Due settimane a diverse altitudini e climi. Stage 1: Londra

Inutile nasconderlo: ero andato a Londra solo per lavorare,cosi come a Dicembre.
Da tempo stiamo provano a cambiare marcia con un cliente dalle potenzialita’ enormi, e da 4 mesi lavoravamo per una serie di meeting. Potete capire l’importanza degli incontri dal fatto che il cliente mi ha pagato il viaggio – due volte – senza scali da Johannesburg a Londra (potevamo anche farmi l’upgrade in business class pero’, per una volta!)

Tornare a lavorare negli stessi uffici calcati dal 2001 al 2007 non e’ troppo difficile. La mia vecchia e fidata tastiera e’ ancora li’, e in 5 minuti sono pronto a lavorare dal mio laptop. Il problema invece e’ abituarsi alle diverse condizione ambientali.

Qui in Africa lavoro da casa. Se ho troppo caldo mi metto in mutande o mi butto in piscina. Se ho voglia di andare a correre prendo e vado. Se ho voglia di prendere i cani e portarli a spasso nessuno mi ferma. Senza contare che gli unici contatti umani tanto di umano non hanno, visto che hanno 4 zampe e una coda (e tante volte sono meglio di colleghi)

In ufficio a Londra invece oltre a combattere con una vescica violentata dall’aria condizionata (troppo caldo dentro, troppo freddo fuori e ogni volta che esco voglio pisciare) mi trovo in una situazione semi-sociale in cui davvero non riuscirei piu’ a tornare.

In London, February 2013
In London, February 2013
Senza contare le cose che mangio a Londra

Il cervello mi si spegne ogni 2 ore di intenso utilizzo, e alla fine passo il tempo libero a chiamare via Skype in Sudafrica oppure a fare incetta di acquisti via amazon (a questo giro mi sono portato a casa un Garmin ForeRunner 910XT per allenarmi meglio e una Panasonic Lumix DMC-TZ30 per sostituire il modello precedente distrutto, tutte scontate all’occasione e consegnate in 24 ore!)

Nonostante tutto, sono riuscito a ritagliarmi del tempo libero, la notte. Stavolta il mio solito collega stava facendo trasloco verso la campagna, e mi hanno messo in albergo a 15 minuti dall’ufficio. Regolarmente alle 8 di sera prendevo e uscivo, sfidando venti freddi di cui il mio corpo ha solo una remota memoria.

Da Kew Bridge per 3 sere ho preso il treno e, una volta scaricato a Waterloo, ho passato le nottate a camminare, da solo, in una citta’ che una volta era la mia.

Mi sono lasciato guidare dai ricordi (riuscendo anche a incontrare di nuovo amici che non vedevo di persona da almeno 5 anni). Ho camminato, senza mai prendere la metropolitana, come facevo dieci anni fa (ok, una volta usavo solo la bici…)

Non mi sono mai perso (ci mancherebbe), e ho ritrovato pezzi di Londra che non incontravo da solo da anni.
Ho mangiato comprando al solito Tesco (che dopo mezzanotte ha praticamente tutto in offerta clamorosa) e ho bevuto Guinness finalmente decenti in pub che  frequentavo prima che incontrassi Lindsey (guardando il Milan battere il Barcellona circondato da inglesi che odiano i club spagnoli). In silenzio. Da solo.

Se solo mi fossi portato dietro piu’ paia di calze senza buchi magari non sarei arrivato regolarmente dopo mezzanotte con i piedi gelati, obbligandomi a tornare in albergo e fare un bagno assurdamente caldo alle 2 di notte…

Ecco comunque qualche foto veloce dalle mie giornate londinesi (tutte fatte con il fidato iphone e ovviamente instagram!)

In London, February 2013

In London, February 2013

In London, February 2013

In London, February 2013

In London, February 2013

Due settimane a diverse altitudini e climi: intro

Finalmente sono tornato. Non ho nessun viaggio programmato almeno fino a fine Giugno e posso tornare nella mia routine quotidiana fatto di tardi risvegli, passeggiate coi cani, pomeriggi con Lindsey e interruzioni al lavoro di solito dovute alla necessita’ di tuffarmi in piscina o andare a correre.

Sono state due lunghe settimane. Passare dai 30 a 1700m slm di Johannesburg ai 5 di Londra, atterrare a Milano e correre con la neve e un bel -1, prendere l’aereo, tornare a Johannesburg e poi rifare le valigia per andare a Durban, sull’oceano, con 35 gradi e umidita’ pazzesca e’ stato davvero difficile.
Soprattutto se la maggior parte del tempo e’ stata spesa a mangiare o bere.

A Londra il clima era il seguente:

In London, February 2013

Mentre atterrato in Italia era cosi’:
Olaf in Italy, February 2013

Invece a Durban, pochi giorni dopo:
Hot in Durban

Ora ti tocca riordinare foto, idee ed eventi per descrivere due settimane passate tra amici, lavoro e (quando potevo) corse!

