Ci sono voluti un po’ piu’ di giorni per rimettersi a pari con lavoro e casa.
In tre settimane di sole e temporali qui in Sudafrica il giardino e’ diventato una giungla, e l’orto ha conquistato aree e altezze che non credevo possibili.
Ora che ormai un numero immenso di foto sono su facebook (diventato uno strumento indispensabile per condividere immagini e tags), e flickr (per chi non ha facebook), trovo anche il tempo di scrivere qualcosa di questa fantastica esperienza invernale europea.
Su flick trovate tutto qui: http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157628749415715/
Sono riuscito, insieme a Lindsey,a rivedere quasi tutte quelle persone che volevo incontrare. A questo giro ho fallito soltanto con il gruppo veneto (i miei vecchi compari Mauro, perso col lavoro, Alessia, ormai milanese, e Gualtiero, praticamente sposato) , ma purtropppo incastrare il tutto era davvero impossibile.
Durante Dicembre, e inizio Gennaio, l’Italia e’ stata la mia base per le altre spedizioni, quella Londinese e, dopo Natale, quella Polacca. Ovviamente il fulcro del viaggio e’ stato il periodo di Natale.
Arrivati in Italia via Etiopia dopo un viaggio tutto sommato molto meno stressante di quello che entrambi credevamo possibile (la mancanza di video individuali mi ha convinto a passare le 12 ore di volo, 6 verso Addis Ababa, altre 6 verso Milano a leggere il bellissimo 11/22/63 di Stephen King) e, dopo una prima serata al solito Texas Pub, siamo partiti meno di 24 ore piu’ tardi verso Londra (di cui parlero’ piu’ tardi).
Al ritorno da Londra, 7 giorni piu’ tardi, sono partite immediatamente le preparazioni per il pranzo di Natale, organizzato come al solito (almeno ogni volta che torno, ogni due anni) a casa di mia zia e Renato. A quanto pare era da almeno 20 anni che non avevamo cosi’ tanti partecipanti. Grazie a figli nati da cugini, e la presenza di Lindsey, il numero rispecchiava quello del 1991, quando erano ancora in vita i miei zii, e mia nonna.
La sera del 23 e’ stata come al solito passata al Texas, per festeggiare il compleanno di Beppe (a mezzanotte), in compagnia di quasi tutti, inclusi Mera e Luciana, sposini (quasi) novelli.
Il giorno dopo, alla vigilia , proprio come due anni fa, ho portato Lindsey alla messa di mezzanotte (giusto per mantenere le tradizioni italo-cattoliche, da italiano all’estero qualcuno deve farlo per forza), stavolta a Legnano, alla basilica di San Magno, dove, dopo la veloce messa (30 minuti), ci siamo fiondati sui panettoni e vin brule’ a gentile disposizioni dei partecipanti.
Potete tutti immaginare come e’ andata la giornata successiva: seduti alle 11.30, i culi sono stati rialzati solo in tarda serata. Le pance erano piene, i piatti vuoti, e il livello alcolico (vino, grappa, cocktail, il solito miscuglio) eccessivo.
Coinvolgere Lindsey in un pranzo famigliare e’ sempre un piacere, soprattutto quando la maggior parte del cibo, cui io sono abituato da secoli, impressiona positivamente anche lei.
Certo, la mancanza di qualsiasi tipo di insalata (contorno essenziale in qualsiasi tavolo sudafricano, da Gennaio a Dicembre) si e’ fatta sentire, ma, come avevo suggerito a Lindsey, a casa Olgiati l’insalata viene sostituita con l’affettato e bagnata col vino, in pieno stile natalizio.
Rivedere tutti i miei fantastici cugini (incluso Davide, tornato dall’Afghanistan con un bottino mica male di storie e foto) mi ha fatto andare in modalita’ nostalgia, e come al solito abbiamo passato troppo tempo a ricordare i bei tempi andati di quando eravamo tutti (beh, quasi) bambini e di come il Natale fosse ancora piu’ speciale. Per questo apprezzo notevolmente gli sforzi fatti per riunirsi tutti insieme una volta ogni tanto…
Qualche giorno piu’ tardi, dopo qualche giornata passata a rilassarci a Canegrate, siamo partiti per la Polonia, e siamo tornati la sera del 31. Ancora una volta, come durante quasi tutta la nostra permanenza, a sbattersi per portarci in giro da un aereporto all’altro e’ stata mia madre, la mia autista personale, che Lindsey e io ancora ringraziamo (che ci ha costretti ad un brindisi serale all’aereporto di Bergamo, e come si fa a dire di no?).
Stanchi morti ci siamo presentati (o meglio, imbucati) ad una festa di capodanno a casa del mio compare Giamba, dove abbiamo alzato la media eta’ di almeno 10 anni!
Con a disposizione qualche serata, sono addirittura riuscito a farmi invitare a cena da Massi (ormai padre di un bambino chiamato Raul, come il fratellastro di Ken Shiro), da Beppe (reduce da 3 mesi di avanti e indietro in Germania, con Claudia e un’Alice ormai capace di comunicare in maniera quasi normale) e rivedere pure Paolo, che non ero riuscito a salutare l’anno scorso (in una casa nuova, con 3 figli e Verusca).
Senza contare i pomeriggi passati a parlare con mio padre e mia sorella, occasioni che di solito si limitano a pochi minuti durante le mie telefonate domenicali, ma che stavolta sono durate decisamente piu’ della media, almeno fino a quando Tyson, il cane di famiglia, non ha preso il sopravvento.
Sono stati giorni stressanti (prima e dopo le partenze), piene di bevute al Texas, a casa mia, in ristoranti (con mia mamma) e a casa di altri, guidando dopo 16 mesi sulla parte opposta della strada (alla fine ho solo sbagliato due rotonde e preso un senso unico dall’altra parte).
Sono stati giorni in cui ho rivisto la mia famiglia (che mi manca sempre, anche se poi mio padre piange se glielo dico), i miei amici (che vorrei fossero sempre a portata di macchina) e il reporto gastronomico di qualsiasi supermercato (salame a prezzi ragionevoli, mi manchi pure tu!)
Sono stati giornate senza sole, ma anche giornata in cui il sole non sarebbe servito a niente: portare Lindsey in giro in luoghi della mia infanzia (il parco Castello di Legnano, i quartieri decenti di Canegrate, dalla parte giusta della stazione) mi ha scaldato l’animo senza bisogno di avere aiuti da cielo. Senza scordare l’ultimo pomeriggio, in cui tutti e quattro (io, mio padre, Olga e Lindsey) ci siamo messi a cucinare un pranzo incredibile: semplicemente la ciliegina sulla torta!
Certo, l’Italia mi manca. Ma tornare ogni volta rende l’esperienza speciale (e so gia’ che stare piu’ a lungo mi farebbe tornare in mente i motivi per cui ho lasciato tutto indietro…).
Buon Natale e Buon Anno (in ritardo clamoroso). Ci vediamo forse tra qualche mese…
Continuo a rinnovare l’invito! Quando venite qui in Sudafrica? 🙂
quando passi tu c’è sempre un party! fantastico! 🙂 BUON ANNO anche a te e Lindsey