slot Memorial

Ocean's basket Marcel Van't Slot Memorial

 

4 ore piu’ tardi mi presentavo al Panorama Sports Club per l’ennesima giornata di campionato, stavolta per giocare nel derby contro il Panorama riserve (ammesso alla nostra lega). Il risultato finale? 10-0. Dieci a zero!

Ho segnato 2 goal, servito 2 assists, colpito i legni due volti e sbagliato altri due goal davanti al portiere. Il tutto giocando dietro le punte e con 15km di “riscaldamento” nelle gambe!

Settimana prossima dovrei provare a fare una maratona di mattina e vedere quali saranno i risultati nella partita del pomeriggio…

Un glorioso sabato sportivo

Era da troppo tempo che non partecipavo ad un gara podistica. Da fine Aprile!

Durante il lungo periodo che separa la fine dell’estate con il freddo invernale, sono successe un sacco di cose che mi hanno tenuto lontano dalla corsa in generale: Jill si e’ infortunata ad un occhio, poi io mi sono spaccato la caviglia (rinunciando alla corse ma continuando a giocare a calcio!), ed e’ arrivato il freddo mattutino – svegliarsi alle 5 di sabato mattina per correre 10km di colpo sembrava una cattiva idea – senza contare che il mese scorso sono andato in Europa.

Stavolta Jill mi ha convinto a partecipare ad una gara di solito riservata agli Afrikaneers (i sudafricani di originer boera), la Springbok Vasbyt in Pretoria.
La gara ha un significato particolare per i boeri in quanto partenza e arrivo sono posizionate alla base del Voortrekeer Monument, un colossale monumento dedicato ai quei boeri che secoli fa attraversarono mezza Sudafrica (da Cape Town fino a Pretoria) per fondare i primi insediamenti nell’entroterra sud africano.

Springbok Vasbyt
Pretoria vista dal parco del Voortrekker Monument

Il parco nazionale intorno al monumento (una specie di cubo massonico-Borg di mattoni) era tutto dedicato alla storia boera (ci sono musei, percorsi storici, e una vecchia base militare costruita da italiani!), e il percorso della 10.5km si svolgeva all’interno del parco.

Springbok Vasbyt
Il Voortrekker monument

A differenza delle solite gare, solo i primi e gli ultimi 2 km erano su strada, il resto era un saliscendi sulle colline circostanti, correndo su rocce, terra e fieno. Jill e io eravamo partiti come al solito dal fondo, e presto avevamo capito che era impossibile cercare il risultato clamoroso: sorpassare la fila indiana di corridori che tentavano di scalare la collina era troppo pericoloso.
Cosi’ mi sono rilassato e mi sono goduto il panorama circostante.

Alla fine ho concluso i 10.5km in 1 ora e 15, di cui almeno 1 ora passata a camminare in fila indiana scalando la collina!

Springbok Vasbyt
La prima medaglia invernale

Springbok Vasbyt
Dettaglio della medaglia

Il resoconto della gara come al solito lo trovate su runkeeper

Un’ora piu’ tardi tornavo a Johannesburg per una colazione super veloce con Lindsey e i cani, tutti appena svegliati, per poi presentarmi alle 11 a Trezona Park per una partita di campionato anticipata ad un orario folle (mezzogiorno).

Con 10km nelle gambe ma una voglia matta di correre (avevo ancora energie accumulate durante la mattinata), la partita era iniziata alla grande: in 20 minuti andavano avanti 2-0, ed in entrambi i goal c’era il mio zampino: passaggio filtrante in area per il primo goal, e poi il secondo realizzato dal sottoscritto, a tu per tu con il portiere: palla infilata nell’angolino.

Purtroppo ancora una volta il nostro pessimo portiere ha tradito le aspettative (gia’ basse): due tiri da 30 metri e due goal. 2-2 e fine primo tempo.

Il secondo tempo non ha avuto nessuno spunto particolare fino all’ultimo minuto della partita. Su calcio d’angolo svettavo di testa e segnavo il 3-2 definitivo (non capita spesso che usi la testa per segnare…)

Dopo la partita, abbiamo trascorso il resto del pomeriggio al pub di Trezona Park per festeggiare, festa che e’ poi continuata fino a tardi a casa di uno dei miei colleghi calciatori, con un barbecue al volo e (troppi) litri di birra… (sto scrivendo questo articolo alle 11 di Sabato sera, dopo aver passato 7 ore a bere e fare il pirla)

Some beers after a hard football game
Troppe birre

Il solito sabato

Sono state due settimane difficili. Per vari motivi e un equivoco clamoroso ho avuto a che fare con la giustiza sudafricana, e solo mercoledi’ prossimo sapro’ cosa mi succedera’. Fino ad allora purtroppo cerchero’ di evitare commenti sulla mia situazione in modo da permettere di rilassarmi in vista della mia prossima visita in tribunale tra due giorni (e dopo saprete tutto).

Per il resto, non vedevo l’ora di tornare alla solita routine del weekend: gara podistica e calcio. Dopo quasi 2 settimane senza accumulare km nelle gambe (non ho proprio avuto il tempo!) mi sono presentato con Jill dalle parti di Irene (a 30km da qui), per correre una 10km con poche aspettative. Invece di provare a migliorare il mio personale per quest’anno, ho deciso di aiutare Jill a scendere sotto l’ora, dopo che nelle scorse gare ci era arrivata vicina ma senza avere troppa fortuna.

