Inutile nasconderlo: non volevo neppure andarci.
Bon Jovi, reduce degli anni 80 e 90, non era mai stato uno dei miei gruppi (o cantanti, c’e’ sempre confusione…) preferiti. Ma, dopo aver visto gli U2 due anni fa nello stesso stadio, e grazie a 2 biglietti gratis, avevo cambiato idea (soprattutto grazie ai 20 euro circa risparmiati…).
Soccer City, o FNB stadium come e’ chiamato da qualche tempo, e’ uno stadio che rimane spettacolare, anche grazie all’utilizzo molto piu’ frequente rispetto ad altri pachidermi costruiti per la coppa del mondo di 3 anni fa.
La squadra piu’ popolare (Kaizer Chiefs F.C.) ci gioca molte partite casalinghe, e tutti i concerti di un certo calibro utilizzano le strutture dello stadio. Ad esempio il giorno dopo il concerto di Bon Jovi, Justin Bieber avrebbe intrattenuto circa 90.000 bambine (e genitori che ancora adesso ringraziano l’alcool in vendita al concerto).
Ma torniamo a Bon Jovi. Dopo i soliti opening acts che non caga nessuno, arrivava col resto della storica banda (insieme dal 1983!!!) alle 9.54, e ci rimaneva fino alle 11.54. 3 ore. 3 ORE!
In 3 ore, con pochissime pause e senza balletti vari (vero Justin?) oppure momenti di riflessioni su come salvare il mondo (vero Bono?), il cinquatunenne di origine italiane (New Jersey Style!) dominava il palco, cantando e rockeggiando come pochi altri fanno di questi tempi. Assoli di chitarra, cori da stadio, momenti (semi) improvvisati col pubblico e lunghe chiome ancora semi intatte.
Sono state 3 ore trionfali e divertentissime. Certo, delle circa 30 e passa canzoni ne conoscevo solo le piu’ famose (Bad Medicine, Livin’ on a Prayer, You give love a bad name, It’s my life e ovviamente Always) ma l’entusiamo del pubblico (le uniche persone nere erano quelle che vendavano bevande o gelati) era alle stelle anche nei momenti piu’ rilassati.
Ogni tanto un concerto cosi’ ci vuole. Star di questo calibro non vengono spesso in Sudafrica e, quando tornano (Bon Jovi non tornava da 18 anni circa), ricordano alle persone i vecchi tempi.
Vecchi tempi che troppo spesso in Sudafrica non sono nemmeno nominati, perche’ associati all’apartheid…