Amare l’Europa, guardare al futuro. Dieci motivi per non dimenticare. Quattro.

Beppe and Claudia

Si, la foto non e’ delle migliori, ma l’occasione lo era: festeggiare il suo compleanno al Texas, alle mezzanotte del 23, come facevo da chissa’ quanti anni (occasione purtroppo saltata nel 2008.

E’ una di quelle tradizioni che ti ricordano le cose che ti mancano all’estero: parlare con amici che conosci da una vita (tipo dal 1982/83) sapendo che qualsiasi storia assurda esce fuori dalla tua bocca, loro la capirebbero al volo poiche’ molto probabilmente erano con te, o l’hanno sentita ripetere mille volte davanti ad un drink.

Dopo una vita passata nelle stesse scuole, sugli stessi campi da calcio, nello stesso oratorio, davanti agli stessi film, tutto prima del 2001 (quando ho deciso di emigrare), e’ sempre dura non avere qualcuno come lui qui intorno. Soprattutto ora che, tra poche settimane, Claudia lo rendera’ papa’ di Alice:

Beppe and Claudia

Niente da dire Beppe (e Claudia), congratulazioni! (anche se potevi decidere di andare ad abitare a 50metri da casa mia un po’ prima eh!)

 

L’ennesima cicatrice

Chicks dig scars. Alla ragazze piacciono le cicatrici, sempre che dietro ciascuna ferita ci sia una storia.

Il mio corpo ha alcune cicatrici con storie generalmente sportive (calcio e kickboxing lasciano i segni) o assurde (come la cicatrice sul braccio sinistro che mi ricorda ogni volta quanto era fuori di testa la mia ex polacca).

Sono appena tornato dall’ospedale, con un’altra ferita, piuttosto profonda, che ha avuto bisogno di 4 punti, sul faccione. Tra qualche settimana (sempre che non faccia infezione prima, in quel caso mi toglieranno i punti martedi’), sara’ un altra storia che riempiro’ di aneddoti davanti an un Jack Daniels.

Come l’anno scorso, quando la mia mano si mese in mezzo ad una rissa tra cani, la ferita e’ stata provocata da un morso. Purtroppo stavolta e’ stata Cucciola, la mia povera cagnolina di 30kg, a mordermi la faccia.

Dog bite, another one!


Cosa e’ successo? Durante una passeggiata e’ riuscita a divincolarsi da quella specie di museruola che ormai le mettiamo addosso da un po’ di tempo a questa parte (dal viaggio di ritorno da Cape Town e dopo 2 operazione abbastanza lunghe, costose e dolorose non e’ piu’ la stessa, ogni tanto impazzisce) e ha provato ad attaccare un altro cane che continuava a sbraitare da dietro il cancello.
Io sono corso per afferrarla, l’ho sollevata di peso, e nella foga, o nella rabbia, mi ha afferrato mezza testa e in rapida successione mi ha distrutto gli occhiali, aperto la guancia, ferito al collo e graffiato il mio povero capezzolo destro.

Non ho sentito immediatamente il morso, solo dopo averla calmata in qualche modo mi sono accorto del sangue che continuava a sporcarmi la camicia.
Sono tornato a casa, mi sono guardato allo specchio e tra chiazze di sangue mi sono accorto che mi aveva letteralmente bucato la faccia (ancora pochi mm e da domani sarebbe stato piu’ facile lavarmi i molari).

20 minuti dopo eccomi in ospedale. Il dottore mi guarda, controlla la mia scheda, vede che sono venuto 10 mesi fa in quella stessa clinica con una ferita simile, e mi osserva sospetto.
Mi offre due alternative: pulire la ferita e lasciarla aperta per evitare future infezioni (70% di possibilita’ a quanto pare), e poi avere una di quelle cicatrici che sembrano lumache sulla faccia, oppure cucirmi e sperare che in 48 ore la ferita non si infetti. Dalla foto qui sopra, potete vedere la scelta che ho fatto.

Ora sono a posto, pero’ penso alle due cose che piu’ mi disturbano nell’intera vicenda:
1) come ho fatto a dimenticarmi di farmi una foto con la guancia aperta e filmarmi mentre mi cucivano? Sarebbe stato materiale fantastico per youtube.
2) dopo anni passati a sviluppare lo smirk, il mio semi sorriso (che potete vedere in numerose foto) con inclinazione a sinistra, ora ho scoperto che quel muscolo non mi funziona piu’ come prima e non riesco a fare lo smirk a destra! Anni sprecati.

Ci sarebbe anche il problema di capire perche’ Cucciola mi ha morso, ma ora come ora, sotto antibiotici, voglio solo andare a dormire…

Amare l’Europa, guardare al futuro. Dieci motivi per non dimenticare. Tre.

Da quando vivo all’estero sono sempre riuscito a trovare cibi e bevande locali che potevano soddisfare il mio fabbisogno calorico di italiano emigrato.

Mi sono sempre rifiutato di cercare cibi italiani in trasferta, convinto che, una volta che vivi in un altro paese, dovresti semplicemente adattarti alla cultura locale e goderti le leccornie italiane solo quando torni a casa per una veloce vacanza.

