Un’ultima corsa prima di partire

Rimanere in forma sara’ un problema, una volta in Italia (e poi in Sicilia e successivamente a Londra). La voglia sara’ sempre con me, ma le distrazioni (famiglia, amici, Lindsey & co che vorranno fare qualcosa di diverso dal correre, alcohol, etc…) saranno micidiali.

Cosi’ questa mattina invernale (qui a Johannesburg di notte la temperatura raggiunge i 5 gradi, anche se poi di giorno torna sui 15-20) mi sono presentato in compagnia di Andy alla seconda gara della Gauteng Winter Trail Series, una serie di gare (quattro) nella regione del Gauteng, di solito a 30-40 minuti da casa mia.

La gara si svolgeva lungo il fiume Hennops, con un percorso (avevo scelto quello corto, di circa 6.5-7km) che vedeva due salite su colline rocciose, e una lunga parte tecnica a single track (dove superare e’ impossibile).

Alla fine, dopo una partenza lenta per tentare di stare con Andy, che era leggermente infortunato, ho preso intorno al terzo chilometro (poco prima della scalata) e sono partito. Sto tornando in forma e sinceramente correre lentamente non fa per me.

Ho completato la seconda parte molto piu’ velocemente della prima, e sono arrivato intorno ai primi 30, con Andy indietro 5 o 6 minuti.

E adesso vediamo di prepararci per la prossima gara, che svolgero’ in Italia, a Cantalupo (una campestre di 10km). Sinceramente, non vedo l’ora!

I dettagli della corsa potete trovarli qui.

Qualche foto:

Hennops River 2013 Gauteng Trail Series

Arrivo della gara

Hennops River 2013 Gauteng Trail Series

Con Andy

Hennops River 2013 Gauteng Trail Series

La parte finale della gara si svolgeva nella foresta

Analizzando una partita

Da un po’ di tempo volevo analizzare, Garmin / Heart Rate alla mano (ho questo modello qui, leggero e creato apposta per il triathlon: Garmin Forerunner 910XT) lo sforzo ottenuto durante una partita di calcio.

Ieri, durante un’amichevole (in cui ho giocato i primi 50 minuti, visto devo comunque continuare a rendere felici circa 25 altri giocatori in rosa…), ho registrato i movimenti ed ho ottenuto questo:

Match Analysis

Potete vedere tutti i dettagli dell’analisi qui: http://connect.garmin.com/activity/326909419

Si capisce al volo che gioco centrale, che non sto mai fermo (su 49 minuti sono stato in movimento per 46), corro un sacco (6km in 50min, la media per un centrocampista di solito e’ 10/90) e copro bene o male tutto il centrocampo.

Non male per un 36enne che ha raggiunto il picco anni fa e che ormai e’ sul viale del tramonto…

 

Un mea culpa calcistico.

Qualche anno fa potevo semplicemente “trascinare” un gruppo di giocatori semi-decenti urlando in mezzo al campo, correndo, segnando e in generale dimostrando che no, non mi arrendevo mai.

Nel 2010 avevamo vinto il campionato con un gruppo di giocatori purtroppo poi passati ad altre squadre, e negli ultimi 2 anni eravamo riusciti a finire i campionati nella parte sinistra della classifica, ben lontani da eventuali retrocessioni, con una rosa di giocatori non eccezionale, per usare un eufemismo.

Ieri invece siamo stati bastonati, contro una squadra di qualche categoria superiore (che gioca nel nostro campionato per colpa dei vari problemi tra le leghe locali), e invece di cercare di trascinare la squadra per trovare una dignita’ finale, ho convinto il resto della truppo a cercare sangue. 

Sullo 0-0, dopo 20 minuti di costante pressione della squadra avversaria, uno dei loro giocatori si lancia sul nostro portiere, a terra col pallone, e lo colpisce in testa. La palla ovviamente finisce fuori dalle mani del portiere, e loro segnano. Il nostro numero 1 e’ a terra. Sangue dalla testa. Occhi sbarrati, e non si muove. Attimi di panico fino a quando non arriva la barella che lo porta all’ospedale, fortunatamente poco distante.
Nessuno si e’ nemmeno reso conto che l’arbitro non solo non ha fischiato il chiarissimo fallo sul portiere, ma ha anche convalidato il goal.

Ovviamente perdiamo la testa. La squadra avversaria segna altri 2 goal prima della fine del primo tempo con in porta il portiere di riserva, reduce da un lungo infortunio.

Nel secondo tempo, con tre giocatori infortunati o stanchi morti (in pratica non abbiamo fatto altro che scalare durante la partita per cercare di contenere i movimenti della squadra avversaria), posso fare solo due cambi, visto che uno e’ stato usato per il portiere. Un altro infortunio e ci troviamo a difendere in 9, contro una squadra che ancora attacca.
Dopo un simile calcione al portiere di riserva, chiamo la truppa a raccolta e ordino di fottersene del risultato e cercare di mandare qualcuno a fare compagnia all’ospedale al nostro povero compare.

Una mossa di cui mi vergono ancora adesso, come capitano, come giocatore e come allenatore. Ma che al momento mi sembrava la soluzione migliore. Parte la guerra, e ogni volta che l’arbitro si volta, prendiamo la nostra vendetta, dando pugni, calci e in generale minacciando la squadra avversaria. Prendiamo qualche cartellino giallo, un cartellino rosso, e altri 3 o 4 goal. Finita la partita, la squadra avversaria scappa dal nostro campo sportivo, spaventata.