Escursioni termiche

Sono tornato da una intensa settimana europea. Se 4 giorni in ufficio a Londra, a fare avanti e indietro al freddo dall’albergo all’ufficio e presenziare a meeting lunghissimi ma purtroppo importanti avevamo distrutto il mio cervello, il colpo finale e’ stato dato da 3 giorni in Italia, passati principalmente in compagnia di mio cugino Davide. Da troppi anni (dal 2001) non passavamo cosi’ tanto tempo insieme. Il risultato? Ubriacature indecenti, corse sulla neve e assideramenti vari.

Passare da +30 a -5 e tornare a +30 in 8 giorni non e’ male per niente.

E ne e’ valsa la pena.

Ora, appena tornato, sono in preparazione per un altro weekend via da casa e purtroppo Lindsey. Stavolta e’ il turno dell’addio al celibato di Curtis. Domani volero’ a Durban (sull’oceano indiano) per andare a vedere una partita di rugby e passare un weekend in compagnia del mio futuro brother-in-law (cognato).

Settimana prossima iniziero’ a postare le foto, che al momento rimangono solo sul mio profilo facebook…

In Europa, tra poco

Da prima di Natale il mio primo viaggio del 2013 era programmato a puntino: partenza lunedi’ sera (18 Febbraio) in direzione Londra, con volo diretto pagato dall’ufficio londinese, poi 4 giorni di lavoro e meeting vari e ritorno in tutta scioltezza domenica mattina (sempre con volo diretto).

Poi, purtroppo, la vita decide di cambiarti i piani. Mia zia e’ morta dopo una lunga battaglia col cancro (non senza mandare la malattia a quel paese numerose volte negli anni precedenti), e mi ritrovo invece a volare in Italia per passare un po’ di tempo con la mia famiglia.

Invece di tornare da Londra ho deciso di prendere un volo sola andata per Milano Malpensa (atterro alle 10 di mattina da Gatwick Sabato 23), passare tre giorni a brindare alla memoria di una persona favolosa, e ripartire per Johannesburg con un altro volo sola andata, via Etiopia, ancora da Malpensa lunedi’ sera 25 Febbraio.

Mentre i 4 giorni a Londra sono pianificati ora per ora (non vedro’ la luce del sole e saro ‘ chiuso in vari uffici per ore), la tre giorni italiana non ha programmi. Forse andro’ a farmi un gara podistica domenica mattina (anche se dicono che c’e’ aria di neve), forse passero’ il tempo a bere con amici. Non riusciro’ a vedere tutti, e non ci provero’ nemmeno, con cosi’ pochi giorni a disposizione.

Ma saro’ li’. In Italia, con voi.

4 giorni a Londra, senza mai vedere niente

Tornare a Londra e’ un po’ come tornare a Milano. Dopo tanti anni vissuti li’, considero ormai Londra la mia seconda casa (anche se tra qualche mese avro’ ufficialmente vissuto piu’ tempo in Sudafrica che in Inghilterra!) e, a meno di andare con Lindsey, di foto turistiche non ne faccio quasi nessuna.

Per una volta, pero’, avrei voluto approfittare di una pausa e tornare a Fulham per poi prendere il 14 ed andarmene a cazzeggiare in centro, come ai bei tempi. Invece l’ultima visita, di settimana scorsa, e’ durata 4 giorni spesi completamente a lavorare.

Purtroppo l’unico motivo per il quale mi ritrovavo domenica sera in partenza su un volo diretto da Johannesburg a Londra era il biglietto pagato da un cliente per passare 4 giorni a fare meeting e portare avanti alcuni lavori.
Niente di male (non sputerei mai su un biglietto da 800 sterline), ma per una volta avrei voluto avere qualche ora libera per andarmene in giro e gustarmi l’inverno europeo. Passare in 4 giorni da +30 a -2 con neve e poi tornare ai +30 dell’estate sudafricana e’ comunque stata un’esperienza nuova.

Cosi’, tornato a casa, non ho poi molto da raccontare. Il meeting che dovevo fare e’ andato come doveva andare, e i lavori che dovevo portare avanti avrei potuto farli anche in remoto.

Le serate sono state le uniche occasioni dedicate ad un po’ di svago. Sono riuscito a rivedermi dopo un sacco di tempo con Anna e Peter (l’ultima volta era stato in occasione del fantastico matrimonio a Montercarlo nel 2010!) in un pub di Putney, mangiare come un maiale in un ristorante brasiliano (sempre a Putney, dove ai miei tempi c’era un Pizza Hut) ed intrufolarmi ad una festa di natale organizzata da un altro cliente, stavolta dalle parti di Tottenham Court Road (finalmente sistemata).

Nel mezzo? Lavoro. Progetti. Meeting. E litri di the!

Qualche foto:

In London, december 2012
Pronto alla partenza

In London, december 2012
Svegliarsi di mattina e rivedere la neve

In London, december 2012
La porsche del mio compare di lavoro, dove sono stato per 3 notti, ricoperta di neve

In London, december 2012
Certe area di Londra rimangono pessime

In London, december 2012
Con Anna al pub

In London, december 2012
Dopo piu’ di un anno, una Guinnes decente!!!