Glenburn Lodge e’ un posto che conosco molto bene. Li’ mi sono sposato con Lindsey nel 2008, e ogni anno torno a passare una giornata in sua compagnia per celebrare 365 giorni passati insieme.
Dietro a Glenburn c’e’ una montagna, che almeno dal 2008 volevo conquistare, giusto per vedere la vista della valle dalla cima, ma, per mancanza di tempo o di occasioni, non sono mai riuscito nemmeno ad avvicinarmi.
Andy, il marito della sorella di Lindsey (mio cognato in pratica), quest’anno ha deciso di cimentarsi con il Trail Running (corse offroad, tra foreste, ruscelli e montagne), e, quando mi ha proposto una gara che si svolgeva proprio su quella montagna, mi sono affrettato ad iscrivermi con lui (dopotutto nel mio ultimo triathlon la parte di corsa in mezzo alla foresta e fiumi mi era piaciuta un sacco).
La giornata non era proprio ideale: dopo 2 giorni di pioggia continua la nebbia (che qui non vedo mai) era scesa su tutta la zona, e guidare fino a Glenburn alle 5.30 di mattina era un bel problema.
Arrivati giusto in tempo per la partenza, abbiamo passato i primi chilometri di un percorso lungo 13 a cercare di non inciampare nel gruppo in mezzo alla foschia.
Una volta iniziata la scalata, su un sentiero con pendenze davvero difficili, a velocita’ ridicole (una lunga, lunghissima fila indiana), non si poteva piu’ tornare indietro.
Arrivati in qualche modo in cima, e gustato un po’ di sole, che stava finalmente facendosi largo tra nuvole e nebbia, era giunto il momento di scendere per poi attraversare la valle e iniziare la seconda (e ultima) scalata.
Se salire era stato faticoso, scendere correndo su rocce umide in un sentiero ancora piu’ stretto di quello precedente si rivelava molto piu’ stressante. Evitare capitomboli e infortuni non e’ un modo di correre famigliare a chi come me di solito corre soltanto sull’asfalto!
Dopo la seconda, lunga (ma meno ripida, per fortuna) scalata, era giunto il momento di arrivare al traguardo, dove io facevo il solito scatto nell’ultimo chilometro, lasciando Andy, che aveva corso con me fino a quel momento, indietro.
L’esperienza, una volta completata (in quasi due ore), era davvero soddisfacente: correre tra i boschi, salire e scendere su sentieri adatti a springbok piu’ che a bipedi e guadare qualche ruscello sono momenti che non succedono spesso (anzi, mai) sulle corse su strada.
Probabilmente in futuro provero’ ad alternare gare di questo tipo con le solite corse su strada. Ma prima dovro’ perdere qualche chilo perche’ scalare montagne con il mio culone e’ davvero faticoso…
I dettagli della corsa li trovate qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/169984331?&tripIdBase36=2t7cqz
Qualche foto della gara:
La partenza in mezzo alla nebbia. Li’ dietro c’e’ una montagna, prometto!
All’arrivo con Andy
Con la mia medaglia
La montagna, finalmente senza nebbia
Un’altra medaglia per una collezione infinita