Amare l’Europa, guardare al futuro. Dieci motivi per non dimenticare. Sei. Sette. Otto.

Non mi ricordo nemmeno da quanto tempo non riuscivo ad organizzare un natale o una settimana visitando tutti i rami della famiglia Olgiati (tre, quello di mio padre e dei suoi due fratelli Tino e Giulio, purtroppo entrambi non piu’ con noi).

A questo giro, grazie ad una sofisticata pianificazione (incastrare lavoro, famiglia, amici e viaggi quando poi alla fine uno vorrebbe anche un po’ riposare e’ sempre difficile), sono riuscito nell’intento.

Lindsey aveva sempre incontrato il resto del clan in visite veloci, dove non aveva mai avuto occasione di parlare oppure passare semplicemente un po’ di tempo con loro. Stavolta invece si e’ sorbita tutta la famiglia per giorni e giorni. Mangiando, bevendo, cercando di intercettare frammenti di discorso, oppure parlando con tutti quelli capaci di comunicare in inglese.

Prima di Natale siamo riusciti ad andare a mangiare al ristorante da mia mamma, ora felicemente risposata, con Germano, Lindsey e Olga. Cibo fantastico ma quantita’ decisamente eccessive!

A Natale, Lindsey, Olga, mio padre e io siamo andati da Renato, Mariangela e zia Carla, a passare la giornata nella mitica taverna dove per anni ho passato i miei Natali migliori in compagnia di tutti, cugini, nonni e zii, aspettando di scartare i regali e trovare Lego o Transformers, pronti per diventare parte integrale dei giochi assurdi che facevamo io e mio cugino Davide.

Poi dopo un capodanno fantastico passato con amici a casa mia, abbiamo preso il treno e  siamo andati in quel di Andalo, sulle montagne trentine. Altri fantastici giorni con Davide, Simona (e Marco e Tommaso), Mariano e ovviamente Zia Graziella, giorni spesi a mangiare leccornie locali e bere grappa (che a quanto pare e’ veleno per i sudafricani, incapaci di berla).

Siamo tre famiglie piene di ricordi, un po’ tristi per la mancanza di persone che avevano reso i Natali speciali quando eravamo tutti bambini, ma ancora piene di energie e pronte ad accogliere il primo erede della prossima generazione… (siamo tre maschi, ma a quanto pare essendo l’unico sposato la pressione e’ tutta su di me!)

Christmas with the family

Olga e mamma

Christmas with the family

Zia Carla, regina dalla casa

Christmas with the family

A casa di Renato e Zia Carla

Christmas with the family

Ovviamente ecco Bart! Con la sua fantastica sciarpa regalo di Lindsey

Christmas with the family

Papa’ cucina per capodanno

Christmas with the family

Olaf, Zia Graziella e Davide

Christmas with the family

Simona, Tommaso e Marco

Amare l’Europa, guardare al futuro. Dieci motivi per non dimenticare. Cinque.

Comunicazione vealoce:

La mia ferita di settimana scorsa ormai si e’ rimarginata alla perfezione. Il taglio era netto e una volta tolti i punti la mia faccia mi sembra bene o male la solita.
Scrivo qui il follow-up per evitare che persone preoccupate mi chiamino di notte per sapere come e’ andata a finire (come ieri mio padre, giustamente preoccupato dalla mancanza di notizie).

Continuo qui invece con la lista dei 10 motivi per cui tornare in Sudafrica dopo 2 settimane passate circondato da amici e famigliare e’ stato piu’ difficile del solito.

Quest’anno, per la prima volta dopo… 10? 11? anni avevo deciso di festeggiare il capodanno in Italia, a casa mia. Prima di partire per Londra mi ricordo un capodanno passato a Molino Dorino (nel 2000) e uno in Veneto (l’anno prima), ma poi la memoria mi abbandona.

Per anni ho festeggiato il capodanno a Londra in compagnia del mio co-inquilino irlandese semplicemente mangiando schiffezze, bevendo di tutto, e guardando American Pie / Animal House / Bachelor Party (a scelta) seguito da un porno di qualita’ pessima, di solito scelto da Rob, prima di andare a letto alle 2.

L’anno scorso non mi ricordo neanche cosa avevo fatto (probabilmente ero ubriaco in piscina).
Quest’anno, invece, volevo rivedere tutte le solite facce note sotto il sicuro tetto di casa mia.
Con Olga e Davide assenti giustificati (capodanno a Chamonix ed esercito rispettivamente) e Massi desaparecido, la banda era formata da me, Bart, mio padre, Lindsey, Beppe + Claudia (incinta), Mera + Luciana, Marco + Claudia (non incinta) + Giamba e Renato.

La serata e’ stata davvero fantastica. Cibi cucinati a casa, salumi di alta qualita’ (come solo in Italia), alcool a non finire nel bar organizzato perfettamente dalla mia grandissima sorella, e partite a Rock Band dove ho esibito la mia voce (pessima) e il mio stile (fantastico).

Non so se in futuro riusciro’ ancora a fare parte di serate simili (e’ sempre piu’ difficile organizzarle, specialmente quando non si sa mai la data del ritorno), ma le decine di foto su flickr (trovate piu’ foto sul sito) saranno testimonianze eterne che anche a capodanno ci si puo’ davvero divertire, specialmente in compagnia di amici.

