La visita del pennuto durante la fine dell’estate

Finalmente le piogge pomeridiane (veri e propri acquazzoni elettrici) sono scomparse: sta finendo l’estate.
L’orto sta sputando fuori gli ultimi frutti stagionali (pomodori, quest’anno ne avro’ prodotti piu’ di un centinaio , e peperoni verdi, piantati tanto per fare) prima del makeover autunnale e l’erba non cresce piu’ a ritmi assurdi.

Il calcio continua a prendermi troppo tempo: fare l’allenatore / giocatore mi costringe ad andare a riunioni con il team tecnico, programmare gli allenamenti in anticipo (ah, i bei tempi passati della solita combinazione corsa – scatti – stretching – tiri in porta – partitella…ormai tutto e’ ultra complicato con questi dannati libretti FIFA) e tentare di rimanere in forma mentre spiego alla rosa di quasi 30 giocatori tutti gli esercizi. E sabato prossimo ho una terribile combinazione 21km alle 6 di mattina e amichevole alle 11…

Insomma, la routine lavoro – corsa – calcio – weekend a fare niente continua senza problemi.
Lavorare da casa ha i suoi difetti (l’assenza di contatto umano, che sinceramente lo trovo solamente deterrente a chi fa il mio lavoro, il telefono o internet bastano e avanzano, tanto poi compenso uscendo a fare sport) ma i vantaggi sono piacevoli: passeggiare coi cani al parco prima che apra  l’ufficio londinese, prendersi pause senza problemi, buttarsi in piscina (anche se la temperatura dell’acqua per la prima volta in 4 mesi e’ scesa sotto i 25 gradi) e lavorare in canotta e mutande. Senza calze, senza scarpe e senza rompiballe.

Ogni tanto poi viene a farmi visita qualche pennuto, di solito approfittando del riposo dei cani durante la gioranta.
Oggi, in particolare, si e’ appoggiato poco sopra l’area BBQ di casa mia un uccello che semplicemente non voleva smuoversi dalla sua posizione elevata, facendo impazzire tutti e 3 i cani che tentavano di “giocare” con lui.

Io ho preso il mio fidato iphone, caricato instagram, e scattato una delle mie foto preferite praticamente mettendo il cellulare a 10cm dal volatile:

Angry bird

E ditemi che non sembra incazzato! La fine dell’estate a quanto pare coinvolge tutti emotivamente…

Update: ho portato l’angry bird dal veterinario, aveva un’ala rotta e non poteva volare. 30 euro dopo ed eccolo ricoverato in una clinica per volatili…

Sentirsi in forma, nonostante tutto

E’ stata una settimana strana. Da domenica, per colpa di un virus influenzale (di solito in Sudafrica mi ammalo una volta all’anno, anche se non sto mai a letto), le energie erano al minimo. Ho mangiato quello che viene definito junk-food per 4 giorni su 5 (la mia dieta ormai e’ piena di frutta, verdura, pollo e pesce, la pasta la mangio pochissime volte ed evito insaccati o in generale tutto quello che si mangia in italia, pane compreso), e dopo aver abbozzato una 7km di allenamento ieri (venerdi’), mi sono ritrovato a guidare verso Pretoria alle 4.30 di mattina senza tanta voglia.

La mancanza di una amichevole programmata nel pomeriggio (cancellata per vari motivi) mi aveva spinto in direzione della 10km di Wonderboom, in Pretoria, con il pretesto di rimanere in forma e non fare troppo il lazzarone.

Il percorso della gara era di quelli ideali: 5km di salita (quando le energie sono al massimo) seguite da 5 di discesa. Pensavo di potere ottenere un buon tempo, e, dopo 10km corsi senza preoccuparmi troppo del ritmo, sono riuscito a finire in 45 minuti e 33 secondi, il miglior tempo stagionale e il mio migliore quinto tempo in assoluto (su 31 10km completate). Non male.

