Vacanze di Natale 2011: a Poznan. Che spacca, anche d’inverno

Durante i primi vent’anni della mia vita, credo di avere passato quasi tutte le vacanze estive in compagnia dei miei nonni (e dei miei amici di cortile a Pozna) in Polonia. D’inverno ci saro’ andato solo due volte, nel 1986 (evitata la vacanza polacca estiva per colpa di Chernobyl) e nel 2000, quando Dominik si era sposato.

Sinceramente speravo in un po’ di neve, convinto com’ero che Poznan a Dicembre avrebbe deluso Lindsey.
Invece, nonostante la mancanza del solito clima invernale polacco (temperatura a meno 20, ghiaccio e neve dovunque), Lindsey e’ riuscita ad apprezzare Poznan e il clima post-natalizio polacco in maniera inaspettata.

Per una volta non ero ospite di mia nonna (non piu’ in condizioni di ospitarci, purtroppo), e cosi’ Dominik si e’ offerto volentieri di darci una stanza nel suo appartamento per tutta la durata del viaggio.
Utilizzando come campo base il suo salotto (tentando di non occuparlo troppo a lungo, visto che Piotr e Susanna, i suoi figli, avevano ricevuto una playstation3 per Natale e volevano giocarci tutto il tempo) ho portato Lindsey in giro per lunghe passeggiate piene di ricordi.

At Dominik's house

Inutile nasconderlo, Poznan mi e’ sempre piaciuta.
Sara’ l’effetto nostalgia che mi colpisce quando torno in Europa – le mie migliori vacanze sono state trascorse da quelle parti con mia sorella – sara’ la citta’ vecchia, sara’ l’assenza di palazzi orrendi in centro che, come per esempio a Milano, rovinano tutto.
Sara’ il cibo. Forse la birra (economica).
Oppure semplicemente la spensieratezza che ho quando cammino per le vie del centro, partendo da mia nonna e arrivando regolarmente dalle parti del fiume dopo un’ora di camminata.
Credo che invece a questo giro il motivo vincente sara’ stata l’opportunita’ di condividere con Lindsey una parte della mia vita che le e’ sempre stata nascosta.
Lei conosceva l’Olafmeister londinese. Conosce quello italiano. Ma quello polacco?

The Ratusz

Stary Rynek in Poznan

Lindsey and I

Ratusz

Ready to roll

In 4 giorni ho tentato di farle vedere quasi tutto, dallo spettacolare Stary Rynek (sempre bellissimo) con i capretti meccanici che si fanno la guerra dall’alto del Ratusz alle 12 e le case dipinte di tutti i colori, fino all’universita’ (Poznan ha un buon 20% di studenti che studiano nella cita’ con il  maggior numero di universita’ in Polonia).
Dallo stadio del Lech Poznan, che ho riconosciuto a stento, visto che e’ stato completamente rifatto per Euro 2012, fino a Malta, il lago artificiale, uno dei posti migliori per rilassarsi o fare sport in estate.

Senza scordare le camminate intorno all Fiera Internazionale di Poznan (dove Dominik lavora). Mio padre ha conosciuto mia madre grazie a quella fiera, e senza di essa io non sarei qui ora scrivere. Vedere lavorare Dominik in fiera, continuando una tradizione di lavoratori “italiani” , mi fa sempre un immenso piacere.

Dominik e sua moglie ovviamente hanno provato il possibile per farci vivere un’esperienza con i fiocchi.
Ad esempio siamo andati al palazzo reale di  Baborówko, dove abbiamo passato la mattinata a fare colazione con quella che credo possa considerarsi la nobilta’ polacca (distrutta durante il periodo comunista).
Il palazzo era fantastico, e le strutture per i circa 70 cavalli (un’arena indoor…) erano notevoli. La colazione invece era stata semplicemente eccezionale. Da tempo non mangiavo alla polacca.

Baborowko palace

Another gigantic christmas tree
Oppure l’ultima sera siamo andati in uno dei ristoranti di lusso del centro, il Ratuszova, per un’indimenticabile cena a base di cibi rigorosamente locali, tra i quali i classici pierogi oppure il Zurek, una zuppa servita all’interno di una forma di pane. Fantastica! (E Dominik ha messo Lindsey alla guida, la sua prima volta dalla parte regolare della strada…)

Soup in a sour bread

Con Michal (un altro mio amico d’infanzia, che sta prendendo i voti da sacerdote) siamo andati a visitare lo stadio (visita per me d’obbligo) e la Palmiarnia, una specie di struttura di vetro divisa per settori con piante provenienti dalla giungla, dalla savana etc… un’ottima scusa per riscaldare Lindsey dopo ventate freddissime all’aperto.

