Un mea culpa calcistico.

Qualche anno fa potevo semplicemente “trascinare” un gruppo di giocatori semi-decenti urlando in mezzo al campo, correndo, segnando e in generale dimostrando che no, non mi arrendevo mai.

Nel 2010 avevamo vinto il campionato con un gruppo di giocatori purtroppo poi passati ad altre squadre, e negli ultimi 2 anni eravamo riusciti a finire i campionati nella parte sinistra della classifica, ben lontani da eventuali retrocessioni, con una rosa di giocatori non eccezionale, per usare un eufemismo.

Ieri invece siamo stati bastonati, contro una squadra di qualche categoria superiore (che gioca nel nostro campionato per colpa dei vari problemi tra le leghe locali), e invece di cercare di trascinare la squadra per trovare una dignita’ finale, ho convinto il resto della truppo a cercare sangue. 

Sullo 0-0, dopo 20 minuti di costante pressione della squadra avversaria, uno dei loro giocatori si lancia sul nostro portiere, a terra col pallone, e lo colpisce in testa. La palla ovviamente finisce fuori dalle mani del portiere, e loro segnano. Il nostro numero 1 e’ a terra. Sangue dalla testa. Occhi sbarrati, e non si muove. Attimi di panico fino a quando non arriva la barella che lo porta all’ospedale, fortunatamente poco distante.
Nessuno si e’ nemmeno reso conto che l’arbitro non solo non ha fischiato il chiarissimo fallo sul portiere, ma ha anche convalidato il goal.

Ovviamente perdiamo la testa. La squadra avversaria segna altri 2 goal prima della fine del primo tempo con in porta il portiere di riserva, reduce da un lungo infortunio.

Nel secondo tempo, con tre giocatori infortunati o stanchi morti (in pratica non abbiamo fatto altro che scalare durante la partita per cercare di contenere i movimenti della squadra avversaria), posso fare solo due cambi, visto che uno e’ stato usato per il portiere. Un altro infortunio e ci troviamo a difendere in 9, contro una squadra che ancora attacca.
Dopo un simile calcione al portiere di riserva, chiamo la truppa a raccolta e ordino di fottersene del risultato e cercare di mandare qualcuno a fare compagnia all’ospedale al nostro povero compare.

Una mossa di cui mi vergono ancora adesso, come capitano, come giocatore e come allenatore. Ma che al momento mi sembrava la soluzione migliore. Parte la guerra, e ogni volta che l’arbitro si volta, prendiamo la nostra vendetta, dando pugni, calci e in generale minacciando la squadra avversaria. Prendiamo qualche cartellino giallo, un cartellino rosso, e altri 3 o 4 goal. Finita la partita, la squadra avversaria scappa dal nostro campo sportivo, spaventata.

Certo, esco dal campo incazzato. Perdere cosi’ fa sempre male. E aver cercato di uccidere qualcuno sicuramente non mi rende onore…

Tra l’altro un’ora prima della partita mi hanno consegnato il mio nuovo cartellino. I dati sono finalmente corretti ma per la prima volta dal 2007 ad oggi sono ufficialmente considerato un “vets”, ovvero un over 35:

Footbal card RCLFA (Vets)