Non affogare, non arrendersi: cronaca del mio primo triathlon

Almeno da 2-3 anni volevo cimentarmi nel triathlon. L’idea di coniugare due sport in cui non me la cavo malissimo (corsa e bici) con uno sport in cui sono pessimo (nuoto), mi sembrava una sfida che avrei dovuto accettare un giorno o l’altro.

Due mesi fa per caso avevo controllato la sezione triathlon sul solito sito di eventi sportivi locali, e ne avevo trovato uno da fare ad Ottobre, dopo il termine della stagione calcistica (che non mi consente di fare altro che competizioni da 10km).

La gara prescelta faceva parte della Johannesburg City Tri-Series (tre gare, questa era la prima) ed aveva tre categorie: distanza olimpica (1.5 nuoto, 40 bici, 10 corsa), distanza sprint (750m nuoto, 20 bici, 5 corsa) e distanza mini (400 nuoto, 10 bici, 2.5 corsa).

Con Curtis avevamo deciso di cimentarci nella distanza sprint. Due mesi piu’ tardi, eccomi al nastro di partenza da solo, visto che Curtis, colpito da una infezione polmonare, era costretto a farmi soltanto da autista e fotografo ufficiale, in attesa di Lindsey che sarebbe arrivata piu’ tardi.

Tutto era pronto, da giorni avevo messo a posto la mountain bike (in assetto da corsa, visto che una bici da strada costa troppo), comprato la tuta per nuotare, e comprato nuove calze per correre. L’unico problema? La mancanza di tempo per allenarmi. Ormai da due settimane ho persone in casa che mi stanno rifacendo i due bagni. Cosi’ con i cani chiusi in ufficio (altrimenti mordono tutti), mi sono ritrovato a lavorare e poco altro, oltre che ad andare a comprare/cambiare tutto quello che serviva ai tipi.

Joburg City Triathlon 2012 - Race 1
Nuoto – tutto pronto

Joburg City Triathlon 2012 - Race 1
Bici – pronta pure lei

Joburg City Triathlon 2012 - Race 1
Scarpe e calze – tutto a posto

Con poco nuoto alle spalle, la partenza, 20 metri dentro il lago di Germiston (da fermo, galleggiando), si rivelava subito un disastro: calcione in faccia, occhialini spaccati ed eccomi ad affogare mentre tutti mi passavano sopra. Torno a galla, sputacchio acqua, ed il giudice mi chiede su voglio continuare. Dietro di me noto almeno 3 persone KO durante le fasi concitate della partenza. Decido di continuare nonostante le lenti a contatto e gli occhialini rotti, nuotando in qualche modo (con il testone malandato, non riuscivo a trovare nessun ritmo) e uscendo dall’acqua in mezz’ora, almeno 15 minuti dietro al gruppo.

Joburg City Triathlon 2012 - Race 1
Partenza in galleggiamento

Joburg City Triathlon 2012 - Race 1
Subito da solo

Joburg City Triathlon 2012 - Race 1
Quasi arrivato…

Joburg City Triathlon 2012 - Race 1
Fuori dall’acqua… la parte difficile e’ andata

Il cambio da divisa di nuoto a divisa da ciclista avveniva nonostante tutto in maniera ottimale, e salivo sulla bici per affrontare 20km e cercare di superare qualcuno. Per almeno 15km non trovavo nessuno davanti a me. Le uniche persone ferme erano quelle che si ritiravano (un buono 15-20% si ritira ad ogni gare, di solito gente come me alle prime armi).

Finalmente vedevo qualcuno sul rettilineo finale, e lo superavo nella seconda zona di transizione, dove scaricavo la bici e iniziavo a correre.

Joburg City Triathlon 2012 - Race 1
Cambio super veloce

Joburg City Triathlon 2012 - Race 1
Via di corsa!

La corsa e’ sicuramente il mio punto di forza. Passavo tutti quelli che potevoin 5km, e arrivavo alla fine in 1 ora, 53 minuti a 25 secondi. I miei parziali? 32.13 a nuoto, 51 minuti per 20km di bici e 29.17 per 5km di corsa.