Ready for Euro 2012

Dangerous fish

Una visita in Polonia non poteva essere considerata completa senza andare a trovare mia nonna.
Ancora agile mentalmente nonostante l’eta e’ gli acciacchi, e’ riuscita in qualche modo a cucinarci un pranzo dalle dimensioni colossali che ho faticato a finire.
Se il pranzo non mi aveva distrutto, il continuo tradurre da inglese a polacco e polacco a inglese in modo che Lindsey e mia nonna potessero comunicare mi aveva ucciso definitivamente.

With my grandma

I problemi di traduzioni sono andati avanti bene o male per il resto del viaggio  tanto che ho passato gli ultimi giorni a parlare con Lindsey in polacco e Dominik in inglese…

Fortunatamente Lindsey era distratta delle meraviglie nascoste della citta’: un presepe enorme nella chiesa di San Fransesco (due mesi per costruirlo), oppure gli alberi di natale di tutte le dimensioni decorati con gusto bene o male dovunque (altro che USA, la Polonia prende gli addobbi natalizi in maniera seria, senza tutto il kitsch tradizionalmente americano).

Massive Nativity Scene in the Saint Francis church in Poznan

Tornare la sera del 31 e’ stata una pessima scelta da parte mia, ma visti i prezzi (nessuno si imbarca su Ryanair a quell’ora il giorno di Capodanno) era l’unica possibile soluzione. (per fortuna mia madre si e’ presentata a Bergamo per portarci a casa, facendo un brindisi improvvisato all’aereoporto!)

Cosi’, dopo 4 bellissimi giorni in Polonia, ho dovuto salutare Dominik e Michal all’aereoporto, sperando di poterli rivedere tra 6 mesi, in tempo per vedere l’Italia giocare in Polonia per Euro 2012 (nota ai viaggiatori futuri: Poznan e’ l’unica delle 4 citta’ polacche pronta al 100% per l’evento sportivo dell’estate!)

With Michal and Dominik

Vacanze di Natale 2011: a Londra. Che alla fine non cambia mai.

Non tornavo a Londra dal 2009: un sacco di tempo. Il programma era semplice: lavorare per una settimana e divertirsi nel weekend. Lindsey poi sarebbe partita per il Galles per trovare la sua migliore amica (che recentemente ha avuto una figlia) mentre io sarei rimasto indietro, a portare avanti tutti i progetti londinesi.

My office in Brentford

Il mio ufficio a Londra

La societa’ per cui lavoro aveva deciso di rendere la mia ospitalita’, almeno i primi giorni, memorabile, e infatti ha prenotato una specie di suite all’Holiday Inn di Brentford, a 50 metri dall’ufficio.
Probabilmente avevano paura che mi svegliassi troppo tardi e troppo lontano per incominciare in orario.
Un’altra sorpresa attendava Lindsey: due biglietti (incredibilmente costosi) per un musical che lei voleva vedere da parecchio tempo: Legally Blonde al Savoy Theatre.

At the Savoy Theatre

A musical for Lindsey

Musical time!

Cosi’, dopo aver passato meno di 6 ore in ufficio, entrambi abbiamo salutato tutti e siamo andati a goderci un musical in uno di quei teatri che trovi solo nel West End londinese.
Nonostante avesse un target soprattutto femminile (cosi’ come il film originale), devo dire che mi sono divertito parecchio. Quando i biglietti sono gratis tutto ha un gusto particolare….

La sera successiva, dopo un’altra dura giornata di lavoro (sia io che Lindsey abbiamo vissuto a lungo a Londra, e nessuno dei due aveva particolare voglia di farsi un giro turistico. Credo che l’unica foto fatta davanti ad un monumento riconoscibile sia stata la prima sera dalle parti di Tower Bridge… – a questo giro il Big Ben non l’ho neppure sfiorato!), siamo andati alla cena sociale natalizia, con tutti i tre nuclei (quello londinese, quello americano e quello sudafricano) finalmente riuniti per la prima volta da anni. 

The London Eye

By Tower Bridge

Le uniche foto turistiche…

La scelta del ristorante e’ stata particolare: un ristorante francese piccolissimo di fianco ad Harrods. Ancora incapace di rilassarmi economicamente, continuavo a fare conversioni tra la sterlina e il rand, arrendondemi all’evidenza che per lo stesso prezzo di quella cena avrei potuto comprarmi un televisore HD enorme di marca…(il cibo era decente, il vino eccezionale, ma oltre a quello mangiare francese non e’ mai stato il mio forte).
Fortunatamente prima della cena avevamo fatto tappa in un pub a Knightsbridge per iniziare la serata alla grande!