Dopo una partenza lenta (dovuta all’eccesso di fango dopo una notte di pioggia), sono riuscito a spingere Jill, nonostante tutte le madonne che mi tirava, a correre una prima parte veloce, sapendo gia’ che avrebbe rallentato notevolmente dopo il quinto chilometro. Ma anni di film sportivi mi hanno insegnato che il giusto discorso puo’ provocare reazioni eroiche, e cosi’ dopo 3km di frasi prese direttamente da Rocky, Il sapore della vittoria e Fuga per la Vittoria, sono riuscito a finire con Jill in 59 minuti e poco piu’.

I dettagli della gare sono qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/78962870?&mobile=false

Qualche foto:

Denel Road Race 2012

Denel Road Race 2012

Tornati a casa, dopo qualche ora mi sono presentato per l’ennesima amichevole di questo precampionato lunghissimo (il campionato iniziera’ solo il 14 aprile…). Ancora una volta abbiamo giocato contro una squadra di categoria superiore (sto evitando di giocare contro squadre di categorie uguale o inferiore perche’ sinceramente serve a poco, se non a creare illusioni) e abbiamo perso 2-0 per colpa di due autogoal. Ma la squadra sta venendo su davvero bene. Ci manca solo qualcuno che possa segnare…

Una cosa curiosa e tutta africana: una volta parcheggiato, ho intravisto una squadra di allievi o giovanissimi che avevano appena finito di giocare contro i nostri. La squadra veniva da uno degli squatter camp locali, e, non avendo soldi per i mezzi di trasporto, sono arrivati (e ripartiti) cosi’:

Football team on a truck

Una ventina di ragazzini, e i loro allenatori, su un pickup, in attesa di guidare 30km (sull’autostrada) e tornare a casa. Solo in Africa…

Nella nebbia un record. E un calzino morto.

Svegliarsi di sabato mattino per andare a fare gare di corsa e’ sempre difficile. Se le gare sono dalle parti di Pretoria, a 50/60km da qui, la sveglia e’ alle 4.30 (di solito al nord la partenza e’ intorno alle 6-6.15). Dalle parti di Johannesburg invece, complice la vicinanza e lo start sparato alle 7, posso anche svegliarmi alle 5.30.

Andare in altri posti invece e’ sempre un’incognita. Io e Jill avevamo deciso qualche mese fa di partecipare alla classica Om Die Dam (una gara intorno all’Hartbeesport Dam, l’equivalente del nostro lago di Garda, con un sacco di afrikaneers invece di tedeschi).  Dopo aver chiesto in giro informazioni per un indicativo orario di partenza da casa, abbiamo deciso di partire intorno alle 3.30.

Harties (cosi’ come viene chiamata la zona dai locali), era sempre stata una tranquilla destinazione turistica nei weekend. Negli ultimi anni pero’, complice l’arrivo di capitali dall’estero, un sacco di stranieri ha iniziato a costruire villoni lungo il lago artificiale, e i sudafricani piu’ ricchi, per non sentirsi da meno, hanno fatto bene o male lo stesso. Con le ville (per fortuna qui si vedono sempre pochi palazzoni di cemento all’italiana nelle zone turistiche!), sono arrivati benzinai, negozi e centri commerciali. Ma le strade sono rimaste le stesse di 20 anni fa: due corsie intorno al lago e basta. Proprio per evitare di non trovare parcheggio, siamo arrivati li’ intorno alle 4.30 trovano poco traffico. Per farvi capire l’importanza di questa gara tradizionale (era la 22esima edizione), quest’anno il numero di persone era salito a 10.000. Potete immaginare il numero di auto che dovevano trovare parcheggio! Una volta chiuse le strade e fatto partire la gara, c’erano decine di autisti/corridori ancora alla ricerca di un posto per lasciare il mezzo…

A differenza della 50km (intorno al lago), la 21km si e’ svolta nell’entroterra, lungo le colline spaccagambe, in mezzo ad una nebbia fittissima per almeno l’80% della mia gara. Ci sono stati momenti in cui non riuscivo a vedere oltre a 20 metri, e purtroppo non ho potuto gustarmi il bellissimo panorama (lago e montagne) che probabilmente mi stava accompagnando per tutto il tragitto.

Alla fine, completamente fradicio (la nebbia e l’umidita’  avevano soppiantato il sudore…) , ho finito la difficile gara un secondo sotto l’ora e 42 minuti, 27 secondi meglio del mio personale. Probabilmente senza la salita finale di 3km avrei potuto fare anche meglio.

Dopo l’arrivo, e in attesa di Jill (che ha finito circa 40 minuti dopo di me) ho potuto sedermi e rilassarmi sotto il sole, riuscendo finalmente a scorgere il lago e le montagne che avevo intorno. Con una medaglia al collo, una coca cola nella mano destra e 6 pancake in quella sinistra, non poteva esserci maniera migliore di terminare una gara!

Peccato per la morte del mio povero calzino comprato da Decathlon in Italia anni fa, e compagno di moltissime gare. Si e’ spaccato intorno al km 10, lasciando la povera pelle della caviglia a strofinarsi contro la scarpa:

Om mie dam 2012

Si’, la macchia rossa e’ il mio sangue

I dettagli della 21km come al solito qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/75941207?&mobile=false

Qualche foto:

Om mie dam 2012
Partenza alle 6.30

Om mie dam 2012
Poco dopo l’arrivo

Om mie dam 2012
Tornando a casa, abbiamo incontrato i corridori della 50km che dopo 4 ore dovevano ancora correre una 20 di km sotto il sole

Om mie dam 2012
Il mio pettorale… notare la macchia di sangue dalle parti del capezzolo destro, dove mi sono tagliato

Om mie dam 2012
Una bella medaglia da aggiungere alla sterminata collezione