Almeno da 2-3 anni volevo cimentarmi nel triathlon. L’idea di coniugare due sport in cui non me la cavo malissimo (corsa e bici) con uno sport in cui sono pessimo (nuoto), mi sembrava una sfida che avrei dovuto accettare un giorno o l’altro.
Due mesi fa per caso avevo controllato la sezione triathlon sul solito sito di eventi sportivi locali, e ne avevo trovato uno da fare ad Ottobre, dopo il termine della stagione calcistica (che non mi consente di fare altro che competizioni da 10km).
La gara prescelta faceva parte della Johannesburg City Tri-Series (tre gare, questa era la prima) ed aveva tre categorie: distanza olimpica (1.5 nuoto, 40 bici, 10 corsa), distanza sprint (750m nuoto, 20 bici, 5 corsa) e distanza mini (400 nuoto, 10 bici, 2.5 corsa).
Con Curtis avevamo deciso di cimentarci nella distanza sprint. Due mesi piu’ tardi, eccomi al nastro di partenza da solo, visto che Curtis, colpito da una infezione polmonare, era costretto a farmi soltanto da autista e fotografo ufficiale, in attesa di Lindsey che sarebbe arrivata piu’ tardi.
Tutto era pronto, da giorni avevo messo a posto la mountain bike (in assetto da corsa, visto che una bici da strada costa troppo), comprato la tuta per nuotare, e comprato nuove calze per correre. L’unico problema? La mancanza di tempo per allenarmi. Ormai da due settimane ho persone in casa che mi stanno rifacendo i due bagni. Cosi’ con i cani chiusi in ufficio (altrimenti mordono tutti), mi sono ritrovato a lavorare e poco altro, oltre che ad andare a comprare/cambiare tutto quello che serviva ai tipi.
Scarpe e calze – tutto a posto
Con poco nuoto alle spalle, la partenza, 20 metri dentro il lago di Germiston (da fermo, galleggiando), si rivelava subito un disastro: calcione in faccia, occhialini spaccati ed eccomi ad affogare mentre tutti mi passavano sopra. Torno a galla, sputacchio acqua, ed il giudice mi chiede su voglio continuare. Dietro di me noto almeno 3 persone KO durante le fasi concitate della partenza. Decido di continuare nonostante le lenti a contatto e gli occhialini rotti, nuotando in qualche modo (con il testone malandato, non riuscivo a trovare nessun ritmo) e uscendo dall’acqua in mezz’ora, almeno 15 minuti dietro al gruppo.
Fuori dall’acqua… la parte difficile e’ andata
Il cambio da divisa di nuoto a divisa da ciclista avveniva nonostante tutto in maniera ottimale, e salivo sulla bici per affrontare 20km e cercare di superare qualcuno. Per almeno 15km non trovavo nessuno davanti a me. Le uniche persone ferme erano quelle che si ritiravano (un buono 15-20% si ritira ad ogni gare, di solito gente come me alle prime armi).
Finalmente vedevo qualcuno sul rettilineo finale, e lo superavo nella seconda zona di transizione, dove scaricavo la bici e iniziavo a correre.
La corsa e’ sicuramente il mio punto di forza. Passavo tutti quelli che potevoin 5km, e arrivavo alla fine in 1 ora, 53 minuti a 25 secondi. I miei parziali? 32.13 a nuoto, 51 minuti per 20km di bici e 29.17 per 5km di corsa.
Ma il tempo finale (che usero’ in futuro per migliorarmi) non mi interessava. L’unica cosa importante era finire questo primo triathlon!