Quasi 10 anni dopo penso che siano tutte cazzate.
Altro che pizza (che trovo ottima anche da queste parti) o pasta (qui vendono la Barilla), la vera categoria di cibo che e’ introvabile all’estero per qualita’, quantita’ e prezzo e quella degli affettati.
E delle salsicce modello salamella.

In 2 settimane in Italia avro’ mangiato almeno un etto di affettati al giorno. Salame, schiacciata romana, culatello, bresaola, cotto, crudo, bologna, pancetta coppata, soppressa…

Sono tornato in Sudafrica con 1 kg di affettati, che dopo nemmeno una settimana stanno sparendo troppo velocemente.

Se volete venire a trovarmi, non avro’ problemi ad ospitarvi gratis, pero’ ricordatevi almeno di portarmi qualche salame (e il Topolino).

 

Panino con la salamella, best food ever

Salamella Attack

This is food

Ahhhhhhhhhhhhhhh

Amare l’Europa, guardare al futuro. Dieci motivi per non dimenticare. Due.

Difficile cercare di raccogliere tutto quello che e’ avvenuto durante due settimane passate in Europa.

Potrei parlare del capodanno passato finalmente a casa mia circondato da amici (sto semplicemente selezionando le foto ora come ora), oppure del Natale in famiglia o a quella del campo di Canegrate.
Sara’ tutto raccolto nei prossimi articoli, promesso!

Invece stavolta vorrei scrivere qualcosa della visita a mia zia e cugini in quel di Andalo, in Trentino.
Mi ricordo ancora l’ultima volta in cui mi recai da quelle parti (poco prima di partire per il Sudafrica, nell’estate del 2007), ma non mi ero mai gustato la cittadina in pieno inverno, quando la popolazione di 1.000 anime si moltiplica fino a raggiungere 10.000 residenti o poco piu’.

Per Lindsey e’ stata forse l’highlight della sua vacanza. Vedere neve dovunque, poter scivolare col bob del figlio di mia cugina Simona (Tommaso, ogni volta che lo vedo sembra piu’ alto di 30cm, se non si ferma tra 10 anni avra’ 3 metri), mangiare cibi locali e bere cioccolata calda e densissima. Per una sudafricana, la perfetta vacanza sulle montagne.

Per me invece e’ stata un’ottima occasione di potere spendere tempo e parlare con i miei cugini, Simona e Davide, vedere Marco, Mariano e Tommaso , e passare tempo in compagnia di mia zia Graziella.

L’ultima volta che ci siamo sentiti o visti e’ stata in occasione del funerale di mio zio Tino.
Tornare a parlare di lui con Davide, ricordarmelo e ricordarci dei (bei) tempi passati, quando tutto era semplicemente possibile e godersi la vita era decisamente piu’ facile, e’ servito forse ad entrambi per rafforzare l’idea che la vita va avanti, ma l’importante rimane avere ricordi felici delle esperienze passate.

E, nella famiglia Olgiati, di ricordi di questo tipo ce ne abbiamo a bizzeffe…

Andalo by night

Andalo by night

Cousins

Olaf e Davide

Lindsey, bobsleigh champion

Lindsey, campione di bob

Davide in the valley

Davide

Davide on the bobsleigh

Davide sul bob di Tommaso

Me and Lindsey

Olaf e Lindsey

Draaagoo!

Draaaaaaaaagoo!

Simona, Tommaso and Marco

Simona, Tommaso e Marco

Tommaso and Davide

Tommaso e Davide

Olaf, Auntie Graziella and Davide

Olgiati!

Amare l’Europa, guardare al futuro. Dieci motivi per non dimenticare. Uno.


Tornare in Europa, specialmente in Italia, per me e’ sempre un piacere.
Per anni sono tornato da Londra per weekend di 3-4 giorni,e da almeno 9 anni (dal giorno della mia partenza in pratica) non passavo cosi’ tanto tempo a Canegrate, circondato da famiglia e amici.

Stavolta tornare indietro e’ stata davvero dura.

Sono mille i motivi per i quali queste vacanze sono state speciali, e ora, con un piede nel 2010 e la testa ancora nel 2009, devo iniziare a pensare al nuovo anno, a cercare di lavorare di meno guadagnando di piu’, a perdere almeno 10 chili prima dell’inizio del campionato a Marzo, a trovare un equilibrio tra una vita da sposato e ambizioni da singolo.

Quindi dovrete sorbirvi nei prossimi giorni qualche foto e qualche casuale spiegazione.

Il futuro e’ qui in Sudafrica, lontano da tutti voi, ma le memorie e buona parte del mio cuore sono ancora li’ , sotterrate da neve che non mi divertiva cosi’ tanto da almeno lo scorso millennio…

The bush is gone, just snow

La vista dalla mia stanza. Addio bosco, rasato a zero…

Good morning car

Certo che fa davvero freddo da queste parti…

Walking Bart

Forse, tra tutti, Bart e’ quello che ha piu’ goduto della mia presenza