New Year's eve Party

Mio padre collauda i drink

New Year's eve Party

Il menu lasciato da Olga

New Year's eve Party

Cugini

New Year's eve Party

Davanti alla tavola attrezzata da Lindsey

New Year's eve Party

Giamba collauda altri drink

New Year's eve Party

The Voice

New Year's eve Party

Pronti a mangiare

New Year's eve Party

Papa’, Beppe, Claudia e Lindsey

New Year's eve Party

Il barista

New Year's eve Party

Buon 2010

New Year's eve Party

Giochi pericolosi

New Year's eve Party

I Meraviglia festeggiano con un bacio

New Year's eve Party

Altri giochi pericolosi

Amare l’Europa, guardare al futuro. Dieci motivi per non dimenticare. Quattro.

Beppe and Claudia

Si, la foto non e’ delle migliori, ma l’occasione lo era: festeggiare il suo compleanno al Texas, alle mezzanotte del 23, come facevo da chissa’ quanti anni (occasione purtroppo saltata nel 2008.

E’ una di quelle tradizioni che ti ricordano le cose che ti mancano all’estero: parlare con amici che conosci da una vita (tipo dal 1982/83) sapendo che qualsiasi storia assurda esce fuori dalla tua bocca, loro la capirebbero al volo poiche’ molto probabilmente erano con te, o l’hanno sentita ripetere mille volte davanti ad un drink.

Dopo una vita passata nelle stesse scuole, sugli stessi campi da calcio, nello stesso oratorio, davanti agli stessi film, tutto prima del 2001 (quando ho deciso di emigrare), e’ sempre dura non avere qualcuno come lui qui intorno. Soprattutto ora che, tra poche settimane, Claudia lo rendera’ papa’ di Alice:

Beppe and Claudia

Niente da dire Beppe (e Claudia), congratulazioni! (anche se potevi decidere di andare ad abitare a 50metri da casa mia un po’ prima eh!)

 

Amare l’Europa, guardare al futuro. Dieci motivi per non dimenticare. Tre.

Da quando vivo all’estero sono sempre riuscito a trovare cibi e bevande locali che potevano soddisfare il mio fabbisogno calorico di italiano emigrato.

Mi sono sempre rifiutato di cercare cibi italiani in trasferta, convinto che, una volta che vivi in un altro paese, dovresti semplicemente adattarti alla cultura locale e goderti le leccornie italiane solo quando torni a casa per una veloce vacanza.

Quasi 10 anni dopo penso che siano tutte cazzate.
Altro che pizza (che trovo ottima anche da queste parti) o pasta (qui vendono la Barilla), la vera categoria di cibo che e’ introvabile all’estero per qualita’, quantita’ e prezzo e quella degli affettati.
E delle salsicce modello salamella.

In 2 settimane in Italia avro’ mangiato almeno un etto di affettati al giorno. Salame, schiacciata romana, culatello, bresaola, cotto, crudo, bologna, pancetta coppata, soppressa…

Sono tornato in Sudafrica con 1 kg di affettati, che dopo nemmeno una settimana stanno sparendo troppo velocemente.

Se volete venire a trovarmi, non avro’ problemi ad ospitarvi gratis, pero’ ricordatevi almeno di portarmi qualche salame (e il Topolino).

 

Panino con la salamella, best food ever

Salamella Attack

This is food

Ahhhhhhhhhhhhhhh

Amare l’Europa, guardare al futuro. Dieci motivi per non dimenticare. Due.

Difficile cercare di raccogliere tutto quello che e’ avvenuto durante due settimane passate in Europa.

Potrei parlare del capodanno passato finalmente a casa mia circondato da amici (sto semplicemente selezionando le foto ora come ora), oppure del Natale in famiglia o a quella del campo di Canegrate.
Sara’ tutto raccolto nei prossimi articoli, promesso!

Invece stavolta vorrei scrivere qualcosa della visita a mia zia e cugini in quel di Andalo, in Trentino.
Mi ricordo ancora l’ultima volta in cui mi recai da quelle parti (poco prima di partire per il Sudafrica, nell’estate del 2007), ma non mi ero mai gustato la cittadina in pieno inverno, quando la popolazione di 1.000 anime si moltiplica fino a raggiungere 10.000 residenti o poco piu’.

Per Lindsey e’ stata forse l’highlight della sua vacanza. Vedere neve dovunque, poter scivolare col bob del figlio di mia cugina Simona (Tommaso, ogni volta che lo vedo sembra piu’ alto di 30cm, se non si ferma tra 10 anni avra’ 3 metri), mangiare cibi locali e bere cioccolata calda e densissima. Per una sudafricana, la perfetta vacanza sulle montagne.

Per me invece e’ stata un’ottima occasione di potere spendere tempo e parlare con i miei cugini, Simona e Davide, vedere Marco, Mariano e Tommaso , e passare tempo in compagnia di mia zia Graziella.

L’ultima volta che ci siamo sentiti o visti e’ stata in occasione del funerale di mio zio Tino.
Tornare a parlare di lui con Davide, ricordarmelo e ricordarci dei (bei) tempi passati, quando tutto era semplicemente possibile e godersi la vita era decisamente piu’ facile, e’ servito forse ad entrambi per rafforzare l’idea che la vita va avanti, ma l’importante rimane avere ricordi felici delle esperienze passate.

E, nella famiglia Olgiati, di ricordi di questo tipo ce ne abbiamo a bizzeffe…

Andalo by night

Andalo by night

Cousins

Olaf e Davide

Lindsey, bobsleigh champion

Lindsey, campione di bob

Davide in the valley

Davide

Davide on the bobsleigh

Davide sul bob di Tommaso

Me and Lindsey

Olaf e Lindsey

Draaagoo!

Draaaaaaaaagoo!

Simona, Tommaso and Marco

Simona, Tommaso e Marco

Tommaso and Davide

Tommaso e Davide

Olaf, Auntie Graziella and Davide

Olgiati!