The old team is back one night only!

Harrods, always the same

Party night

Il weekend, l’unico in cui non avrei dovuto lavorare, lo abbiamo passato a North Finchley, nel nord estremo di Londra (soprattutto per chi, come me, abituato a vivere a Fulham, considera Bayswater al pari della Scozia), dagli zii di Lindsey. Due giorni rilassanti, spesi soprattutto a fare shopping natalizio (mai andare a Londra prima di Natale!), e, nel mio caso, comprarmi le scarpe di corsa e da calcio che in Sudafrica mi sarebbero costate una fortuna.

Another coffee

News shoes for the season

Il lunedi’ successivo, dopo aver salutato Lindsey in partenza per il Galles, ho iniziato la mia tre giorni di rimbalzo: ogni sera in una casa diversa, ospitato a turno dai miei colleghi di lavoro.

Leaving London

Lindsey saluta e se ne va nel Galles

Per quanto avrei voluto tirare le ore piccole, la stanchezza dopo ore di lavoro e costante viaggi in auto / autobus e metropolitana (io abituato alla bici!), mi avevano reso ogni sera uno zombie. Essenzialmente la giornata era composta in questa maniera: sveglia, colazione, trasporto pubblico o auto (con Guy e la sua Porsche), lavoro fino a sera, casa, pub, casa, cimitero mentale.

Il ritorno di Lindsey (dopo che anche lei, vittima di stanchezza fisica e mentale, aveva perso l’autobus e si era dovuta arrangiare con costoso treno), coincideva con l’ennesimo cambiamento: via da Putney per tornare dagli zii a Finchley.

Great Burgers!

Olaf and Gemma

Ultima serata

Per poi tornare la sera stessa a Putney per incontrare i nostri ex-compari di kick-boxing e abbandonarsi mangiando i soliti, deliziosi ed enormi hamburger di GBK prima di passare il resto della serata a bere al “solito” pub, il Coat & Badge, dove sia io che Lindsey abbiamo passato la maggior parte del 2004 a bere, conoscerci e mangiare.

Nonostante i numerosi spostamenti, e’ stata una settimana in cui mi sono rilassato e non sono stato costretto e farmi il solito giro turistico di Londra.

Last drink with Guy

C’e’ sempre tempo per un’ultima birra…

Nonostante i cambiamenti strutturali (Tottenham Court Road e’ un cantiere, e l’orrendo grattacielo dalle parti di Tower Bridge rovina tutta le foto ) Londra e’ rimasta sempre la stessa: piena di polacchi (pensavo fossero tornati a casa ormai), con italiani allo sbaraglio e un sacco di gente perennemente incazzata.
Potrei tornarci a vivere domani e ri-ambientarmi in 2 giorni (a patto di vivere nel Sud dalle parti del fiume…)

 

Vacanze di Natale 2011: in Italia, ovvero famiglia, amici, nostalgia, salame e alcolici

Ci sono voluti un po’ piu’ di giorni per rimettersi a pari con lavoro e casa.
In tre settimane di sole e temporali qui in Sudafrica il giardino e’ diventato una giungla, e l’orto ha conquistato aree e altezze che non credevo possibili.

Ora che ormai un numero immenso di foto sono su facebook (diventato uno strumento indispensabile per condividere immagini e tags), e flickr (per chi non ha facebook), trovo anche il tempo di scrivere qualcosa di questa fantastica esperienza invernale europea.

Su flick trovate tutto qui: http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157628749415715/

Sono riuscito, insieme a Lindsey,a rivedere quasi tutte quelle persone che volevo incontrare. A questo giro ho fallito soltanto con il gruppo veneto (i miei vecchi compari Mauro, perso col lavoro, Alessia, ormai milanese, e Gualtiero, praticamente sposato) , ma purtropppo incastrare il tutto era davvero impossibile.

Durante Dicembre, e inizio Gennaio, l’Italia e’ stata la mia base per le altre spedizioni, quella Londinese e, dopo Natale, quella Polacca. Ovviamente il fulcro del viaggio e’ stato il periodo di Natale.

In Ethiopia!

Arrivati in Italia via Etiopia dopo un viaggio tutto sommato molto meno stressante di quello che entrambi credevamo possibile (la mancanza di video individuali mi ha convinto a passare le 12 ore di volo, 6 verso Addis Ababa, altre 6 verso Milano a leggere il bellissimo 11/22/63 di Stephen King) e, dopo una prima serata al solito Texas Pub, siamo partiti meno di 24 ore piu’ tardi verso Londra (di cui parlero’ piu’ tardi).

