Riconoscere i propri limiti

Doveva succedere prima o poi. Dopo 3 anni e 61 partite di campionato, non ho terminato i 90 minuti sul campo. Dopo essermi infortunato alla coscia settimana scorsa, ho provato a stringere i denti, fasciarmi la gamba, e continuare a giocare.

Per 45 minuti ho corso dove potevo, sono riuscito a fornire un assist per l’1-0 (giocavamo contro la prima in classifica, risultato finale 4-0 per noi!) ma poi mi sono arreso e, per la prima volta in cosi’ tante partite, ho dovuto ammettere che avermi in campo era deleterio per la mia squadra.

Al decimo del secondo tempo ho chiesto il cambio, e un giocatore nato nel 1994 (17 anni piu’ giovane di me!) mi ha sostituito, fornendo velocita’ alla manovra che io ormai rallentavo.

E’ stato strano vedere la proprio squadra vincere e dominare anche senza di me li’ in mezzo al campo. Ma per tutti arriva un momento di dire basta. Di capire che e’ inutile non camminare per 2 settimane quando puoi uscire prima e rilassarti col ghiaccio sperando in un recupero piu’ veloce, mentre la squadra gioca benissimo anche senza di te…

Per la prima volta in tanti, tantissimi anni, mi sono sentito un ex-giocatore…

 

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