Quest’anno la progressione dopo l’infortunio alla caviglia e’ stata abbastanza marcata: 63 minuti a Gennaio (corsi con Jill a ritmo lento, per non distruggere troppo la caviglia appena infortunata), poi 48 e 46 minuti a Febbraio, e ora 45 minuti. L’anno scorso feci tempi simili solo da fine Aprile, quindi posso essere piu’ che soddisfatto. Considero personalmente ogni tempo tra i 45 minuti e i 50 un ottimo tempo. Scendere sotto i 45 e’ un evento per me (l’anno scorso ci sono riuscito per la prima volta in ben 2 gare), quindi arrivare cosi’ vicino a quel limite mentale non e’ che un buon segno.

Settimana prossima vado a correre la splendida 21km intorno al lago a 50km da qui, sperando di trovare un altro tempone.

Come al solito le informationi sulla mia gare le trovate qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/74503071

Qualche foto:

Bobbies wonderboom race

Bobbies wonderboom race

Ora, tornato a casa, posso finalmente rilassarmi. Non ho ancora fatto colazione ma ho trovato in frigo il sostituto ideale:

Jack Daniels + Coke

Mi merito una bottiglia!

E s’inizia di nuovo…

Come al solito questa mattina me ne sono andato dalle parti di Pretoria per prendere parte alla Deloitte Marathon, una classica locale. Volevo correre la 21km (le caviglie mi danno ancora fastidio per una 42km), invece, per colpa della prima amichevole ufficiale programmata alle 11 di mattina, ho deciso di correre una normale 10km.

Il risultato finale (46 minuti e poco piu’) e’ stato il mio migliore tempo del 2012, e uno dei miei migliori tempi sulla distanza in generale. Sono riuscito addirittura (per mancanza di talento, la maggior parte dei corridori che normalmente mi danno la merda sulla distanza correva la 21km o la maratona), ad entrare nel circolo della “medaglia d’argento”, una speciale medaglia che danno a quelli che arrivano nel gruppo coi primi (o coi secondi, comunque davanti ai corridori della domenica).

Come al solito trovate i dettagli della gara qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/72258657

Deloitte Pretoria Race

Deloitte Pretoria Race

Poche ore piu’ tardi ero invece sul campo da calcio per la mia prima amichevole ufficiale della mia squadra come allenatore / giocatore. Non so ancora come gestire la situazione sinceramente.

Io e il mio compare bulgaro Stoyan siamo diventati co-allenatori ed entrambi continuiamo a giocare. Come prima decisione abbiamo entrambi dato le dimissioni da capitano e vice-capitano, consegnando la fascia e le firme ad altri due giocatori.

Come seconda decisione invece di giocare come squadre della stessa categoria o categorie inferiori ho deciso di organizzare una partita contro il Ruimsig, di una categoria superiore. L’anno scorso sono arrivati sesti ed erano un buon test.

La partita, giocata alle 11 sotto un sole cocente, mi ha dato buone impressioni per il futuro. Rispetto allo scorso anno la rosa e’ indubbiamente migliore e ho praticamente dato il benservito ad una decina di giocatori di qualche mese fa, che sono andati a finire in altre squadre. Ho preso la maggiore parte degli under 19 e ho tenuto solo i “vecchi” che potevano darmi qualita’, peso, tackle e sostanza, lasciando la velocita’ ai giocatori sotto i 20 anni.

Il risultato finale e’ stato 3-2 per noi. Sotto di un goal, ho segnato il mio primo goal stagionale per poi uscire dopo uno scontro (calcione alla caviglia, inutile rischiare adesso) e dare istruzioni dalla panchina. La squadra era mezza morta dopo un’ora, ma ha tenuto e recuperato dall’1-2 fino a vincere.

Non male come inizio, eh?

Ottenere un visto: le dodici fatiche di Olaf

Ottenere un visto in Sudafrica e’ da sempre un’impresa quasi impossibile. La maggior parte degli immigrati (provenienti soprattutto dallo Zimbabwe o dalla Nigeria) se ne sbattono altamente di permessi di soggiorno, e quelli onesti, dopo aver tentato di affrontare il sistema burocratico per ottenere il rilascio del visto, si arrendono e rimangono qui col permesso scaduto.