Al ritorno da Londra, 7 giorni piu’ tardi, sono partite immediatamente le preparazioni per il pranzo di Natale, organizzato come al solito (almeno ogni volta che torno, ogni due anni) a casa di mia zia e Renato. A quanto pare era da almeno 20 anni che non avevamo cosi’ tanti partecipanti. Grazie a figli nati da cugini, e la presenza di Lindsey, il numero rispecchiava quello del 1991, quando erano ancora in vita i miei zii, e mia nonna.

La sera del 23 e’  stata come al solito passata al Texas, per festeggiare il compleanno di Beppe (a mezzanotte), in compagnia di quasi tutti, inclusi Mera e Luciana, sposini (quasi) novelli.

Happy birthday Beppe!

Il giorno dopo, alla vigilia , proprio come due anni fa, ho portato Lindsey alla messa di mezzanotte (giusto per mantenere le tradizioni italo-cattoliche, da italiano all’estero qualcuno deve farlo per forza), stavolta a Legnano, alla basilica di San Magno, dove, dopo la veloce messa (30 minuti), ci siamo fiondati sui panettoni e vin brule’ a gentile disposizioni dei partecipanti.

With mulled wine

Potete tutti immaginare come e’ andata la giornata successiva: seduti alle 11.30, i culi sono stati rialzati solo in tarda serata. Le pance erano piene, i piatti vuoti, e il livello alcolico (vino, grappa, cocktail, il solito miscuglio) eccessivo.

Coinvolgere Lindsey in un pranzo famigliare e’ sempre un piacere, soprattutto quando la maggior parte del cibo, cui io sono abituato da secoli, impressiona positivamente anche lei.

The whole family!

Perfection

Certo, la mancanza di qualsiasi tipo di insalata (contorno essenziale in qualsiasi tavolo sudafricano, da Gennaio a Dicembre) si e’ fatta sentire, ma, come avevo suggerito a Lindsey, a casa Olgiati l’insalata viene sostituita con l’affettato e bagnata col vino, in pieno stile natalizio.

Cousins
Rivedere tutti i miei fantastici cugini (incluso Davide, tornato dall’Afghanistan con un bottino mica male di storie e foto) mi ha fatto andare in modalita’ nostalgia, e come al solito abbiamo passato troppo tempo a ricordare i bei tempi andati di quando eravamo tutti (beh, quasi) bambini e di come il Natale fosse ancora piu’ speciale. Per questo apprezzo notevolmente gli sforzi fatti per riunirsi tutti insieme una volta ogni tanto…

Davide, back from Afghanistan

Qualche giorno piu’ tardi, dopo qualche giornata passata a rilassarci a Canegrate, siamo partiti per la Polonia, e siamo tornati la sera del 31. Ancora una volta, come durante quasi tutta la nostra permanenza, a sbattersi per portarci in giro da un aereporto all’altro e’ stata mia madre, la mia autista personale, che Lindsey e io ancora ringraziamo (che ci ha costretti ad un brindisi serale all’aereporto di Bergamo, e come si fa a dire di no?).

Stanchi morti ci siamo presentati (o meglio, imbucati) ad una festa di capodanno a casa del mio compare Giamba, dove abbiamo alzato la media eta’ di almeno 10 anni!

With Giamba and Claudia

Con a disposizione qualche serata, sono addirittura riuscito a farmi invitare a cena da Massi (ormai padre di un bambino chiamato Raul, come il fratellastro di Ken Shiro), da Beppe (reduce da 3 mesi di avanti e indietro in Germania, con Claudia e un’Alice ormai capace di comunicare in maniera quasi normale) e rivedere pure Paolo, che non ero riuscito a salutare l’anno scorso (in una casa nuova, con 3 figli e Verusca).
Senza contare i pomeriggi passati a parlare con mio padre e mia sorella, occasioni che di solito si limitano a pochi minuti durante le mie telefonate domenicali, ma che stavolta sono durate decisamente piu’ della media, almeno fino a quando Tyson, il cane di famiglia, non ha preso il sopravvento.

Tyson and Lindsey

With Paolo

Sono stati giorni stressanti (prima e dopo le partenze), piene di bevute al Texas, a casa mia, in ristoranti (con mia mamma) e a casa di altri, guidando dopo 16 mesi sulla parte opposta della strada (alla fine ho solo sbagliato due rotonde e preso un senso unico dall’altra parte).