Joburg City Triathlon 2012 - Race 1
Eccomi arrivare

Joburg City Triathlon 2012 - Race 1
Con Lindsey

Ma il tempo finale (che usero’ in futuro per migliorarmi) non mi interessava. L’unica cosa importante era finire questo primo triathlon!

Instagram, io e i cani e una mostra (Iphoneography SA 2012)

Instagram sul mio vecchio iphone 3gs me lo aveva installato Kirsten l’anno scorso, quando lei e Andy vivevano qui con noi.

Di app fotografiche sul mio smartphone ne avevo un po’, e tutte offrivano incredibili opzioni, ma il problema era cosa scegliere dopo aver scattato una foto.
Troppe scelte, troppo tempo perso.

Instagram invece mi e’ piaciuto fin da subito: la foto scattata era in formato quadrato, tipo Polaroid, e tutto quello che potevi selezionare era qualche filtro e un’opzione  di soft focus. Basta.

Scelto il filtro la foto andava direttamente sul tuo profile e, proprio come su facebook, se avevi amici anche loro potevano ammirare la tua creazione.
Tutto in meno di un minuto, upload compreso.
L’importante era cogliere l’attimo, e cercare di trovare un angolo particolare o qualcosa di curioso per il soggetto. 

Iphonegraphy 2012

Iphonegraphy 2012

Foto della mostra

Per le foto che di solito faccio, in giro e improvvisate, non mi e’ mai servita una SLR (le camere fotografiche giganti tipo Canon o Nikon), e pure la mia fidata Panasonic DMC (10x zoom ottico e GPS integrato!) da tempo non era piu’ compagna di tasca.
L’iphone, invece, lo tenevo sempre nei pantaloni, e dopo aver installato Instagram e’ praticamente diventato lo strumento con cui faccio piu’ foto (a meno di non dover fare foto dove uno zoom decente e’ necessario).
Ora Lindsey ha ottenuto il 3GS, mentre io ho fatto l’upgrade al 4S (foto migliorate con una qualita’ spaventosa rispetto a prima), ma entrambi continuiamo a divertirci con Instagram.

Non sono solo io che ho riscoperto il gusto delle belle foto con quella app.
Il successo di Instagram e’ stato clamoroso, e anche qui in Sudafrica (grazie all’introduzione di Instagram per Android l’anno scorso), la gente si e’ appassionata.

Marc Forrest, uno dei pochi blogger famosi in Sud Africa, ha colto il momento organizzando un semplice concorso per una mostra intitolata iphoneography SA: ogni utente poteva mandare 5 foto a testa, a patto che le foto siano state fatte con qualsiasi iphone e modificate usando solo le app disponibili sull’iphone stesso (alla fine l’80% delle persone ha usato Instragram, altre Snapseed, iPhoto, Camera+ o Photoshop Express)

Alla fine per la mostra di Johannesburg (l’altra era a Cape Town), circa 900 utenti hanno partecipato spedendo 5 foto a testa (4500 foto quindi). Tra queste circa 200 foto sono state selezionate come finaliste.

Immaginate la mia sorpresa quando ho ricevuto la email con l’invito per la mostra, visto che una delle mie foto e’ stata selezionata!

Iphonegraphy 2012

Io e Lindsey alla mostra

Iphonegraphy 2012

Pollo in salsa thai servito come uno shooter…

Cosi’, settimana scorsa, io e Lindsey siamo andati al gigantesco istore di Sandton dove tutto era stato organizzato alla perfezione: cibo (servito in micro porzioni un po’ troppo micro per i miei gusti, ma molto eleganti) e drinks gratis, musica dal vivo e foto appese dovunque.

La mia foto non e’ riuscita a vincere uno dei tre premi (tra l’altro tra le 200 foto selezionate almeno la meta’ erano favolose!) ma la soddisfazione e’ stata immensa, soprattutto perche’ bere gratis fa sempre piacere!

La mia foto selezionata e’ qui sotto, scattata contro lo specchio retrovisore interno mentre guidavo.
Stavo portando a spasso tutti i miei cani piu’ i due border collies della cugina di Lindsey, e questi avevano deciso di guardare in giro proprio mentre controllavo dietro:

Iphonegraphy 2012

Una settimana, tre foto.