Per il mio primo visto (fatto nel 2007) , fui costretto ad affidarmi ad una societa’ specializzata, visto la mia precaria situazione (ancora non sposato e senza lavoro in Sudafrica – lavoravo e lavoro per il mio ufficio londinese).
Sborsai credo intorno ai 500 euro e ottenni il visto dopo qualche settimana. Due anni piu’ tardi, per allungare il visto (di altri due anni), mi affidai alla stessa societa’ che per 300 euro mi procuro’ il timbro sul passaporto dopo un mese e mezzo di problemi.

Quest’anno, poco propenso a sborsare altri soldi (il visto per se non costa niente, i soldi in pratica vengono passati di mano per avere “contatti” e “trattamenti speciali” con l’ufficio che si occupa dei permessi di soggiorno, l’Home Affairs), avevo deciso di fare tutto da solo.

Dopo aver trovato tutti i documenti che credevo necessari, nel lontano Settembre del 2011, andai all’ufficio centrale di Johannesburg, un palazzone di 6 piani in una delle zone peggiori.

Getting a Visa in South Africa

La zona dell’ufficio Home Affairs in Johannesburg citta’

Getting a Visa in South Africa

I parcheggi davanti agli uffici

La confusione regnava totale, e c’era una fila per ottenere il numero fuori dal palazzo in modo da poi fare una successiva coda per ottenere il numero per avere accesso al piano designato.  Peccato la fila avanzasse al ritmo di 2 persone all’ora, e la maggior parte dei richiedenti intorno a me erano nigeriani incazzati oppure prestanome per agenzie che si occupavano dei visti. Sulle circa 40 persone fuori dal palazzo, le uniche bianche erano io e un povero tedesco con un bimbo nero in braccio (un prop, probabilmente cercava di indebolire i cuori delle persone davanti a lui). I due cinesi non li contavo neppure.

Getting a Visa in South Africa

La coda, dopo 2 ore…

Abbandonata l’ipotesi di entrare nell’inferno burocratico modello 12 fatiche di Asterix, presi la macchine e guidai 50 km a Nord verso Randfontein, dove speravo che la coda fosse minima. Avevo ragione: li’ coda non c’e’ n’era, ma l’ufficio quel giorno era chiuso…

Il giorno successivo eccomi ancora in macchina a guidare alle 6 di mattina verso Randfontein. Documenti pronti, tutto pronto e primo posto in fila. Peccato che poi la gentile signorina mi disse che no, non poteva aiutarmi perche’ il mio ufficio di competenza non era questo, non era quello di Johannesburg, ma era quello di Soweto, a 15km da casa mia…

Terzo giorno e terza successiva sveglia all’alba ed eccomi in coda nei nuovissimi uffici di Soweto. Biglietto preso all’entrata, monitor che indicavano l’ordine per gli sportelli, ed io pronto con i documenti.

Getting a Visa in South Africa

L’entrata dell’ufficio di Soweto

Getting a Visa in South Africa

Aspettando il mio turno…

Arriva il mio turno e sopresa! Il mio certificato penale italiano non e’ piu’ valido perche’ ormai vivo da troppo tempo qui in Sudafrica, devo farne uno sudafricano.

– Ma come? Ho chiesto a Randfontein e mi hanno detto che era tutto ok? Hanno sbagliato.

2 ore piu’ tardi eccomi al distretto di polizia di Honeydew. Prendono le impronte digitali, prendono i dati, pago 50 rand (5 euro) e il documento e’ pronto per essere spedito a Pretoria.

– Grazie mille, quando posso passare a ritirarlo? In 3 mesi.

Getting a Visa in South Africa

Honeydew Police Station!

Getting a Visa in South Africa

Eccomi schedato nel terzo paese nella mia vita…

Fantastico. Finisce il 2011 e inizia il 2012. Sono tornato con Lindsey da quasi un mese in Europa e ora mi tocca ricominciare. Il certificato e’ arrivato e mi presento a Soweto, in compagnia della moglie.