Sono stati giorni in cui ho rivisto la mia famiglia (che mi manca sempre, anche se poi mio padre piange se glielo dico), i miei amici (che vorrei fossero sempre a portata di macchina) e il reporto gastronomico di qualsiasi supermercato (salame a prezzi ragionevoli, mi manchi pure tu!)

It's late at night...

Sono stati giornate senza sole, ma anche giornata in cui il sole non sarebbe servito a niente:  portare Lindsey in giro in luoghi della mia infanzia (il parco Castello di Legnano, i quartieri decenti di Canegrate, dalla parte giusta della stazione) mi ha scaldato l’animo senza bisogno di avere aiuti da cielo. Senza scordare l’ultimo pomeriggio, in cui tutti e quattro (io, mio padre, Olga e Lindsey) ci siamo messi a cucinare un pranzo incredibile: semplicemente la ciliegina sulla torta!

P1050721

Certo, l’Italia mi manca. Ma tornare ogni volta rende l’esperienza speciale (e so gia’ che stare piu’ a lungo mi farebbe tornare in mente i motivi per cui ho lasciato tutto indietro…).

By the Duomo

Buon Natale e Buon Anno (in ritardo clamoroso). Ci vediamo forse tra qualche mese…

Natale, via Etiopia

Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia, si trova qui:

Addis Ababa

Non c’e’ niente intorno. Non sono mai stato in Etiopia, e non avevo proprio intenzione di andarci.
Ma l’assenza di voli economici per l’Europa (quando si paga per due tutto e’ piu’ costoso) mi ha costretto ad indirizzarmi verso compagnie aeree alternative alle solite compagnie arabe.

Fino allo scorso anno avrei potuto volare in Europa tramite Air Lybia, ma a quanto pare quella zona non e’ ancora troppo affidabile.

Cosi’, per risparmiare quelle 200 sterline, ho deciso di comprare i biglietti e atterrare a Dicembre in quel puntino sulla mappa.

Gia’ che c’ero, e tanto per violentare la carta di credito, ho anche comprato i biglietti per Londra.

Ecco il piano finale:

  • Partenza il 13.12 da Johannesburg e arrivo il 14.12 (via Addis Abebe) a Milano Malpensa
  • Via il giorno dopo, il 15.12 con partenza da Linate verso Londra Gatwick
  • Ritorno il 23.12 a Linate
  • Ritorno verso il terzo (Etiopia) e “quasi” terzo mondo (Sudafrica) il 03.01, con atterraggio il giorno dopo!

Stralci di una settimana italiana – 4: Tyson


La morte di Bart di qualche mese fa
era stato un colpo bastardo per Olga e soprattutto mio padre. Chiunque abbia avuto un cane sa benissimo che l’improvvisa mancanza della povera bestiola rende le giornate meno piene, troppo silenziose, troppo prevedibili.

Per fortuna per il compleanno di mia sorella nel Luglio scorso i suoi amici hanno deciso di regarlarle un nuovo compagno per la famiglia: Tyson (chiamato cosi’ dopo che il nome inizialmente scelto – addirittura veramente – non piaceva per niente a mio padre).

Attendenvo con ansia di incontrarlo, e vedere come mi avrebbe accolto, in una casa in cui lui ha passato piu’ giorni negli ultimi 3 mesi di me negli ultimi 9 anni.

Ora posso dirlo: Tyson e’ un fantastico cane. Non un cucciolo (ha 2 anni credo), ma con un passato in un canile municipale, ha bisogno di costante affetto.
Ti abbraccia su due zampe e non ti lascia mai andare. Ha sempre fame, e ti ruba qualsiasi cosa che odori di commestibile, sul tavolo o dalla mano.
Fa incazzare ogni tanto mio padre e innersovire ogni tanto mia sorella, ma so benissimo che entrambi si abitueranno presto alla sua presenza. Cosi’ come Bart, si diverte alle feste (assurde) di mia sorella, in cui 30 o 40 persone si presentano a casa Olgiati per passare ore e ore di divertimenti e bevute.

E cosi’ come con Bart, un giorno mi piacerebbe portarmelo qui per farlo giocare con Bruce e Cucciola. Se solo il Sudafrica non fosse cosi’ lontano…

Tyson says hello
Hello Olaf

Dad with Tyson
Tyson con mio padre

Tyson wants food
Tempo di mangiare

With Mera
Io, Mera e photobomb di Tyson

Davide, Tyson and Claudia outside
Tyson tra Claudia e Davide

Tyson too tired to stay awake
E’ ora di dormire