Mentre tento di recuperare dall’infortunio ottenuto all’ultima giornata (qui il resoconto), mi arrivano in email un sacco di foto dalla nostra fotografa ufficiale, che riassumono l’ultima settimana calcistica perfettamente:

Sabato 29 Settembre (pomeriggio):

Panorama FC vs Chivas

Ancora infortunato, faccio il mio esordio da semplice allenatore…

Sabato 29 Settembre (sera):

Panorama 2012 Award Ceremony

Ricevo uno dei premi di fine anno (giocatore dell’anno)

Sabato 6 Ottobre:

Panorama FC - Palmeros F.C.

Torno a giocare, segno e mi infortuno di nuovo (notare infatti lo sguardo incazzato qui sotto)

Panorama FC - Palmeros F.C.

Un bel modo di salutare la stagione

Sei tornato in campo dal primo minuto dopo 3 settimane di riposo.

Lo strappo alla coscia sembrava guarito ma un fallo da dietro intorno alla mezz’ora ha vanificato 20 giorni di recupero.

La squadra sta vincendo 1-0 in quest’ultima partita stagionale, ma il tuo contributo e’ minimo. In panchina hai due infortunati, e un altro compare di reparto ha difficolta’ a correre.

Decidi di tenere duro. E’ stata una lunga stagione, sta finendo meglio del previsto, e non vuoi lasciare il campo senza aver dato un minimo contributo.
Sono passati 60 minuti.
Nell’intervallo si sei fasciato la coscia come un salame, bloccando il muscolo infortunato. Corri poco e male, se estendi la gamba il dolore inizia a bruciarti dentro.

Ancora 5 minuti, ti dici.

La panchina ti ha chiesto di resistere solo 45, ma tu hai detto che provi a continuare.

Improvvisamente l’ala sinistra scarta e ti passa la palla 4 metri fuori dall’area. Il giocatore avversario sa che non hai piu’ tanta mobilita’, e si lancia in una scivolata. Ma con il primo tocco lo fai fuori e cosi’ ti ritrovi fuori dall’area, col pallone ancora attaccato ai piedi.

Tiri, e appena colpisci la palla sai benissimo dove andra’ a finire: all’incrocio li’ in alto a destra. Il portiere si tuffa, non ci arriva per un metro e tu sai che hai segnato.

Il 2-0 dovrebbe bastare, vorresti festeggiare il tuo decimo goal in campionato ma nello stesso momento in cui sapevi che avresti segnato hai sentito il muscolo arrendersi e strapparsi di nuovo.
Tenti di rimanere in piedi per ricevere l’abbraccio dei compagni e ti ritrovi a saltellare sulla gamba sana in una maniera quasi comica.

Chiami il cambio. La stagione e’ finita. E sei finito pure tu per questo 2012.
Tra 2 settimane partira’ il campionato veterani e tu sei stato selezionato il mese scorso.
Ma sai gia’ che non ti presentarai almeno fino a Novembre.

Olaf, e’ tempo di riposare.

 

E alla fine, nonostante tutto, si trova il tempo di festeggiare

Manca solo una partita alla conclusione del campionato, ma la societa’ ha deciso quest’anno di fare il solite cenone prima del termine ufficiale della stagione.

E cosi’ (quasi) tutti i giocatori delle squadre senior, accompagnati da mogli/fidanzati/ragazze (e nel caso della squadra femminile, da mariti e ragazzi), si sono presentati al ristorante Al Fresco (italiano) per festeggiare, ricevere trofei, bere e ballare.

Come allenatore ho ricevuto come ringraziamento una bottiglia di Johnnie Walker Black Label, mentre come giocatore ho ricevuto il premio di giocatore dell’anno (per la quarta volta in cinque anni!).

La serata e’ stata davvero divertente, alla fine tornare in contatto con tutti i giocatori delle varie squadre senior (durante la stagione ci si allena in giorni/orari differenti) e’ sempre un piacere. Anche se ormai mi accorgo che sono uno dei piu’ vecchi e ormai il tavolo dei veterani continua a chiedermi quando iniziero’ a giocare con loro a tempo pieno…

Qualche foto della serata:

Panorama Award Evening Dinner 2012

Insieme a Lindsey

Panorama Award Evening Dinner 2012

Giocatore dell’anno 2012

Panorama Award Evening Dinner 2012

Si brinda ad una stagione fuori di testa!