Durante i primi vent’anni della mia vita, credo di avere passato quasi tutte le vacanze estive in compagnia dei miei nonni (e dei miei amici di cortile a Pozna) in Polonia. D’inverno ci saro’ andato solo due volte, nel 1986 (evitata la vacanza polacca estiva per colpa di Chernobyl) e nel 2000, quando Dominik si era sposato.
Sinceramente speravo in un po’ di neve, convinto com’ero che Poznan a Dicembre avrebbe deluso Lindsey.
Invece, nonostante la mancanza del solito clima invernale polacco (temperatura a meno 20, ghiaccio e neve dovunque), Lindsey e’ riuscita ad apprezzare Poznan e il clima post-natalizio polacco in maniera inaspettata.
Per una volta non ero ospite di mia nonna (non piu’ in condizioni di ospitarci, purtroppo), e cosi’ Dominik si e’ offerto volentieri di darci una stanza nel suo appartamento per tutta la durata del viaggio.
Utilizzando come campo base il suo salotto (tentando di non occuparlo troppo a lungo, visto che Piotr e Susanna, i suoi figli, avevano ricevuto una playstation3 per Natale e volevano giocarci tutto il tempo) ho portato Lindsey in giro per lunghe passeggiate piene di ricordi.
Inutile nasconderlo, Poznan mi e’ sempre piaciuta.
Sara’ l’effetto nostalgia che mi colpisce quando torno in Europa – le mie migliori vacanze sono state trascorse da quelle parti con mia sorella – sara’ la citta’ vecchia, sara’ l’assenza di palazzi orrendi in centro che, come per esempio a Milano, rovinano tutto.
Sara’ il cibo. Forse la birra (economica).
Oppure semplicemente la spensieratezza che ho quando cammino per le vie del centro, partendo da mia nonna e arrivando regolarmente dalle parti del fiume dopo un’ora di camminata.
Credo che invece a questo giro il motivo vincente sara’ stata l’opportunita’ di condividere con Lindsey una parte della mia vita che le e’ sempre stata nascosta.
Lei conosceva l’Olafmeister londinese. Conosce quello italiano. Ma quello polacco?
In 4 giorni ho tentato di farle vedere quasi tutto, dallo spettacolare Stary Rynek (sempre bellissimo) con i capretti meccanici che si fanno la guerra dall’alto del Ratusz alle 12 e le case dipinte di tutti i colori, fino all’universita’ (Poznan ha un buon 20% di studenti che studiano nella cita’ con il maggior numero di universita’ in Polonia).
Dallo stadio del Lech Poznan, che ho riconosciuto a stento, visto che e’ stato completamente rifatto per Euro 2012, fino a Malta, il lago artificiale, uno dei posti migliori per rilassarsi o fare sport in estate.
Senza scordare le camminate intorno all Fiera Internazionale di Poznan (dove Dominik lavora). Mio padre ha conosciuto mia madre grazie a quella fiera, e senza di essa io non sarei qui ora scrivere. Vedere lavorare Dominik in fiera, continuando una tradizione di lavoratori “italiani” , mi fa sempre un immenso piacere.
Dominik e sua moglie ovviamente hanno provato il possibile per farci vivere un’esperienza con i fiocchi.
Ad esempio siamo andati al palazzo reale di Baborówko, dove abbiamo passato la mattinata a fare colazione con quella che credo possa considerarsi la nobilta’ polacca (distrutta durante il periodo comunista).
Il palazzo era fantastico, e le strutture per i circa 70 cavalli (un’arena indoor…) erano notevoli. La colazione invece era stata semplicemente eccezionale. Da tempo non mangiavo alla polacca.
Oppure l’ultima sera siamo andati in uno dei ristoranti di lusso del centro, il Ratuszova, per un’indimenticabile cena a base di cibi rigorosamente locali, tra i quali i classici pierogi oppure il Zurek, una zuppa servita all’interno di una forma di pane. Fantastica! (E Dominik ha messo Lindsey alla guida, la sua prima volta dalla parte regolare della strada…)
Con Michal (un altro mio amico d’infanzia, che sta prendendo i voti da sacerdote) siamo andati a visitare lo stadio (visita per me d’obbligo) e la Palmiarnia, una specie di struttura di vetro divisa per settori con piante provenienti dalla giungla, dalla savana etc… un’ottima scusa per riscaldare Lindsey dopo ventate freddissime all’aperto.
Una visita in Polonia non poteva essere considerata completa senza andare a trovare mia nonna.
Ancora agile mentalmente nonostante l’eta e’ gli acciacchi, e’ riuscita in qualche modo a cucinarci un pranzo dalle dimensioni colossali che ho faticato a finire.
Se il pranzo non mi aveva distrutto, il continuo tradurre da inglese a polacco e polacco a inglese in modo che Lindsey e mia nonna potessero comunicare mi aveva ucciso definitivamente.
I problemi di traduzioni sono andati avanti bene o male per il resto del viaggio tanto che ho passato gli ultimi giorni a parlare con Lindsey in polacco e Dominik in inglese…
Fortunatamente Lindsey era distratta delle meraviglie nascoste della citta’: un presepe enorme nella chiesa di San Fransesco (due mesi per costruirlo), oppure gli alberi di natale di tutte le dimensioni decorati con gusto bene o male dovunque (altro che USA, la Polonia prende gli addobbi natalizi in maniera seria, senza tutto il kitsch tradizionalmente americano).
Tornare la sera del 31 e’ stata una pessima scelta da parte mia, ma visti i prezzi (nessuno si imbarca su Ryanair a quell’ora il giorno di Capodanno) era l’unica possibile soluzione. (per fortuna mia madre si e’ presentata a Bergamo per portarci a casa, facendo un brindisi improvvisato all’aereoporto!)
Cosi’, dopo 4 bellissimi giorni in Polonia, ho dovuto salutare Dominik e Michal all’aereoporto, sperando di poterli rivedere tra 6 mesi, in tempo per vedere l’Italia giocare in Polonia per Euro 2012 (nota ai viaggiatori futuri: Poznan e’ l’unica delle 4 citta’ polacche pronta al 100% per l’evento sportivo dell’estate!)
[…] passato piu’ di vent’anni da allora. L’ultima volta ero tornato a Poznan con Lindsey 6 mesi fa, e Lindsey era rimasta affascinata da una citta’ di circa 500.000 abitanti che era vivibile, […]