Getting a Visa in South Africa

Finalmente! Non sono un criminale!
Dopo 2 ore di coda (stavolta il sistema elettronico e’ spento, devo capire come funziona la coda in Africa ed e’ un casino), controllano i documenti e ok, tutto a posto.

– E adesso? Le manderemo un SMS quando sara’ pronto. Se in 2 settimane non ottiene niente, si faccia vedere di nuovo.

Passano 2 settimane e mezzo. Niente. Torno a Soweto, da solo. Il sistema elettronico e’ ancora rotto, io ancora non ho capito come funziona la fila (zig-zag? eta’? Sesso?) e dopo 3 ore di fila passate a leggere sul Kindle e’ il mio turno.

Salve, e’ arrivato il mio visto? Non ha ricevuto l’SMS? Nope. Controllo…hanno mandato per sbaglio l’SMS sul suo numero di casa.

Ok, va bene, ma puo’ controllare se e’ andato tutto a buon fine o no? No, mi dispiace. Il suo SMS ha un codice per sbloccare l’outcome. Ora dobbiamo fare tutto a mano. Passi tra un mese.

Saluto, m’incazzo e torno a casa. Finisce Gennaio, arriva Febbraio. Aspetto fino alla fine del mese e mi presento, ancora di prima mattina, a Soweto. Faccio la file (il computer a quanto pare e’ rotto) e tocca a me.

– Salve, sono il povero italiano e unica faccia bianca che vedra’ tutta la giornata. Sono sposato, abito qui da 5 anni, ho una casa a mio nome , tre cani e gioco / alleno una squadra da calcio nella mia zona…

Il suo visto e’ pronto. 

– … non posso lavorare in Sudafrica perche’ non mi date un visto di lavoro, e pago le tasse a Londra perche’ senza visto non posso fare fatture qui…

Il suo visto e’ pronto. 

– …sono in ballo da 6 mesi, lo so che non ho pagato un cazzo per accelerare  la mia pratica, ma sarebbe bello ottenere almeno una risposta.. scusi?

Eccolo qui.

Getting a Visa in South Africa

L’ufficio di Soweto, tutto bello nuovo…

Apro il passaporto (che per un momento pensavo di aver lasciato a casa…), e ottengo finalmente questa cosa qui:

Getting a Visa in South Africa

Yeah! Il visto!

E almeno fino al 2014 torno ad essere legale! (anche se l’anno prossimo, finalmente, potro’ iniziare le pratiche per la residenza permanente…)

Regali economici di San Valentino

Da tempo Lindsey e io per San Valentino abbiamo una semplice regola: invece di spendere un sacco per regali in un periodo in cui il prezzo di tutto sale (fiori, cioccolato etc…), ci “costruiamo” i regali da soli.

Quest’anno, dopo aver cercato invano di riordinare l’armadio con le eredita’ tecnologiche del passato (dozzine di cavi, cavetti, aggeggi non piu’ utilizzati, HD morti etc…) , ho deciso, grazie ad un articolo trovato online (qui: http://www.instructables.com/id/Junk-box-flowers/) di creare un fiore utilizzando solamente materiale riciclato.

I suggerimenti delle pagina ufficiale consigliavano floppy disk e vecchi lettori di cdrom (oppure di floppy), ma chi ce li ha nel 2012?
Ho cercato in giro senza trovarne nessuno e cosi’ mi sono dovuto arrangiare andando a sbirciare tra i vari pezzi elettronici cambiati durante gli anni in giro per la casa (interuttori, luci etc…), fino a quando sono riuscito ad avere abbastanza materiale per tentare la creazione.

Si sa, non sono un tipo predisposto a lavori di precisione: preferisco fare le cose in fretta, in modo che funzionino decentemente, e poi spostarmi al prossimo progetto / idea.
Cosi’ un lavoro che sarebbe dovuto durare solo un pomeriggio mi ha occupato l’intero weekend e la notte prima del 14.

Il risultato finale non e’ stato poi osceno:

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

Qui sotto, qualche foto del duro weekend lavorativo:

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk
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