Certo, esco dal campo incazzato. Perdere cosi’ fa sempre male. E aver cercato di uccidere qualcuno sicuramente non mi rende onore…

Tra l’altro un’ora prima della partita mi hanno consegnato il mio nuovo cartellino. I dati sono finalmente corretti ma per la prima volta dal 2007 ad oggi sono ufficialmente considerato un “vets”, ovvero un over 35:

Footbal card RCLFA (Vets)

Correre nel far west (south, really)

Potrei semplicemente mostrare le solite foto della gara svolta questa mattina, la RAC 10km, che per almeno 7km segue (partenza e arrivo) il temibile percorso della Tough One che faccio ogni anno:

RAC 10km

RAC 10km

E poi raccontarvi di una 10km corsa ad un passo decente (obiettivo: stare sotto i 50, ottenuto senza problema), nonostante il solito infortunio calcistico (coscia, questa volta).

Invece stavolta, durante la solita gara domenicale, e’ successo qualcosa di completamente diverso: io (e il resto dei corridori intorno a me) siamo finiti (quasi) in mezzo ad una sparatoria tra polizia e criminali che avevano assalito un furgono portavalori nel parcheggio di un centro commerciale. Centro commerciale che costeggiava il percorso (tra il terzo e il quarto chilometro) della gara odierna!

Tutto mi sembrava un po’ strano gia’ quando, arrivato all’incrocio di William Nicol e Republic Road, vedevo una ventina di lavoratori, neri (impiegati del centro commerciale, probabilmente il turno mattutino dei vari ristoranti), correre nella direzione opposta, urlando in quella lingua che, anche quando parlata sottovoce, assomiglia sempre ad un urlo unico.

Vedevo poi un poliziotto giocare a nascondino dietro ad un muro del parcheggio, sparando un po’ alla cieca nella direzione opposta alla mia. Purtroppo la direzione opposta del poliziotto corrispondeva alla linea di tiro dei criminali (a quanto pare 6 o 7, a seconda degli articoli online, e una volta che un proiettile sparato arrivava sulla strada dove stavamo correndo, iniziava il panico assoluto. Tutti tentavano di nascondersi dietro agli unici ostacoli (i tronchi degli alberi sul viale alberato), altri invece facevano marcia indietro e invece di affrontare la salita del quarto chilometro decidevano di tornare indietro.

Io? Visto che di essere colpito non ne avevo voglia, semplicemente acceleravo lunga la perfida salita e mi lasciavo la confusione indietro, probabilmente guadagnando un 200 posti in classifica grazie al ritiro o alle reazioni negative dei corridori intorno a me…

I dettagli della gara come al solito qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/182780523?&tripIdBase36=30tmcr (notare tra l’altro la grande accelarazione in salita poco prima del quarto chilometro…

 

 

Bon Jovi in Johannesburg

Inutile nasconderlo: non volevo neppure andarci.
Bon Jovi, reduce degli anni 80 e 90, non era mai stato uno dei miei gruppi (o cantanti, c’e’ sempre confusione…) preferiti. Ma, dopo aver visto gli U2 due anni fa nello stesso stadio, e grazie a 2 biglietti gratis, avevo cambiato idea (soprattutto grazie ai 20 euro circa risparmiati…).

Soccer City, o FNB stadium come e’ chiamato da qualche tempo, e’ uno stadio che rimane spettacolare, anche grazie all’utilizzo molto piu’ frequente rispetto ad altri pachidermi costruiti per la coppa del mondo di 3 anni fa.
La squadra piu’ popolare (Kaizer Chiefs F.C.) ci gioca molte partite casalinghe, e tutti i concerti di un certo calibro utilizzano le strutture dello stadio. Ad esempio il giorno dopo il concerto di Bon Jovi, Justin Bieber avrebbe intrattenuto circa 90.000 bambine (e genitori che ancora adesso ringraziano l’alcool in vendita al concerto).

Approaching the stadium

Almost in!

Certo, la sicurezza a quanto pare non era granche’, visto che l’incasso per merchandising e cibi/bevande era stato rubato la stessa serata del secondo concerto….

Ma torniamo a Bon Jovi. Dopo i soliti opening acts che non caga nessuno, arrivava col resto della storica banda (insieme dal 1983!!!) alle 9.54, e ci rimaneva fino alle 11.54. 3 ore. 3 ORE!

Olaf and Lindsey

Still going after almost 3 hours

In 3 ore, con pochissime pause e senza balletti vari (vero Justin?) oppure momenti di riflessioni su come salvare il mondo (vero Bono?), il cinquatunenne di origine italiane (New Jersey Style!) dominava il palco, cantando e rockeggiando come pochi altri fanno di questi tempi. Assoli di chitarra, cori da stadio, momenti (semi) improvvisati col pubblico e lunghe chiome ancora semi intatte.

Lindsey in the mood

Another picture of the stage

Sono state 3 ore trionfali e divertentissime. Certo, delle circa 30 e passa canzoni ne conoscevo solo le piu’ famose (Bad Medicine, Livin’ on a Prayer, You give love a bad name, It’s my life e ovviamente Always) ma l’entusiamo del pubblico (le uniche persone nere erano quelle che vendavano bevande o gelati) era alle stelle anche nei momenti piu’ rilassati.

Ogni tanto un concerto cosi’ ci vuole. Star di questo calibro non vengono spesso in Sudafrica e, quando tornano (Bon Jovi non tornava da 18 anni circa), ricordano alle persone i vecchi tempi.
Vecchi tempi che troppo spesso in Sudafrica non sono nemmeno nominati, perche’ associati all’apartheid…

Great fun!

The massive (standing) crowd